Quest’anno niente vacanze. Saremo chiamati ad un’azione di sorveglianza e controllo anche sotto la canicola d’agosto. Quel che è peggio è che se non lo facciamo noi, nessuno ci sostituisce.
C’è in questi giorni una Italia, una Sicilia completamente narcotizzata sotto l’offensiva della famiglia Contrada, una evoluzione di quella "Addams" in cui il saggio Contrada riveste i panni di Zio Fester, colui che accendeva le lampadine con la bocca.
Un silenzio che arriva assordante anche da parte di alcuni siciliani da cui non te lo saresti mai aspettato. Tornando alla nostra "mission", bisogna stare con gli occhi aperti in vista del dibattimento di ottobre sulla revisione del processo al traditore dello Stato Contrada, e soprattutto che lo stesso Contrada non ottenga di essere spostato a Palermo per scontare lì i domiciliari, tra i "vecchi amici".
Queste azioni costituzionalmente garantitite però non si svolgono con correttezza e secondo legge. Nessuno vieta a Contrada di chiedere quello che ha chiesto, né la revisione del processo né tutte le altre baggianate. Può farlo. Quello che non si può fare è disinformare deliberatamente la gente sulla reale situazione. Ora, non so se ci sia gente pagata per creare confusione, per diffondere menzogne, ma di certo questo gruppo di lavoro ad hoc esiste.
Prova ne sono le decine si blog e siti che ignorando i fatti continuano a proclamare innocente colui che è stato condannato solamente "anche" per le accuse di molteplici pentiti. Legno Storto, Comitato Pro Contrada, La verità su Bruno Contrada (un ossimoro) e tanti altri punti di "informazione" stanno martellando l’opinione pubblica narcotizzata con un mare di menzogne, ma soprattutto puntando in maniera becera su un punto: la salute di Contrada, la compassione, la pietà cristiana, del quale, ultimo portatore, è stato il figlio Guido, che continua ad insistere sulla salute del padre (sacrosanto tutelarla) ignorando i restanti macigni giudiziari.
Un gioco squallido che mira ad intenerire quella gente che poco sa, che pensa "ma si, ma lascetelo morire in casa quel pover uomo", nonostante il Tribunale della Libertà lo ritenga ancora pericoloso. Per caso Emiliano Morrone, direttore de "La Voce di Fiore", ha scoperto qualche elemento di questo apparato di disinformazione.
Alla pubblicazione di Morrone di alcuni articoli a difesa di Salvatore Borsellino e contro la beatificazione di Contrada, il suo sito è stato bersagliato da decine di commenti favore del traditore che insultavano poi Dalla Chiesa e la famiglia del dottor Borsellino perchè avevano approfittato dei loro lutti per fare carriera.
Una delle "arruolate", tale Marina Salvadore, nella foga si fa scappare di avere domicilio legale proprio presso lo studio dell’"Avvocato del diavolo", Giuseppe Lipera, coofondatore di un parito voluto da Leoluca Bagarella. Qualcuno deve delle spiegazioni.
Naturalmente, quando abbiamo invitato tutti gli scrittori delle calunnie a rispondere a delle circostanze specifiche che inchiodano Contrada, silenzio tombale.
Capite a che lavoraccio ci costringono questi disinformatori? Detto questo, è di questi giorni la notizia che Salvatore Borsellino, ha depositato una querela contro Tonino Vaccarino, pregiudicato per traffici di droga, considerato vicino alla cosca trapanese di Messina Denaro, e infine ex sindaco di Castelvetrano.
Il pregiudicato ha espresso alcuni giudizi calunniosi nei confronti del fratello di Salvatore, Paolo. «Ha affibbiato a mio fratello attitudini ad anomalie procedurali che non gli erano proprie e ha condito il suo racconto con fatti del tutto inventati e ragionevolmente utilizzati solo per lanciare sibillini messaggi.
