Alieni sulla Terra? La Nasa scopre un batterio che vive in ambienti impossibili
Roma - (Adnkronos) - Attesa per l’annuncio dell’ente aerospaziale su un microgranismo che sopravvive all’arsenico. Potrebbe dimostrare che forme di vita, analoghe a quelle trovate su altri pianeti, possono esistere in condizioni proibitive per gli esseri viventi terrestri. Roberto Pinotti del Centro Ufologico Nazionale: "Confermerebbe che siamo tutti alieni"
Roma, 2 dic. - (Adnkronos) - Forme di vita ’aliene’ ma non nello spazio bensì sulla Terra. Sarebbe questa, secondo le indiscrezioni circolate in queste ore, la nuova scoperta che la Nasa si appresta ad annunciare stasera nel corso di una conferenza stampa, in programma alle 20 (ora italiana). Mentre c’è grande attesa nel mondo per il misterioso annuncio ufficiale, su internet rimbalza la notizia che la Nasa avrebbe rilevato la presenza di forme di vita in grado di sopravvivere in condizioni inimaginabili e sicuramente letali per gli esseri umani.
In particolare, l’ente spaziale avrebbe individuato, in un lago negli Stati Uniti ricco di arsenico, la presenza di un microbo in grado di sopravvivere in condizioni proibitive per l’essere umano. La scoperta della Nasa farebbe aumentare quindi la probabilita’ che altre forme di vita, non necessariamente dipendenti da atmosfere simili a quella che consente la vita degli esseri umani, esisterebbero in pianeti diversi dal nostro.
"Se le indiscrezioni circolate sulla nuova scoperta della Nasa fossero vere, potrebbero confermare che siamo tutti alieni", dice il segretario generale del Centro Ufologico Nazionale (Cun), Roberto Pinotti, commentando all’Adnkronos le indiscrezioni: "Se sulla Terra hanno trovato batteri vivi dello stesso tipo di quelli marziani - sottolinea Pinotti - ci troveremmo di fronte a una forma di vita che c’era all’origine anche su Marte. Se cosi’ fosse, vorrebbe dire che il fenomeno vita e’ stato importato sulla Terra e che siamo tutti alieni".
"Credo -aggiunge- che la Nasa probabilmente illustrera’ la conferma che forme di vita individuate nel sistema solare, probabilmente su Marte, Giove o anche Titano, hanno trovato riscontro anche sulla Terra".
Per Paolo Toselli, responsabile del Centro italiano studi ufologici (Cisu), "la scoperta della Nasa aumenta la probabilita’ di trovare altre forme di vita esistenti. La presenza di un microbo che sopravvive in condizioni diverse sconvolgerebbe la teoria per la quale la vita deve avere elementi certi e aprirebbe invece a forme di vita differenti". Quindi, prosegue Toselli, "dimostrare che la vita non e’ solo come la intendiamo noi aumenterebbe la probabilita’ di trovare elementi di vita su altri mondi".
* ADNKRONOS, ultimo aggiornamento: 02 dicembre
Sul tema, in rete, si cfr.:
A CARTESIO, PER MANDARLO ALL’INFERNO, UN’OSTIA ALL’ARSENICO DATAGLI DA UN PADRE AGOSTINIANO. Nuova teoria di Theodor Ebert, studioso dell’università di Erlangen
FLS
In fondo all’oceano microrganismi che vivono di arsenico
Potrebbero aiutare a cercare la vita su altri pianeti
di Redazione Ansa *
Vivono in fondo all’oceano Pacifico, in una zona al largo delle coste del Messico del tutto priva di ossigeno: sono i primi microrganismi che vivono di arsenico mai scoperti in un ambiente marino e conoscerli meglio potrebbe aiutare a cercare la vita aliena. Li descrive sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas) il gruppo dell’università di Washington, a Seattle, coordinato dall’oceanografa Gabrielle Rocap.
Se per l’uomo l’arsenico è un veleno, per i batteri trovati in fondo al Pacifico è una fonte di nutrimento e di energia indispensabile alla sopravvivenza. In passato sono state scoperte piccole forme di vita marina che sopravvivono con azoto e zolfo in assenza di ossigeno, e batteri che vivono di arsenico nel lago Mono in California, ma è la prima volta che nell’oceano si scoprono batteri che respirano arsenico. I ricercatori pensano che questa sia un’antica strategia di sopravvivenza. utilizzata quando l’ossigeno era meno abbondante sul nostro pianeta, ma è piuttosto sorprendente vederla ancora in uso.
"Sappiamo da molto tempo che ci sono percentuali di arsenico negli oceani", ha rilevato Rocap. Ma per la ricercatrice l’idea che gli organismi possano usare l’arsenico per guadagnarsi da vivere è stata una sorpresa, la scoperta di "una nuova forma di metabolismo presente nell’oceano aperto".
Secondo le stime dei ricercatori, basate sul numero di microrganismi trovati nel campione d’acqua analizzato, i batteri che vivono di arsenico potrebbero rappresentare circa l’1% della comunità dei microrganismi marini. Conoscere meglio organismi capaci di sopravvivere in ambienti privi di ossigeno potrebbe, infine, aiutare a cercare viventi in altri pianeti, il cui ambiente è ostile alla vita come la conosciamo sulla Terra.
