Italia-Francia 6-4 (In corso)
ultimo aggiornamento: 22:48 del 09/07/2006
di Nicola Apicella*
ITALIA CAMPIONE DEL MONDO, ITALIA CAMPIONE DEL MONDO, -ITALIA CAMPIONE DEL MONDO, ITALIA CAMPIONE DEL MONDO, -ITALIA CAMPIONE DEL MONDO, ITALIA CAMPIONE DEL MONDO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
GOL DI GROSSO!!!!!!!!
Tocca a Grosso
GOL DI SAGNOL!!!!!
Tira Sagnol
GOL DI DEL PIERO!!!!!!
Tocca a Del Piero
GOL DI ABIDAL!!!!!
Tocca a Abidal
GOL DI DE ROSSI!!!!!!
Tocca a De Rossi
SBAGLIA TREZEGUET!!!!! PALLA SULLA TRAVERSA!!!!
Tocca a Trezeguet
GOL DI MATERAZZI!!!!!!!
Sul dischetto Materazzi
GOL DI WILTORD!!!!!
Tocca a Wiltord
GOL DI PRILO!!!!!!!!!
Batte per prima l’Italia, con Pirlo
I rigoristi azzurri:Materazzi, Grosso, De Rossi, Del Piero e Pirlo
SI VA AI RIGORI!!!!!
16’Finiscono i supplementari
15’Inizia l’ultimo minuto
15’Wiltord in area di rigore, sulla destra, defilato, destro di controbalzo, palla alta
14’Concesso un minuto di recupero
13’Buona iniziativa di Del Piero, tocco dentro per lo scatto di Grosso, palla troppo lunga
12’Pirlo per Toni, c’è fuorigioco
10’Discesa di Grosso a sinistra, palla a destra, non c’è nessuno
9’Dai azzurri, tenute duro
8’Sale il coro di Berlino, Italia, Italia
7’Ammonito Malouda per proteste
5’Decisione giustissima, Materazzi avrà detto qualcosa ma il gesto di Zidane è stato davvero brutto
5’ESPULSO ZIDANE!!!!!!
4’Testata di Zidane a Materazzi!!!!!, resta a terra l’azzurro
2’Cambio nella Francia: fuori Henry, al suo posto Wiltord
1’De Rossi a terra dopo uno scontro con Malouda
1’Inizia il secondo supplementare, pallone giocato dall’Italia
L’Italia soffre, fisicamente soprattutto. La Francia prova a chiudere i conti, ha più benzina ma la difesa azzurra tiene. Soffriamo, loro in campo, noi a raccontare
15’Termina il primo supplementare, ancora 1-1
14’Occasione Francia: Sagnol da destra, cross in mezzo, ci va di testa Zidane ma Buffon è superbo e alza in angolo con la mano destra
12’Gioca meglio la Francia, ha più energie, ma l’Italia tiene, lotta
11’Dobbiamo stringere i denti
11’Trezeguet punta centrale, Henry si sposta a sinistra
10’Cambio nella Francia: Trezeguet prende il posto di Ribery
9’Francia vicina al gol: sponda di Henry per Ribery, destro appena dentro l’area, palla di poco a lato alla sinistra di Buffon. Ma che erischio
9’Azzurri stanchi, non riusciamo a ripartire quasi mai
7’Henry prova ad andarsene, lo ferma Cannavaro
5’Gattuso a terra dopo uno scontro con Malouda
4’Soffriamo, e molto
3’Libera Zambrotta sull’angolo di Zidane
3’Malouda insiste e conquista un angolo, da sinistra
2’Cross di Pirlo da destra, blocca senza problemi Barthez
1’La Francia attacca, l’Italia attacca ma forse è un po’ troppo bassa
Si parte: inizia il primo supplementare, palla giocata dalla Francia
Commento: molta Francia e poca Italia nel secondo tempo. -I transalpini hanno spinto molto, complice anche il calo azzurro. Francia pericolosa soprattutto a sinistra, meglio quando Lippi ha messo dentro forze fresche.
