Milingo torna da Moon
La setta del reverendo Moon sceglie il tema dei "preti sposati" come suo nuovo terreno di azione di Paola D’Anna*
Dunque Milingo è ritornato nella setta di Moon ed è insieme a sua moglie. Era una notizia che circolava da qualche settimana e che in tutti i modi si è cercato di smentire, inventando la storia di un ritiro spiritale che, evidentemente, era di tutt’altro tipo.
E anche da qualche settimana circolava con insistenza la voce che la setta del reverendo Moon avesse scelto il tema dei "preti sposati" come suo nuovo terreno di azione, mettendosi alacremente alla ricerca di preti sposati da arruolare nel suo movimento. E anche questo fatto è stato confermato nel modo più clamoroso possibile. Nella conferenza stampa tenuta da Milingo a New York, egli si è fatto paladino della causa dei preti sposati (oltre centocinquantamila secondo Milingo) affermando che «Non c’è guarigione più importante della riconciliazione di oltre 150 mila preti sposati con la Chiesa cattolica», e che la setta di Moon e la chiesa cattolica avrebbero le stesse posizioni sulla famiglia. Possono dunque collaborare. Ad affiancare Milingo in questa sua nuova campagna di "guarigioni" ci sono George Augustus Stallings, fondatore della Congregazione dei cattolici afroamericani, l’arcivescovo Patrick Trujillo, della ’Old Catholic Church in Americà e l’italiano don Giuseppe Serrone, che da qualche anno è diventato prete sposato. Questo il gruppo che insieme a Milingo cercherà di attrarre preti sposati nella setta di Moon.
La strategia di Milingo e Moon sembra essere molto chiara: «Contattateci, forniremo supporto e aiuti finanziari a voi e alle vostre famiglie», è stato l’appello rivolto ai preti sposati di tutto il mondo ben conoscendo le condizioni di sofferenza a cui vanno incontro i preti quando decidono di sposarsi.
La questione dei "preti sposati" diventa dunque decisivo per la chiesa cattolica. Il chiudersi a riccio, come ha fatto papa Woityla prima e Ratzinger poi, non ha fatto altro che acuire ancora di più il problema. Per ora ci fermiamo quì. Nelle prossime settimana contiamo di approfondire l’argomento che avrà sicuramente delle ripercussioni notevoli nella Chiesa Cattolica. In allegato riportiamo la rassegna stampa sulla conferenza stampa di Milingo
Il prelato ha raccontato di aver incontrato un mese fa il reverendo Moon Usa, Milingo riappare con la sua Maria Sung L’arcivescovo si è presentato in conferenza stampa a Washington con la donna che sposò nel 2001: «Lei è mia moglie per sempre»
WASHINGTON - Torna alla ribalta il caso Milingo. L’arcivescovo ed esorcista africano, scomparso a fine maggio da Zagarolo, è tornato in America dalla setta dei «Moon» e a Washington ha incontrato, a sorpresa, i giornalisti, rivelando loro di essere tornato con Maria Sung, la donna coreana che sposò nel 2001 provocando un vero e proprio terremoto all’interno della Chiesa Cattolica. «Maria - ha detto l’arcivescovo- è tuttora mia moglie e lo resterà finché morte non ci separi». Milingo ha parlato al National press club, spiegando di avere incontrato di nuovo il reverendo Moon un mese fa. Dopo settimane di interrogativi sui suoi spostamenti, dunque , monsignor Emmanuel Milingo è ricomparso, rilanciando con forza il tema della libertà di matrimonio per i preti cattolici.
«Non c’è guarigione più importante della riconciliazione di oltre 150 mila preti sposati con la Chiesa cattolica», ha detto l’arcivescovo Milingo, noto per le sue doti di guaritore, parlando ai giornalisti al National Press Club di Washington. «Il reverendo Moon e la Chiesa cattolica - ha detto monsignor Milingo - sostengono fondamentalmente la stessa cosa sulla famiglia e sull’amore». Ad affiancare l’ex arcivescovo di Lusaka nell’incontro organizzato a Washington c’era anche l’arcivescovo George Augustus Stallings fondatore della Congregazione dei cattolici afroamericani, da anni in lotta contro il Vaticano sul tema del celibato. E dall’Italia è arrivato il fondatore dell’Associazione preti sposati, don Giuseppe Serrone che da anni si batte per l’abolizione del celibato sacerdotale. Un altro leader religioso del dissenso con Roma, l’arcivescovo Patrick Trujillo, della ’Old Catholic Church in Americà, ha lanciato nel corso dell’incontro con Milingo un appello a tutti i preti sposati: «Contattateci, forniremo supporto e aiuti finanziari a voi e alle vostre famiglie», ha detto. (12 luglio 2006)
Fonte : http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/07_Luglio/12/milingo.shtml
WWW.ILDIALOGO.ORG,mercoledì, 12.07.2003
Milingo torna a Roma: "Vorrei vedere il Papa ma non ho pentimenti" *
Emmanuel Milingo è tornato a Roma. L’arcivescovo esorcista scomunicato nel settembre 2006 per aver ordinato vescovi quattro preti sposati negli Usa è ritornato nella capitale con un visto turistico. "Vedrei il Papa volentieri ma non ho pentimenti", afferma Milingo all’Adnkronos. L’arcivescovo emerito di Lusaka, che nel maggio del 2001 sposò con rito Moon l’agopunturista coreana Maria Sung, è tornato a Roma con la consorte. Ospite da amici. "Anche gli apostoli erano sposati - dice - N on mi sono mai fermato nemmeno un giorno, neanche dopo la scomunica, nel fare del bene al prossimo. La Chiesa non mi dovrebbe voltare le spalle".
Milingo resterà nella capitale una quarantina di giorni, il tempo della durata del visto. "Anche qui continuo a fare gli esorcismi - racconta - In tanti, in questi giorni, mi sono venuti a trovare e mi hanno chiesto preghiere di guarigione. Io cerco di aiutare tutti, facendo la volontà di Dio".
Dopo il matrimonio con la Sung, l’arcivescovo africano aveva ottenuto il perdono da Giovanni Paolo II. Poi però il ritorno da Moon con la fondazione dell’associazione Married Priest Now e la rottura definitiva con le gerarchie ecclesiastiche. Milingo però - che in Corea vive di offerte e del lavoro di agopunturista della moglie - sostiene di non avere rimpianti: "Perché dovrei? Aiuto il prossimo, secondo la volontà di Dio", insiste. E ora che è a Roma vorrebbe incontrare Bergoglio.
Un tema, quello dei sacerdoti sposati, verso il quale papa Francesco non ha mostrato indifferenza. La questione dei sacerdoti sposati, ha avuto modo di dire lo stesso Francesco, è presente nella sua agenda. Lo disse lo stesso Bergoglio in occasione dell’incontro, lo scorso febbraio, con sette preti che festeggiavano il 50esimo anniversario di sacerdozio. Erano presenti anche cinque sacerdoti spretati perché si sono sposati. A sollevare la questione fu don Giovanni Cereti, rettore della chiesa di San Giovanni Battista dei Genovesi, che ha ricordato il caso delle Chiese Orientali, dove chi è sposato può anche essere ordinato prete."Il problema - fu la risposta di Bergoglio - è presente nella mia agenda".
*
Corea, un milione alla messa del Papa. Beatificati 124 martiri
Papa Francesco lancia un appello: "No alle economie che creano schiavi" *
"La fede cristiana non giunse ai lidi della Corea attraverso i missionari; vi entro’ attraverso i cuori e le menti della gente coreana stessa, fu stimolata dalla curiosita’ intellettuale, dalla ricerca della verita’ religiosa". Papa Francesco ha voluto ricordare questa verita’ storica nell’omelia tenuta davanti a una folla sterminata di fedeli radunati alla Porta di Gwanghwamun, a Seul, in occasione della messa per la canonizzazione di 124 martiri.
"Attraverso un iniziale incontro con il Vangelo, i primi cristiani coreani - ha spiegato - aprirono le loro menti a Gesu’. Volevano conoscere di piu’ su questo Cristo che ha sofferto, e’ morto ed e’ risorto dai morti". Non ci fu dunque bisogno di preti: "l’apprendere qualcosa su Gesu’ condusse presto a un incontro con il Signore stesso, ai primi battesimi, al desiderio di una vita sacramentale ed ecclesiale piena, e agli inizi di un impegno missionario".
"Questa storia ci dice molto sull’importanza, la dignita’ e la bellezza della vocazione dei laici", ha osservato Bergoglio rivolgendo il suo saluto "ai tanti fedeli laici qui presenti, in particolare alle famiglie cristiane che ogni giorno mediante il loro esempio educano i giovani alla fede e all’amore riconciliatore di Cristo". "In maniera speciale saluto i molti sacerdoti presenti; attraverso il loro generoso ministero trasmettono il ricco patrimonio di fede coltivato dalle passate generazioni di cattolici coreani", ha poi aggiunto il Pontefice rilevando che nel Vangelo "Gesu’ chiede al Padre di consacrarci nella verita’ e di custodirci dal mondo ma non di toglierci dal mondo: invia i suoi discepoli perche’ siano lievito di santita’ e di verita’ nel mondo"; cioe’ "il sale della terra, la luce del mondo".
