Appello dei musulmani e dell’Ucoii per Torsello *
Campeggia in piazza del Campidoglio a Roma, come sotto la Torre dell’Orologio nel piccolo paese di Alessano, vicino Otranto, la gigantografia di Gabriele Torsello, il fotoreporter pugliese rapito in Afghanistan ormai da più di due settimane, il 12 ottobre scorso. La sua foto è stata esposta a Roma mercoledì pomeriggio e pende dalla scalinata del palazzo capitolino, nella speranza che presto- come è stato per Simona Pari e Simona Torretta e per Giuliana Sgrena - al posto della sua immagine sia lui, in carne e ossa, a salire quelle rampe, libero e sorridente.
Un appello per la liberazione del freelance italiano è stato lanciato anche a Londra dalla National Union of Journalists, organizzazione dei giornalisti britannici e irlandesi, che domani dovrebbe anche organizzare una conferenza stampa nella sede dell’organizzazione a Headland House. Un incontro per cercare solidarietà anche nella sua patria adottiva, al quale parteciperà Donatella Torsello, cugina di Gabriele, che da diversi anni vive in Inghilterra.
Oggi intanto si registra la solidarietà espressa a Gabriele Torsello dall’Ucoii, l’Unione delle comunità islamiche che ha sottoscritto un appello per la liberazione del fotografo italiano diffuso dal sito Internet Islam-online.it. L’appello inizia: «Liberate il fratello Kash Torsello» e continua definendo «islamicamente inaccettabile» il rapimento del fotoreporter italiano in Afghanistan che tra l’altro aveva espresso il desiderio di convertirsi all’Islam, come ha confermato un imam che lo conosceva. Il sito islamico è un’emanazione dell’Ucoii, organizzazione tra le più rappresentative dei musulmani italiani recentemente agli onori delle cronache per essere entrata anche in rotta di collisione con il governo nella Consulta islamica per le sue posizioni riguardo a Israele e all’invasione del Libano. I rapitori di Torsello - continua l’appello scritto dalla redazione del sito -«hanno il dovere religioso di rilasciarlo immediatamente e consentire che possa rientrare in sicurezza in Italia». «Nessuna giurisprudenza islamica - ricorda Islam-online - consente il sequestro e la detenzione di persone che pur trovandosi in terreno di guerra ne sono del tutto estranei e, anzi, come nel caso di Kash Torsello, prestano la loro opera professionale per documentarne gli orrori con l’ intenzione di denunciarli e favorirne la cessazione». «La sua condizione di musulmano inoltre - si aggiunge poi - deve essere una ragione in più per invitare coloro che lo restringono ad esercitare nei suoi confronti gli elementari doveri di fratellanza obbligatori per tutti i musulmani» E chiude: «Siamo vicini al nostro fratello e alla sua famiglia con la preghiera e con quanto potremo».
Hamza Picardo, portavoce del consiglio direttivo dell’ Ucoii, che ha firmato a titolo personale l’appello, aggiunge al testo: «Ci auguriamo con tutto il cuore che Torsello possa essere liberato quanto prima». Picardo, dopo la condanna del sequestro e la richiesta della sua liberazione da parte di un portavoce dei talebani ieri, sostiene anche lui che il sequestro di Gabriele Torsello sembra configurarsi «come un fatto di criminalità comune» che non può che «scoraggiare il giornalismo libero».
L’appello via Internet partito dalle comunità islamiche in Italia viene definito «un fatto sicuramente positivo» dal capo della Farnesina, il ministro Massimo D’Alema. Ma non è l’unico. Anche singoli imam hanno fatto appello alla liberazione di "Kash", il nome con cui Torsello si faceva chiamare in Afghanistan che ricorda il suo lavoro di fotografia sul Kashmir e la sua permanenza qualche anno fa nell’enclave musulmana a confine tra Pakistan e India. Il sito Peacereporter, collegato a Emergency, ha raccolto anche l’appello per la liberazione di Torsello del barone Nazir Ahmed, il primo Lord musulmano del Parlamento britannico e dell’intellettuale islamico Tariq Ramadan, docente universitario di origine egiziana, punto di riferimento per l’area dei Fratelli Musulmani, che da anni vive e lavora in Svizzera.
