Immigrazione: Napolitano, servono ordine e legalita’
Il Capo dello Stato: ’Servono ordine e legalita’’ *
REGGIO CALABRIA - Per governare il fenomeno dell’immigrazione ed evitare scoppi di violenza come quelli di Rosarno, occorrono "ordine e legalità", garantire i flussi di ingresso legale, lavorare per una effettiva integrazione degli immigrati, che è compito degli enti locali "ai quali lo Stato deve fornire risorse sufficienti", ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano definendo "molto positivo" l’impegno dimostrato dal governo "in questi giorni" per fronteggiare questi fenomeni e quelli legai alla criminalità organizzata.
A Rosarno - ha aggiunto il Capo dello Stato - sono accadute cose brutte, pesanti. Uno scoppio di insofferenza che ha mostrato il peggio di cio’ che si era accumulato nell’animo dei cittadini e degli immigrati. E’ nostra responsabilita’ collettiva di rapresentanti dello Stato non aver saputo prevenire cio’ che avremmo dovuto prevenire. Ora dobbiamo evitare che si ripeta e respingere luoghi comuni e pregiudizi che indicano la Calabria come luogo di intolleranza e di razzismo’’.
’’Noi rappresentanti dello Stato non dobbiamo fare fugaci apparizioni in Calabria - ha continuato il Capo dello Stato - ma sviluppare un impegno sistematico contro la ’ndrangheta e per affermare la legalita’’’.
La battaglia condotta "con intelligenza, tenacia e preofessionalità" dalla magistratura calabrese contro la ’ndrangheta ’’segna una svolta che promette molto bene per il futuro della Calabria. Stiamo vivendo una pagina nuova nella storia di questa regione", ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano esprimendo piena solidarietà al procuratore generale Salvatore Di Landro, e ai procuratori di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, e di Palmi, Giuseppe Creazzo per lo sventato attentato alla Procura Generale, che il capo dello stato ha definito "aggressione brutale".
* Ansa, 21 gennaio 2010, 13:46
Sul tema, nel sito, si cfr.:
"PUBBLICITA’ PROGRESSO": L’ITALIA E LA FORZA DI UN MARCHIO REGISTRATO!!!
ABUSO ISTITUZIONALE DEL NOME "ITALIA" DA PARTE DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO: DIMISSIONI SUBITO.
Visita di Napolitano in Calabria
"Su Rosarno avremmo dovuto prevenire"
REGGIO CALABRIA - A Rosarno sono accadute cose brutte, pesanti. Uno scoppio di insofferenza che ha mostrato il peggio di ciò che si era accumulato nell’animo dei cittadini e degli immigrati. E’ nostra responsabilità collettiva di rapresentanti dello Stato non aver saputo prevenire ciò che avremmo dovuto prevenire. Ora dobbiamo evitare che si ripeta e respingere luoghi comuni e pregiudizi che indicano la Calabria come luogo di intolleranza e di razzismo". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano oggi a Reggio Calabria e per fare il punto sulla situazione dell’immigrazione dopo i fatti di Rosarno.
Per governare il fenomeno dell’immigrazione ed evitare scoppi di violenza come quelli di Rosarno, occorrono "ordine e legalità", garantire i flussi di ingresso legale, lavorare per una effettiva integrazione degli immigrati, che è compito degli enti locali "ai quali lo Stato deve fornire risorse sufficienti", ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. "I cittadini di Rosarno non sono portatori di violenza e di razzismo. Respingiamo questi luoghi comuni", ha detto ancora Napolitano. "La società e la Regione - ha aggiunto il capo dello Stato - devono impegnarsi di più e noi non dobbiamo lasciarli soli".
Napolitano ha poi definito "molto positivo" l’impegno dimostrato dal governo "in questi giorni" per fronteggiare i fenomeni legati all’immigrazione e quelli riconducibili alla criminalità organizzata. "Noi rappresentanti dello Stato - ha aggiunto il capo dello Stato - non dobbiamo fare fugaci apparizioni in Calabria, ma sviluppare un impegno sistematico contro la ’ndrangheta e per affermare la legalità".
Napolitano ha incontrato in prefettura i vertici della magistratura calabrese, impegnati nella lotta contro la ’ndrangheta. C’erano il procuratore nazionale Pietro Grasso, il procuratore generale Salvatore Di Landro, il procuratore della Repubblica, Giuseppe Pignatone, il procuratore di Palmi, Giuseppe Creazzo e il procuratore Antimafia, Franco Gratteri.
E’ stato un vero e proprio vertice per fare il punto su quella che - dopo i gravissimi fatti di Rosarno e dopo i gravi episodi di minacce nei confronti dei magistrati più impegnati contro la ’ndrangheta - è stata definita ieri da Napolitano "forse la più insidiosa organizzazione criminale" operante nel nostro Paese. All’incontro hanno partecipato il prefetto di Reggio Calabria, Varratta, e i comandanti dei Carabinieri, Mazzucca, e della Guardia di Finanza, Vatta. Il capo dello Stato ha anche avuto colloqui con i rappresentanti delle istituzioni locali di Reggio Calabria, con i rappresentanti sindacali e delle associazioni impegnate nella difesa della legalità. Poi c’è stato un colloquio con il presidente della Regione, Agazio Loiero.
In tarda mattinata al liceo artistico Mattia Preti c’è stato un incontro pubblico in occasione della Giornata della legalità promossa dalle consulte degli studenti calabresi con la partecipazione del ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini. "Oggi ricordiamo, e per questo è un’occasione importantissima, quanti hanno pagato con il sacrificio della vita la loro testimonianza di fedeli servitori dello Stato", ha detto il ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, nel corso dell’iniziativa. "Noi - ha aggiunto - dobbiamo sempre tenere viva la loro memoria. Da questa terra, da cui partì giovanissimo, il giudice Antonino Scopelliti servì fedelmente il suo Paese rifiutando ogni forma di compromesso. Insieme a lui ricordiamo quanti hanno fino in fondo sacrificato la loro vita e che il loro insegnamento diventi stella polare nella lotta alla mafia".
* la Repubblica, 21 gennaio 2010