Che la chiesa si intrometta in tematiche strettamente politiche non è una novità. Anzi, sembra ormai diventata una consuetudine. Comprendo chiaramente la posizione dei prelati per i quali non ci deve essere aborto, non si debbano usare anticoncezionali, non si debbano accettare i PACS e via discorrendo. Ma sono anche tematiche per le quali la Chiesa non può permettersi di andare oltre, superare quel limite invalicabile che è la libertà di pensiero individuale. Libertà di pensiero che ha ogni essere umano, ma che, specie per quelle persone che non hanno avuto il privilegio o la possibilità di studiare, e quindi di farsi un’idea e manifestarla col proprio voto, è stata calpestata.. L’altro giorno mi trovavo allo sposalizio di due carissimi amici. Il celebrante, durante la messa, ha parlato per oltre un’ora di temi strettamente politici come i PACS, gli aborti, la legge 194 ed il film tratto dal libro di Dan Brown. Temi, dunque, del tutto al di fuori dell’importante rito religioso che costituisce l’essenza stessa del matrimonio. Per quanto riguarda i PACS, il prete ha detto chiaramente: <<Pensateci bene quando andate a votare...>>, asserendo anche che queste sono figure create dal demonio, e non di certo dalla mano di Dio. Parole che possono mettere anche del timore a tutte quelle persone che magari, come è giusto che sia, ci credono. Il tanto discusso film “Il Codice Da Vinci”, nelle sale in questi giorni, è stato a lungo motivo di predica: il sacerdote, affermando di avere appeso al di fuori della chiesa un cartellone con i motivi per i quali si sconsigliava la visione di questo film, ha dato chiaramente degli ignoranti ai presenti in sala, perché non sapevano la parola di Dio non avendo letto la Bibbia, e dicendo anche che, chiunque fosse andato a vedere quel film, sarebbe stato plagiato dalla pellicola, anche se poi sarebbe stato perdonato dal Signore. Il prelato ha chiaramente espresso la sua opinione anche sulla legge 194 e sugli aborti, dicendo che sono sempre sbagliati e che, su tale legge, andava votato “no”. Altra intromissione. Su una messa durata circa di un’ora e mezza, più di sessanta minuti sono stati spesi per parlare, senza possibilità di replica, di questi temi politici. La Chiesa di Roma ribadisce ogni giorno che non c’è intromissione nella vita politica italiana, ma quanto accaduto lo smentisce pienamente. Come si può definire tutto ciò? Non la si vuol chiamare intromissione, ma solo opinione riguardo temi che riguardano l’etica. Il mondo ecclesiastico si è fatto furbo: parte dal basso. Non serve insinuarsi a livello nazionale su questi delicati temi, ma basta partire da una piccola chiesa di un piccolo centro. Basta partire dal contatto diretto col popolo. L’intromissione a livello nazionale, attraverso i media, comporta che ogni persona può farsi un’idea e replicare, ma il fatto avvenuto in un piccolo centro chi lo viene a sapere? Nessuno. E nessuno può interrompere il celebrante durante il rito. Se così lo vogliamo definire. Intanto però il sassolino è stato lanciato, e magari chi era in dubbio si è lasciato convincere dalle parole di un astuto sacerdote che, per carità, aveva le sue buone ragioni per affermare tutto ciò, anche se non comprendo perché lo abbia fatto durante un matrimonio. Forse solo perché, solitamente, ad uno sposalizio la gente è attenta e le parole rimangono di più stampate nella mente. Così non si può andare avanti: uno non può sentirsi chiamare ignorante se va a vedere un film, e non può sentirsi in colpa se ha votato “sì” al referendum sulla 194. E, soprattutto, non può avere la preoccupazione di avere mandato al governo persone che favoriscono l’inserimento del demonio, attraverso i PACS, nella vita di tutti i giorni. Non è che tra tutte queste deviazioni della fede, fosse proprio il prete il plagiatore del pensiero individuale?
Mauro Diana
DA SAN GIOVANNI IN FIORE, dalla TERRA-NUOVA - UN TESTIMONE DI GE-nOVA, come don GALLO (che canta per tutti i ... sanpietrini!!!)