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www.unita.it, Pubblicato il: 25.10.06 Modificato il: 25.10.06 alle ore 16.58
RILASCIATO IL REPORTER GABRIELE TORSELLO ANSA
ROMA - Gabriele Torsello, il fotoreporter rapito il 12 ottobre scorso in Afghanistan, è stato liberato stamani. "Sto bene, sto bene, vi amo tutti". Con queste parole Gabriele Torsello ha salutato telefonicamente poco fa tutti i suoi famigliari che attendevano sue notizie nella casa di Alessano, nel Salento. "Gabriele ci ha chiamati poco fa - racconta la sorella Valentina - era molto emozionato e non faceva altro che ripetere: ’sto bene, sto bene, vi amo tutti’". Torsello si trova da pochi minuti nei locali dell’ambasciata italiana a Kabul. Lo hanno riferito fonti nella capitale afgana.
ERO INCATENATO E NON HO MAI VISTO LA LUCE "Non ho mai visto la luce, durante il mio sequestro. Durante il primo periodo mi tenevano sempre incatenato, ma almeno avevo un Corano e potevo leggerlo. Pensavo sempre alla mia famiglia quando ero prigioniero, tanto che per dei periodi riuscivo ad assentarmi e a immaginare di essere altrove". Così Gabriele Torsello a PeaceReporter. "Sto bene", ha proseguito. "Vi abbraccio tutti. Ci vediamo ad Alessano, vengo subito lì".
LA FARNESINA ALLA MAMMA, ’GABRIELE E’ LIBERO’ La mamma di Gabriele Torsello, Vittoria Augenti, ha ricevuto poco fa dalla Farnesina la telefonata con la quale le è stata comunicata ufficialmente la liberazione del figlio. Lo ha detto la sorella di Gabriele, Valentina. "Ci hanno chiamato dalla Farnesina poca fa - ha detto la donna - e ci hanno detto solo questo: ’Gabriele e’ libero’".
NAPOLITANO, GIOIA E SODDISFAZIONE Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, appresa la notizia della liberazione del fotoreporter Gabriele Torsello in Afghanistan, è partecipe della gioia e della soddisfazione per la positiva conclusione di una vicenda che ha suscitato viva emozione nel paese. Lo rende noto un comunicato del Quirinale.
PRODI, GRANDE GIOIA PER LA LIBERAZIONE "Con grande gioia apprendo la notizia della liberazione del reporter Gabriele Torsello, prigioniero in Afghanistan per 23 giorni". Così il Presidente del consiglio, Romano Prodi, si è rallegrato per la liberazione del giornalista. "Un ringraziamento particolare va alla Farnesina - continua il Premier - al ministero della Difesa e a quanti, in questi lunghi giorni, hanno operato fattivamente per portare in salvo Torsello e restituirlo all’affetto dei suoi familiari e al suo lavoro. E’ stato fondamentale il loro contributo e quello di tutti coloro che non hanno smesso di sperare in una soluzione positiva di questa vicenda".
VIVA SODDISFAZIONE D’ALEMA PER LIBERAZIONE Il vicepremier Massimo D’Alema ha espresso "la più viva soddisfazione per la positiva conclusione della vicenda del sequestro di Gabriele Torsello". E’ quanto si legge in una nota della Farnesina subito dopo la liberazione del reporter italiano.
D’ALEMA E PARISI SI COMPLIMENTANO CON IL SISMI Il ministro degli Esteri Massimo D’Alema ha rivolto "un ringraziamento particolare al Sismi, che ha svolto un ruolo essenziale durante tutto il complesso evolversi della vicenda". Anche il ministro della Difesa Arturo Parisi si è complimentato con il Servizio segreto militare, per il decisivo contributo dato alla liberazione
Il fotoreporter italiano era stato rapito 23 giorni fa. E’ stato preso in consegna da funzionari del Sismi
Afghanistan, liberato Torsello La telefonata: "Sto bene, vi amo" *
ROMA - Il fotoreporter italiano Gabriele Torsello, rapito in Afghanistan il 12 ottobre scorso, è stato liberato. La notizia è stata data da Peace Reporter e confermata dal ministero della Difesa italiano. Torsello sta bene ed è stato preso in consegna da funzionari del Sismi in Afghanistan. Ora si trova a Kabul, presso l’ambasciata italiana.