"In questo - ha rilevato - i martiri ci indicano la strada" perche’ "dovettero scegliere tra seguire Gesu’ o il mondo che li avrebbe odiati a causa sua: sapevano il prezzo dell’essere discepoli. Erano disposti a grandi sacrifici e a lasciarsi spogliare di quanto li potesse allontanare da Cristo: i beni e la terra, il prestigio e l’onore, poiche’ sapevano che solo Cristo era il loro vero tesoro"
(Affaritaliani.it )
* http://notizie.virgilio.it/videonews/corea-milione-alla-messa-papa-beatificati-124-martiri-coreani.html
Sempre più stretti i rapporti fra Milingo e Moon
Secondo ASIANEWS egli ora si trava a Seoul per studiare la teologia di Moon
Riportiamo di seguito un articolo di ASIANEWS, l’agenzia di stampa del PIME, seconda il quale mons. Milingo si troverebbe in Corea del Sud dove starebbe studiando la "teologia del reverendo Moon". Milingo parteciperà, inoltre, alla festa di compleanno del rev. Moon. Il vescovo Milingo sarebbe stato, secondo altre fonti, privato del passaporto del Vaticano, di cui disponeva, cosa che lo avrebbe costretto a lasciare gli Stati Uniti. Nonostante le smentite, che pure il nostro sito ha ricevuto, i rapporti fra Milingo e Moon si fanno sempre più stretti e questo è un dato obiettivamente sfavorevole alla causa dei preti sposati di cui lui si dice paladino. *
http://www.asianews.it/index.php?l=it&art=8376&size=A
COREA DEL SUD
Milingo a Seoul per studiare la teologia di Moon
L’ex arcivescovo, scomunicato in settembre, prenderà parte ad un convegno della “Chiesa dell’unificazione” ed alla festa per il compleanno di Moon.
di Theresa Kim Hwa-young
Seoul (AsiaNews) - Mons. Emmanuel Milingo è a Seoul, dove studia la teologia del reverendo Moon e della sua “Chiesa dell’unificazione”. Milingo, che è scomunicato dalla Chiesa cattolica per aver illecitamente ordinato quattro vescovi ne settembre dell’anno scorso, è apparso ad un convegno della “Chiesa dell’unificazione” che si è tenuto il 30 gennaio in un albergo del centro di Seoul, ed è tornato a chiedere che il Vaticano consenta il matrimonio dei preti. A quanto si apprende, l’ex arcivescovo di Lusaka sarebbe alloggiato in un albergo nei dintorni della capitale sudcoreana.
“Il motivo per il quale non abbiamo detto nulla su questa visita - ha dichiarato una fonte della “Chiesa” di Moon - è stato per non provocare l’irritazione dei cattolici”. Secondo la stessa fonte, Milingo “prenderà parte ad un convegno internazionale che si svolgerà a Seoul dal 20 al 23 febbraio ed alla festa per il compleanno di Moon, l’ultimo giorno dell’incontro”. Milingo, che ha 72 anni, già in passato ha preso parte ad incontri promossi dal reverendo Moon, compreso uno dei matrimoni collettivi del 2001, nel corso del quale ha sposato Maria Soon, che è membro della Chiesa dell’unificazione.
Dopo un periodo di riconciliazione con la Chiesa cattolica, il 24 settembre dell’anno scorso, a New York, Milingo ha ordinato vescovi quattro sacerdoti, tutti aderenti al movimento “Married Priests Now”, da lui stesso fondato a luglio. Il 26 settembre la Santa Sede ne ha notificato la scomunica “latae sententiae”.
* WWW.ILDIALOGO.ORG, Venerdì, 02 febbraio 2007
Scambio di lettere fra il Cardinale Re e mons. Milingo
La bomba Milingo nelle mani del Papa?
(Testi a cura di Paola D’Anna, traduzione a cura di Fausto Marinetti)
Per la prima volta in italiano la documentazione di ciò che si sono scritti il Papa, attraverso il cardinale Re, e mons. Milingo *
L’arcivescovo emerito di Lusaka ribatte, punto per punto, alle accuse romane. Emerge un Milingo preoccupato per le sorti della Chiesa, informato, dottrinalmente sicuro, ben equipaggiato per affrontare il deserto verso la terra promessa della libertà di coscienza. Può suscitare perplessità il tono esplosivo. Si tenga presente che certi “eccessi” passano attraverso anni di persecuzione e di “sequestro di persona”. Non ci si fermi all’involucro, si guardi il contenuto. Vista tanta “sporcizia” e “abominio”, il prelato, che ieri esorcizzava le “pecorelle”, oggi pretende di esorcizzare i “pastori”? Oppure “qualcuno” si serve di uno “stolto” arcivescovo terzomondiale e, per di più, di colore per confondere le “verità” assolute ed esclusiviste, i prepotenti poteri sacri e maschilisti?
Di seguito riproduciamo sia la traduzione dall’inglese in italiano delle lettere sia i testi originali. Ringraziamo Fausto Marinetti che ha curato la traduzione, Paola D’Anna per il testo in inglese, e quanti ci hanno aiutato a tradurre e a verificare questi testi che sono resi noti per la prima volta in Italia.
I testi sono forniti in formato PDF.
Invitiamo i nostri lettori ad esprimere le proprie opinioni inviando una email alla redazione.
Caso Milingo
Vengono alla luce i legami tra il vescovo ribelle e il reverendo Moon
di Agenzia ADISTA n. 89 del 23-12-2006
33676. NEW YORK-ADISTA. Preti sposati con i soldi del reverendo Moon: questa volta il legame tra il grande tycoon coreano nonché leader spirituale della setta da lui stesso fondata e mons. Emmanuel Milingo è alla luce del sole (v. Adista n. 69/06). La celebrazione che ha avuto luogo il 10 dicembre in New Jersey, di fronte a Manhattan, appena al di là del fiume Hudson, nella quale Milingo ha ordinato al sacerdozio due diaconi sposati (Dominic Riccio e Raymond Grosswith), e alla quale hanno partecipato circa cento persone, è stata infatti finanziata da Moon, come lo stesso Milingo ha affermato in un comunicato stampa. "Oggi siamo presenti come beneficiari del reverendo Moon", si legge. "Allo scopo di garantire il successo della nostra convocazione, egli ha fatto sì che le sue organizzazioni chiave dessero il loro massimo appoggio in ogni modo necessario a Married Priests Now. Affermazione ben diversa da quella rilasciata, a luglio, quando Milingo aveva negato che il denaro di Moon avesse cominciato a fluire nelle casse di della sua neonata organizzazione; "Per il momento non abbiamo fondi - aveva detto all’epoca - e i nostri preti lavorano per mantenersi".
Milingo prosegue cantando le lodi di Moon: "Ho avuto la prova dello zelo di Moon per la realizzazione del Regno di Dio - ha scritto -. Il suo impegno per il benessere del mondo intero fa di lui non solo un benefattore dell’umanità ma, cosa più importante, una persona la cui visione delle cose, umiltà e santità di vita hanno risvegliato il nostro coraggio e la nostra determinazione ad organizzare e a fare ciò che sappiamo da Dio essere giusto".
Come sottolinea il settimanale cattolico americano National Catholic Reporter (11/12), il connubio tra Milingo e Moon è tanto più singolare, dal momento che le dottrine diffuse da Moon mal si conciliano con quelle cattoliche: la salvezza di Cristo sulla croce, per esempio, sarebbe incompleta perché Cristo è morto prima di sposarsi ed avere una famiglia: Moon rappresenterebbe dunque il completamento della salvezza spirituale portata da Cristo. Di qui il ruolo di Moon, che si presenta come "salvatore", "messia" e "Signore che ritorna" per creare una "nuova famiglia umana" di razza "gialla", derivante dai matrimoni interrazziali che egli celebra in massa. Il progetto sarebbe reso più agevole dalla costruzione di un tunnel di 52 miglia sotto lo stretto di Bering (il Peace King Tunnel, in cui peace King, il re della pace, fa riferimento a Moon) che unirebbe Russia e Stati Uniti. Per questo progetto, Moon avrebbe deciso di stanziare 200 miliardi di dollari. (ludovica eugenio)
* www.ildialogo.org, Lunedì, 18 dicembre 2006
Il Vaticano conferma la scomunica ad associazioni cattoliche USA: non sono riconciliabili con la fede
di Agenzia ADISTA n.89 del 23-12-2006
33674. LINCOLN (NEBRASKA)-ADISTA. Il Vaticano ha confermato la validità della scomunica dei membri del gruppo di attivisti per la riforma della Chiesa Call to Action, perché le loro posizioni - secondo quanto scrive il card. Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione dei vescovi - sono “inaccettabili da un punto di vista dottrinale e disciplinare”.
Dieci anni fa, nel 1996, mons. Fabian W. Bruskewitz, vescovo della diocesi di Lincoln, nel Nebraska, aveva emesso una “dichiarazione di legislazione extrasinodale” in cui si informavano gli aderenti a Call to Action e ad altre 10 associazioni che sarebbero stati automaticamente scomunicati se non avessero rinunciato alla loro affiliazione nel giro di un mese. La sezione del Nebraska di Call to Action aveva fatto appello alla Santa Sede per far dichiarare invalida la legislazione e quindi la scomunica. Il Vaticano però - che ha risposto al vescovo Bruskewitz senza mai rivolgersi direttamente all’associazione - ha giudicato l’azione “appropriata” e presa “nei limiti delle competenze” del vescovo come pastore della diocesi. “Il giudizio della Santa Sede”, ha scritto in inglese il card. Re il 24 novembre scorso, “è che le attività di Call to Action nel corso di questi anni sono in contrasto con la fede cattolica per opinioni e posizioni che sono inaccettabili dal punto di vista dottrinale”. “Quindi”, conclude il cardinale, “essere membro di questa associazione o sostenerla è irreconciliabile con una vita coerente nella fede cattolica”.
Call to Action considera la lettera di Re a Bruskewitz “disgraziata” e pensa che a Roma si agisca senza un’adeguata informazione: il Vaticano non ha mai interpellato l’organizzazione per accertare le sue posizioni ma si è basato unicamente su quanto riportato dal vescovo di Lincoln. Ad esempio, come racconta Jim McShane che ha stilato materialmente il primo appello contro la scomunica, sul giornale diocesano è stato riportato che i membri di Call to Action non condividono la dottrina del Credo e dubitano della realtà dell’incarnazione di Cristo. Ma McShane - di cui il card. Re ha anche sbagliato il nome proprio nella lettera - risponde che in realtà i temi per cui si batte la sua associazione sono soprattutto il ruolo delle donne nella Chiesa e la protezione dei minori dagli abusi sessuali.
Non solo Monsignor Bruskewitz, dice Nicole Sotelo, portavoce nazionale di Call to Action, è “l’unico vescovo americano a negare alle ragazze di poter fare le chierichette”, ma la sua è “la sola diocesi in cui non è stato applicato il regolamento della Conferenza episcopale statunitense per la protezione dei bambini”. Il vescovo si è infatti rifiutato, all’indomani dello scandalo pedofilia che ha travolto numerose diocesi negli Stati Uniti, di chiedere controlli sui precedenti di impiegati e volontari che lavorano con i bambini e non ha permesso uno studio approfondito per ricostruire tutti i casi di abusi sessuali da parte di preti degli ultimi 50 anni, perché il suo esito sarebbe stato probabilmente “calunnioso” per la Chiesa.