Secondo quanto sostiene Vaccarino, mio fratello anzichè muoversi secondo le prescrizioni del codice di rito, avrebbe informalmente e surrettiziamente fatto da consulente della difesa, peraltro di una persona che egli stesso si era adoperato a far arrestare. Peggio ancora sarebbe, peraltro, se i consigli sotto banco alla difesa dell’indagato si riferissero a un procedimento del quale Paolo Borsellino non fosse stato titolare».
La vicenda raccontata nei minimi particolari è disponibile qui, ma in realtà abbiamo l’impressione che la querela di Salvatore arrivi per prevenire possibile venti di revisione addirittura del Maxiprocesso. Cosa si può fare di fronte a tutto ciò, i cosiddetti "civili" cosa devono fare per fare fronte comune contro questi eventi disastrosi? La risposta arriva da un giovane sardo, Matteo B., che mi ha scritto una mail sconsolata, che al suo interno ha però una risposta:
In tutti questi mesi spesso e volentieri ho trasmesso ai miei amici, familiari, docenti e colleghi all’Università le vostre lettere e i vostri articoli, nella speranza di informare quante più persone possibile su quanto è successo e quanto ancora succede. Ho trasmesso tutto questo nei due soli modi che ho a disposizione, a voce e tramite la mail e ho visto che tante persone, lentamente ma inesorabilmente, si stanno svegliando, stanno capendo che tutto questo incubo assurdo un giorno finirà.
30 luglio 2008
Cara dott.ssa Agnese,
la ringrazio per il Suo messaggio e Le preciso che le date degli articoli pubblicati su questo sito si trovano in fondo al testo.
Colgo l’occcasione per dirle che in genere le repliche sono pubblicate per intero, senza commenti in mezzo al loro testo. Lei ha pubblicato una mia replica sul suo blog, inserendo suoi commenti nel corpo del testo. Avrebbe potuto, come è d’abitudine, aggiungere una sua nota a parte, con la sua sacrosanta, legittima opinione.
Per concludere, la esorto a rispondere a Benny Calasanzio contraddicendolo sui fatti che ha scritto, assumendosene ogni responsabilità.
Rispetto tutti profondamente. Ma non credo che lei, Marina Salvadore e Mauro Caiano sarete utili a Bruno Contrada continuando a non rispondere sui fatti e basando su ben altro la difesa dell’ex poliziotto, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa.
Più in basso, riporto, perché chi legga sia ulteriormente documentato sul vostro metodo, alcuni (vostri) messaggi presenti sul blog di Salvadore e Caiano.
Premetto che nel mio articolo intitolato L’essenza della democrazia. Una nota su amici di Bruno Contrada che tacciono sopra i fatti, dimostrando di non avere argomenti, al di fuori di puerili giochi pretestuosi, avevo scritto, circa il vostro metodo:
Una strategia per annullare la stessa credibilità di Internet è bombardare l’utente con un’infinità di parole, creare una tempesta nel suo cervello e impedirgli di arrivare al nocciolo dell’informazione.
Tale strategia serve a creare opinione, a generare convinzioni false e sottrarre i fatti nudi e crudi dal campo visivo.
Bisogna essere allenati, per difendersi, e separare le opinioni dalle certezze acquisite.
I vostri messaggi qui sotto vanno molto oltre questa definizione. Effetto Pigmaglione?
La saluto con viva cordialità.
