Attualità

Calabria, Abbazia florense. Voce di Fiore: "Il ministro dell’Interno verifichi se San Giovanni in Fiore va sciolto"

mercoledì 27 gennaio 2010.
 

Sul restauro con fondi europei dell’Abbazia florense ne stiamo sentendo tante. Fin qui, a San Giovanni in Fiore (Cosenza) nessuno aveva detto una parola sulla vergognosa impalcatura che da anni - con sospensione del finanziamento dall’Unione europea e sequestro dell’ala est da parte della Procura di Cosenza - avvolge il monumento religioso, patrimonio di tutti.

Recentemente, prima l’amministrazione comunale di San Giovanni in Fiore ha definito “avvoltoi” i manifestanti che lo scorso 5 gennaio hanno simbolicamente cinto l’Abbazia florense tenendosi per mano. Poi Assopec, Pro loco e Legambiente della città silana hanno dato lezioni di tono, come dei Lina Sotis della politica, a chi per quella manifestazione s’è speso; arrivando anche da Palermo, come Chicco Alfano, figlio del giornalista Beppe, ucciso dalla mafia; da Roma come i ragazzi dei Grilli del Pigneto, da Amantea, come i giovani del Comitato Natale De Grazia, e da altri posti della Calabria e dell’Italia, partecipe Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo, con un suo messaggio fortissimo, riportato dalla stampa.

All’iniziativa avevamo invitato il vescovo di Cosenza e tutte le parti politiche. Conserviamo copia dei relativi telegrammi, spediti per tempo. Il 5 gennaio scorso, in difesa dell’Abbazia florense sono venuti a San Giovanni in Fiore Angela Napoli (Pdl), della commissione parlamentare Antimafia, e Luigi De Magistris (Idv), presidente della commissione, in seno al parlamento europeo, per il Controllo dei bilanci.

Il punto vero - che, a quanto pare, si tenta di nascondere in tutti i modi - è che il Comune di San Giovanni in Fiore ha affidato la direzione del restauro dell’Abbazia florense in violazione di disposizioni di legge e dei princìpi di correttezza, trasparenza e libera concorrenza sanciti dall’ordinamento interno e comunitario. Lo ha stabilito l’Autorità di vigilanza sui Lavori pubblici, in una sua recente deliberazione.

Quelle forze politiche e affini che intendano confondere le idee, inventando speculazioni, mistificazioni e toni sbagliati, non possono prescindere dagli atti.

Come gruppi della società civile riterremo complici quanti mentiranno o resteranno in silenzio, rispetto al caso, gravissimo, del restauro dell’Abbazia florense.

Dove stava chi oggi accusa, quando nei mesi scorsi raccontavamo gli sviluppi della vicenda, anche organizzando un convegno aperto a tutta la politica per trovare una soluzione condivisa?

Se la nostra manifestazione ha destato qualcuno da un sonno profondo, siamo contenti. Sappiamo di essere scomodi e sappiamo d’aver agito sempre informando e sentendo tutti.

Ora, però, basta con l’ipocrisia e i giochi linguistici, le retoriche, i fronzoli, le scuse e l’offesa delle intelligenze.

Chiediamo che il ministro dell’Interno verifichi se esistano le condizioni per lo scioglimento del Comune di San Giovanni in Fiore e che paghino, sul piano penale e contabile, i responsabili di un restauro che ha certamente procurato enormi danni alla comunità; appellandoci alle autorità anche in merito alla residenza per anziani che si trova fra le mura dell’Abbazia florense, un tempo opera di carità della Chiesa, oggi in mano a privati che, a detta di un dirigente comunale, non corrisponderebbero alcun fitto al municipio.

Emiliano Morrone, "la Voce di Fiore"


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