Anche se nella sua lettera il card. Re parla solo di Call to Action, tra le associazioni scomunicate dal vescovo di Lincoln figurano anche Planned Parenthood e Catholics for a Free Choice (cattolici favorevoli all’aborto), organizzazioni massoniche e persino la “Società di San Pio X”. Singolarmente, però, tra gli uffici della diocesi figura anche un “Apostolato per la messa tridentina”. “I genitori devono dire ai figli che non possono provare ogni medicinale che trovano nell’armadietto o bere da ogni bottiglia che trovano”, ha detto mons. Bruskewitz commentando la decisione vaticana. “La Chiesa è nostra madre e ci dà delle istruzioni per proteggerci da pericoli di cui non ci accorgiamo”. Chi volesse riconciliarsi con la Chiesa, ha dichiarato sempre il vescovo, deve “ripudiare per iscritto” la propria affiliazione all’associazione, eliminare ogni contatto con gli altri affiliati e cercare il sacramento della riconciliazione da un sacerdote: potrebbe anche venir chiesta una professione di fede, ha aggiunto. Quelli del vescovo sono “metodi medievali”, secondo Call to Action, che ha dichiarato che i suoi membri continueranno a frequentare regolarmente le loro parrocchie e a lottare per la riforma della Chiesa. L’organizzazione, che non prevede mosse simili da parte di altri prelati, impugnerà comunque la decisione di fronte al tribunale della Segnatura apostolica. (alessandro speciale)
* www.ildialogo.org, Lunedì, 18 dicembre 2006
La Congregazione per il clero lancia la sfida "Per i religiosi il celibato non è un dogma" *
CITTA’ DEL VATICANO - Il calo delle vocazioni potrebbe indurre il Vaticano a ridiscutere il tema del celibato sacerdotale che in realtà non è un dogma ma solo una norma disciplinare. E’ quanto ha detto il cardinale Claudio Hummes, arcivescovo di San Paolo, al quotidiano brasiliano Estrado do S. Paulo.
"Il celibato è una forma discilpinare". Il porporato è stato appena nominato da Benedetto XVI come nuovo Prefetto della Congregazione per il clero e si appresta in queste ore a raggiungere Roma dove si dovrà occupare dei problemi dei sacerdoti della Chiesa universale. "Partendo dalla considerazione che i celibi fanno parte della storia e della cultura cattolica - ha affermato il cardinale - la Chiesa può riflettere sopra questo tema, poichè il celibato non è un dogma ma una forma disciplinare".
"La Chiesa non è immobile". Inoltre alcuni apostoli, ha spiegato il porporato, erano sposati e la proibizione del matrimonio è venuta alcuni secoli dopo l’istituzione del sacerdozio. Hummes ha affermato che la Chiesa non è una istituzione immobile ma che sa cambiare quando questo è necessario. Considerato che quella intorno al celibato non è una decisione facile che può essere presa in modo repentino, "la Chiesa dovrà in primo luogo discuterne e ridiscuterne".
Pedofilia e sacerdozio. In quanto al problema dei sacerdoti pedofili il nuovo Prefetto per il clero ha fatto due osservazioni: "Anche se si trattasse di un solo caso sarebbe già una grave preoccupazioni soprattutto per le vittime" allo stesso tempo è "ingiusto e ipocrita generalizzare gi scandali di pedofilia poichè più del 99% dei sacerdoti ha nulla a che vedere con questi fatti".
"La pedofilia - ha aggiunto il cardinale - non è un problema che riguarda solo i sacerdoti, ma tutta la società dato che ci sono casi di abusi sessuali anche nelle famiglie". E’ però importante, ha aggiunto Hummes, che i vescovi investano sempre di più in una selezione rigorosa e in una formazione esigente dei candidati al sacerdozio per combattere la pedofilia.
* la Repubblica, 03-12-2006
Milingo al Papa: «Ammetti i preti sposati» *
Milingo scrive al Papa e stavolta non per andare a Canossa. Dopo aver nominato alcuni vescovi e fondato una Prelatura per i preti sposati, sfida il Vaticano a riconoscere i molti sacerdoti con moglie e a non escluderli dal ministero. Milingo, che ha inviato una lettera anche alla Conferenza episcopale Usa, si dichiara tuttora in comunione col Papa, malgrado la scomunica. Venerdì l’organizzazione “Married Priests Now! ” terrà un’assemblea a New York.
* www.liberazione.it, 05.11.2006
Milingo scrive al Papa e ai vescovi americani
In una lettera a Benedetto XVI l’arcivescovo scomunicato avanza una soluzione per la crisi dei luoghi di culto: "Molte parrocchie non hanno preti sufficienti per servire il popolo di Dio" , Di seguito il testo originale delle lettere in inglese. *
’’Anche Gesù chiamò uomini sposati come suoi discepoli’’ Milingo al Papa: "Richiamare sacerdoti sposati al servizio della Chiesa"
Roma, 4 nov. - (Adnkronos/Ign) - Richiamare i sacerdoti sposati nel pieno servizio ministeriale della Chiesa. E’ quanto chiede mon. Emanule Milingo, recentemente scomunicato da Roma, in una lettera al Papa. Lo ha riferito l’Associazione dei sacerdoti lavoratori sposati, diretta da Giuseppe Serrone, che ha ricevuto dagli Stati Uniti il testo della missiva. Oltre in quella a Benedetto XVI, la richiesta è contenuta anche in un’altra lettera inviata al presidente della Conferenza Episcopale Cattolica dei vescovi americani.
L’ex arcivescovo di Lusaka e gli altri vescovi cattolici della Prelatura "The Married Priests Now" (Peter Paul Brennan, Joseph J. Gouthro, Patrick E. Trujillo, George Augustus Stallings), tutti scomunicati dal Vaticano nel settembre scorso, ha dichiarato don Giuseppe Serrone, "hanno richiesto a Benedetto XVI e ai Vescovi Americani di richiamare i sacerdoti sposati nel pieno servizio ministeriale della Chiesa perché la Chiesa ha sempre avuto al suo interno sacerdoti sposati e Gesù chiamò uomini sposati selezionati a diventare suoi apostoli’’.
’’Molte parrocchie nel mondo non hanno sacerdoti sufficienti per servire il popolo di Dio - prosegue - la soluzione alla crisi e alla chiusura dei luoghi di culto è semplice: richiamare in servizio i sacerdoti sposati. Un nuovo incontro di Married Priests Now, come già annunciato, si terrà a New York dall’8 al 10 Dicembre 2006. La Prelatura, come movimento internazionale dei sacerdoti sposati nel mondo, è disponibile a lavorare con il Papa e i Vescovi per creare nuovi sacerdoti per il nuovo millennio".
Open Letter to Pope and USCCB from Archbishop Milingo
Press Release Press Release
November 3, 2006 For Immediate Release. Suggested Release for Saturday or Sunday Nov 4 and 5.
From: Archbishop Emmanuel Milingo and Married Priests Now! Prelature Washington, D.C. http://www.orgsites.com/ny/married-priests-now/
http://www.archbishopmilingo.org/
Contact: Archbishop Peter Brennan (516) 485 0616 151 Regent Place West Hempstead, New York
Archbishop Milingo (202) 360 2992
Washington, D.C., Nov. 3 -- An Open Letter was sent today to Pope Benedict XVI and to the President of the United States Conference of Catholic Bishops challenging the Pope and the American Bishops, who will be meeting next week in Baltimore, to recall married priests to full ministry in the church. The current crisis in the church caused by a severe shortage of priests is unprecedented. It is caused by the unjust requirement of celibacy for every priest. In the late 60’s and 70’s over 20,000 Roman Catholic priests resigned to marry. Married Priests Now! under the leadership of Archbishop Milingo is calling or the freeing of celibacy by removing the obligation for every Roman Catholic priest to be celibate.
Archbishop Milingo established the Married Priests Now! Prelature because he believes a married priesthood better serves the needs of the faithful in the pews. The married priest models the way a Christian family should live, and because of his own experience, the married priest can better advise married couples on sexual concerns and family problems. The celibate priest does not have the lived experience of marriage to support him.
In his open letter to the pope and bishops, Archbishop Milingo asks that married priests be reinstated, and that married deacons and other trained married men be ordained priests. He reminds the Holy Father that the early church had married priests and that Jesus selected married men to be his apostles.
Throughout the United States, the church has become a Mission Territory once again with priestless parishes because there are not enough celibate priests to serve. Hundreds of churches are closing, lay men and women are being appointed as pastors, priests are traveling between two and three parishes, and the Mass cannot be celebrated for the people even on Sundays. The solution is simple. Recall the married priests who are already trained and experienced as pastors but who are idle because of the man-made rule of celibacy.
The Married Priests Now! Prelature has been established to give a home to the 150,000 married priests around the world and to work with them and for them to convince the Holy Father to allow for married clergy by removing the celibacy rule. A convocation of married priests will be held on December 8-10 in the New York area, details will be found on: http://www.orgsites.com/ny/married-priests-now/
In 1980 a Pastoral Provision gave permission to the Catholic bishops to ordain married Protestant ministers into the Catholic priesthood and to bring them and their families into Roman Catholic parishes. In some cases, the Roman Catholic priest who resigned to marry was replaced by a Pastoral Provision married priest from another church. There are now about 80 such married Pastoral Provision priests in the United States and they have been a successful model of a married priesthood. Married Deacons have also been a successful model for almost fifty years. But the Holy Father and the US bishops persist in punishing their own married priests by not allowing them to serve. A new Pastoral Provision must be designed for 2006 that will restore our own married priests to the church. It is time for a seismic change.
The obligatory celibacy enforced by the Vatican is a sign of the abuse of authority in the church. This misshapen authority, gone haywire, has given birth to the sex abuse scandal by not allowing priests to have the natural outlets for sexuality in marriage or the comfort of a happy and fulfilled family life. Human sexuality is a God given right and it cannot be justly and rightly taken away from young individuals ever or because they want to be priests.
The faithful of the Roman Catholic Church need to see what is happening and become aware of their rights. Write to the pope and to your bishops to ask for the right to elect bishops and pastors of your choice and choose married men. Roman Catholics have no voice in their church because the only democracy in the church is to walk away. And thousands are doing that every day. Married priests are being asked to perform weddings, baptisms, sacraments and masses for Catholics who have walked away so that a new Catholic Church is in formation under the eyes of Rome who refuses to see it. The simple answer is to return the married priesthood of the New Testament Church to our own times. We will have a better and healthier priesthood and preserve the unity of the church.
