Per il dialogo, quello vero...

Dalla "Lezione" di WOJTYLA, una sollecitazione ... al Papa (Benedetto XVI) futuro (e a tutta l’Europa), a FARE MEGLIO E AD ANDARE AVANTI !!! Due note, da "La Sicilia" del 2005 e del 2004, di Ariel Levi di Gualdo

Portare le “proprie” radici alla luce del Sole e ... guardarsi in faccia !!!
domenica 24 settembre 2006.
 

[...] Giovanni Paolo II era un uomo giusto e come tutti i giusti ha saputo chiedere perdono, pur sapendo di piegare l’apostolico capo dinanzi a soggetti storici che hanno la virtù straordinaria di non sbagliare mai.

Questa è la differenza che corre tra un gigante che ha gettato un seme e dei nani che non hanno saputo raccoglierlo, ma che vorrebbero dare a intendere di essere giganti senza macchia e senza peccato, con il dito perennemente puntato verso le colpe altrui [...]

Aspettando altre scuse

di ARIEL LEVI DI GUALDO (La Sicilia, 18 Aprile 2005)

Nei giorni seguenti la morte di Giovanni Paolo II non c’è stata rete televisiva che non abbia mandato in onda i filmati di tre visite storiche del Papa: alla sinagoga di Roma, a una moschea, a una cattedrale protestante. Per le reti televisive sono passati in rassegna tutti i notabili dell’Ebraismo italiano.

Il Gran Rabbino di Roma, ospite di una recente puntata di «Porta a Porta», ha commentato la storica visita del Pontefice rispondendo al conduttore: «... era l’ora!». Il Rettore della Pontificia Università Lateranense, ospite anch’esso a quella puntata, rimase visibilmente infastidito.

Chi conosce la psicologia ebraica sa che se il Papa è andato, è criticabile per essere andato tardi, se non fosse andato, sarebbe stato criticabile per non essere andato. Insomma: un papa è sempre un papa.

In gran parte del mondo ebraico il disprezzo verso i cristiani rappresenta una virtù sancita sui testi più autorevoli, a partire dal Talmud, che sebbene scritto dall’uomo, per l’ortodossia rabbinica è Verbo di Dio. Il Talmud contiene sequele d’insulti rivolti ai cristiani e alla loro fede. Qualcuno li ha forse cancellati?

Per evitare la messa al rogo del Talmud i riferimenti più ingiuriosi furono camuffati, ma dopo la nascita del divino Stato d’Israele i maestri si sentirono al sicuro e li ripristinarono tutti nelle nuove ristampe.

Il Santo Padre chiese perdono anche ai musulmani, senza curarsi del fatto che in gran parte dei paesi islamici i cattolici sono discriminati, talora anche perseguitati e uccisi. E se da parte cattolica ci sono state le crociate, va ricordato che i musulmani hanno compiuto carneficine per secoli lungo le coste del Mediterraneo. Hanno mai chiesto scusa a nessuno?

Il Santo Padre ha proseguito a chiedere scusa ai fratelli cristiani separati. E con ammirevole coraggio andò a visitare diversi paesi scandinavi, dove fu accolto con indifferenza e sottoposto a discorsi aggressivi pronunciati da diversi pastori protestati e vescovi luterani.

Le varie Chiese protestanti, al mea culpa del Papa sono andate in brodo di giuggiole. Le critiche che da sempre rivolgevano al papato adesso erano confermate delle parole stesse del Papa. Ma nessuno di quei notabili ammise che l’inquisizione protestante fu peggiore di quella cattolica e che a suo merito è ascritto un numero di morti maggiore. A introdurre il processo alle streghe nelle americhe non furono i cattolici ma i luterani, che alla fine del Seicento uccisero con l’accusa di stregoneria degli innocenti nella Città di Salem.

Ma la palma d’oro dell’ipocrisia spetta alla Chiesa Ortodossa di Russia, serva di Bisanzio e poi degli zar, in seguito compromessa col regime comunista. Quando Stalin perseguitò e fece uccidere i cattolici dell’Ucraina, per prima cosa gli sequestrò le chiese e le passò al Patriarcato Ortodosso di Mosca.

Giovanni Paolo II ha chiesto scusa a tutti, ma tutti assieme: ebrei e musulmani, ortodossi e protestanti, si sono comportati come vergini stizzose che non hanno da chiedere scusa a nessuno.

Forse il dialogo sarà uno dei temi che confluirà anche sull’agenda del nuovo pontefice. Ma speriamo che sia un dialogo diverso. Anzitutto i cattolici devono farsi uno shampoo e ripulirsi dalla cenere che da anni portano sui capelli, quindi alzare la testa e guardare in faccia i loro interlocutori. E se tutti ammetteranno le loro colpe e le loro intolleranze, allora nascerà il dialogo vero.