47’Termina il secondo tempo: 1-1, si va ai supplementari
46’Uscita di Buffon su tocco dal fondo di Ribery
45’Concessi due minuti di recupero
45’Inizia l’ultimo minuto
44’Pirlo per l’inserimento centrale di Iaquinta, lo chiudono Gallas e Thuram
42’Makelele prova il destro a giro dal vertice sinistro, palla alta sulla traversa
41’Cambio nell’Italia: Del Piero prende il posto di Camoranesi
41’Nuovo angolo per la Francia, da sinistra
41’Tocco dentro di De Rossi per Iaquinta, palla troppo lunga
40’Henry se ne va sulla sinistra, in area, tocco in mezzo, libera Materazzi
38’Zambrotta di petto mette in angolo, c’era Zidane in agguato
37’Torna a spingere la Francia
36’Zidane a bordo campo ma rientra subito sul terreno di gioco
35’Zidane a terra, colpo alla spalla
32’Destro di Pirlo su punizione dai 35 metri, palla di poco a lato alla destra di Barthez
31’Ammonito Diarra, che prime evidentemente non era stato ammonito come invece segnalato
30’Palla morbida in mezzo, non ci arriva nessuno
30’Punizione Francia, siamo a sinistra, zona d’attacco
29’Si riprende Toni
28’Toni a terra, colpo al piede
27’La Francia spinge di più, è più brillante, l’Italia soffre ma prova a farsi vedere di tanto in tanto
26’Buffon smanaccia sulla punizione da sinistra
25’Punizione per la Francia da sinistra, in zona d’attacco, fallo di Cannavaro su Ribery
24’Destro di Ribery dalla distanza, palla sul fondo
24’La spinta francese è un po’ calata
21’Francia sempre pericolosa, Italia che sembra più equilibrata con i nuovi ingressi
20’Malouda prova il sinistro dal vertice sinistro, palla a lato
19’Toni al limite, prova il destro, respinto
18’Henry, uno contro uno con Cannavaro, destro appena dentro l’area, respinge Buffon
17’Toni va in gol ma l’arbitro annulla per posizione di fuorigioco. Decisione giusta
16’Doppio cambio nell’Italia: entrano De Rossi e Iaquinta al posto di Totti e Perrotta
16’Ammonito Diarra per un fallo su Totti
14’Azzurri senza idee in questa ripresa
14’Lippi ha spostato Perrotta a destra e Camoranesi è stato portato a sinistra
13’In pratica si sta giocando ad una sola metà campo
13’Il pallino dle gioco è tutto in mano alla Francia
13’Zidane ci prova al volo dal limite, respinge la difesa
11’Cambio nella Francia: Diarra prende il posto di Vieira
11’Si è stirato Vieira
10’Problema per Vieira
10’Malouda sfonda a sinistra, arriva in area, palla dentro, non ci arriva Ribery, copre bene Grosso. Che sofferenza per gli azzurri
9’L’Italia non riesce più a uscire
8’Contropiede Francia, pericolo Italia: Zambrotta chiude su Malouda in area che era stato pescato da Zidane libero a sinistra. Ci va di lusso perché quello di Zambrotta sembrava davvero fallo
8’Perrotta in area non riesce a toccare indietro per Grosso
7’Ancora Henry in area, Cannavaro lo ferma in due tempi, soffre l’Italia
6’Buon inizio di secondo tempo della Francia
5’Henry scatenato, non lo fermano, se ne va a tre in area, a destra, palla in area, Zambrotta salva in angolo
4’Mischia in area francese, Cannavaro non riesce a colpire di testa, gioco fermo per fuorigioco
4’Angolo Italia, da sinistra, lo ha procurato Grosso
3’Malouda prova a correre sulla sinistra, ottima chiusura di Zambrotta che subisce anche fallo
1’Grande azione di Henry, fa fuori Gattuso, poi Cannavaro, in area a sinistra, tocco di destro, blocca Buffon
1’Nessun cambio nel corso dell’intervallo
Ripresa: inizia il secondo tempo, pallone giocato dalla Francia
*
www.repubblica.it, 09.07.2006
VIVA, VIVA L’ITALIA!!! LUNGA VITA ALL’ITALIA: "RESTITUITEMI IL MIO URLO"!!!
Italia Germania finisce 6-7, sfuma ai rigori il sogno azzurro
Sbagliano dal dischetto per gli Azzurri Pellè, Zaza. Bonucci e Darmian
di Redazione ANSA *
BORDEAUX 03 luglio 2016. Germania in semifinale di Euro 2016: l’ Italia è stata sconfitta 7-6 dopo i calci di rigore. tempi regolamentari ed i supplementari si erano conclusi sull’1-1.
(LE FOTO E LE PAGELLE)
GRAFICI e CRONACA
’Mi dispiace per i ragazzi, hanno dato tutto quello che avevano contro una squadra fortissima. Peccato, potevano andare avanti noi’’: così ai microfoni di Rai Sport il ct azzurro Antonio Conte (VAI). ’’L’unico rimpianto è di avere perso ai rigori - aggiunge - Questi ragazzi ci hanno messo impegno, orgoglio e amore per la maglia, hanno dato tutto quello che avevano. Bilancio? li fanno gli altri. Sono contento di aver fatto questa esperienza. Questa panchina regala sempre grandi emozioni. Non è un addio, un arrivederci’’.