Married Priests Now! is available to work with the Holy Father and the bishops to create a renewed priesthood for this new millennium with both married and celibate priests.
An Open Letter to His Holiness Pope Benedict XVI on Freeing Celibacy
From the Married Priests Now! Prelature
November 4, 2006
Your Holiness,
The Archbishops, Bishops and Priests of the Married Priests Now! Prelature send their cordial greetings to you and to the Cardinals, Archbishops and Bishops of the Church.
As you know, the Church throughout the world is in dire straits because of the shortage of priests. Churches are closing, priests are serving two and three parishes, the Mass and the Eucharist is not available to hundreds of thousands of Catholics. Lay men and women are being appointed as canonical pastors of parishes. The Church-at-Large has become a Mission Territory.
In the face of this crisis, there are 150,000 married priests who are ready and willing to serve. And there are married men who have prepared themselves for ordination who can also be called to the priesthood. Some of them are currently married deacons but others have never been ordained at all.
The Married Priests Now! Prelature with its archbishops, bishops and priests considers itself to be a Roman Catholic Personal Prelature in Communion with your Holiness and is part of the Roman Catholic Church. We are Roman Catholic bishops and do not want to fracture the Communion of the Church. Our cause is great because it is for the survival of the Church. We are mature adults, not children, so threats, penalties and punishments are out of place in our conversation and will not work. What will work is an honest discussion about the married priesthood of the New Testament and of the primitive Church. The faithful are already reaching out daily to married priests for weddings, baptisms and funerals on a continuing basis. It is time to free the priesthood from the obligation of celibacy.
This is what needs to be done without delay:
1. Married priests and married bishops need to be immediately but gradually reinstated into the fabric of our Church. A vicariate or prelature can be established for married priests (and there was a precedent for this in progress under John Paul II) or they can be recalled through our Married Priests Now! Prelature, or recalled by the local bishops. All penalties need to be waived.
2. Married deacons who are trained in theology and ministry ought to be ordained to the priesthood within a year or two.
3. Married men who are not ordained need to be welcomed into the seminaries or other training programs for the priesthood within the year.
4. Married priests should be able to serve in full time positions with salary, health care plans and pensions or in part time positions. Credit towards pensions should be given for past service to the Church.
5. Marriage is a sacrament of the Church. It cannot be said that celibacy is higher or greater than the sacrament of marriage. Marriage is the higher calling and is more difficult than celibacy because it is naturally centered on the spouse and children. Marriage creates great holiness in the husband and wife and in the family. Married Priests families are a model of the Christian family for the other families in the parish.
Marriage does not diminish the priest’s dedication to Christ but enhances it.
6. We wish to keep the avenues of communication and contact with you open, Your Holiness, and with the other bishops for our Married Priests Now! Prelature.
The priests and bishops of the Married Priests Now! Prelature stand ready and willing to work with you. The Faithful of the Church are now already reaching out to married priests in an enormous way. A new Catholic Church is forming with or without your blessing. There is great urgency in this matter. If you sanction this approach to reinstating married priests and bishops, you will be preserving the unity of the church. The right time is now.
We ask your cordial blessing on all married priests and bishops.
With filial love and devotion,
Emmanuel Milingo Peter Paul Brennan Joseph J. Gouthro Patrick E. Trujillo George Augustus Stallings
Roman Catholic Archbishops The Married Priests Now! Prelature
http://www.orgsites.com/ny/married-priests-now/
From the Married Priests Now! Prelature
November 4, 2006
My Brothers in Christ,
The Archbishops, Bishops and Priests of the Married Priests Now! Prelature send their cordial greetings to you and to the Cardinals, Archbishops and Bishops of the USCCB.
As you know, the Church in our country is in dire straits because of the shortage of priests. Churches are closing, priests are serving two and three parishes, the Mass and the Eucharist is not available to hundreds of thousands of Catholics. Lay men and women are being appointed as canonical pastors of parishes. The Church-at-Large has become a Mission Territory.
In the face of this crisis, there are 25,000 or more married priests who are ready and willing to serve. And there are married men who have prepared themselves for ordination who can also be called to the priesthood. Some of them are currently married deacons but others have never been ordained at all.
The Married Priests Now! Prelature with its archbishops, bishops and priests considers itself to be a Roman Catholic Personal Prelature in Communion with Benedict XVI and is part of the Roman Catholic Church. We are Roman Catholic bishops and do not want to fracture the Communion of the Church. Our cause is great because it is for the survival of the Church. We are mature adults, not children, so threats, penalties and punishments are out of place in our conversation and will not work. What will work is an honest discussion about the married priesthood of the New Testament and of the primitive Church. The faithful are already reaching out daily to married priests for weddings, baptisms and funerals on a continuing basis. It is time to free the priesthood from the obligation of celibacy.
This is what needs to be done without delay:
1. Married priests and married bishops need to be immediately but gradually reinstated into the fabric of our Church. A vicariate or prelature can be established for married priests (and there was a precedent for this in progress under John Paul II) or they can be recalled through our Married Priests Now! Prelature, or recalled by the local bishops. All penalties need to be waived.
2. Married deacons who are trained in theology and ministry ought to be ordained to the priesthood within a year or two.
3. Married men who are not ordained need to be welcomed into the seminaries or other training programs for the priesthood within the year.
4. Married priests should be able to serve in full time positions with salary, health care plans and pensions or in part time positions. Credit towards pensions should be given for past service to the Church.
5. Marriage is a sacrament of the Church. It cannot be said that celibacy is higher or greater than the sacrament of marriage. Marriage is the higher calling and is more difficult than celibacy because it is naturally centered on the spouse and children. Marriage creates great holiness in the husband and wife and in the family. Married Priests families are a model of the Christian family for the other families in the parish.
Marriage does not diminish the priest’s dedication to Christ but enhances it.
An apology should be given to married priests for the poor and unjust treatment they have been given by the church.
6. We wish to keep the avenues of communication and contact with you open, dear bishops, and with the Holy Father for our Married Priests Now! Prelature.
The priests and bishops of the Married Priests Now! Prelature stand ready and willing to work with you. The Faithful of the Church are now already reaching out to married priests in an enormous way. A new Catholic Church is forming with or without your blessing. There is great urgency in this matter. If you sanction this approach to reinstating married priests and bishops, you will be preserving the unity of the church. The right time is now.
We ask your cordial blessing on all married priests and bishops.
With fraternal love and devotion,
Emmanuel Milingo
Peter Paul Brennan
Joseph J. Gouthro
Patrick E. Trujillo
George Augustus Stallings
Roman Catholic Archbishops
The Married Priests Now! Prelature
http://www.orgsites.com/ny/married-priests-now/
Married Priests Now! 151 Regent Place, West Hempstead, NY 11552 (516) 485 0616
* www.ildialogo.org, Sabato, 04 novembre 2006
Caso Milingo Serve una scomunica?
di don Franco Barbero
Il Vaticano, comunicando che la legge ecclesiastica ha comminato la suprema sanzione espulsiva a monsignor Milingo, sa bene che non ha risolto nessun problema.
04 ottobre 2006
Tratto dal blog di don Franco Barbero
http://donfrancobarbero.blogspot.com/
Milingo, questo vecchio e notissimo vescovo africano, non è affatto un rivoluzionario. La sua teologia e la sua pratica pastorale sono addirittura molto tradizionali. Talune sue celebrazioni, che danno grande risalto ad esorcismi e guarigioni, forse comprensibili nel contesto africano, in Europa e negli USA hanno accentuato la dimensione dello spettacolo e della superstizione. Di lui ho diffusamente scritto in uno dei miei recenti libri "L’ultima ruota del carro" senza molta simpatia.
La tempesta vaticana lo investì quasi sei anni fa quando decise di sposarsi con Maria Sung, una agopunturista coreana. In quegli anni fui affettuosamente vicino a questa donna che mi incontrò a Roma e venne a trovarmi a Pinerolo. Quando Milingo sotto pesanti pressioni vaticane si dileguò, Maria Sung fu gravemente offesa nella sua dignità e nei suoi sentimenti.
La ricordo bene, seduta nel mio studio, assolutamente sicura dei suoi sentimenti e dell’amore di suo marito: "Devono lasciarmelo incontrare. Nessuno mi convincerà del fatto che mio marito Milingo mi abbia dimenticata. Voglio sentirlo dire da lui, non da un vescovo di curia. Voglio poterlo incontrare e, se lui deciderà di lasciarmi, prenderò atto della sua decisione...". Non potei esserle di molto aiuto perché quel prelato vaticano omosessuale che mi aveva fornito riservatamente alcune notizie, forse per paura di essere messo nei guai, non si fece più vivo con me.
In tutta la vicenda di Milingo, in realtà l’istituzione ecclesiastica si comportò come se questa donna non esistesse. Lidia Ravera, intervenendo in quei giorni su un quotidiano scriveva:
"Si può provare una istintiva simpatia per quella cicciotella determinata quanto facile alle lacrime che è la signora Milingo, si può trovare bizzarra la sua scelta di sposare un vescovo esorcista dall’ambigua collocazione ideale (è un servitore di Dio? un venditore di fede? un mercante in magie?), si può sospettare di scempiaggine tutta quanta la setta di Moon (vi ricordate la parodia de "L’ottavo nano"? "Trova Dio prima che Dio trovi te").
Eppure viene voglia di spendere una parola in suo favore. Non è la solita tiritera femminista che dietro ogni donna abbandonata vede una sorta di agnello sacrificale da sistemare in testa al corteo per contestare le soverchierie del fallo. E’ di meno, ma anche di più. E’ che, soprattutto in questo caso, è difficile capire le ragioni del Papa, Giovanni Paolo Secondo, e della schiera dei vescovi e cardinali che si muove ai suoi ordini: Non è questione di essere o non essere laici. E’ questione di essere o non essere donne. Il Papa, nonostante alcune esternazioni "moderne" che anche noi siamo fìglie di Dio, che l’anima in effetti l’abbiamo e, nei casi più gravi, anche il cervello, che andiamo onorate nel nome della Madonna e accolte nel regno dei Cieli, non perde occasione per dimostrare la sua totale (forse inconscia, ma non per questo meno insopportabile) assenza di riguardi nei confronti delle femmine della specie.