Giovanni Paolo II era un uomo giusto e come tutti i giusti ha saputo chiedere perdono, pur sapendo di piegare l’apostolico capo dinanzi a soggetti storici che hanno la virtù straordinaria di non sbagliare mai.

Questa è la differenza che corre tra un gigante che ha gettato un seme e dei nani che non hanno saputo raccoglierlo, ma che vorrebbero dare a intendere di essere giganti senza macchia e senza peccato, con il dito perennemente puntato verso le colpe altrui.


L’utopia dell’Islam moderato

di ARIEL LEVI DI GUALDO (La Sicilia, 03 settembre 2004)

Nessuna persona assennata può salire in cattedra a dispensare consigli su situazioni dove non s’intravede uscita. Persino Socrate, al quale non mancava la favella, trovandosi senz’altra strada bevve una coppa di cicuta. Morì salvando il proprio onore e ciò per cui era vissuto.

Il rapimento di due giornalisti francesi in Iraq, è la continuità di una Catena di Sant’Antonio snodata nel Pozzo di San Patrizio. Quello che brucia all’Europa, che mostra sempre più d’esser solo una moneta unica, è il ricatto di una forza esterna, appoggiata stavolta da vari musulmani europei, scesi nelle strade di Parigi a protestare contro il governo. Terroristi e integralisti, pretendono di cambiare col ricatto una legge del Parlamento di Francia che vieta l’uso di simboli religiosi nelle strutture pubbliche, incluso il velo delle ragazze musulmane.

Nessun paese civile può accettare imposizioni che minano la sua sovranità. Anche perché sarebbe solo l’inizio, appresso si potrebbe chiedere d’abbattere le facciate delle cattedrali, perché recano offesa a persone provenienti perlopiù da paesi dove si rischierebbe la vita, a farsi beccare con una statuetta della Madonna nascosta in casa.

Molti musulmani europei escono da certi imbarazzi narrando che in diversi paesi islamici vivono delle comunità cristiane. È vero, però andrebbe ricordato a che discriminazioni sono sottoposte.

L’Islam pretende le eterne scuse dell.Occidente per certe nostre malefatte, dalle crociate al colonialismo. Vogliamo parlare anche delle "crociate" islamiche, che con rara violenza spazzarono via tutte le comunità cristiane dai Paesi del Magreb? Per non parlare di quel che accadde a quelle ebraiche. Proviamo a ricordare cosa avveniva in Italia, quando i saraceni mettevano a sacco intere città, lasciando esposti sui pali i cadaveri di donne e bambini. E il colonialismo arabo, antico e moderno, quanti danni sta producendo nel mondo?

Se la Chiesa Cattolica ha fatto un grande esame di coscienza, altrettanto non si può dire di quel mondo islamico che oggi si erge a giudice dell’Occidente.

Il problema è in parte politico, in parte religioso. E quando si parla d’Islam, politica e religione sono la stessa cosa. Cristianesimo e Islamismo nascono dal monoteismo ebraico. Ma se l’Ebraismo non pratica il proselitismo, gli altri due monoteismi, sul proselitismo si fondano. Tra i due secondi monoteismi, permane una diversità sociologica e teologica: il Cattolicesimo ha abbandonato la sua antica arroganza, mentre buona parte del mondo islamico, la propria la sta rafforzando.

È inutile riempirsi la bocca d’islamici moderati, siamo realisti: i moderati, da una buona fetta di musulmani, sono considerati dei traditori. I moderati non mettono piede dentro le moschee, temono d’essere presi a sberle. Le loro mogli in tailleur sono indicate come «assimilate agli usi immorali dell’Occidente». La stupenda moglie musulmana di un certo capitano d’industria, non può essere presentata com’emblema delle donne arabe, perché in certi ambienti musulmani è stata indicata come una «venduta a un cane cristiano».

A caldo la Francia potrebbe dire: «Se torcete un capello ai nostri due concittadini rapiti, revocheremo il permesso di soggiorno agli arabi musulmani presenti sul nostro territorio. Che tornino a reclamare diritti nei loro paesi d’origine. Considerando che neppure negli stati integralisti governati dalla Legge del Corano, sono concesse a un operaio sei pause giornaliere per pregare. Mentre a Parigi e a Londra gli sono concesse».

La libertà noi la offriamo di tutto cuore, ma che nessuno ce la ritorca contro, perché se così fosse, è bene che l’Europa cessi d’essere solo una grande banca, ed inizi al più presto a tirare fuori le palle.


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