Emiliano Morrone
Inviato da kuskus0 il 31/07/08 @ 17:44 via WEB
Indegna la risposta data al figlio di Bruno Contrada. Dal suo tono si capiscono molte cose. Mi fa orrore che questi siano i giornalisti del futuro; quale eredità morale trasmetteranno e propaleranno se sono nascono già malati di parzialità, acrimoniosi, e zoppicano perchè per loro la verità a le giustizia camminano su una gamba sola. Le "protesi" che oppongono sono ridicole. anzi..patetiche. Più che orrore certe persone mi fanno pena perchè CREDONO e S’ILLUDONO di ragionare liberamente mentre la logica resta come "Madama Dorè" al centro di un girotondo costrittivo fatto da quei pochi neuroni vaganti nell’encefalo. Agnesina Pozzi (Rispondi)
Inviato da Anonimo il 31/07/08 @ 20:52 via WEB
I bambocci ci stan facendo un sacco di pubblicità! Stiamo surclassando in popolarità persino il celebre Marco Travaglio! Peccato che noi non sfruttiamo economicamente l’onda, essendo VOLONTARI che gratuitamente prestano la propria opera. Datato 5 agosto, poichè i bambocci sono avanti "anni luce" rispetto a noi "retrogradi", è il QUINTO EDITORIALE in prima pagina che ci dedicano ad appena quattro giorni dallo "scambio culturale" in rete. Il titolo del gossip "fresco di stampa" è il seguente : "Affinità elettive. Trascorsi dell’avvocato Giuseppe Lipera, difensore di Contrada e in rapporto professionale con la giornalista Marina Salvadore - di Benny Calasanzio"...vi risparmiamo la lettura del testo, poichè è, quanto i precedenti, scuola di "alto giornalismo" a noialtri, umili scribacchini, incomprensibile! "la superstar del momento" Marina Salvadore (Rispondi)
Travaglio direbbe che in Inghilterra certe cose non succederebbero. Già, l’Inghilterra. Quanto è lontana Londra da Palermo, o da Milano. Abbastanza. Non conosco a fondo la faccenda Contrada, nel senso che all’epoca dei fatti avevo circa dieci anni e mi interessavo solo di calcio, un po’ di tennis e molto Holly e Baniji. Del tradimento ne ho sentito parlare, ho letto con media attenzione. Il signor Bruno Contrada, che qualcuno continua a definire dottore (sono decisamente contrario all’appellativo in questione quando non riferito a medici), è stato condannato fino all’ultimo grado di giudizio. Ma qui, a queste latitudini distanti da Londra, la poca fiducia nella magistratura e nella giustizia in genere è sentimento diffuso. Siamo i più bravi in Europa a screditare giudici e magistrati. Lo fanno in molti, a partire dai vertici. Bene, il "dottor" Contrada non può essere ritenuto innocente. In un Paese civile, che non è il nostro, terminati tutti i gradi di giudizio (e da noi ce ne sono anche troppi) chi è colpevole paga. Contrada invece torna a casa e adesso querela Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, ucciso a Palermo, in via D’Amelio, in un’afosa e triste giornata di luglio del 1992. Poi una strana squadra di blogger più o meno noti prende d’assalto i siti dell’antimafia. Comincia un’acuta e sottile operazione di screditamento nei confronti di Emiliano Morrone, Benny Calansanzio, Aldo Pecora, Salvatore Borsellino. Lo Stato ha perso. Un’altra volta. In questi casi ci si sente più soli. Emerge in modo limpido che fare antimafia in Italia è spesso controproducente. Ho ancora negli occhi una foto: ci sono Aldo Pecora, Emiliano Morrone e Salvatore Borsellino. Il posto è in Puglia. E’ stata postata altrove per trarne aspetti denigratori nei confronti dei tre, anime belle e pure. Aldo, dopo l’uccisione di Fortugno, s’è schierato in prima fila. Rischia, si batte. Fa parte di un gruppo di persone cresciute in uno dei posti più difficili d’Europa (la Locride) che hanno deciso di spezzare un filo grosso e pesante. Emiliano è andato via dalla Calabria da qualche anno. Ha scritto un libro interessante, con una tesi giusta ma screditata dai furbetti del posto. Crede nella democrazia e nella legalità, si adopera, è un buono. Salvatore non lo conosco. Ma lo seguo. Il suo impegno è apprezzabile. E’ persona limpida. Faccio fatica a scrivere questi tre nomi in un pezzo che parla di Contrada. Ma lo impone il caso. Sono nato e vivo al Sud del Sud. Dalle mie parti i traditori non si perdonano. E’ un fatto di onore. Mi sudano ancora le mani. Mi sento sconfitto.
Biagio Simonetta