L’atteggiamento del Vaticano versus Maria Sung maritata Milingo è, a dir poco, crudele: nasconde suo marito, gli impone di sottoscrivere la frase "nel nome di Gesù ritorno nella chiesa cattolica", si disinteressa dei sentimenti della ripudiata. Maria Sung, caro Santopadre e Padresanto, pur essendo donna, il che costituisce, da Eva in poi, una discreta aggravante, è pur sempre un essere umano. Nessuno si è chiesto, nelle sontuose stanze del Vaticano, che cosa prova in questo momento? Fosse anche una povera pazza resta il fatto che si era appena sposata, aveva scelto un compagno, aveva stretto un legame, ci contava. Metti che fosse innamorata.
Succede anche alle settarie della "luna" (moon); metti che sia davvero incinta, non vorrà mica farla abortire perché ha sottratto alla Chiesa lo sperma di un vescovo, proprio lei, Sua Santità, che negò l’interruzione di gravidanza perfino alle vittime dello stupro etnico? Certo che no! D’accordo: allora parliamo di quell’eventuale bambino, a cui viene negato il padre perché deve eseguire il rito del "ritorno nella Chiesa cattolica".
Dovè è finito il presepe, papà mamma piccino, con cui bollate gli umani fallibili divorziandi o separati da secoli? E l’indissolubilità del legame? Non c’è più, perché i due si sono sposati a modo loro? Ma lo vede allora, Santo Padre, che voi sovrapponete le regole alle persone? Voi non amate, davvero, l’umanità: Voi la ordinate secondo un corpus di norme, un codice dei codici morali e li amate in base al loro tasso di adeguamento allo schema. La compassione è una forma di amore più grandioso, più generoso, meno presuntuoso. Un padre santo e compassionevole, non avrebbe sopportato le lacrime di quella povera donna, per settaria e fanatica che fosse, le avrebbe personalmente asciugate con un lembo della sublime veste e poi l’avrebbe invitata nelle segrete stanze del castello papale, sala udienze e suppliche, e avrebbe discusso con lei, anche con lei, anche se è una donna, della strana situazione in cui il vescovo suo marito si è andato a cacciare.
Forse l’avrebbe convinta a ritirarsi e sposare un bravo barbiere, un dentista, un marinaio, un ginecologo (così si eviterebbe l’umorismo involontario di frasi come "E’ monsignor Milingo che conosce la data delle mie mestruazioni"). Forse sarebbe stata lei a convincere loro, il vescovo e il pontefice, delle ragioni dell’amore. E allora: uno si sarebbe "spretato" da solo, e l’altro avrebbe dovuto rinunciare ad ogni pretesa pretesca. Forse le cose sarebbero andate come sono andate, male, fra intrighi e lettere ingessate.Ma almeno noi, tutte, non avremmo dovuto assistere, ancora una volta, a quel brutto spettacolo: una donna che si dispera. Fra i lazzi dei convenuti a guardare. Sola. Chiusa fuori dal Tempio" (L’Unità, 17 agosto 2001).
Il loro amore ha prevalso sui giochi di curia e i coniugi Milingo - Sung sono di nuovo insieme. Ora Milingo, questo vescovo esuberante, mai dimentico della sua Africa (dove molti sono i preti celibi padri di numerosa prole), ha abbracciato la causa dei preti che sono stati estromessi a causa del loro matrimonio.
Si può discutere, concordare o dissentire dalla decisione di Milingo di ordinare vescovi quattro preti sposati, ma la sua scelta va letta e forse può essere compresa all’interno di un itinerario ben documentato.
Da anni le associazioni dei preti sposati chiedono al Vaticano di riesaminare la legge del celibato obbligatorio per i preti. Riconoscendo nel celibato un dono di Dio, si propone di riprendere la tradizione del primo millennio nel quale esso costituiva una scelta facoltativa. In sostanza si tratta, nella chiesa cattolica occidentale, di superare la presunta incompatibilità tra ministero e matrimonio.
Il vaticano, nonostante le pressioni ricevuta da numerosi cardinali e vescovi, continua a chiudere le porte con un diniego privo di convincenti motivazioni bibliche, teologiche e pastorali. Così una tradizione del secondo millennio è diventata intangibile.
Tutti conosciamo i guai che derivano da questa legge ecclesiastica assurda, disumana, oppressiva. Monsignor Milingo e Maria Sung hanno deciso di rompere gli indugi e di farsi carico della buona causa di questi preti e di questi amori con una vera e propria "forzatura".
La scomunica è un altro passo falso del Vaticano (che si sta specializzando in colpi di testa piuttosto autolesivi) e ribadisce pubblicamente un ostinato rifiuto del dialogo.
In realtà, sotto sotto, il Vaticano sta facendo ponti d’oro a Milingo perché migliaia di preti e centinaia di vescovi sono d’accordo con lui. E’ in atto (per chi come me ha informazioni precise) una trattativa serrata anche perché in Africa, dove Milingo e Maria Sung intendono ritornare, il celibato obbligatorio è una leggenda e altrove molto spesso è una ipocrisia o un tormento, proprio perché non è scelto, ma imposto.
Non credo che i problemi della testimonianza cristiana si risolvano d’incanto abolendo il celibato obbligatorio dei preti, ma ogni volta che si rompe uno degli anelli della "disumanità" ecclesiastica, si compie, a mio avviso, un passo di avvicinamento al vangelo di Gesù di Nazareth.
Nella mia chiesa sento spesso mancare quell’umanità senza la quale tutti i più alati discorsi teologici diventano evasivi e ambigui, destituiti di ogni credibilità. E’ pur vero che alla enorme crisi numerica del clero si sopperisce con migliaia di preti stranieri e con una accoglienza priva di selezione, ma i problemi dilazionati nel tempo possono ulteriormente aggravarsi.
Con grande coraggio il cardinale Poletto, arcivescovo di Torino, in un contesto in cui molti soggetti cercano nella veste talare una scorciatoia per risolvere i loro problemi psicologici e di inserimento nella società, ha gettato l’allarme: "Dobbiamo proprio pensare che il seminario diventi una clinica?" (La Repubblica, 29 settembre 2006, pag. 37).
Molti fattori possono sollecitare un ripensamento anche perché ministri amorosamente realizzati probabilmente costituirebbero un primo passo verso l’ordinazione delle donne. Che sia questa "previsione" a terrorizzare e a paralizzare le gerarchie vaticane?
Intanto attorno all’iniziativa di Monsignor Milingo e dei nuovi quattro vescovi, validamente ordinati secondo la dottrina cattolica ufficiale, molte associazioni di preti sposati si stanno mobilitando. Il dialogo si sta surriscaldando. Il che può essere un gran bene, in questo lungo e gelido inverno della chiesa cattolica.
*
www.ildialogo.org, Venerdì, 06 ottobre 2006
Sul caso Milingo e sul celibato Lettera aperta ai fratelli di fede
di Fausto Marinetti *
Il caso-Milingo ci invita a considerare il celibato dei preti oltre la superficialità della cronaca mondana. I fatti del giorno, realtà di Dio, Signore della storia, ci sollecitano ad andare oltre i luoghi comuni per “crescere in età e in grazia”.
Proviamo a ricordarli:
1. Nonostante le asserzioni di principio, si continua a considerare la sessualità come intrinsecamente pericolosa, impura, cattiva, disdicevole per il funzionario del culto. Il piacere è considerato opera del diavolo, il femminile il più rovinoso concorrente di Dio. Non resta che temerlo fino a demonizzarlo. Non ci siamo liberati dal dualismo e dal manicheismo culturale, che vede la corporeità con gli occhiali neri. Eppure Dio continua a dire, “che tutto è buono”, che nulla è profano, impuro ai suoi occhi e a quelli di coloro che amano. “Non è ciò che entra nel corpo, ma ciò che esce dal cuore che inquina l’uomo”.
2. Si usa ripetere, che il celibato dei preti è libero. Quale libertà se la loro scelta è condizionata al celibato? Come può essere libero chi viene coltivato in un ambiente, dove si fa di tutto per smaterializzarlo, sacralizzarlo, angelicizzarlo, distruggendo la sua umanità? Il clima di ossessione (“nega il tuo corpo”, “la donna è tentazione”, “le pulsioni sono peccato”), deterrenza (“se vieni meno, sei un Giuda traditore”), terrorismo psicologico in cui cresce il candidato, non annulla la sua capacità di scelta? Eppure i seminari minori chiusi in occidente, scoppiano di aspiranti nel terzomondo (nuova vittima della storia, che paga per i peccati del mondo e della Chiesa?) dove si continua ad applicare metodi, che si sono rivelati inumani e fallimentari. Reclutare, fare proselitismo di ragazzini per indottrinarli è, secondo i dettami dei diritti umani delle Nazioni Unite, un crimine contro l’umanità. Purtroppo la Chiesa non ha sottoscritto questo documento, perché sarebbe tenuta a non discriminare le donne e a non fare incetta di minorenni.
3. Non è temerarietà indurre in tentazione dei giovani immaturi, i quali, fino a una certa età sono trascinati dall’ideale della salvezza delle anime (quindi dimenticano i corpi!) e poi, quando si fa sentire l’esigenza naturale della paternità, sono costretti a fare i conti con il proprio essere complementare con quello dell’altro sesso? E quindi si trovano, sprovveduti, a fare i conti con il Creatore, che ha dato loro il dono naturale di essere padri in carne ed ossa. Quale manuale, quali strumenti vengono forniti per affrontare la parete celibataria da sesto grado? Non è come mandarli in alta montagna senza l’equipaggiamento indispensabile?
4. Se il celibato, come si suol dire, fosse un dono speciale, non sarebbe ingiusto e capriccioso quel Dio che lo dà a chi vuole, facendo distinzione di persone, privilegiando alcuni a scapito di altri? Se questo carisma fosse indispensabile per fare il presbitero, allora non sarebbe tenuto a darlo a tutti coloro che vi sono chiamati?