Bonucci "Fa male uscire così" - "Fa male uscire così, perche abbiamo avuto tante occasioni per chiudere i rigori. I tiri dal dischetto sono una lotteria ma loro sono stati più bravi nell’ultimo, usciamo a testa alta": così Leonardo Bonucci dopo l’eliminazione dell’Italia dall’Europeo. "Sono stato contento di aver fatto parte di questo splendido gruppo - aggiunge il difensore azzurro a Sky - Questa è stata la nostra forza, abbiamo tenuto testa ai campioni del mondo e questa è la nota positiva".
(LA DELUSIONE IN CAMPO E SUGLI SPALTI)
Sequenza rigori: Insigne, realizzato; Kroos, realizzato; Zaza, sbagliato; Mueller, parato; Barzagli, realizzato; Ozil, sbagliato; Pelle’, sbagliato; Draxler, realizzato; Bonucci, parato; Schweinstiger, sbagliato; Giaccherini, realizzato; Hummels, realizzato; Parolo, realizzato; Kimmich, realizzato; De Sciglio, realizzato; Boateng, realizzato; Darmian, parato; Hector, realizzato.
* ANSA, 03.07.2016 (ripresa parziale).
Ricevuti al Quirinale tutti gli azzurri che hanno vinto una medaglia d’oro nel 2005-6. In prima fila i giocatori della Nazionale che ha trionfato ai Mondiali di Germania
I campioni dello sport da Napolitano. "Con i successi avete scacciato le ombre" *
ROMA - "Lo sport sia esempio per un confronto politico pacato". E’ l’auspicio espresso dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ricevendo nel salone dei Corazzieri del Quirinale le atlete e agli atleti delle discipline olimpiche che hanno vinto l’oro a un Campionato del Mondo del 2005 e del 2006. A tutti il capo dello Stato ha conferito una medaglia della presidenza della Repubblica. In prima fila gli azzurri della Nazionale di calcio che ha trionfato in Germania la scorsa estate. A loro Napolitano ha detto: "Ho vissuto personalmente l’emozione della finale di Berlino. Una vittoria che ci ha inorgoglito e che con la sua luce ha scacciato le ombre che erano calate sul mondo del calcio".
"Lo sport e il coordinamento delle politiche sportive - ha sottolineato ancora il Presidente - possono rappresentare un campo dove realizzare quel clima di confronto più pacato e costruttivo tra le forze politiche che ho invocato anche nel mio messaggio del 31 dicembre’’.
All’udienza in Quirinale hanno partecipato anche il ministro per lo sport Giovanni Melandri e il numero uno della Fifa Joseph Blatter. Su un grande tavolo piazzato a un lato del salone sono stati sistemati tutti i trofei vinti dagli sportivi azzurri in questi due anni.
Il primo a prendere la parola nel corso della cerimonia è stato il presidente del Coni Gianni Petrucci che ha voluto innanzitutto ringraziare tutti gli atleti presenti per i loro successi e ha poi definito Napolitano "il capitano ideale di questa rappresentativa". "Se noi riuscissimo a fare più sport nella scuola - ha aggiunto - dove potremmo arrivare? Senza presunzione, potremmo essere primi al mondo".
* la Repubblica, 8 gennaio 2007.
ANNAN: «IL CALCIO PER UN MOMENTO HA UNITO TUTTO IL MONDO» ROMA 12 luglio 2006 16.14 *
Il segretario generale dell’Onu Kofi Annan sottolinea come sia giusto essere «molto orgogliosi» della nazionale azzurra e del calcio in generale, perchè «per un momento ha unito tutto il mondo e l’Italia ha dimostrato - dice nel corso dell’audizione informale che sta tenendo al Senato davanti alle Commissioni congiunte di Palazzo Madama e Montecitorio - che i giocatori di calcio possono fare un grande impresa».
«Vorrei congratularmi con tutti voi per il grande successo della vostra squadra in Germania. I vostri giocatori non solo hanno portato a casa la Coppa del Mondo, ma anche mostrato ripetutamente perchè il calcio sia un gioco così appassionante», ha ripetuto. «Come segretario generale dell’Onu capisco questi sentimenti», perché «rappresento - dice Annan - un’organizzazione che rappresenta i sogni di tutti i popoli. Le Nazioni Unite sono vitali per il mondo non meno del calcio per un tifoso italiano».
Kofi Annan, poi, non manca di fare un riferimento alla sua squadra, il Ghana, di cui si sente orgoglioso anche se, ammette, non ha raggiunto «un grande successo».