Scoperta in California una forma di vita sconosciuta
di Leopoldo Benacchio (Il Sole-24 ore, 02.12.2010)
Fra poche ore, alle 20 italiane di oggi, la NASA potrebbe dare in conferenza stampa un annuncio che molti definiscono epocale: è possibile una vita elementare del tutto diversa da quella che conosciamo. Le prime indiscrezioni dicono che in un lago della California, probabilmente il Mono Lake del Parco nazionale Yosemite, sarebbe stato isolato da scienziati NASA un batterio capace di sopravvivere all’arsenico. Quel lago, infatti, è del tutto "morto" dal nostro punto di vista, dato che contiene la maggiore densità di arsenico conosciuta nel pianeta.
Se quindi sulla Terra esiste una forma di vita del tutto inaspettata e diversa da quelle che conosciamo, potrebbe essere un segnale importante per ammettere che in altri pianeti la vita si sia sviluppata in modo del tutto diverso che qui da noi. La vita qui è anche molto diversa dal punto di vista del metabolismo, ma la biochimica di base è la stessa. Questo ci permette di capire che la biologia che conosciamo è fatta di componenti di base essenzialmente eguali, come il DNA, le proteine, i lipidi. Ovviamente la fisiologia dei tanti organismi che vivono sul nostro Pianeta presenta la massima varietà, che comprende anche l’homo sapiens.
Il tutto è basato su pochi elementi chimici che si combinano variamente nei vari batteri da cui parte, ed è partita, la vita: carbonio, idrogeno, azoto, fosforo e zolfo, in sigla CHNOPS. Quello trovato dai biochimici e astrobiologi NASA sarebbe un batterio del tutto inatteso, che sostituirebbe il fosforo con il velenosissimo, almeno per noi, arsenico. Niente marziani quindi e neppure alieni sulla Terra, come molti speravano all’annuncio della conferenza stampa di stasera.
Ma la scoperta è quasi quasi più importante, se confermata. Se infatti la vita può svilupparsi, nei suoi mattoni iniziali, anche in forme molto diverse da quelle che conosciamo e pensiamo possano esistere, nulla ci vieterebbe di pensare che si sia sviluppata in un altro pianeta una vita "all’arsenico". Aspettiamo la conferma di stasera per dire l’ultima parola.
ASTROBIOLOGIA
La Nasa "adotta" il suo alieno
E’ un batterio, vive di arsenico
Individuato in un lago tossico in California, il microrganismo è stato modificato in laboratorio e ora il suo metabolismo è basato sul veleno. E’ la dimostrazione che la vita potrebbe esistere anche in pianeti "impossibili", come Venere o Giove Il batterio "alieno" scoperto dalla Nasa *
GLI ALIENI esistono. Potrebbero trovarsi in mondi che da sempre riteniamo inadatti a qualunque forma di vita, ma intanto la Nasa li ha individuati in uno degli ambienti più inospitali della Terra. Come anticipato 1 il piccolo ET, un batterio modificato in laboratorio, vive grazie a un veleno: l’arsenico. Per gli esperti dell’Istituto di Astrobiologia della Nasa, è la dimostrazione che la vita potrebbe trovarsi anche nel gelo dei deserti marziani, nelle torride tempeste di acido solforico della superficie di Venere, nelle nubi di gas mefitici dell’atmosfera di Giove, nei mari di metano di certi satelliti di Saturno.
L’alieno "adottato" dall’agenzia spaziale americana proviene dal lago Mono, in California. Il batterio ET è stato scoperto dal gruppo di astrobiologi della Nasa coordinato da Felisa Wolfe-Simon, in collaborazione con altri centri di ricerca americani. I ricercatori hanno coltivato in laboratorio alcuni batteri "pescati" nel fango del lago, con alti livelli di arsenico e ricchissime di sale. Giorno dopo giorno gli astrobiologi hanno aumentato la quantità di arsenico nel terreno di coltura dei batteri, fino a trasformarli microrganismi completamente dipendenti da quel veleno. La loro ricerca è stata pubblicata su Science.
Che i batteri siano riusciti a sopravvivere è stata una sorpresa per gli stessi ricercatori. I batteri mangia-arsenico sono oggi l’unica forma di vita finora nota nella quale una sostanza tossica sostituisce completamente il fosfato, indispensabile alle funzioni vitali di tutte le forme di vita conosciute. Il fosfato è infatti alla base delle molecole del Dna, del "carburante" delle cellule (Atp) e di tutte le cellule. Tutte queste funzioni, nel batterio ET, sono rese possibili esclusivamente dall’arsenico.
In biologia, il termine "alieno" è usato fin dagli anni Sessanta per indicare quegli organismi (in genere microscopici) che in precedenza venivano definiti "estremofili", ovvero in grado di vivere lungamente e prosperare in habitat dalle condizioni "estreme": a temperature altissime o bassissime, grandi pressioni, in presenza di sostanze tossiche e così via. Questo perché si tratta di forme di vita "aliene" al normale ambiente terrestre.