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USA. Il tenente obiettore Ehren Watada rischia la corte marziale. Lettera di solidarietà di Maria G. Di Rienzo

giovedì 7 settembre 2006.
 
[...] Il giudice militare per le udienze preliminari, tenente colonnello Mark Keith, pur affermando di crederlo "sincero nei suoi convincimenti" e di essere d’accordo con la tesi presentata dalla difesa, ovvero che "ogni ufficiale ha il dovere di valutare la legalita’ degli ordini ricevuti", ha aggiunto che la "complessita’ delle leggi statunitensi ed internazionali rende molto difficile agli ufficiali dell’esercito determinare la legalita’ delle operazioni di combattimento ordinate dal presidente degli Usa, nonche’ comandante in capo, ne’ dovrebbero tentare di farlo" [...]

UNA LETTERA DI SOLIDARIETA’ CON EHREN WATADA

di MARIA G. DI RIENZO *

Il tenente obiettore Ehren Watada potrebbe comparire di fronte alla corte marziale in autunno (forse ai primi di novembre).

Il giudice militare per le udienze preliminari, tenente colonnello Mark Keith, pur affermando di crederlo "sincero nei suoi convincimenti" e di essere d’accordo con la tesi presentata dalla difesa, ovvero che "ogni ufficiale ha il dovere di valutare la legalita’ degli ordini ricevuti", ha aggiunto che la "complessita’ delle leggi statunitensi ed internazionali rende molto difficile agli ufficiali dell’esercito determinare la legalita’ delle operazioni di combattimento ordinate dal presidente degli Usa, nonche’ comandante in capo, ne’ dovrebbero tentare di farlo".

Dopo questo ragionamento, il tenente colonnello ha ritenuto che vi siano "prove ragionevoli" per ritenere Watada colpevole delle violazioni degli articoli del codice militare per i quali era comparso all’udienza preliminare, tra cui: l’aver mancato di unirsi al movimento delle truppe (87), il che potrebbe "essere di cattivo esempio per altri"; l’aver mancato di rispetto agli ufficiali superiori (88), per le dichiarazioni rese alla stampa sul presidente Bush, le quali avrebbero "minato il buon ordine e la disciplina di tutto il personale militare"; l’aver tenuto una condotta indegna di un ufficiale e di un gentiluomo (133) per aver descritto le azioni dell’esercito in Iraq come un "massacro indiscriminato".

Oltre poi a confermare le accuse, il tenente colonnello Keith ne ha aggiunta una di propria iniziativa, "ammutinamento e sedizione" (articolo 94), per aver "disprezzato il presidente degli Usa e aver suggerito che i soldati statunitensi possono fermare la guerra semplicemente rifiutandosi di combatterla".

E si’ che il docente di diritto Francis Boyle, del collegio di difesa di Watada, lo aveva spiegato piuttosto chiaramente: "Perche’ gli Usa possano entrare in guerra vi sono due condizioni base da rispettare. Primo, l’entrata in guerra deve essere autorizzata dal Congresso secondo la clausola costituzionale (War powers clause), e secondo, fino a che gli Usa stessi non vengono attaccati a livello militare, l’entrata in guerra deve essere autorizzato dal Consiglio di sicurezza dell’Onu. In tutti gli altri casi, una guerra di aggressione e’ un crimine contro la pace secondo gli statuti di Norimberga, e cio’ e’ attestato nella nostre specifiche leggi (Laws of land warfare). L’uso di bombe a frammentazione in aree civili e di uranio impoverito ha inoltre violato varie leggi internazionali".

La famiglia e i sostenitori del tenente obiettore chiedono di scrivere (a mano, non via mail) al comandante di Fort Lewis, dove Ehren Watada presta servizio. Chiedono di esprimere in modo rispettoso il proprio sostegno all’azione del tenente. Un testo suggerito e’ il seguente:

"Along with tens of thousands, I support Lt. Ehren Watada’s right to refuse an illegal war. I ask that you not bring court martial proceedings against him".

(Traduzione italiana: "Assieme a migliaia di altre persone, sostengo il diritto del tenente Ehren Watada a rifiutare una guerra illegale. Chiedo che lei non porti avanti il procedimento della corte marziale contro di lui"). L’indirizzo cui inviare le lettere e’: Commanding General Fort Lewis and I Corps Lt. Gen. James M. Dubik, Bldg 2025 Stop 1 Fort Lewis WA 98433 Usa.


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www.ildialogo.org, Lunedì, 04 settembre 2006


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