La famiglia. "Sto bene, vi abbraccio tutti, ci vediamo ad Alessano, vengo subito lì": queste le prime parole che ha detto al telefono a Peace Reporter subito dopo la liberazione. "Siamo felicissimi, è la fine di un incubo" ha detto la sorella Valentina. Torsello ha poi parlato al telefono con i genitori, rassicurandoli sulle proprie condizioni e con la compagna Silvia, che è scoppiata a piangere appena ha sentito la sua voce.
Ha salutato anche il figlio di 4 anni, il piccolo Gabriele, che per telefono ha risposto: "Anche noi ti amiamo". Grande gioia anche per il padre del fotoreporter rapito, cui Torsello al telefono ha detto di aver "voglia di mangiare tanto pesce". "E’ stata un’emozione indescrivibile", ha detto il genitore del giornalista rapito.
La madre, Vittoria Augenti, ha urlato "Yuppi!" quando il ministero degli Esteri le ha comunicato la liberazione ed ha voluto ringraziare il governo ed il ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, "che sono stati meravigliosi perchè ci hanno assistito ogni giorno da quando è stato sequestrato Gabriele".
Immenso il sollievo di tutto il paese di Alessano, in Puglia: moltissime persone si sono radunate davanti alla casa della famiglia Torsello, per festeggiare insieme a loro.
La dinamica. La liberazione di Torsello è stata annunciata poco dopo le 12 da un comunicato di Emergency: ’’Oggi, venerdì 3 novembre, intorno alle 10 ora italiana (le 13.30 in Afghanistan) una telefonata all’ospedale di Emergency a Lashkargah ha indicato che sulla strada per Kandahar si sarebbe potuto trovare Gabriele Torsello liberato". Anche l’ambasciatore italiano a Kabul, Ettore Sequi, ha confermato che Torsello è stato liberato proprio in quella zona.
La svolta è arrivata improvvisamente dopo la telefonata di ieri del reporter, che dopo dieci giorni di silenzio era tornato a farsi vivo con l’ospedale di Emergency di Laskargah. Proprio la chiamata, e in particolare la domanda sulle condizioni del figlio, sarebbe stata una sorta di messaggio in codice per indicare finalmente lo sblocco delle trattative.
Emergency dice di non avere notizie su un eventuale riscatto pagato per la liberazione. "Ci sono stati contatti tra chi era incaricato di trattare e i rapitori - dice il vice presidente dell’organizzazione Carlo Garbagnati - ma su cosa poi si sia basata realmente la trattativa, noi non lo sappiamo".
Al suo rientro a Roma, Torsello verrà sentito dal pubblico ministero Franco Ionta.(3 novembre 2006)
* www.repubblica.it, 03.11.2006
Dopo dieci giorni di silenzio, il fotoreporter torna a dare notizie La chiamata, come le precedenti, all’ospedale di Lashkargah
Torsello telefona ad Emergency "Chi sono i rapitori, dove sta mio figlio?"
La madre: "Bella notizia, ora aspettiamo la sua liberazione" *
ROMA - Dopo dieci giorni di silenzio, oggi pomeriggio Gabriele Torsello, il fotoreporter italiano rapito in Afghanistan il 12 ottobre, ha chiamato l’ospedale di Emergency a Lashkargah, chiedendo anche dove si trova suo figlio. Lo riferisce PeaceReporter nel suo sito internet.
La notizia mette fine a una ridda di voci, alcune rilanciate questa mattina dalla stampa italiana. Si era parlato di un conflitto a fuoco con i rapitori e la circostanza, assieme al prolungato silenzio di Torsello, aveva gettato una luce di pessimismo sulla vicenda.
