Texas Holdem Poker: sei un giocatore tight o un loose?

domenica 26 dicembre 2010.
 

di Federico Succi

Nella prima puntata della rubrica "Texas Holdem Poker" abbiamo visto i punteggi e le carte comuni, il famoso board. In questa inizieremo ad addentrarci nella struttura dei vari tornei. Abbiamo il no limit, che è la formula più conosciuta, dove si può puntare senza limiti fino all’esaurimento delle proprie fiches. Quando un giocatore mette nel piatto tutte le proprie chips abbiamo il cosiddetto all’in (tutto dentro). Si può rilanciare controrilanciare senza limiti.

Anche se dobbiamo fare una piccola precisazione. Se un giocatore punta 700 ed un altro va in all’in per 750 fiches questo non può considerarsi un rilancio ed il giocatore può solo fare call. Un’altra struttura è il pot limit, ossia il rilancio o la puntata può essere uguale e non superiore al piatto. Ed infine abbiamo il limit, dove la puntata ed i rilanci sono già prestabiliti. Da sottolineare che nel limit, al massimo, si possono fare quattro rilanci per ogni giro di puntate. Ovviamente il giocatore deve adattarsi alla formula del torneo cui stà partecipando. Noi non analizzeremo tutte queste strutture ma ci soffermeremo sul no limt game.

Questa è una disciplina molto particolare dove il giocatore deve adattarsi non solo alle proprie carte, ma deve fare una serie di valutazioni in base alle carte comuni, alla posizione al proprio stack ed a quello dell’avversario. Solo per citare alcuni tra gli elementi fondamentali da tenere in considerazione. Innanzitutto partiamo da un assunto. Bisogna convincersi che sì la fortuna conta me nel lungo periodo viene premiata la maggiore abilità. Facciamo un esempio. Se voi andate in all’in ed avete una possibilità di vittoria pari al 70% e perdete non rammaricatevi troppo, perché quella giocata ripetuta su cento mani vi darà la vittoria 7 volte su 10.

Certamente è un gioco dove ci vuole grande disciplina ed allenamento. La pazienza vi aiuterà, se vedete sempre brutte carte non sperate che al flop migliorino d’incanto, anche perché entrare nei piatti con mani marginali richiede comunque una grande abilità ed esperienza. Ovviamente è molto più facile a dirsi che a farsi ma vi assicuro che piano piano imparerete dei piccoli trucchi molto per capire dove si “trova” il vostro avversario e se ci sono speranze di farlo foldare. Ma questi sono concetti che richiedono una maggiore conoscenza del gioco e che approfondiremo più in là. Come in tutti gli sport anche in questo ci vuole un grande allenamento, molti tra i più forti rounder hanno ammesso che lo yoga può essere un ottimo esercizio per allenare il corpo e la mente.

Tra i fattori da tenere in considerazione c’è anche l’abilità di imparare a riconoscere gli avversari ed il loro modo di approcciarsi al gioco. Ne abbiamo vari tipi: Il giocatore tight (chiuso) è in genere un giocatore molto solido che tende ad entrare nei piatti solo con mani molto forti. Contro di lui è difficile bluffare dal momento che avrà sempre una buona mano. Quindi rispettate i suoi bet ed eventuali raise o reraise. Il giocatore loose è invece l’esatto contrario del giocatore tight. Tende ad entrare nei piatti con una vasta gamma di mani dato che parte dall’assunto che il flop può sempre migliorare le sue carte. Anche in questo caso è difficile fare un bluff dal momento che possono chiamare anche con le mani marginali. È un giocatore molto difficile da far foldare.

Abbiamo il giocatore calling station. È il classico giocatore che tutti vorrebbero avere al tavolo con sé. “Dotato” di grande curiosità tende a vedere sempre sia che ha un punto forte si che ha un punto debole. Di solito non è un grande conoscitore delle strategie di base del texas. Dato che non controrilancia praticamente mai è un giocatore contro cui è molto semplice giocare visto che non mette mai pressione sugli avversari di turno. Il giocatore loose aggressive è un giocatore cui bisogna stare molto attento perché non solo entrerà in gioco con una grande varietà di mani ma non starà ad aspettare che il flop migliori il suo punto e rilancerà e se necessario contri lancerà anche senza avere nulla. Di solito chi adotta questa strategia ha un ottima conoscenza del gioco ed è quindi un buon giocatore. È un giocatore che metterà sempre una gran pressione sull’avversario di turno.

Infine abbiamo il giocatore maniac. Possiamo definirlo la come la scheggia impazzita ed assolutamente imprevedibile del tavolo. Rilancia spesso e volentieri dato che pensa che la migliore strategia sia mettere pressione sull avversario a prescindere dalle carte. È inutile sforzarvi di capire cosa abbia in mano dato che adotta sempre la stessa strategia. Il modo migliore per giocare contro questo tipo di avversario è aspettare la mano giusta e levargli tutte le fiches o quante più possibili dato che lui comunque vi attaccherà. Ognuno adotta la strategia che ritiene sia la migliore, ma è molto più conveniente non avere una strategia ma adattarsi di volta in volta in base all’avversario che si ha di fronte..


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