5. Non è abbastanza chiara la rivendicazione paolina al diritto degli apostoli di essere “accompagnati da una moglie” (1 Cor 9,5ss)? Perché non tornare alle origini, quando il presbitero era un anziano di provata virtù, designato dalla comunità, coltivato nel e dal popolo di Dio? La prassi apostolica non è una norma collaudata, più efficace della “legge canonica” valevole solo per i cattolici di rito latino? Perché ciò che vale per la chiesa di rito orientale non è valido per quella di rito latino? E i pastori protestanti che si convertono al cattolicesimo non continuano ad esercitare il ministero con moglie e figli? I preti con famiglia delle chiese clandestine dell’est (Cecoslovacchia, ecc.) sono forse diventati dei maniaci sessuali?
6. Un terzo del clero abbandona. La perseveranza sta diventando eccezione, il lasciare, regola. Non è evidente che c’è più di qualcosa a monte, che non va? E l’umiliante vergogna (altro che pari dignità!) delle donne schiave dell’amore di un prete? E lo scandaloso crimine delle migliaia di preti pedofili, senza calcolare gli alcolizzati, i gay, gli alienati, quelli in cura psichiatrica, ecc. non induce a riflettere se vale la pena mantenere una norma canonica, cioè umana, semplicemente disciplinare? Non è troppo alto il prezzo del celibato?
7. Si ha paura di imparare qualcosa dall’oriente, dove da secoli i monaci di altre religioni si votano alla castità temporanea o perpetua? Discutibile il principio di liberarsi da ogni desiderio, la cui frustrazione porta all’infelicità, ma almeno hanno sviluppato delle tecniche di auto-controllo (respirazione, meditazione trascendentale, ecc.), con le quali arrivano a gestire le pulsioni attraverso il dominio della mente e della psiche.
8. Ormai i pastori vengono importati dall’est o dal sud del mondo, dove la carriera ecclesiastica è una promozione sociale, un’assicurazione per la vita. Come possono inculturarsi in un luogo così diverso da quello delle loro origini? Non imparano il peggio, da noi? La comunità locale non si potrebbe appellare alla prassi apostolica di scegliere i propri anziani (viri probati) per il servizio della fede, rifiutando i pastori stranieri?
9. Nel vocabolario di Cristo non esiste la parola scomunica. Nella sua legge il fratello è sempre fratello, il figlio, sempre figlio. L’amore non è più ampio e più forte del limite umano? La storia delle reciproche scomuniche, degli scismi, delle inquisizioni, dei roghi e dei Santi Offizi non ci ha insegnato nulla? La dichiarazione universale dei diritti umani non è ancora arrivata in sacrestia? Un ex-prete non è sempre un Uomo, fenomeno più ampio del cristiano? A che chiedere perdono a questi e a quelli, se poi si discriminano coloro che fino a ieri erano chiamati fratelli? Con l’acqua sporca non si rischia di gettare via anche il bambino?
Milingo, come tutti i figli di Adamo, compresi i prelati, non è esente da limiti, imprudenze, strumentalizzazioni. Ma il medico non dovrebbe cercare la medicina piuttosto che il castigo? Come mai il padre non scomunica il figlio prodigo, ma attende con ansia il giorno della festa? Chiesa di Dio, che ti dichiari esperta in umanità, non è ben più grave il peccato d’ingiustizia? Quando ti deciderai a condannare gli arricchiti alle spese degli impoveriti? Quando denuncerai l’ingiustizia strutturale dei popoli bianchi e cristiani, che usano i popoli del sud come i nuovi schiavi di un’economia di guerra infinita e globale? Quando scenderai dal piedestallo della casta per seguire Cristo, che ha scelto per palcoscenico solo una stalla e il Calvario, pur di farsi fratello e sorella dei diseredati? Non ha preferito farsi condannare piuttosto che condannare chiunque? Perché non disertare, finalmente!, le corti dei grandi per abbracciare i crocifissi senza strumentalizzare la loro croce? Come parlare di civiltà dell’amore se non pratichiamo la giustizia, non produciamo martiri per la salvezza dalla fame, dall’AIDS, dallo sfruttamento organizzato con le leggi di mercato? Alle vittime non interesserà tanto il caso-Milingo. Ma non hanno diritto di sapere da che parte stai e non solo a parole?
A nome di un gruppo di preti sposati, Fausto Marinetti (un cristiano qualunque)
Roma 27 settembre 2006
*
www.ildialogo.org, Mercoledì, 27 settembre 2006
Milingo: "Respingo la scomunica ho agito come gli apostoli"
"Il celibato? Una regola medievale della Chiesa, 39 papi erano sposati"
(www.repubblica.it, 27.09.2006)
WASHINGTON - Milingo respinge la scomunica. L’ex arcivescovo di Lusaka ha annunciato, oggi, a Washington, di rimandare indietro insieme ai quattro vescovi da lui nominati domenica, la scomunica comminata dalla Santa Sede. "Io sono stato consacrato vescovo da Papa Giovanni Paolo II e ho consacrato come vescovi quattro uomini la cui consacrazione è lecita e valida", ha affermato Milingo in una conferenza stampa nel tempio cattolico Imani di Washington.
"Non accettiamo la scomunica - ha detto Milingo alla conferenza stampa tenuta con i quattro vescovi - e amorevolmente la rimandiamo al nostro amato Santo Padre, perché la riconsideri". Milingo ha aggiunto di avere agito "come gli apostoli", nel nominare i vescovi, e ha esortato papa Benedetto XVI a riaccogliere i preti sposati nella Chiesa cattolica. Il gesto è stato lo strappo finale nel lungo braccio di ferro tra Milingo e le autorità ecclesiastiche, cominciato nel 2001 quando si era unito in matrimonio a un’agopunturista coreana, Maria Sung, in una cerimonia celebrata a New York dal reverendo Moon.
Il vescovo esorcista ha comunque sottolineato "l’intenzione di essere fedele alla Chiesa e di rispettare e onorare il Santo Padre", che ha ringraziato per "il suo amore fraterno". Nello stesso tempo, però, pur sostenendo di ritenersi ancora parte della chiesa, ha insistito sulla necessità che il Vaticano cambi direzione e richiami in servizio i preti sposati di tutto il mondo.
I vescovi ’ribelli’ hanno ribadito più volte di ritenersi ancora all’interno della Chiesa cattolica e di non essere impegnati in uno scisma. Ma le condizioni elencate da Milingo sono apparse in netto contrasto con le parole di apparente disponibilità al dialogo. "Il nostro unico obiettivo - ha detto il religioso dello Zambia - è riportare il sacerdozio sposato nella Chiesa. L’età media dei preti è di circa 74 anni, in 20 anni resteranno pochi preti. Chi potrà portare i sacramenti e l’eucaristia alla gente?". Milingo ha citato il caso degli scandali degli abusi sessuali come un segno di "ciò che è sbagliato" nella gerarchia cattolica e ha sostenuto che ci sono 150.000 preti sposati nel mondo che non possono esercitare il loro servizio "per colpa di una regola medievale della Chiesa che impone loro il celibato".
La Chiesa, ha incalzato Milingo, "ha sempre avuto preti sposati, era la norma per 12 secoli, 39 papi erano sposati: come madre, la Chiesa non può essere indifferente di fronte alla situazione dei preti sposati, che vengono invece umiliati". "Chiediamo al Santo Padre - ha aggiunto l’ex arcivescovo - di richiamare questi sacerdoti, con dignità e onore: il matrimonio è un sacramento ed è una vocazione più alta del celibato". (27 settembre 2006)
Milingo: «Rifiuto la scomunica e la rimando al Papa»
«Il nostro amato Papa si unisca a noi nel richiamare esclusi»
(www.lastampa.it , 27.09.2006)
WASHINGTON. «Non accettiamo la scomunica e la rimandiamo con amore indietro al nostro amato Papa Benedetto XVI, perché la riconsideri, la ritiri, e si unisca a noi nel richiamare i preti sposati al servizio sacerdotale». Questo uno dei passaggi chiave della conferenza stampa tenuta oggi a Washignton dall’arcivescovo Emanuel Milingo, scomunicato ieri da Papa Benedetto XVI per aver consacrato vescovi quattro preti sposati.
«Noi siamo e continueremo ad essere devoti all’Unità della Chiesa», prosegue Milingo nel suo comunicato, letto da un suo portavoce nell’Imani Temple di Capitol Hill, lo stesso luogo in cui sono stati consacrati i 4 vescovi. «Richiamiamo indietro tutti quelli che la Chiesa ha rifiutato e vogliamo offrire loro protezione, cura e accettazione. Questo è un grande ministero e abbiamo intenzione di continuare con la nostra missione a chiediamo sia ai laici che ai preti spostati di unirsi a noi.»
Lettera
Pensate che Milingo sia meno vicino a Dio del Papa?
di Betta S. *
Ciao a tutti,
pensate che Milingo sia meno vicino a Dio del Papa? Pensate che Milingo sia meno in Comunione con Cristo e con la Chiesa di Roma, rispetto al Papa? Ha la coscienza pulita, si è posto coraggiosamente e SENZA IPOCRISIA vicino alla sofferenza umana. Ha avuto un grande Coraggio, che penso gli derivi dalla sicurezza di essere nel giusto. Si è mosso con una Forza che penso gli derivi da Dio.
Ha rivendicato dei diritti umani, come Cristo ha il coraggio di andare controcorrente rispetto a leggi umane, precetti di uomini, che non si conformano assolutamente alla Legge di Cristo, alla Legge di Dio, allo Spirito, al Vangelo e alle Sacre Scritture nella loro interezza, per riaffermare tutte queste cose.
Chi è più in comunione con la Chiesa di Roma :
chi amandola denuncia le cose che non si conformano al Vangelo,
o chi, amandola, accetta passivamente le cose che non si conformano al Vangelo?
Entrambi, potreste dirmi.
E infatti non è meno in Comunione con la Chiesa chi denuncia le cose che non si conformano a Cristo, rispetto a chi non le denuncia.
Anzi, proprio perché si è in comunione con la Chiesa, si denunciano le cose che non vanno.
A volte un eccessivo e tacito rispetto significa indifferenza. Quanto rispetto bigotto e quanta indifferenza, spesso, da parte di ipocriti maligni e sporchi in un cuore impietrito davanti a Dio e davanti ai fratelli.
Penso che Milingo abbia schiere di Santi e di Angeli dalla sua.