*
www.avvenire.it, 12.07.2006
Il presidente Napolitano: "Quando la Nazionale ha vinto, dentro di me ho fatto un salto altissimo. Sono stati straordinari" "In questo orgoglio nazionale l’Italia recupera serenità" Nel cassetto un po’ di corni li ho, ma non li ho portati a Berlino Prima di partire ho chiesto a Prodi di prestarmi il famoso Fattore C di EZIO MAURO*
Napolitano con Cannavaro dopo la vittoria al Mondiale "HO ALZATO gli occhi dal campo un minuto prima dell’ultimo rigore, quello decisivo, mentre Grosso stava sistemando la palla sul dischetto. Quello stadio magnifico, le bandiere tricolori, l’urlo "Italia, Italia". Ero felice di esserci, di rappresentare il nostro Paese, la sua gente. Non avevo né amuleti né superstizioni: mi sono semplicemente fidato della squadra. Poi il tiro, il goal, e la festa, una festa incredibile. Una grande gioia, un grande orgoglio. E’ una bella cosa per l’Italia, tornare a casa con la Coppa del mondo".
Giorgio Napolitano è al Quirinale dopo il viaggio a Berlino, l’incontro con gli azzurri nell’ultimo allenamento, la partita vista dalla tribuna d’onore e la festa del trionfo negli spogliatoi. Un Capo dello Stato lontano dalla retorica e soprattutto dal populismo, abituato a gesti sobri, all’autocontrollo, ad un’interpretazione fortemente istituzionale del suo ruolo. Ma dodici ore dopo la conquista della Coppa, il presidente rivela la sua profonda partecipazione, di cittadino, di appassionato e di tifoso dell’Italia: "Le dirò la verità. Tutti attorno a noi saltavano e ballavano, come impazziti di gioia. E io, dentro di me, quando l’Italia ha vinto ho fatto un salto altissimo, come non mi sarei mai immaginato".
Presidente, prima di andare a Berlino ha fatto calcoli, ha studiato i precedenti, ha valutato prudenza e convenienza oppure ha deciso d’impulso? "Non ho avuto dubbi. All’inizio non ci avevo pensato, questi campionati sono avventure lunghe e difficili, come scalare una montagna. Poi, via via, tutti abbiamo capito che potevamo giocarcela, stavamo crescendo, potevamo arrivare fino in fondo. Infine, la sera della vittoria con la Germania ha chiarito tutto. Era assolutamente giusto che io fossi a Berlino con la nostra squadra che giocava la finale nel Campionato del mondo, un evento eccezionale, anche se ne avevamo già vinti tre".
E durante la partita non ha mai avuto dubbi di aver fatto la scelta giusta? "Mai. Esserci è stato bellissimo, e non solo per la vittoria. Ma tutta la giornata è stata straordinaria, al di là del colore e dell’enfasi. Ho visto molti italiani per strada a Berlino, i nostri colori dovunque, e soprattutto dentro lo stadio si percepiva molto spirito di squadra. I francesi gridavano: "Zidane, Zidane". Noi invece urlavamo: "Italia, Italia". C’è una differenza, e io credo che sia positiva per noi. Paradossalmente, il fatto di non avere in questo Mondiale un’individualità di spicco, un campione indiscutibilmente sopra gli altri, ci ha dato una squadra".
C’è un simbolo di questo spirito di squadra, per lei? "Potrei dire l’allenatore, che ha formato il gruppo. Ma dico Grosso, un ragazzo totalmente sconosciuto al grande pubblico internazionale che pure conosce tutti i campioni attraverso i satelliti, le coppe, gli spot. Grosso giocava in serie C fino a pochi anni fa, e ha fatto goal decisivi. La squadra, come la intendo io e non solo nello sport, è questa".
Le hanno fatto i complimenti in tribuna? "C’è stato molto fair play, e molta simpatia per l’Italia, anche prima del risultato. Dunque genuina, spontanea, e gratuita, fin dal ricevimento offerto dal presidente Kohler per i Capi di Stato e di governo presenti a Berlino. Con Chirac non ci eravamo ancora visti dopo la mia nomina, e allora abbiamo rievocato vecchi incontri quando ero ministro dell’Interno. Prima dell’inizio lui mi ha detto "vinca il migliore", la formula classica, poi alla fine si è felicitato, con un bel sorriso. Ho salutato anche il terribile Platini che aveva fatto quell’intervista abbastanza orribile per gli azzurri, e gli ho detto che speravo non fosse troppo amareggiato: "no, no - mi ha detto - nessuna amarezza, chi vince i Mondiali li merita"".
E’ questo che lei ha detto a Lippi? "Lo avevo sentito l’altra sera in televisione: "non vogliamo sentirci dire che siamo stati bravi comunque, l’unica cosa che conta è vincere". Allora, quando sono andato sul campo alla fine dell’allenamento, l’ho salutato così: "Lippi, so che lei non vuole, dunque per ora non le dico che siete stati straordinari". Così dopo la partita nello spogliatoio ho potuto riprendere il discorso proprio da lì: "Adesso glielo posso dire, siete stati straordinari dall’inizio alla fine e la freddezza con cui i cinque italiani hanno tirato i rigori è un vero esempio di autocontrollo: complimenti"".
