Roma, 15 mag. (Adnkronos/Ign) - ’’Non sono il burattinaio di nessuna cupola’’. Questo, a quanto riferisce all’ADNKRONOS l’avvocato Fulvio Gianaria, uno dei passaggi più incisivi delle dichiarazioni di Luciano Moggi ai magistrati napoletani. Nel lungo interrogatorio durato sette ore l’ex direttore generale bianconero ha dunque respinto fermamente le accuse sottolineando di non essere ’’il burattinaio del sistema calcio’’.
’’E’ stato un interrogatorio molto utile e credo anche un po’ rasserenante perché è riuscito a esprimere ciò che voleva quindi è soddisfatto. Sono state sette ore di colloquio molto pacato e sereno - aggiunge il legale - con magistrati precisi ma anche disponibili e altrettanto disponibile è stato Moggi’’. Alla domanda sullo stato d’animo dell’ex direttore generale della Juve, che ieri era parso particolarmente provato nel momento della sua breve dichiarazione ai giornalisti al termine dell’incontro-scudetto, l’avvocato Gianaria osserva che ’’se alla giornata di ieri si aggiunge quella di oggi questo è un momento di obiettiva stanchezza’’.
Moggi non avrebbe consegnato alcun memoriale ai magistrati che avrebbero utilizzato un registratore. Dopo l’addio di ieri al calcio, nel giorno della vittoria del 29esimo scudetto bianconero questa mattina l’ex dirigente juventino è giunto a Roma in via In Selci, dove ha sede il reparto operativo dei carabinieri, accompagnato dai legali Paolo Trofino e Fulvio Gianaria. Qui lo aspettavano Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci, i pm della Procura di Napoli che seguono l’inchiesta.
La Procura di Torino potrebbe acquisire i verbali del lungo interrogatorio di Luciano Moggi. La richiesta potrebbe essere un primo passo verso l’acquisizione di tutte le carte dell’inchiesta, comprese le centinaia di intercettazioni, che potrebbe portare ad una riapertura delle indagini anche da parte dei magistrati torinesi che in settimana, forse mercoledì, dovrebbero incontrare i colleghi di Napoli e Roma in un vertice sui diversi filoni dell’inchiesta sul calcio. Intanto, in attesa di vedere gli atti, non ci sono commenti o prese di posizione da parte di Procura e forze dell’ordine sulle notizie pubblicate oggi da alcuni quotidiani su tre presunte ’talpe’ di Moggi a Torino. Secondo quanto emergerebbe dalle intercettazioni, si tratterebbe di un agente della polizia della squadra stadio che segue abitualmente la Juventus nelle partite di campionato e di coppa, D. P. , e di due finanzieri, un maresciallo della Tributaria di Torino attualmente in congedo, G. D. A. , e R. S. , un suo pari grado che in passato faceva parte del pool di polizia giudiziaria del Bruno Tinti e che nel maggio del ’99 era stato arrestato per corruzione nell’ambito della cosiddetta ’inchiesta Sisal’ della Procura di Milano.
Sulla scia delle vicende giudiziare si registra un crollo in Borsa della Juventus. Il titolo bianconero, quasi sempre sospeso al ribasso, ha chiuso in calo del 14,36%. Le ultime vicende extracalcistiche coinvolgono anche Ifil e Fiat che registrano un netto calo perdendo oltre il 3%.
Nell’ambito dell’inchiesta sulla Gea, invece, erano previste per oggi le audizioni di Giorgio Chiellini e dell’agente calcistico Stefano Antonelli, il cui colloquio si è già svolto. Non è stato ascoltato, diversamente da quanto anticipato, Massimo Cellino, presidente del Cagliari. Il procuratore Antonelli, che cura l’interesse di vari giocatori, è stato interrogato al Palazzo di Giustizia dai pubblici ministeri Luca Palamara e Cristina Palaia. Non si conoscono per il momento i motivi della sua convocazione. Nessuna dichiarazione è stata fatta dal procuratore al termine del colloquio durato un’ora e mezza. Non si è esclude che nell’ambito delle indagini romane possa essere ascoltato anche Franco Carraro, presidente dimissionario della Federazione italiana gioco calcio.
