Politica

Prodi: "Il primo punto del programma di governo è il ritiro dall’Iraq". Ribadito il ritiro delle truppe italiane

venerdì 26 maggio 2006.
 

Roma, 26 mag. (Adnkronos/Ign) - Ritiro delle truppe italiane dall’Iraq, quote rosa, riforma della legge Cirielli sull’inappellabilità delle sentenze, proroga dei termini dell’entrata in vigore dei decreti attuativi della riforma dell’ordinamento giudiziario, cuneo fiscale che è contenuto nel Dpef. Sono questi alcuni dei principali provvedimenti indicati nell’agenda di governo.

Palazzo Chigi ha, infatti, inviato a Camera e Senato il calendario con i primi provvedimenti in agenda su cui lavorerà il governo. Romano Prodi ha messo il piano di ’exit strategy’ dall’Iraq e lo ha indicato come prioritario. Fonti vicine al premier fanno sapere che, con ogni probabilità, sarà il prossimo consiglio dei ministri, previsto per il 1° giugno, a dare il via libera politico al calendario compresa la tempistica di rientro del contigente italiano.

Tempistica che nel frattempo Massimo D’Alema ha già delineato in una intervista che apparirà domenica sul quotidiano tedesco Frankfurter Allegemeine Sonntagszeitung, di cui sono stati anticipati oggi i principali contenuti sul sito del giornale. Non piu’ tardi di giugno l’attuale contingente in Iraq verra’ ridotto da 2.700 a 1.600 uomini, e ’’al piu’ tardi - spiega il ministrodegli Esteri - entro l’anno, la nostra presenza militare in Iraq sara’ conclusa’’: ’’Non sara’ una fuga, non intendiamo ritirarci dall’Iraq. Sostituiremo il nostro impegno militare con un impegno civile altrettanto risoluto -ha poi spiegato il titolare della Farnesina- sosterremo il governo iracheno nei suoi sforzi così difficili di dotarsi di istituzioni stabili, faremo tutto il possibile, nella speranza che questo si allarghi verso un comune impegno europeo’’.

La exit strategy, secondo quanto si è appreso, dovrebbe essere inserita contestualmente nel decreto di rifinanziamento della missione.

E proprio il ritiro delle nostre truppe era stato oggetto di discussione al vertice, questa mattina a Palazzo Chigi, tra il premier e lo stesso ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, e della Difesa, Arturo Parisi.

Fonti della Farnesina hanno riferito che ’’D’Alema e Parisi hanno prospettato una serie di possibili opzioni al premier Prodi, riferendo l’esito della riunione di mercoledì al ministero’’. Le stesse fonti hanno aggiunto: ’’Crediamo che una decisione verrà presa in tempi rapidi’’.

Per conoscere tempi e modalità del disimpegno militare dunque bisognerà aspettare il Cdm dove ogni decisione sarà presa a livello collegiale. L’obiettivo è raggiungere una sintesi politica all’interno del centrosinista e dare un’immagine di compattezza all’esterno su un tema così delicato di politica estera.

Bocche cucite al termine del summit, durato circa due ore. D’Alema e Parisi hanno lasciato la sede del governo senza dichiarazioni. Allo stato, non è prevista nessuna conferenza stampa, né un comunicato ufficiale. Fonti vicine al premier fanno sapere che la volontà è quella di mantenere la consegna del silenzio fino al Cdm, sottolineando che ogni decisione presa verrà discussa innanzitutto in Parlamento.

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