Quei rigori lassù in tribuna le hanno fatto paura? "Ma io ho avuto paura, sinceramente, durante tutto il secondo tempo, perché nel primo l’Italia ha giocato benissimo, ha reagito al rigore con grinta e poteva anche fare un secondo goal. Poi nel secondo tempo c’è stato un calo, e ho cominciato a temere il peggio. Per i rigori, dico la verità, non avevo quell’ossessione che provano molti, non li vedevo come una maledizione. La cancelliera Merkel, che è simpaticissima, mi ha detto che a tre minuti dalla fine del match con la Germania Prodi le ha confidato di odiare i rigori, e immediatamente l’Italia ha segnato: cosa che l’ha colpita moltissimo. E’ il famoso "Fattore C", come si dice. Prima di partire ho pregato Prodi di prestarmelo".
E davvero nessun’altra scaramanzia napoletana? "Guardi, io qui nel mio cassetto un po’ di corni li ho. Ma non ne ho portato nessuno a Berlino. Ho voluto affrontare la prova, come dire, a mani nude".
Qual è il calciatore azzurro che le piace di più? "Quel Cannavaro è formidabile. E’ stato un pilastro in tutte le partite, e anche domenica sera. In più è di Fuorigrotta, il collegio in cui sono stato eletto nel ’94, insomma per me un motivo di simpatia e di vicinanza particolare. E poi Grosso, che quando segna ha la felicità dipinta sul volto da ragazzo".
Ma lei è un vero appassionato di calcio? "Io guardo le partite in televisione come tutti, come tanti, e siccome sono un vecchio abbonato Rai non ho il satellite Sky come gli ultratifosi. Da parecchi anni ho vissuto il calcio anche attraverso mio figlio che da bambino è stato un tifoso sfortunato della Lazio ed è diventato un gran competente. E’ professore di Diritto amministrativo, ma si è occupato molto anche di Diritto dello sport, è membro della Camera arbitrale del Coni: diciamo che me lo sono portato dietro come esperto".
C’è qualche campione a cui lei è legato? "Ma sa, sono i campioni della mia generazione, come capita a tutti da ragazzo. Te li porti dietro tutta la vita. Poi, io sono stato folgorato da Maradona. Non solo perché giocava nel Napoli, ma perché veramente è stato un campione straordinario. E poi, chi ricorda quella notte dello scudetto sa che è indimenticabile".
Domenica c’è stato il dramma di un altro grande campione, Zidane. Lei dalla tribuna come ha visto il gesto folle del francese? "Noi avevamo lo sguardo sull’altra metà del campo, dov’era il pallone. Non abbiamo capito cos’era successo. Poi Angela Merkel si è alzata, è andata ad informarsi e ci ha raccontato la testata. Ma la folla dello stadio, in larga parte, non sapeva nulla. Ecco perché quel fischio ininterrotto dei francesi fino ai rigori, contro di noi. Non sapevano la ragione, che era una brutta ragione, del cartellino rosso, e lo hanno preso come un’offesa sanguinosa. Invece l’arbitro aveva deciso giustamente. E a mio avviso sarebbe stato meglio mandare un replay di quell’episodio sul maxischermo dello stadio. Così tutti avrebbero capito cos’era successo".
Presidente, che ricordo le resta della notte di Berlino? "Quei ragazzi in festa con la Coppa in mano. Poi tutti i complimenti per la vittoria dell’Italia, tante strette di mano. E mi ha fatto molto piacere, devo dire, rivedere molti amici e salutarne dei nuovi: il presidente finlandese, il Cancelliere austriaco, il primo ministro del Lussemburgo, un po’ di vecchie conoscenze socialdemocratiche tedesche... Ho visto il vecchio amico Henry Kissinger, che è stato affettuosissimo: "E pensare - scherzava - che per alcuni anni mi sono adoperato per tenervi fuori dagli Stati Uniti. Sono contento della tua elezione, veramente è il culmine di una vita passata in politica"".
Lei ha detto che la Coppa aiuterà il Paese. Perché? "Non è retorica, è qualcosa che io penso. In questa festa popolare con gli applausi del mondo, in questo orgoglio nazionale c’è un recupero di serenità, di tono del Paese. Lasciamo pure stare i calcoli sulla ricaduta positiva sul Pil, che mi auguro siano corretti, ma certo questa vittoria mondiale fa bene al Paese. Guardi la riscoperta della bandiera nazionale. E’ una cosa molto importante, e qui c’è veramente un grande merito di Ciampi. Insomma, è una bella festa. Poi, come ho detto a Berlino, è bene non dimenticare che ci sono altri campionati da vincere". (11 luglio 2006)
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WWW.REPUBBLICA.IT, 11.07.2006
"Non salto bene come Pertini ma è come se l’avessi fatto": OMAGGIO DEL NOSTRO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NAPOLITANO ALL’ALTRO MITICO PRESIDENTE DEI MONDIALI DEL 1982, SANDRO PERTINI !!!