Poi, la nuova telefonata. Secondo PeaceReporter è giunta attorno alle 16 italiane (le 19.30 in Afghanistan) e "spazza via ogni dubbio e ogni voce che lo dava per morto". "Sì, sto bene, sto bene", ha detto Torsello con voce stanca. "Ma quanto durerà ancora? Chi sono questi che mi tengono?", ha chiesto ancora. Ma il primo pensiero del giornalista è andato al figlio Gabriele. "Dov’è adesso? Dite di portarlo dalla nonna".
"Tuo figlio sta bene ed è già qui da noi, ad Alessano, assieme alla sua mamma". Questa la risposta di Vittoria Augenti al figlio. "Se la notizia della telefonata è vera - continua la donna al telefono dalla sua casa di Alessano - sono felicissima, è un fatto molto bello e tanto positivo. Ho contato molto sulla capacità di mio figlio. Lui ama l’Afghanistan, ha abbracciato uomini, bambini e la fede di quel Paese". E poi conclude: "Ora aspettiamo il suo rilascio. Dopo tutte queste notizie diffuse oggi, che ci hanno davvero angosciato, aspettiamo la sua liberazione".
La famiglia racconta di essere sempre in contatto con la Farnesina. "Già da due giorni - dice la sorella - ci aveva avvertito delle voci che circolavano a Kabul. Ci hanno assicurato che loro continuano a lavorare. Ci sentiamo quotidianamente". Poi, è stato inutile fare domande. Dopo questa breve comunicazione i familiari di Gabriele Torsello hanno salutato i cronisti e sono tornati in casa. Ma attorno a loro non si allenta l’abbraccio e la solidarietà della gente del Salento e della Puglia.
Domenica prossima alle 10, nella piazza don Tonino Bello di Alassano, ci sarà un incontro pubblico al quale parteciperanno il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, il presidente della Provincia, Giovanni Pellegrino, e sindaci di diversi comuni salentini. L’incontro dovrebbe concludersi con l’approvazione di un documento-appello per la liberazione di Gabriele.
Non lontano dalla zona dove è stato sequestrato il fotoreporter italiano, è stato trovato il corpo decapitato di un traduttore afghano di nome Khan, rapito anche lui il 12 ottobre scorso. Un episodio che però non sembra avere collegamenti con la vicenda di Torsello. (2 novembre 2006)
* www.repubblica.it, 02.11.2006
RAPITO IN AFGHANISTAN. APPELLO DELLA MOGLIE E DELL’UCOII
«Liberate Torsello senza condizioni»
di gu. ruo. (www.lastampa.it, 29/10/2006)
ROMA. «Liberate Gabriele Torsello senza condizione». L’appello, letto in arabo dal presidente dell’Ucoii, l’Unione delle comunità islamiche in italia, Mohamed Nour Dachan, e in italiano da Silvia Heinrich, la compagna austriaca del fotoreporter salentino sequestrato in Afghanistan il 12 ottobre scorso, è stato ripreso ieri sera da Al Jazeera. «Vi imploro - si è rivolta Silvia, accompagnata dal figlioletto di quattro anni, ai sequestratori - di far tornare Gabriele alla sua famiglia. Lui è un uomo vero e trasparente, che ama l’Afghanistan, dove è andato per dar voce a chi non ha voce».
E’ dal primo momento che l’Ucooi ha chiesto la liberazione dell’italiano sequestrato. Sul suo sito, nei giorni scorsi, è stato pubblicato un appello (apprezzato dal ministro degli Esteri, Massimo D’Alema): «Nessuna giurisprudenza islamica consente il sequestro e la detenzione di persone che, pur trovandosi in terreno di guerra, ne sono del tutto estranei e, anzi, come nel caso di Kash Torsello, prestano la loro opera professionale per documentarne gli orrori, con l’intenzione di denunciarli e favorirne la cessazione».
