Scene apocalittiche sono il tragico scenario da stamani in Indonesia. Nei pressi della città di Yogyakarta, un forte evento sismico di circa 6 gradi di magnitudo sulla scala Richter inziato alle 5:54 (le 1:54 in Italia) ha provocato oltre tremila morti, stando alle stime attuali, ed un gran numero di persone ferite. Tra questi nessun italiano è rimasto coinvolto nel dramma. Almeno questo è ciò che rende noto l’unità di crisi della Farnesina, subito attivatasi dopo il disastro. La regione, densamente popolata, è già da tempo sotto tensione a causa del risveglio del vulcano Merapi che da giorni sta emettendo lava, gas e lapilli incandescenti. Secondo gli esperti, dopo la scossa sembra che l’attività dell’apparato vulcanico sia ulteriormente aumentata. Gli ospedali sono allo stremo: stanno confluendo ancora corpi esanimi e feriti in crescita esponenziale. La distruzione, ad un livello così elevato di magnitudo, è stata quasi totale: moltissime case sono state completamente rase al suolo, e c’è il rischio che si possano sviluppare patologie virali ed epidemie date le condizioni igieniche in cui, attualmente, versa l’intera regione coinvolta. Il sisma sembra che non abbia però fortunatamente danneggiato i templi buddisti di Borobudur.
Mauro Diana