Prego che il suo slancio aiuti il cuore della Nostra Santa Madre Chiesa
Un caro saluto, da una persona dentro alla Chiesa che ama la Chiesa e che detesta quando la Chiesa non si conforma a Cristo.
Betta
*
www.ildialogo.org, Mercoledì, 27 settembre 2006
E Betta filava e filava la lana,
la lana e l’amianto
del vestito del santo che andava sul rogo
e mentre bruciava
urlava e piangeva e la gente diceva:
"Anvedi che santo vestito d’amianto"
E’ incorso nella scomunica «latae sententiae» prevista dal diritto canonico
Il Vaticano scomunica monsignor Milingo. Decisione dopo l’ordinazione 4 «vescovi sposati» negli Stati Uniti.
(www.corriere.it, 26.09.2006)
CITTÀ DEL VATICANO - Monsignor Emmanuel Milingo è «in una condizione di irregolarità e di progressiva aperta rottura della comunione con la Chiesa». Avendo ordinato quattro vescovi «è incorso nella scomunica latae sententiae prevista dal Canone 1382 del Codice di diritto canonico». Lo afferma una nota della sala stampa vaticana. La nota della sala stampa vaticana riferisce come la Santa Sede abbia «seguito con viva apprensione l’attività posta in essere di recente» da mons. Milingo «con una nuova associazione di sacerdoti coniugati, seminando divisione e sconcerto tra i fedeli». Informa, inoltre, che «esponenti a vario livello della Chiesa hanno invano cercato di contattare l’arcivescovo, per dissuaderlo dal proseguire in azioni che provocano scandalo, soprattutto nei riguardi dei fedeli che hanno seguito il suo ministero pastorale a favore dei poveri e dei malati».
L’ORDINAZIONE - Il vescovo africano ha ordinato ieri a New York quattro nuovi «vescovi» sposati, che appartengono al movimento «Married Priests Now» fondato negli Stati Uniti nel luglio del 2006 dallo stesso arcivescovo. A essere ordinati sono stati il Revverendo George Augustus Stallings, Jr., di Washington, Peter Paul Brennan, di New York, Patrick Trujillo, di Newark, N.J., and Joseph Gouthro, di Las Vegas. La diocesi di Washington, dove è avvenuta la cerimonia nella chiesa di Capitol Hill, ha reso noto di non riconoscere le ordinazioni di mons. Milingo. «Tali ordinazioni non significano niente per la Chiesa» ha detto la portavoce dell’arcidiocesi Susan Gibbs. Di fatto Milingo con la sua «fuga» da Zagarolo, nei pressi di Roma, dove viveva e celebrava messa è tornato ad aprire un conflitto con la Chiesa su quello che appare essere il suo vero terreno di scontro: il celibato sacerdotale. Secondo quanto afferma l’Associazione «Sacerdoti lavoratori sposati».
LA FUGA - L’8 settembre 2006 il prefetto della Congregazione dei Vescovi, il cardinale Giovanni Battista Re aveva inviato a Mons. Milingo una lettera di «ammonizione canonica» che invitava l’Arcivescovo emerito di Lusaka a scrivere, entro il 15 ottobre 2006, al Papa una lettera di «pentimento» per non incorrere nella «sospensione canonica» prevista dal diritto ecclesiale. Da ricordare che lo stesso Milingo si sposò con Maria Sung nel 2001 per poi rientrare nell’alveo della Chiesa di Roma grazie anche all’intervento di Tarcisio Bertone, allora numero due del card. Joseph Ratzinger alla Congregazione per la dottrina della fede.
LA SETTA - Se in passato quindi il problema di Milingo era legato alle cosiddette messe di guarigione, agli esorcismi, secondo una spiritualitá di forte impronta africana ma che aveva trovato un forte consenso anche in Italia, dopo il matrimonio contratto con Maria Sung, avvenuto grazie alla setta del reverendo Moon, Milingo torna all’attacco entrando in collisione con il Vaticano e rompendo in modo esplicito la regola del celibato.
26 settembre 2006
SCHEDA
Le pene previste dal Diritto Canonico
La scomunica di Milingo nel codice
L’arcivescovo Milingo e i quattro vescovi sposati ordinati dallo stesso Milingo sono incorsi nella scomunica latae sententiae, prevista dal canone 1382 del Codice di Diritto Canonico che così recita: «Il Vescovo che senza mandato pontificio consacra qualcuno Vescovo e chi da esso ricevette la consacrazione, incorrono nella scomunica latae sententiae riservata alla Sede Apostolica».
LA PENA - L’espressione latae sententiae (letteralmente «sentenze pronunciate, emesse») appartiene alla lingua latina ed è un termine tecnico del diritto canonico della chiesa cattolica per indicare una specifica modalità con cui possono venire comminate alcune pene canoniche. Consiste in una forma di comminazione della pena non legata a una dichiarazione, ma solo al fatto che si commetta lo specifico delitto per il quale il legislatore ha stabilito la pena latae sententiae
Nuovo scisma nella chiesa cattolica
Mons Milingo ordina 4 vescovi sposati
di Paola D’Anna *
Dunque mons. Milingo ha preso le sue decisioni, che, al momento, sembrano irrevocabili. Ieri 24 settembre 2006 Mons. milingo avrebbe ordinato 4 vescovi sposati membri del movimento Internazionale "Married Priests Now", da lui fondato negli Usa a luglio 2006. Sarebbero stati ordinati il Rev. George Augustus Stallings, Jr., di Washington, Peter Paul Brennan, di New York, Patrick Trujillo, di Newark, N.J., and Joseph Gouthro, di Las Vegas. George Augusts Stallings ha detto di essere stato ordinato validamente non solo Vescovo, ma anche Vescovo Cattolico Romano. La notizia giunge direttamente dagli USA attraverso internet e, al momento in cui scriviamo, non ci sono ancora reazioni da parte del Vaticano.
Ricordiamo che il cardinale RE aveva chiesto a Milingo un atto di pentimento ed un ritorno nella Chiesa Cattolica e di dare una risposta entro il 15 ottobre prossimo. Se la notizia dell’ordinazione di 4 vescovi sposati sarà confermata, il cardinale Re ed il Vaticano hanno avuto la risposta che non avrebbero mai voluto avere.
Significativo è anche il fatto che i 4 vescovi sono tutti americani. Evidentemente l’iniziativa di Milingo tende a sfruttare il forte discredito che la Chiesa Cattolica ha accumulato in questi anni con la gravissima vicenda dei preti pedofili anche fra gli stessi cattolici. Un clero sposato potrebbe recuperare quel credito che preti “falsi celibi” hanno fatto perdere alla chiesa Cattolica. Tutti probabilmente si aspettavano una iniziativa di Milingo verso l’Africa, sua terra di origine, ed invece lui si sta muovendo con grande disinvoltura nello scenario americano che sembra ad oggi essere il terreno più propizio per lo sviluppo della sua iniziativa.
Cosa succederà ora? La scomunica della autorità vaticane crediamo sia più che certa. Questo probabilmente avrà l’effetto di bloccare qualsiasi possibilità di discussione del problema dell’abolizione dell’obbligo celibatario per i preti cattolici di rito latino e ad incancrenire ancora di più la situazione.
Rileviamo, intanto, come in Italia è anche iniziata in grande stile la campagna di discredito mediatico di Mons. Milingo. Sempre ieri la RAI, durante una trasmissione sportiva molto seguita, ha mandato in onda uno sfottò veramente impietoso di Milingo e delle sue iniziative. Il che lascia supporre che nessuno spazio verrà dato a quanti, dall’interno stesso della Chiesa Cattolica, chiedono un ripensamento dell’obbligo celibatario che fa acqua da tutte le parti.
Per parte nostra continueremo a seguire tutta la vicenda e a sostenere l’abolizione dell’obbligo celibatario con o senza le iniziative di Milingo che, come tutte le iniziative di questo mondo, vanno valutate dai frutti che producono. Notiamo come il nuovo scisma sposti il problema, confonda ancora di più le acque, rende più difficile il confronto nelle comunità cattoliche, soprattutto europee. Ma su questo avremo modo di riflettere ancora.
