Google Buzz vs Facebook, la guerra del social networking

domenica 26 settembre 2010.
 

di FS

Chiunque abbia un account di posta gmail da qualche tempo a questa parte avrà sicuramente subito il martellamento di Google Buzz, il nuovo social network di Google pensato per condividere novità, video, foto e altro.

Oramai il sistema del social networking, di cui Facebook è leader assoluto, è diventato il miglior modo possibile per studiare gli utenti, anticiparne bisogni ed esigenze, individuare nuove tendenze e lanciare sul mercato prodotti e servizi con altissimo potenziale di successo. Il marketing si basa sulla conoscenza a 360° del cliente, ovvio che i dati inseriti sui social network facciano gola a tanti e diventino in un batter d’occhio il principale vantaggio competitivo da mettere sulla bilancia degli accordi commerciali con i grandi investitors pubblicitari.

Può esserci quindi un rischio per la privacy degli utenti internet?

A quanto racconta il Garante italiano il rischio è più che concreto, soprattutto quando di mezzo c’è Google: “Troppo spesso il diritto alla privacy dei cittadini finisce nel dimenticatoio quando Google lancia nuove applicazioni tecnologiche. Siamo rimasti profondamente turbati dalla recente introduzione dell’applicazione di social networking Google Buzz, che ha purtroppo evidenziato una grave mancanza di riguardo per regole e norme fondamentali in materia di privacy. Inoltre, questa non è la prima volta che Google non tiene in adeguata considerazione la tutela della privacy quando lancia nuovi servizi”.

Probabilmente Google è stata poco attenta a certi dettagli, ma è chiaro a tutti che la privacy sul web è poco più di un optional.

Eppure il Garante sottolinea come “i problemi di privacy legati al lancio di Google Buzz avrebbero dovuto essere ’immediatamente evidenti’ alla stessa azienda. Infatti, attraverso Google Buzz, Google mail (o Gmail), nato come un servizio di posta elettronica one-to-one tra privati, è stato improvvisamente ’trasformato’ in social network. Questo è avvenuto perché, in modo del tutto autonomo, Google ha assegnato ad ogni utente di Google Buzz una rete di ’amici’ (followers) ricavati dalle persone con cui l’utente risultava comunicare più spesso attraverso Gmail. Ciò senza informare adeguatamente gli interessati di quanto si stava facendo e senza specificare le caratteristiche del nuovo servizio, impedendo in questo modo agli utenti di esprimere un consenso preventivo e informato”.

Naturalmente Google non è l’unica compagnia ad essersi comportata in questo modo, il che non giustifica nemmeno in parte la mancanza di rispetto verso gli utenti, ma risulta doveroso rimarcare che esiste ancora il libero arbitrio e che l’utente può scegliere di cambiare client di posta elettronica - se non gli sta bene - segnalando così la mancanza di fiducia nei confronti di Google.

Quisque fortunae suae faber est!


Rispondere all'articolo

Forum