I sequestratori non sarebbero taleban, che hanno chiesto la liberazione del fotoreporter convertito all’Islam. Potrebbe trattarsi di una banda di criminali locali.
Per l’italiano rapito si sono mobilitati anche i calciatori. Ieri e oggi tutte le squadra di serie A e B hanno indossato magliette di solidarietà con la scritta «Liberate Gabriele Torsello».
Dopo la madre del fotoreporter, oggi anche la moglie chiede il rilascio con un messaggio bilingue. Su Al Jazeera
Appello in italiano e arabo per Torsello "Mio marito prega con voi, liberatelo" *
ANCONA - Secondo appello dei familiari per la liberazione di Gabriele Torsello, il fotoreporter italiano rapito in Afghanistan. Dopo quello della madre trasmesso ieri sera sia dal Tg2 che da Al Jazeera, oggi la moglie del freelance ha lanciato un appello in italiano e arabo durante la manifestazione ad Ancona in occasione della fine del Ramadan, organizzata dall’Unione delle comunità islamica in Italia (Ucoii).
"Al Salam aleikum. Gabriele è un fotoreporter italiano sequestrato 16 giorni fa in Afghanistan - questo il testo dell’ appello letto in italiano dalla moglie Silvia e in arabo dal presidente dell’Ucoii, Mohamed Nour Dachan, davanti alle televisioni e ai giornalisti - dove è andato a dare voce a chi non ha voce, voleva parlare della vita quotidiana della gente, e la sofferenza del popolo, della vita degli afgani. Gabriele stima il popolo afgano, ha lavorato tanti anni in Kashmir e da due anni sta lavorando per l’Afghanistan. Gabriele - prosegue il testo - è una persona pulita e trasparente, è un uomo vero che vuole fare il suo lavoro, è un fotoreporter. Vi preghiamo con tutto il cuore di liberarlo perchè possa tornare nella sua famiglia".
"Gabriele ha scritto a mamma Vittoria che ama l’Afganistan e il popolo afgano. Gabriele - prosegue il testo - ama tanto il mondo islamico tant’è che ha abbracciato la fede islamica. Nessuna madre, nessun padre, nessuna moglie e nessun figlio vorrebbero che il loro congiunto si trovasse in questa situazione - conclude - Ciao Gabriele, ti aspettiamo", ha concluso la moglie, aggiungendo in arabo il saluto ’Che Dio sia con voi’.
Ad Ancona ci sono, oltre alla moglie Silvia, il padre Marcello, il figlioletto di 4 anni Gabriele e tre cugini del fotoreporter. L’appello dovrebbe essere trasmesso questa sera dall’ emittente araba Al Jazeera insieme ad un altro appello, pronunciato da Dachan a nome dell’Ucoii e dei musulmani d’Italia. (28 ottobre 2006)
* www.repubblica.it, 28.10.2006
Moschee in preghiera per Torsello. E un appello su Al Jazira *
«Chiediamo a tutte le moschee di fare un’invocazione per la liberazione del fratello Gabriele, nel sermone di venerdì». È il nuovo appello pubblicato oggi dall’Ucoii, Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia, per la «liberazione senza alcuna condizione» del fotoreporter Gabriele Torsello rapito in Afghanistan.
L’Ucoii «desidera esprimere la sua solidarietà e vicinanza ai familiari del reporter Gabriele Torsello e a tutto il Paese, a tutti i giornalisti onesti, e agli operatori del volontariato nelle zone a rischio, persone che mettono la loro vita in pericolo per fare il bene e che meritano quindi che tutti noi ci adoperiamo in loro difesa», si legge nella nota. «Preghiamo Iddio l’Altissimo di poter rivedere Gabriele sano e salvo, unito a tutta la sua famiglia.
L’appello «a tutti gli afgani» verrà annunciato venerdì alle 16 sul canale satellitare Al Hurra. Tra le altre iniziative dell’organizzazione islamica - numericamente la più rappresentativa in Italia, idealmente vicina al movimento dei Fratelli musulmani - c’è anche un sit-in organizzato per sabato prossimo ad Ancona. . «Chiediamo a tutte le forze politiche e autorità governative ed amministrative di partecipare a questa manifestazione». Altri presidi verranno organizzati in altre città del Nord Est nei prossimi giorni.
