Politica seria

Calabria: San Giovanni in Fiore, "la Voce" inoltra un’istanza al sindaco e al Consiglio comunale, per un monumento alle vittime della ’ndrangheta e per iniziative culturali contro il fenomeno mafioso

sabato 22 marzo 2008.
 

Il giornale "la Voce di Fiore", diretto dal filosofo italiano Gianni Vattimo, ha presentato un’istanza al sindaco di San Giovanni in Fiore, centro calabrese in provincia di Cosenza, e al Consiglio comunale della città.

Nella medesima, si chiede che l’amministrazione comunale realizzi un monumento dedicato alle vittime della ’ndrangheta originarie della città calabrese, fondata dal mistico e teologo Gioacchino da Fiore. Nel contempo, si domanda alla politica, sindaco e Consiglio comunale, che San Giovanni in Fiore venga eletta "città della concordia"; con la proposta, riprendendo l’utopia della giustizia terrena elaborata da Gioacchino da Fiore alla fine del 1100, che il centro silano diventi un riferimento per attività culturali contro il fenomeno mafioso, da realizzare insieme all’antimafia calabrese e nazionale.

Per Emiliano Morrone, giovane direttore responsabile del giornale, "si tratta di una proposta che non è simbolica ma intende riaccendere, proprio in questo momento di campagna elettorale, la tensione etica sui temi della legalità e della giustizia". Secondo Morrone, "iniziative del genere possono essere assunte adesso se non si è candidati e non si sponsorizza uno schieramento politico, posto che legalità e giustizia sembrano argomenti accantonati in una campagna elettorale basata solo su numeri, tasse e ricette contro la recessione economica". A giudizio del giornalista, "si sta dimenticando con facilità che i problemi economici sono anche conseguenza di scelte etiche, dell’adesione a disvalori diventati, purtroppo, princìpi di successo". Morrone - che è anche autore, insieme a Francesco Saverio Alessio, di un libro sui rapporti fra ’ndrangheta e politica, "La società sparente" (Neftasia, Pesaro, 2007) - sottolinea che "il livello locale si incontra, in fatto di politiche contro la criminalità, con il livello nazionale e globale". "Mai come adesso - ribadisce il giornalista - occorre una vigilanza costante contro l’illegalità dominante, che non può essere inquadrata statisticamente né sulla base dei procedimenti aperti ma necessità dell’impegno, da parte di tutta la politica, a costruire con la società civile percorsi culturali per un’ingegneria sociale fondata sull’etica della trasparenza e sulla difesa dei deboli.

In Calabria, i manovali della ’ndrangheta sono scelti fra coloro che non hanno alternative. In questo senso, resta aperta una nuova e più complessa ’Questione meridionale’. Servono politiche culturali mirate e ad ampio raggio. I giovani chiedono questo e non promesse di circostanza".

Sotto, il testo dell’istanza al sindaco di San Giovanni in Fiore e al Consiglio comunale.

Al sindaco di San Giovanni in Fiore (Cs) e al Consiglio comunale di San Giovanni in Fiore tramite il presidente,

premesso che a San Giovanni in Fiore, e nei dintorni, sono purtroppo decedute negli anni delle persone per mano della criminalizzata organizzata, della ’ndrangheta;

considerata la necessità di mantenere viva la loro memoria - in quanto vittime di ingiustizia e inumanità - e considerata l’importanza di trasformare il dolore dei loro familiari in un sentimento positivo;

vista la storia del centro abitato di San Giovanni in Fiore, caratterizzata dalla nascita, nel suo territorio, dell’Ordine monastico dei florensi e dell’«utopia della giustizia» maturata nell’ambito dell’esegesi biblica e della spiritualità di Gioacchino da Fiore,

conosciuti i successi nello sviluppo della ricerca sull’opera dell’Abate ottenuti dal Centro internazionale di studi gioachimiti, che ha favorito uno straordinario fiorire degli approfondimenti scientifici sulle opere di Gioacchino;

visto il discredito, non solo in Italia, della Calabria, provocato dagli affari internazionali della ’ndrangheta, dagli omicidi colposi nelle strutture sanitarie calabresi e dagli efferati omicidi di tante oneste persone eseguiti dall’«onorata società»;

si chiede:

1) che venga realizzato dall’Amministrazione comunale un monumento alle vittime della ’ndrangheta originarie di San Giovanni in Fiore;

2) che si proceda alla pubblicazione di un’opera di oggettiva ricostruzione di situazioni che hanno determinato i predetti e ingiustificabili lutti;

3) che, al di là dei colori politici e delle parti, si elegga San Giovanni in Fiore - in ragione della viva e profonda influenza nel luogo del mistico e teologo Gioacchino da Fiore - quale città della «concordia» e della lotta culturale alla ’ndrangheta; in cui si possano organizzare concrete iniziative di formazione insieme all’antimafia calabrese e nazionale, atte a trasmettere l’universale senso della giustizia per cui si sono immolati giudici come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Antonino Scopelliti;

4) che tutto ciò sia prontamente realtà e che la tensione sul tema della legalità e della giustizia sia un’esigenza primaria per le istituzioni del luogo, indipendentemente dal momento attuale; dandosi così l’esempio, sia pure in ambito locale, d’una politica che affronta, anzitutto culturalmente, le questioni prioritarie per il Mezzogiorno italiano.

Roma, 14 marzo 2008

Emiliano Morrone

Direttore responsabile di "la Voce di Fiore"


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