Il capo dello Stato negli spogliatoi per salutare gli azzurri "Sono emozionato, ho fatto il bagno di sudore e aranciata" Napolitano sulle orme di Pertini "Un successo che serve all’Italia"*
ROMA - Ha sofferto in tribuna. E’ stato vicino ai giocatori. E adesso, a titolo conquistato, il capo dello Stato, Giorgio Napolitano si concede una visita negli spogliatoi "bagnata" da spruzzi di aranciata. E’ grande la gioia del presidente della Repubblica. Tocca a lui continuare la tradizione inaugurata da Sandro Pertini 24 anni fa. Accompagnare l’Italia verso la coppa del Mondo. "L’Italia ha conquistato una vittoria che dà un senso di orgoglio e di identità nazionale che è fondamentale per tenere in piedi questo paese che ha tanti problemi" dice il presidente all’uscita dagli spogliatoi.
E la festa in Italia? "Non ne ho mai dubitato, stanotte non so se arrivato a Ciampino riuscirò ad arrivare in centro a Roma" dice il presidente. Che si lascia andare ad elogi per il gruppo Lippi: "E’ una squadra che è cresciuta via via, gli osservatori stranieri più competenti di me da un pezzo dicevano di non aver mai visto un’Italia così". Infine un paragone con Pertini e la sua memorabile esultanza dopo la vittoria in Spagna ’82. "Non salto bene come Pertini ma è come se l’avessi fatto - scherza Napolitano-. Ciò che abbiamo esportato qui è quello che vorremmo esportare sempre". (10 luglio 2006)
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WWW.REPUBBLICA.IT, 10.07.2006
MONDIALI 2006 ED ...ECONOMIA: affrontare col giusto spirito una fase molto difficile; 10 volte evviva, ma si vince con il ’rigore’ !!!
Ma con la vittoria il Pil non crescerà
di Tito Boeri*
Sostiene Ringhio Gattuso che una finale di un campionato del mondo vale come 10 finali di Champions League. Potremo allora gioire per 10 sere di fila. Ma non illudiamoci: non servirà questa vittoria per la crescita della nostra economia, i gol della nazionale di calcio non ci avvicineranno come d’incanto agli ambiziosissimi obiettivi del Documento di Programmazione Economica e Finanziaria presentato approvato venerdì scorso dal Consiglio dei ministri. Al posto delle lacrime e sangue promesse in quelle 180 pagine, non assaporeremo solo il dolce gusto della rivincita per la beffa degli Europei del 2000. Se mai, questa vittoria ci servirà per affrontare col giusto spirito una fase molto difficile, essendo coesi, facendo gruppo, come hanno fatto i nostri ai Mondiali di Germania.
Troppi giornali, molti ministri, forse lo stesso Ecofin in conflitto di interessi, hanno voluto dare credito ad uno studio dell’ufficio economico della banca olandese Abn-Amro, diffuso al solo scopo di farsi pubblicità. Vi si narra degli effetti di una vittoria dell’Italia ai Mondiali, attribuendo alla nostra economia uno 0,7 per cento di crescita in più nel caso in cui la squadra allenata da Lippi avesse vinto la finale di Berlino. Abituati agli zero virgola zero degli ultimi tempi, sembra una manna. Il problema è che lo studio di Abn-Amro non cerca di isolare l’effetto della vittoria sulla crescita, dopo aver tenuto in considerazione l’effetto di tutti gli altri fattori che determinano la performance di un’economia. Finisce così per attribuire alla vittoria ai Mondiali virtù taumaturgiche, l’effetto di avvenimenti che non hanno nulla a che vedere con il calcio.
Per verificare la congruità della previsione di Abn-Amro, basta paragonare la crescita del Pil nel Paese vincitore l’anno immediatamente precedente i Mondiali, l’anno dei Mondiali e l’anno successivo. Lo abbiamo fatto sul sito www.lavoce.info. Questo confronto ci dice che i Paesi vincitori crescono di meno nell’anno dei Mondiali rispetto a quanto siano cresciuti tanto nell’anno precedente quanto nell’anno successivo. Tutto ciò contraddice la conclusione di Abn-Amro, ma non costituisce ancora una prova. Potrebbero infatti non essere solo i Mondiali a causare differenze nei tassi di crescita di un’economia in tre anni diversi per paesi diversi. Meglio allora confrontare la crescita del Pil del Paese vincitore con quella del Paese finalista perdente. Questo permette di tenere conto di fenomeni globali, comuni sia al Paese vincitore che a quello perdente. Bene, anche in questo caso i dati non danno ragione alla tesi di Abn-Amro: la crescita nel Paese vincitore dei Mondiali è addirittura inferiore in media a quella della squadra finalista perdente.
