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’Ndrangheta: Lea Garofalo rischia di morire una seconda volta - il video

Intervista esclusiva con la sorella della testimone di giustizia
mercoledì 7 marzo 2012.
 

Il processo a Milano per l’assassinio di Lea Garofalo, testimone di giustizia calabrese, va verso la conclusione. Carlo Cosco, di Petilia Policastro (Crotone), è accusato di aver ucciso e sciolto nell’acido la donna, ex convivente, con la complicità di Giuseppe e Vito Cosco, Rosario Curcio, Massimo Sabatino e Carmine Venturino.

Carlo Cosco è stato ammesso al gratuito patrocinio, in quanto è caduta l’aggravante mafiosa dell’omicidio. Nell’istanza, Cosco ha scritto che lavorava come buttafuori in varie discoteche, con un reddito esiguo. Eppure, secondo ’Il Fatto Quotidiano’, i fratelli Carlo e Giuseppe Cosco avrebbero preso in subappalto dei lavori della metropolitana di Milano. Negli atti, inoltre, si legge del ruolo che i Cosco avrebbero svolto a Milano nel traffico internazionale di stupefacenti, come ’ndranghetisti in ascesa.

Lea Garofalo riferì agli inquirenti di aver assistito all’omicidio, a Milano, del boss di ’ndrangheta Antonio Comberiati...

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