CALZEDONIA, IL PRIMATO DELL’ITALIA NEL MONDO. AVANTI TUTTA: "FORZA ITALIA", "VIVA IL "POPOLO DELLA LIBERTA’"!!!

"SORELLE D’ITALIA"?! MA E’ ELEMENTARE: E’ "PUBBLICITA’ PROGRESSO". L’INNO DI MAMELI PER CALZE E COLLANT: UN OMAGGIO AL "NUOVO" CORSO DELLA "REPUBBLICA" DELL’AZIENDA "ITALIA"!!! Un urlo da Savona - a cura di Federico La Sala

martedì 13 ottobre 2009.
 


-  Un’azienda utilizza il brano per pubblicizzare calze e collant
-  Il viceministro al Lavoro: "Piuttosto bisognerebbe fare pubblicità all’Inno"

-  L’Inno di Mameli usato in uno spot
-  E’ polemica: "E’ una vergogna"
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ROMA - L’Inno di Mameli utilizzato come colonna sonora di uno spot pubblicitario. Di una nota azienda che produce calze e collant. Cantato da una voce femminile, che sottolinea lo spirito da "sorelle d’Italia" sotteso alla pubblicità. Ed è subito polemica. Il sottosegretario al Lavoro, Pasquale Viespoli, dice che piuttosto sarebbe meglio "fare pubblicità all’Inno". Più duro il presidente della Provincia di Savona, Angelo Vaccarezza (noto patriottico): "E’ una vergogna".

La colonna sonora dello spot. Si chiama "Sorelle d’Italia" la colonna sonora del nuovo spot 2009 del noto marchio di abbigliamento intimo. Una citazione neanche troppo implicita, che declina al femminile il testo dell’inno nazionale.

Le reazioni. "Più che usare l’inno nazionale distorto’ per fare pubblicità, "bisognerebbe fare pubblicità all’inno nazionale". Pasquale Viespoli commenta così la pubblicità di ’Calzedonia’ che con ’Sorelle d’Italia’ usa l’inno di Mameli declinato al femminile. "Credo che sia meglio lasciare l’inno nazionale agli ambiti istituzionali e non usarlo per fini pubblicitari", sottolinea il sottosegretario al Lavoro.

"Con il canto degli italiani non si gioca. E non si può nemmeno metterlo sotto i piedi": il presidente della Provincia di Savona, Angelo Vaccarezza, noto per varie sue iniziative patriottiche, protesta contro lo spot pubblicitario di una nota marca di calze, ’Calzedonia’, in onda sulle principali emittenti televisive.

Vaccarezza è affezionato protagonista di tanti raduni degli alpini (domenica scorsa a Mestre ha preso parte alla cerimonia per il dono dell’olio votivo alla Madonna del Don), ha messo a mezz’asta le bandiere di Palazzo Nervi, sede della Provincia, poche ore dopo l’attentato di Kabul prima ancora che venisse proclamato il lutto nazionale ed ha dipinto con il tricolore il palazzo comunale. "L’inno di Mameli non è uno scherzo. E’ una cosa seria - dice - sentirlo in un spot per pubblicizzare delle calze da donna è una vergogna".

E allo stesso modo, secondo il presidente della Provincia di Savona, dovrebbero vergognarsi i dirigenti dell’azienda veronese di Malcesine "che hanno consentito a coloro che hanno realizzato la pubblicità di poterla mettere in onda". "Chiedo espressamente all’azienda di eliminare dallo spot le note di Mameli, l’inno non deve essere violato in nessun modo. Lo chiedo a nome non solo dei savonesi, ma di tutti gli italiani che hanno a cuore il ’canto degli italiani’ che rappresenta la nostra nazione", conclude Vaccarezza

* la Repubblica, 13 ottobre 2009


Sul tema, nel sito, si cfr.:

-  «Art & Savonnerie». A SAVONA, LO SCENOGRAFO CRAXIANO, FILIPPO PANSECA, CELEBRA I FASTI DELL’EGO-TRIP DI BERLUSCONI E LA MISERIA DELL’EGO-STRIP DELL’ITALICO "POPOLO DELLA LIBERTA’".

-  IL PRIMATO DELL’ITALIA NEL MONDO: LA PRIMA REPUBBLICA A LUCI ROSSE DEL PIANETA.

-  STORIA D’ITALIA, 1994-2009: LA LUNGA OFFESA E LA DEVASTANTE OFFENSIVA DEL CAVALIERE DI "FORZA ITALIA" CONTRO L’ITALIA.
-  ABUSO ISTITUZIONALE DEL NOME "ITALIA" DA PARTE DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO: DIMISSIONI SUBITO. Un appello


La Stamopa, 13/10/2009 (14:43)

-  IL CASO

-  Polemiche per l’Inno di Mameli utilizzato in uno spot pubblicitario

Alcuni politici chiedono la sospensione della messa in onda di "Sorelle d’Italia» realizzato per il marchio Calzedonia

-  L’inno di Mameli nello spot tv delle calze. VIDEO (La Stampa)

ROMA «Sorelle d’Italia, l’Italia s’è desta, dell’elmo di Scipio s’è cinta la testa...» inizia così lo spot pubblicitario che in questi giorni è in onda sulle principali televisioni italiane per promuovere il marchio «Calzedonia». Il concetto che sta alla base del video pubblicitario viene poi spiegato al termine dello stesso con il claim «Il futuro è rosa». Ma le reazioni di alcuni personaggi politici non sono state affatto positive.

Più che usare l’inno nazionale "distorto" per fare pubblicità, «bisognerebbe fare pubblicità all’inno nazionale». Pasquale Viespoli commenta così all’Adnkronos la propria posizione: «Credo che sia meglio lasciare l’inno nazionale agli ambiti istituzionali e non usarlo per fini pubblicitari», sottolinea il sottosegretario al Lavoro.

Ancora più dura la reazione di Romano La Russa, coordinatore provinciale milanese del Pdl: «Calzedonia sospenda immediatamente la messa in onda di quella pubblicità infame, altrimenti inviteremo i cittadini a denunciare l’autore dello spot e il responsabile dell’Authority per mancata vigilanza. Non si può svilire l’inno di Mameli per vendere delle volgarissime calze - continua La Russa - è uno scempio assistere all’inno di Mameli utilizzato in una pubblicità per la vendita di calzamaglia da donna».

«Dopo l’attentato di ieri a Milano - continua La Russa - tornare a casa ancora scossi e preoccupati per quanto è successo e vedere in televisione quello spot è come essere umiliati e offesi una seconda volta. Oggi più che mai è necessario ritrovare l’orgoglio e il rispetto dell’essere italiani, di appartenere ad una nazione e ad una cultura che vanno difese. L’inno nazionale è un simbolo di questa unità, dell’italianità, rappresenta il sacrificio di tanti italiani, uomini e donne che si sono immolati per la Patria. Lo si canta con gioia in occasione di eventi sportivi e con profonda tristezza quando accompagna i nostri militari caduti per la pace».

«Invito l’Authority delle Telecomunicazioni - conclude La Russa - a far rispettare la legge e ritirare lo spot che insulta l’inno, che insieme alla nostra Costituzione e alla bandiera è un emblema dello Stato».


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