Politica

Calabriopoli: Emiliano Morrone contro Pd che alle primarie interne candida pure Loiero a governatore regionale

venerdì 5 febbraio 2010.
 

Emiliano Morrone, scrittore e giornalista antimafia, candidato indipendente a consigliere regionale della Calabria nella lista di Idv della provincia di Cosenza, ritiene incoerente il Partito democratico, che alle primarie interne del prossimo 7 febbraio presenterà anche Agazio Loiero (nella foto in alto, ndr), attuale presidente dell’esecutivo calabrese, quale proprio candidato a governatore.

In una nota, dice Morrone: "Una forma di democrazia fittizia, che conferma l’inesistenza di ogni limite all’indecenza e incoerenza politica. Nel processo ’Why not?’, che si sta dimenticando e nascondendo per salvare i vertici, l’accusa ha chiesto per Loiero la condanna per abuso d’ufficio. Ciononostante, nelle sue primarie il Pd lo ripropone, per ritrovare equilibri e unità in nome del potere, quale candidato a governatore".

Morrone precisa: "Così, la questione morale è bazzecola per il Pd. Pierluigi Bersani tace, è troppo impegnato, ricorda Enrico Berlinguer? Ancora una volta, in Calabria non contano le necessità del popolo, scientificamente sfiancato da una ’Casta’ sempre a palazzo. Loiero ha politicamente fallito su tutto; nonostante eletto nel 2005 con una maggioranza schiacciante, come ricordava il compianto consigliere regionale Antonio Acri".

Morrone aggiunge: "Per la cronaca, dopo l’assassinio di Francesco Fortugno Loiero ha nascosto dietro a un dito - giustificandosi sistematicamente e cambiando tutto per cambiare nulla - la propria incapacità di utilizzare le immense risorse della nostra regione; umane, naturali, culturali o da fondi europei".

Morrone sottolinea: "In Calabria, in cui permangono, nonostante vergognosi paraventi, precisi meccanismi di formazione del consenso, dobbiamo prendere coscienza delle scelte politiche e giudicarle senza alcun timore o spirito di parte".

Morrone conclude: "Richieste di condanna sono arrivate pure per esponenti di centrodestra, cioè per l’ex presidente della Regione, Giuseppe Chiaravalloti (ora vicepresidente dell’Autorità garante della Privacy), accusato di abuso d’ufficio, e per l’ex assessore regionale Gianfranco Luzzo, a cui vengono contestati associazione per delinquere e abuso d’ufficio. Nei giorni scorsi la Procura generale di Catanzaro aveva chiesto la condanna per l’imprenditore Antonio Saladino, ritenuto il principale imputato del processo ’Why not?’. Ci avranno insegnato qualcosa gli ultimi anni, traumatici e inquietanti, della storia calabrese? La cosa pubblica è cosa loro o è di tutti?".

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