Intanto, l’avvocato Tito Lucrezio Milella ha annunciato che la Federazione italiana gioco calcio si costituirà parte civile nei procedimenti in corso a Roma e Napoli. La decisione sarà formalizzata non appena la Figc avrà copia dei documenti relativi alle intercettazioni telefoniche che fanno da base alle inchieste penali.
da www.adnkronos.com
ANSA» 2007-09-03 16:08
MOGGI A LOURDES: LA FEDE MI AIUTA, RIAVRO’ IL MIO POSTO
(di Fausto Gasparroni)
CITTA’ DEL VATICANO - La fede cristiana è stata un grande aiuto "nel periodo brutto", che però finirà, perché "dovranno essere costretti a togliermi la squalifica e tornerò nel mondo del calcio". Parola di Luciano Moggi, che parla del suo rapporto con la fede e delle sue certezze sulla "verità che sta venendo a galla" in un’intervista al programma sportivo di 105 Live, il canale fm della Radio Vaticana, realizzata a Lourdes durante il suo pellegrinaggio della scorsa settimana al santuario mariano.
L’essere credente, dice l’ex dg della Juventus, "mi ha aiutato a superare il periodo brutto che ho avuto e che, purtroppo, non ho ancora superato, ma che sono sicuro supererò perché qualcuno mi aiuterà". "Sono religioso - afferma motivando la sua partecipazione al pellegrinaggio -. Ho sempre mantenuto una vita come si conviene a chi è religioso e spesso vengo in questi posti. Sono stato, per esempio, a San Giovanni Rotondo un mese fa, adesso sono qui a Lourdes, vado dalla Madonna del Divino Amore, a Roma. Sono i posti miei".
Moggi dice si essere riuscito, nella sua carriera, "a coniugare la fede con il lavoro". "Non riuscendo ad andare in chiesa la domenica - racconta -, i miei giorni la mattina, prima di andare in ufficio, me li passavo almeno un quarto d’ora, venti minuti, nel silenzio di una chiesa, a Torino, a Napoli o a Roma, dovunque sia stato".
L’uomo di ’calciopoli’ si dice anche convinto "che bisogna aiutare il prossimo". "Probabilmente questo - riconosce - si é rivelato, alla fine, per gli altri un male, per me sicuramente un bene, anche perché io voglio aiutare chi ha bisogno e spero che un giorno, che avrò bisogno io, mi aiutino".
Nell’intervista proclama una certa sicurezza sul suo futuro nel mondo dello sport: "dovranno essere costretti a togliermi la squalifica e rientrerò nel calcio". Moggi si sente "tradito dal calcio perché evidentemente - spiega - avevo fatto troppo bene e c’erano in tanti che avevano paura del mio lavoro".
"Ho ottenuto tanti risultati", aggiunge, e questi "hanno dato fastidio agli operatori che non riuscivano a fare quello che ho fatto io e mi sono trovato in un bel pasticcio dal quale, però, uscirò perché non ho fatto niente".
Moggi, che dice di non sentire la mancanza del campionato, ma voler continuare ad andare allo stadio, sostiene anche che nel calcio "non si può essere tutti amici", né sul campo e "neppure fuori". Ammette di aver fatto, "come tutti", degli "errori". Va però considerato come "la Juventus, specialmente nel periodo in cui ci sono stato io, abbia avuto così tanti risultati che mai ne aveva avuti in dodici anni, e la stessa cosa nelle altre società dove sono stato".
"Tutto sommato - conclude - quello che ho ottenuto mi sta bene. Mi dispiace soltanto il modo con il quale sono stato trattato. Però credo che tutte le cose abbiano un limite e, poi, tutto si possa risolvere nella verità. E credo che la verità, piano piano, venga a galla come sta avvenendo". Negli stessi giorni del pellegrinaggio di Moggi, a Lourdes c’era anche il presidente del Coni Gianni Petrucci: i due, però, pur praticamente sfiorandosi, non si sono incontrati.
Intanto gli uomini di Chiesa apprezzano il percorso dell’ex dg bianconero nella fede cristiana. "Questo atteggiamento di rivolgersi a Cristo con umiltà - dice sempre all’emittente vaticana mons. Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina (Roma) e noto tifoso juventino -, ed anche con il desiderio di ricostruire dentro la propria vita, è un percorso giusto, mi pare importante, e la fede dà questa possibilità".