Fedel-tà

Michele Serra su sesso, omosessualità, pedofilia e italiche confusioni su un caso emblelematico come quello di Padre Fedele Bisceglia - selezione a cura del prof. Federico La Sala

sabato 28 gennaio 2006.
 

L’Amaca

Michele Serra (La Repubblica, 27/01/2006)

La differenza tra sesso e violenza sessuale dovrebbe essere ovvia per chiunque, e siamo certi che lo sarà anche per i giudici che dovranno processare il frate di Cosenza accusato di stupro. Nel frattempo, però, lo sguardo tracimante dei media genera una orribile confusione. In un profluvio di "boccaccesco" e "pruriginoso", si pubblicano le conversazioni private dell’imputato (normalissime porcherie di uso comune) manco fossero, in sé, la prova, o comunque la spiegazione, di un reato odioso come lo stupro. In un paese che spesso confonde omosessualità e pedofilia (ma moltissimi pedofili sono eterosessuali), è quasi inutile suggerire prudenza: il frate e le sue eventuali vittime sono oramai carne di porco, buona da infilzare nello spiedo del pettegolezzo nazionale. Resta da chiedersi (anche a proposito del recente dibattito sulle intercettazioni telefoniche) quali siano i gravi motivi di ordine pubblico, o gli urgenti obblighi del diritto di cronaca, che spingono a divulgar e le ciance erotiche di privati cittadini come se fossero le trascrizioni delle ultime parole pronunciate a Sodoma e Gomorra prima della punizione divina. Non c’è niente da fare, un paese bigotto è anche, inevitabilmente, un paese morboso. E pure feroce.

Michele Serra


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