Pirandello

Carlo Cecchi al Valle di Roma coi "Sei personaggi in cerca d’autore": un lavoro fra ironia e maestria - di Maria Costanza Barberio

sabato 4 febbraio 2006.
 

Sei personaggi in cerca d’autore. Nulla da dire sul testo di Pirandello. Ce n’è abbastanza, a tracimare, tra messaggi, contenuti e interpretazioni critiche. Al Valle di Roma, Carlo Cecchi, che resterà, ahinoi, solo sino a domenica 5 febbraio, ha riproposto un lavoro da non perdere, con arbìtri complementari - e pertinenti - sulla già larga ironia tra estetica rappresentativa ed etica (rappresentata) di cui al testo del drammaturgo agrigentino. Proprio l’ironia, a volte troppo calcata, è centrale nell’edizione di Cecchi di cui si dice, il quale ha confermato, anche a Roma, di non essersi ancora arreso al vuoto che (ci pare) caratterizza per bene l’orientamento teatrale in Italia - privo, appunto, del divertimento ironico. Pure magnetico, Cecchi ha basato la regia e l’interpretazione sopra se stesso, in questo "Sei personaggi", semplice nelle scene, senza apparati tecnici o tecnologici e senza ulteriori contrafforti o catalizzatori d’attenzione e consenso. Al Valle gli hanno predisposto bene la pista, da che, sala piena, al maestro è stato semplice, tutto sommato, raccogliere il pubblico attorno a una drammaturgia di specie pure problematica, per quanto ancora attualissima e vitale. Straordinaria Angelica Ippolito, la figliastra, che ha sostenuto addirittura lo stesso Cecchi, nella sua avanzata da mattatore/organizzatore della scena e delle scene, in quanto capocomico nel quadruplo dramma pirandelliano dei "Sei personaggi" e nella sua truppa del vero, egregiamente equilibrata. Uno spettacolo da vedere, sicuramente. E sul quale meditare, anche per discutere, partendo proprio da Pirandello, sulle produzioni nella nazione e sullo stato dell’arte.

(Voto: 8)

Maria Costanza Barberio


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