Morale della favola: 10 volte evviva. Si vince con il rigore.
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www.lastampa.it, 10.07.2006
Ecco la Coppa, festa a Roma: «L’Italia è impazzita» *
Un charter pavesato con le foto dei campioni del mondo stampate sul portellone e le bandiere dell’Italia e della Germania sull’altra fiancata. Un tricolore autografato che all’arrivo spunta dal finestrino del pilota. Tornano a casa così gli azzurri reduci dalla notte berlinese. Con le frecce tricolori che scortano l’aereo fino a Pratica di Mare e disegnano in cielo una nuova coreografia a forma di cuore.
Per primo esce Fabio Cannavaro, alzando, ancora una volta, la coppa. «Era un sogno, ma ora è una bella realtà - dice - Abbiamo visto le immagini in tv, l’Italia è impazzita, ci siamo resi conto di aver compiuto un’impresa storica». Subito dietro Marcello Lippi e tutta la squadra.
Cinquemila tifosi hanno accolto la squadra all’aeroporto militare alle porte di Roma. Un corteo di auto e motorini l’ha scortata fino a Roma. E tanti, tanti altri la attendono nella serata di festa organizzata nella capitale, fino al bagno di folla del Circo Massimo. Centinaia di migliaia di persone in piazza.
A palazzo Chigi il ringraziamento di Prodi e del governo. Tutti abbracciati a cantare l’inno di Mameli. Poi la premiazione da parte del premier Romano Prodi e il suo grazie alla squadra: «Ci avete dato la gioia di vincere con il gioco di squadra. Vi devo manifestare un senso di gratitudine - afferma il premier - Grazie per aver dimostrato alle giovani generazioni che le vittorie si ottengono con la fatica. Grazie per aver ridato al calcio, attraversato da una tempesta senza pari, la dignità che merita».
Mondiali: due morti durante i festeggiamenti Un ventenne a Rapallo e un sedicenne nel salernitano (La Stampa, 10/7/2006)
Si tinge di nero la vittoria dei mondiali di Calcio. Nella notte due giovani hanno perso la vita durante i festeggiamenti.
A Rapallo un giovane di 20 anni e un suo amico della stessa età hanno deciso di fare un giro in gommone e dirigersi da Rapallo a Santa Margherita Ligure. Però durante la traversata i due ragazzi sono caduti in mare. Secondo le ipotesi più probabili, nel cercare di risalire sulla barca uno dei due potrebbe essere stato colpito dal motore, mentre l’altro è riuscito a issarsi sul gommone e a dare l’allarme. L’incidente è accaduto verso l’una di questa notte e il cadavere del giovane è già stato avvistato.
Un ragazzo di 16 anni è morto a Buccino, nel salernitano. Luigi Salimbene era in auto con amici e si era sporto con il corpo fuori dal finestrino della vettura per sventolare la bandiera tricolore. L’auto è sbandata per motivi ancora da accertare, poi si è ribaltata e il ragazzo è rimasto schiacciato. Inutili i soccorsi; trasportato all’ospedale di Oliveto Citra, il 16enne vi è arrivato cadavere. Il sindaco di Buccino Nicola Parisi ha annunciato per domani - giorno dei funerali del ragazzo, dopo l’autopsia di rito - una giornata di lutto cittadino.
SVASTICHE A ROMA Napolitano: «OCCORRE VIGILARE»*
Interviene anche il capo dello Stato Giorgio Napolitano sulle svastiche che martedì notte hanno ricoperto serrande e portoni a Portico d’Ottavia, a Roma, nel quartiere dell’ex ghetto ebraico. È stato un raid notturno durante i festeggiamenti per i Mondiali. Coperti dal tripudio nelle strade un gruppo di estremisti di destra ha tappezzato negozi e muri del cuore della comunità ebraica romana di svastiche, croci celtiche e scritte.Giorgio Napolitano ha espresso al rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, la viva solidarietà alla Comunità ebraica di Roma, colpita da gesti «che confermano - si legge in una nota del Quirinale - la necessità di un impegno conseguente sul piano della vigilanza da parte delle autorità preposte al rispetto della legge e della mobilitazione culturale e civile contro ogni rigurgito di antisemitismo e razzismo».