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www.ildialogo.org, Lunedì, 25 settembre 2006
Preti e sposati con beneplacito ecclesiastico "Non siamo figli di una chiesa minore"
di ADISTA n. N.55 del 22-07-2006
33492. PIANA DEGLI ALBANESI (PA)-ADISTA. Il matrimonio come "grande dono" dello Spirito per il sacerdozio e per la Chiesa: hanno voluto raccontare così la loro esperienza i sacerdoti ‘uxorati’ (ovvero sposati) di Piana degli Albanesi, secondo la tradizione delle Chiese orientali accettata e sancita nella Chiesa cattolica attraverso il CCEO (Codex Canonum Ecclesiarum Orientalium) aggiornato nel 1991 da Giovanni Paolo II. Lo hanno fatto in un convegno, dal titolo "Il clero uxorato: una realtà della Chiesa cattolica" tenutosi il 7 e 8 luglio a Mezzojuso (Pa). Quella del clero sposato è un’antica tradizione ancora oggi viva nelle due diocesi italiane di rito bizantino, Piana degli Albanesi, appunto, e Lungro (Cs), in Calabria. Si tratta di due nuclei attorno a cui si è consolidata l’emigrazione albanese arrivata in Italia a partire dal XV secolo, in seguito all’invasione dei turchi. Parte di questi, provenienti in particolare dall’Albania meridionale (quella settentrionale era infatti di rito latino) erano di rito bizantino e fede ortodossa, ma disposti - a patto di poter conservare la propria tradizione cultuale - a tornare in comunione con la Chiesa di Roma. Nel corso di secoli, i cattolici di rito bizantino hanno dovuto affrontare una lunga battaglia contro i vari tentativi di "latinizzazione" operati da Roma, finché, nel XVIII secolo, iniziò il riconoscimento di queste comunità e del loro diritto a conservare la loro identità, fino alla Costituzione Etsi pastoralis di Benedetto XIV, del 1742. La tradizione da allora è ancora viva - anche se per lo più in silenzio - nelle due diocesi, dove si contano 20 sacerdoti ‘uxorati’, e in qualche caso isolato in parrocchie cattoliche di rito bizantino di Roma e Milano. Quello del clero uxorato è, nelle parole del vescovo di Piana degli Albanesi, mons. Sotir Ferrara, "un grande dono" "che prende origine dall’età apostolica e che la tradizione orientale ha mantenuto"; grazie al convegno, ha aggiunto, vogliamo permettere "ai nostri fedeli di essere consapevoli dei fondamenti teologici" di questa tradizione. I seminaristi - dopo i corsi di filosofia e teologia e prima dell’ordinazione sacerdotale - scelgono liberamente se rimanere celibi o sposarsi ma, in quest’ultimo caso, sempre in accordo con la tradizione orientale, non potranno raggiungere il rango episcopale. Secondo Basilio Petrà, della Facoltà teologica dell’Italia centrale, nel clero uxorato c’è un valore teologico che la Chiesa dovrebbe ripensare al di là dei limiti dell’esortazione apostolica del ‘92 Pastores dabo vobis, in cui si valorizza esclusivamente il valore del celibato per il sacerdozio ignorando la tradizione cattolica di rito orientale, relegata semplicemente a "soluzione disciplinare" di alcuni casi specifici. Un’esperienza "presente ed effettiva" nella Chiesa cattolica: per ripensare il celibato, ha detto Petrà, "non c’è bisogno di inventare nulla". Rimane il fatto, tuttavia, che molte Conferenze episcopali di Paesi occidentali non accettano di affidare, nelle proprie diocesi, al clero uxorato la cura pastorale dei propri fedeli. Anche per la Cei è così, mentre, secondo Petrà, un adeguato ripensamento del valore teologico del sacerdozio uxorato potrebbe aiutare a far cadere il pregiudizio contro il matrimonio dei preti anche nel rito latino. Demetrio Salachas, consultore presso la Congregazione per le Chiese Orientali e presso altri dicasteri pontifici, ha invece ricordato un altro dei limiti dell’attuale ordinamento: i sacerdoti sposati non possono essere ordinati al di fuori del loro territorio canonico, una limitazione che crea problemi, ad esempio, alla Chiesa uniate ucraina che non può per questo ordinare sacerdoti negli Stati Uniti, dove c’è una grande comunità emigrata. Nel corso del convegno anche la relazione di p. Pavlos Koumarianos, presbitero ortodosso della diocesi di Atene, e le testimonianze di sacerdoti e famiglie nella loro - almeno in Italia - inusuale esperienza. Ha raccontato uno dei sacerdoti sposati della diocesi: "È anche la moglie che, insieme al marito (e nel caso ai figli), sceglie, per così dire, la vocazione: è una vocazione condivisa da tutta la famiglia".
www.adista.it
Caso Milingo: interviene l’arcivescovo che l’aveva assistito spiritualmente (Avvenire, 15.07.2006)
roma «Nessuno può essere condannato senza essere prima ascoltato, ma monsignor Milingo non può nemmeno continuare a mettere alla prova la Chiesa all’infinito». Viene commentato così da monsignor Ennio Appignanesi il nuovo caso scoppiato in seguito alle dichiarazioni rese negli Stati Uniti dall’arcivescovo emerito di Lusaka. Il presule italiano conosce bene Milingo, poiché aveva ricevuto l’incarico di assisterlo spiritualmente a Zagarolo, dove lo stesso Milingo risiedeva dopo i fatti del 2001, che guarda caso si verificarono sempre d’estate (quando cioè le notizie sono più scarse). La dichiarazione di Appignanesi è la prima uscita pubblica di un esponente della gerarchia, dopo la cauta, ma netta dichiarazione della Sala stampa vaticana risalente a mercoledì. La nota ricordava come andassero «deplorate» le frasi attribuite da organi di stampa a Milingo, nel caso in cui risultassero vere. La posizione della Chiesa cattolica sul celibato dei sacerdoti è infatti ben nota, ricordava la breve presa di posizione. Intanto, però, da Washington continuano a rimbalzare nuove dichiarazioni di Milingo. Presentando la sua nuova associazione «Married Priests Now!», Milingo si è definito «l’apostolo dei preti sposati» e ha invitato i sacerdoti sposati di tutto il mondo a unirsi alla sua iniziativa (va comunque ricordato che il suo «matrimonio» con Maria Sung fu celebrato dal fondatore della setta dei «moonies», il cosiddetto reverendo Moon, e dunque non è valido). Il prelato, comunque, ha ribadito di essere «pienamente consapevole delle conseguenze del suo gesto» e a chi gli chiedeva se era disposto a incontrare il Papa, ha risposto: «Bisogna vedere quali sono le condizioni».
21 ottobre 2006 ore 13:32 / Maria luisa Boccuni
La mia risposta non e’ espressamente rivolta ad uno solo degli articoli del forum, tanto che non sapendo dove potrebbe essere collocata chiedo alla redazione di fare lei la scelta. Vorrei in verita’ rispondere a piu’ articoli da cui si evince una critica rivolta alla Chiesa Cattolica per il suo modo di agire nei confronti dei preti sposati. Vorrei rispondere soprattutto a chi continua a mettere in dubbio la leggittimita’ della castita’ nel sacerdozio e del relativo divieto alla somministrazione dei sacramenti da parte di persone sposate, dicendo che questo problema nasce da una profonda ignoranza della Mistica e dunque del tipo di scelta che comporta l’essere Sacerdote. Le valutazioni che molti preti sposati fanno sull’argomento, sono valutazioni che nascono e muoiono in una mentalita’ da Mondo e non di Dio, nella quale prevale piu’ il principio del non farsi mancare nulla (neanche le donne o il sesso in genere) anziche’ il rinnegamento di se stessi e dei propri agi per un "bene" piu’ grande del quale essere "canali" purificati dalle passioni. Quel che credo e’ che molti sacerdoti, pur essendo probabilmente chiamati dal Signore ad un compito nella Chiesa, non abbiano mai fatto l’esperienza viva dello S.Santo e per questo parlino piu’ da uomini che da mistici. Non abbiano chiaro, per esempio, che nel rinnegare deliberatamente la propria vita, come invita a fare Gesu’, ovvero rinnegando i propri bisogni umani e assimilando la propria vita a quella di Cristo che vinse ogni attaccamento, possano incarnare il mistero che porta al compimento dei miracoli compiuti da Gesu’. Egli poteva guarire le malattie e non scordiamocelo......cacciare i demoni! Cacciare i demoni e’ cosa divina che deve essere compiuta da sacerdoti Santi e non da sacerdoti che non vogliono rinunciare a nulla dei propri piaceri. Sacerdoti che vincano con Cristo le proprie passioni, e che con la medesima autorita’ di Cristo possano cacciare colui che vorrebbe poterli corrompere. Un sacerdote che non "imita" Cristo non puo’ nulla contro il Demonio ma anzi ne viene manipolato portando divisioni e guerre di potere. La conferma di questo ci viene nel negativo, da cio’ che sta’ accadendo allo stesso Milingo e nel positivo dall’esperienza vissuta da Sacerdoti Santi come Padre Pio, che i miracoli li facevano, osservando rigorosamente l’astinenza, l’ubbidienza, il digiuno, la castita’ e la mortificazione di ogni proprio bisogno umano. Tutto questo operato, non per incapacita’ a sapervi provvedere o per frustrazioni represse ma per Amore verso Dio e verso una umanita’ resa malata dalla non conoscenza di questo Amore. Essere dunque Sacerdoti non e’ un mestiere qualunque ma una missione che solo una vocazione speciale puo’ far vivere nella pace e senza frustrazioni. Le mani che dispensano l’Eucarestia, che impartiscono le benedizioni dunque, devono essere mani di persone rese divine (nel loro ministero) dalla scelta profonda e autentica di voler in tutto e per tutto incarnare l’Amore oblativo di Cristo sulla terra. Mi dispiace dunque dissentire dai molti che ragionano come se la Chiesa mancasse di misericordia nel non consentire certe liberta’ ai sacerdoti ma credo che questo giudizio nasca da una profonda ignoranza sul grande Mistero della Croce e piu’ in generale del perche’ Cristo si sia incarnato. Credo inoltre che certi Sacerdoti dovrebbero piu’ profondamente interrogare la propria coscienza chiedendosi se siano veramente disposti a questa imitazione e al rispetto delle condizioni che essa comporta e astenersi da prendere i voti se non sono piu’ che certi di amare Dio al di sopra della propria stessa vita. La gente si e’ allontanata dalla Chiesa non perche’ mancano sacerdoti ma perche’ mancano Sacerdoti Santi che siano testimonianza vivente dell’esistenza di Dio e di Cristo nella Chiesa e sulla terra. Se un po’ di Mussulmani o di credenti di altre religioni conoscessero piu’ Padri Pio o Madri Terese di Calcutta nella Chiesa Cattolica, forse accetterebbero di piu’ di dialogare con chi emana soprannaturale solo guardandolo. Ma questo purtroppo non avviene perche’ molti parlano di Dio ma pochi (anche tra i Cristiani) hanno fatto l’esperienza del Dio Vivo e presente tra di noi. Dico questo con profondo rammarico ma anche per dire a chi leggera’ questo articolo che Gesu’ Cristo non e’ solo qualcuno da andare a trovare la domenica a Messa, compiendo atti devozionali vuoti, ma qualcuno da "conoscere" e di cui toccare con man l’Amore nella vita reale. Qualcuno che non e’ lontano da noi e dalle nostre sofferenze, ma che risponde a chi con pazienza e umilta’ accetta di "piegarsi" a chiedere di poterlo incontrare. Per ritornare invece a quanto sta avvenendo a Monsignor Milingo, mi astengo da ogni giudizio poiche’ penso che per qualche sua debolezza umana e "provato" nello spirito come lo fu Padre Pio, sia caduto non riconoscendo il suo avversario in azione proprio contro di lui. Credo che il popolo Cristiano non debba scandalizzarsi oltre misura di quanto avvenuto e trarre invece conferma della verita’ Evangelica che svela la presenza e la potenza del maligno in azione nel mondo su chi non vigila. Perche’ il Signore abbia permesso cio’ proprio su Monsignor Milingo non so’ dirlo, cio’ che posso dire e’ invece di essere stata io stessa ad aver ricevuto una grazia tramite lui e di non riconoscere nelle parole che egli dice oggi il Monsignor Milingo frequentato a Zagarolo. E’ una persona diversa che ritengo sia offuscata e manipolata dal Maligno tramite le persone che lo circondano e molto bisognosa delle nostre preghiere.
Maria Luisa Boccuni