FIORELLO AL VATICANO: “I GAY NON SONO IL DIAVOLO”
Quando gli viene chiesto se è favorevole ai Pacs, i Patti Civili di Solidarietà, Fiorello dice: «Certo. E Prodi dovrebbe istituirli, senza pensarci più di tanto, anche qui da noi. Roma - È forse l’uomo di spettacolo più popolare d’Italia Fiorello, che parla di se, della sua famiglia, del suo essere cattolico e delle sue idee sulle coppie gay in un’intervista alla rivista Vanity Fair che certamente farà discutere. Rosario Fiorello, siciliano, 46 anni, questa estate diventerà padre di una bambina e nell’intervista ha affrontato in maniera aperta e senza peli sulla lingua argomenti in questo paese “scomodi” e controversi. Sulla nascita della figlia, che si chiamerà Angelica, Fiorello dice che con la moglie si stanno organizzando per congelare il cordone ombelicale. All’estero, perché in Italia non è consentito. «Si, purtroppo la legge non permette di farlo in Italia.» dice lo showman, «Ed è una vergogna. Se un giorno mia figlia dovesse disgraziatamente averne bisogno, potrà disporre delle sue cellule staminali. Chi non ha i soldi, invece, rinuncia alla possibilità di guarire: è assurdo e ingiusto.»
Alla domanda se la bambina verrà battezzata Fiorello dice di si perché «sono cattolico e all’antica. Anche se ultimamente ho avuto qualche problema con la fede. Certe cose della Chiesa non le capisco. Per me i preti devono stare dalla parte dei poveri e dei disgraziati, mentre in giro li vedo troppo spesso con macchinone, vestiti di lusso e anelli enormi. E poi l’ipocrisia sull’omosessualità: se nella Chiesa ci sono i gay, e ci sono, perché tapparsi gli occhi così? Un omosessuale non è il diavolo.» Quando gli viene chiesto se è favorevole ai Pacs, i Patti Civili di Solidarietà, Fiorello dice: «Certo. E Prodi dovrebbe istituirli, senza pensarci più di tanto, anche qui da noi.» Il conduttore, cantante e attore dice di stare anche pensando ad un nuovo programma televisivo ma che è ancora troppo presto per parlarne.
2357 L’omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un’attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che « gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati ». Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.
2358 Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione.
2359 Le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un’amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana.
Castità e omosessualità (Catechismo della Chiesa Cattolica)
Etsi deus non daretur... principio applicabile a “sacra gerarchia” & company?
di Fra’ Calvino (www.ildialogo.org, 6 maggio 2006)
Caro fra’ Calvino, Mentre lo Spirito soffia dove vuole .... e sempre più forte, papa e cardinali e vescovi chiudono porte e finestre e cercano di costruire mura e fortificazioni intorno all’ovile delle loro ’pecore’ e del ’loro’ libro. La rivelazione, come la storia, è dichiarata finita per ragioni di Stato: l’ispirazione dello Spirito può darsi solo dentro il recinto dell’infallibile pastore, con le sue “guardie svizzere”!!! Vi è stato detto... ma io vi dico: fuori non c’è più nessuna ’pecora’, ci sono solo lupi! Uscire all’aperto, e nella notte, per andare a salvare ’pecore’ in pericolo o smarrite, nemmeno a parlarne più! Basta: credere, obbedire, e prepararsi a combattere!!! Che dire? Mi sembra che siamo arrivati al capolinea: non è più lo Spirito che agisce nella storia a costruire la tradizione, ma - nel totale capovolgimento - “la tradizione è lo Spirito che agisce nella storia”!!! Questo è (a me pare) un vero e proprio ’segnale’ del crollo prossimo-immediato e definitivo di quella Chiesa ’cattolica’ nata nel IV sec. dopo la nascita di Cristo, richiamata dallo stesso presente papa (e dopo la tempesta di vento alla morte di Wojtyla) all’inizio del suo stesso pontificato. O no?! M. cordiali saluti, f.to Federico
Etsi deus non daretur... principio applicabile a “sacra gerarchia” & company? Caro Federico, pace e bene a te che cerchi!