«Mi vergogno da italiano», ha detto da parte sua il ministro dell’Interno Giuliamo Amato in visita alla sinagoga. «Non ci dovrebbe essere ragione di questa preoccupazione - aggiunge - ma invece c’è. Basta una notte di festeggiamenti, perché la nazionale ha vinto i campionati del mondo, che qualche imbecille arrivi nel ghetto e scriva cose inammissibili». Il sindaco di Roma Walter Veltroni ha annunciato che le scritte verranno subito cancellate. Per il segretario di Rifondazione comunista Franco Giordano, «avevamo purtroppo visto giusto quando abbiamo denunciato il ritorno in Europa e in Italia di rigurgiti antisemiti».
Già nella prima notte di festeggiamenti per la vittoria mondiale dell’Italia, a Roma si erano registrati incidenti fra tifosi e forze dell’ordine in Piazza Campo de’ Fiori, con lanci di oggetti e cariche. «Si tratta di un centinaio di delinquenti - ha detto il prefetto di Roma Achille Serra - che poi sono gli stessi che provocano gli incidenti allo stadio. Purtroppo il divertimento di questi criminali è quello del lancio di oggetti contro le forze dell’ordine».
Martedì sono intervenuti sulla vicenda anche il presidente della Camera Fausto Bertinotti e quello del Senato Franco Marini, stigmatizzando quanto avvenuto al ghetto di Roma.
www.unita.it, Pubblicato il 11.07.06
La ripetitiva banalità del male
Come ci ricorda Hannah Arendt, è la banalità del male ad essersi incarnata in Adolf Eichmann, non uno spirito maligno superiore. La stessa banalità retriva, ripetitiva, forse fiera della propria ottusa irragionevolezza che fa tracciare svastiche e scritte antiebraiche sui muri del ghetto di Roma la sera del dì di festa, quando a centinaia di migliaia le persone sciamavano per le strade per godere della gioia circense del trionfo azzurro in Germania.
E importa davvero poco se quelle scritte, quei segni cabalistici che rimandano alla destra eversiva, quelle rune, quelle svastiche fossero in numero limitato, come qualcuno ha fatto osservare: ne basta anche una sola di svastica, un solo accenno ai Lager, ai forni crematori per riaccendere la coda di quella bestia mai completamente doma che è l’antisemitismo.
Episodi di inqualificabile intolleranza punteggiano da anni tutta Europa: ora un cimitero devastato, ora una lapide alla memoria, ora un’aggressione fisica. Accade nella civilissima Francia, accade in Germania, nella ultratollerante Olanda, accade nella patria della democrazia, la Gran Bretagna e purtroppo anche da noi. Qualcuno, semplificando, tende a giustificare le manifestazioni antiebraiche mettendole in relazione con la politica di Israele - soprattutto durante il predominio del Likud (ora in gran parte rimpiazzato da Kadima) - ma si tratta quasi sempre di una falsa prospettiva: l’antisemitismo d’accatto, quello cioè che viene dalle viscere, dalle profondità difficilmente sondabili del malanimo collettivo, è frutto di retaggi antichi più che di considerazioni attuali.
Abbiamo addirittura il sospetto che talvolta al velo dell’ignoranza che copre come un manto opaco i gesti e l’idiozia di chi scribacchia sui muri o spezza le lapidi nei cimiteri si sommi una sorta di transfert semantico, grazie al quale la svastica, la croce celtica, il richiamo nazista Sieg heil! non siano altro che slogan, vezzi fonetici buoni per gli stadi, e spressioni ortografiche prive del loro senso reale. Ma ciò è ancora peggio. Significa cioè che la cultura dell’antisemitismo si è fusa in profondità con il lessico ordinario, creando una sotterranea ma non meno pericolosa (proprio perché spesso tollerata) intolleranza.
Ed è su questo versante che è necessario intervenire. La memoria - vien da dire - dovrebbe essere la medicina permanente, perché inasprire le pene raramente serve davvero. Ma la memoria da sola non basta. Occorrono soprattutto le parole (le più alte, ieri, sono venute dal capo dello Stato). Ci piacerebbe che chi l’altro giorno ha tracciato quelle scritte sui muri di Roma leggesse (sempre che sia in grado di leggere) queste: «Per tutti gli anni che ci hanno rubato, che hanno rubato a milioni di uomini, donne, bambini - specialmente bambini! - che sono rimasti nei campi. Quanti anni, decine, migliaia, milioni avrebbero ancora da vivere? Quanti anni di vita sono andati in fumo nei forni crematori dei Lager, nel più mostruoso furto della storia?» Sono le parole di una sopravvissuta all’internamento a Auschwitz-Birkenau, una donna qualunque, romana, che oggi non c’è più. Per sua fortuna, verrebbe quasi da dire. Almeno non ha avuto il dispiacere e l’orrore di dover leggere quelle scritte sui muri e sentirle graffiare nel suo cuore.
Giorgio Ferrari, Avvenire 12 luglio 2006