Ad Ancona verrà montata una "Tenda di Fine Ramadan", in cui verrà allestito «uno spazio per la causa del fratello Torsello, gestito congiuntamente dall’Ucoii e dalla sua famiglia». E insieme - si legge ancora nel comunicato - famiglia e Ucoii registreranno un appello in arabo e in italiano «che il canale satellitare Al Jazeera si è impegnato a trasmettere». Ieri il sito Islam online a cui fa riferimento l’Ucoii ha pubblicato intanto un appello ai musulmani italiani per la liberazione di "Kash"-Gabriele Torsello.
Un secondo appello per la liberazione di Torsello è stato lanciato dal sito dell’ Unione dei giornalisti britannici e irlandesi. E una gigantografia di Gabriele campeggia da ieri pomeriggio in piazza del Campidoglio a Roma, come fu per le due Simone e per Giuliana Sgrena.
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www.unita.it, Pubblicato il: 26.10.06 Modificato il: 26.10.06 alle ore 11.45
EDITORIALE. SIA LIBERATO GABRIELE TORSELLO. CESSI LA GUERRA *
[Gabriele Torsello, giornalista, fotografo e documentarista freelance, collaboratore di movimenti umanitari, impegnato contro la guerra e contro le violazioni dei diritti umani, e’ stato rapito in Afghanistan sabato 14 ottobre 2006]
Sia liberato Gabriele Torsello. Cessi la guerra.
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Gabriele Torsello col suo lavoro documentava e denunciava la violenza della guerra, col suo lavoro invocava che si cessasse di uccidere e si recasse soccorso ai superstiti, invocava il rispetto della vita, della dignita’ e dei diritti di tutti gli esseri umani.
Documentava e denunciava gli orrori indicibili tuttora in corso in Afghanistan.
Sia liberato Gabriele Torsello. Cessi la guerra.
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Massacri di civili, sequestri illegali e torture le piu’ atroci, finanche profanazione di resti umani; e devastazioni che ricordano Coventry, Dresda, Hiroshima; ieri anche l’annuncio protervo e insensato che l’occupazione militare della Nato e le sue pratiche naziste, e l’animalizzazione di tutte le vittime e di tutti i combattenti, dureraranno ancora per altri dieci anni almeno: crimine e disumanita’, follia e terrorismo, che terrorismo e follia, disumanita’ e crimine, propagheranno in tutto il mondo.
E’ cosi’ evidente che la guerra e’ nemica dell’umanita’, che la guerra e’ il terrorismo supremo, che l’intera umanita’ e’ minacciata di distruzione se non si fa la scelta della pace, la scelta della convivenza, la scelta della nonviolenza.
Sia liberato Gabriele Torsello. Cessi la guerra. *
E l’Italia - in flagrante violazione della sua stessa legge fondamentale, della sua carta costituzionale - sta partecipando alla guerra afgana, e’ complice di tutto questo orrore, e’ parte della coalizione militare stragista e terrorista e suscitatrice di stragismo e terrorismo. Nel silenzio vile e schiavo di un’opinione pubblica narcotizzata e idiotizzata, nella criminale corresponsabilita’ di un ceto politico che nella sua quasi totalita’ ha condiviso la scelta dell’occupazione militare neocoloniale e della guerra terrorista e stragista, e nella complicita’ dei cosiddetti "movimenti" che si occupano di tutto tranne che di questo: della guerra che la Nato - e con essa l’Italia - sta conducendo in Afghanistan. Cessi immediatamente la partecipazione italiana alla guerra afgana. Torni lo stato italiano al rispetto del diritto internazionale e della legalita’ costituzionale. Troppo sangue e’ stato sparso.
Sia liberato Gabriele Torsello. Cessi la guerra.
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Sia liberato Gabriele Torsello. Cessi la guerra.
Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Numero 1462 del 28 ottobre 2006