"TEOLOGIA ALL’ARSENICO" CONTRO IL PADRE DELLA FILOSOFIA MODERNA ....

A CARTESIO, PER MANDARLO ALL’INFERNO, UN’OSTIA ALL’ARSENICO DATAGLI DA UN PADRE AGOSTINIANO. Nuova teoria di Theodor Ebert, studioso dell’università di Erlangen - a cura di Federico La Sala

L’assassino era un frate francese inviato dal Papa a Stoccolma come «missionario apostolico» per convertire al cattolicesimo la regina Cristina di Svezia.
martedì 10 novembre 2009.
 


ribaltata la teoria ufficiale della morte per polmonite

«Cartesio ucciso da un’ostia all’arsenico»

La nuova teoria dello studioso Theodor Ebert: «Fu avvelenato da un padre agostiniano» *

MILANO - Non a causa di una polmonite ma per avvelenamento. Così morì Cartesio, secondo una sorprendente rivelazione che ribalta la teoria ufficiale sul decesso del grande filosofo francese. La nuova teoria è contenuta nel libro di uno studioso dell’università di Erlangen, Theodor Ebert, i cui risultati sono ritenuti molto attendibili da numerosi colleghi. Cartesio, secondo il libro Ebert anticipato da Spiegel, fu avvelenato con un’ostia della comunione all’arsenico da un padre agostiniano, Francois Vioguè. L’assassino era un frate francese inviato dal Papa a Stoccolma come «missionario apostolico» per convertire al cattolicesimo la regina Cristina di Svezia.

LA RICOSTRUZIONE - Il settimanale tedesco pubblica numerosi elementi riguardanti la macchinazione messa in atto da frate Vioguè, il cui odio per Cartesio era così profondo da rifiutargli in punto di morte l’estrema unzione, poiché, scrive il professor Ebert, «voleva spedirlo all’inferno». Lo studioso tedesco ha frugato per tre anni negli archivi di Stoccolma e Parigi e ha scoperto un rapporto del medico personale del filosofo, che all’ottavo giorno di malattia diagnosticò «perdurante singhiozzo, espettorazione di colore nero, respirazione irregolare», tutti sintomi riconducibili a un avvelenamento da arsenico. A sostegno della tesi dell’avvelenamento c’è anche il fatto che i sintomi della malattia che in dieci giorni uccise Cartesio si manifestarono poco dopo che il filoso francese prese la comunione durante una messa officiata nella piccola cappella dell’ambasciata francese a Stoccolma dallo stesso padre agostiniano. «Sarebbe stato un gioco da ragazzi mettere un po’ di arsenico nell’ostia destinata alla vittima, con una dose letale di 0,1 grammi», sostiene l’autore del volume La misteriosa morte di René Descartes, pubblicato dall’editore Alibri.

IL MOVENTE - «A causa dell’insegnamento illuminato» di Cartesio, «l’incipiente conversione della regina Cristina poteva essere messa in pericolo»: potrebbe essere questo, secondo lo studioso Ebert, il motivo dell’assassinio del filosofo. In un dispaccio segreto inviato a Roma, Vioguè scrisse della fondata speranza di ricondurre la regina di Svezia dalla religione protestante nel seno della Chiesa cattolica.

La tesi dell’assassinio di Cartesio, esposta dal professor Ebert, viene giudicata «estremamente probabile» dallo studioso tedesco Manfred Baum, editore della rivista Kant-Studien (studi kantiani) mentre uno dei massimi studiosi tedeschi di Cartesio, Rolf Puster, attesta che Ebert gode di «un’ottima reputazione» in campo scientifico.

Puster dichiara al settimanale di Amburgo che nell’intrigo che avrebbe portato alla tomba Cartesio potrebbe aver giocato un ruolo determinante «il notevole grado di fanatismo di alcuni ecclesiastici». Nel volume sulla morte misteriosa di Descartes si mette anche l’accento sul fatto che potrebbe essere stato proprio il presunto avvelenatore Vioguè a favorire la decisione del Papa di vietare gli scritti del filosofo nel 1663.

L’ARSENICO - A sostegno della tesi dell’assassinio con l’arsenico, il professor Ebert enumera una serie di indizi inquietanti sulla familiarità di importanti esponenti della Chiesa cattolica con le pratiche del terribile veleno. È con questo mezzo, per esempio, che Papa Alessandro VI e suo figlio Cesare Borgia hanno spedito parecchi loro nemici nell’aldilà. Il gesuita spagnolo Juan Mariana, morto nel 1624, aveva invece considerato l’arsenico un mezzo lecito per eliminare gli infedeli.

Nel volume è anche rivelato che all’ottavo giorno della sua malattia, Descartes chiese che gli venisse somministrato del vino con dentro del tabacco, un miscuglio solitamente praticato per riuscire a vomitare. «La cosa ha senso solo pensando che a quel punto Cartesio deve aver sospettato di essere stato avvelenato», scrive l’autore del volume.

La versione storica sulla morte del filosofo attribuisce invece il decesso ad un’infreddatura che colpì Descartes durante i suoi trasferimenti mattutini verso la reggia di Cristina di Svezia, dove il filosofo dava lezioni alla regnante. Il 2 febbraio del 1650 i primi sintomi della malattia che si sarebbe rivelata fatale.

* Corriere della Sera, 10 novembre 2009


Sul tema, in rete e nel sito, si cfr.:

-  ARSENICO (Wikipedia)

-  CRISTINA DI SVEZIA (Wikipedia)

-  SOGNO E PENSIERO. SOGNO, DUNQUE SONO CREATIVO

-  HAI VINTO, O GALILEO! L’elogio "laicista" di Piergiorgio Odifreddi diventa per Michele Smargiassi (seguendo De Santillana) un "Hai vinto, Vaticano"!!! Come con Dante, una cecità storiografica (e teologico-politica) di lunga durata

-  CARESTIA ECONOMICA E TEOLOGICA IN VATICANO. Crolla il mercato delle ostie, e sale quello delle zucche...

LA CARESTIA E LA CHIESA CATTOLICO-ROMANA!!! "CHARISSIMI, NOLITE OMNI SPIRITUI CREDERE... DEUS CHARITAS EST" (1Gv., 4., 1-16). LO SCEMPIO DEL "CORPUS DOMINI".

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