Credo di avere già toccato nella mia “posta” la problematica complessa che ora tu torni a sottolineare con argomentazioni severe. Parlavo tempo fa di “schizofrenia” nella chiesa a partire dal 4° secolo e perciò mi piace porre le mie riflessioni di “dialogo ecumenico” attestando con fervore e amore che la chiesa (e il mondo) non lo salva questo o quel papa, questo o quel cardinale per quanto invasivo e petulante. E ciò perché l’Unico che, “in principio”, ha potestà di donare salvezza è il Cristo Signore. Sta nel “principio eterno” e soltanto lì, la “potenza” che è mirabilmente esclusiva di Gesù, figlio consustanziale al Padre e veicolo di Spirito Santo, di essere nella storia ma nel contempo aldilà delle “culture” nonché del tempo e dello spazio. Gesù Sapienza Eterna è l’Unico: tutti gli altri (Pietro, Paolo... Barnaba!) restano assediati (anche se vogliamo con ogni forza escludere la “mala fede”) dalla “umanità” calata in un ristretto ambito spazio-temporale culturale con tutti i “pregiudizi”, le “preoccupazioni”, le debolezze di “fede” che diventa incapacità di vedere oltre, di avere coraggio di “osare” oltre. La “avvolgente, materna ironia” di Gesù Pietro su cui pare posarsi la “avvolgente, materna ironia” di Gesù (perché non “roccia viva” egli è, ma spesso fastidiosa “pietra d’inciampo”) si salva e riesce a guidare a riva la barca non quando si affida alla sua “intelligenza” (che non ha) teologica, filosofica, sociologica e poi... calcoli politici o diplomatici, ma quando si butta con “testardaggine” primitiva ed istintiva... perché subito aldilà c’è pronta la mano di Gesù: alla Sistina... il dito di Dio sull’uomo! E quindi prima impellenza è tornare a Gesù e al suo Vangelo che è annuncio di “liberazione” nel Regno. “Cercate il Regno di Dio e il resto vi sarà dato in sovrappiù”. Tu, sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisedech! È emblematico; ma se guardiamo con occhio “semplice” notiamo subito l’abisso tra l’annuncio di Gesù e... la “traduzione” fatta dagli stessi discepoli e lo stesso Paolo. Per quanti secoli ci hanno beati e atterriti con l’espressione, riportata in titolo: siamo dovuti arrivare a internet per avere chiaro che il Melchisedech del salmo 110,4 non era modello di “sacerdozio” cattolico in quanto trattavasi di un... pagano! Paolo, per fama il più lungimirante, intelligente, esperto uomo del suo mondo... non viene fuori dalle categorie mentali di una “normalità” “normante”: è da qui l’inizio della fine della “purezza” del messaggio evangelico. Paolo accetta la “schiavitù”; si muove nella “morale” dei padri... diremmo oggi “affetta da relativismo”. Figurati: se Paolo esclude l’obbligo della circoncisione o il rispetto del sabato, continua, ad esempio, a considerare le donne... casta inferiore: e bene che coprano il capo e nascondano i capelli... “a motivo degli angeli”! Ma fino a quanto tempo fa, le donne sono state considerate “autoritativamente” (quanta cretinagine autorevole?) impure a motivo del mestruo e da “purificare” dopo il parto tanto da non dovere assistere al battesimo del figlio? La “normalizzazione” del Gesù portatore di libertà agli uomini “fatti a immagine del Padre” comincia subito; dal Gesù che desacralizza la “casta sacerdotale” e avversa la religione e il culto, si allontanano subito i nuovi-vecchi sacerdoti i quali vivono la dimensione esclusivamente “umana”. Da qui l’accento sulla “tradizione” da te notata: ma tale tradizione non è Gesù; è soltanto ciò che i nuovi “ministri del culto” hanno voluto capire-accettare secondo i loro bisogni. E ciò a meno che non si parli di tutt’altra “Traditio”, che, come sa distinguere il papa teologo, è “quanto viene tramandato oralmente dai giorni di Gesù al momento in cui il Vangelo prende forma scritta nei libri “canonici” con cui, peraltro ci hanno insegnato, si chiude la “rivelazione”. Ciò che fa la differenza Gesù esulta per la “fede” riscontrata nel centurione e tuttavia non prende il bisturi per aprire la “cancrena” che pure avverte ma che, comunque, guarisce! Gesù guarisce, non condanna! Gesù che vede aldilà, sa cosa chiede il centurione e perché! Eppure egli restituisce... sanato il giovinetto-schiavo che il centurione “amava”! Altro caso, (per non parlare di Lazzaro, probabilmente sepolto vivo!) la prostituta (divenuta clericalmente... la peccatrice!) che aveva lavato con le lacrime i piedi di Gesù e li aveva asciugati, sciolti i capelli, non viene rimproverata... ma lodata perché molto ha amato (molto le viene perdonato perché molto ha amato: questo dice Gesù all’ospite fariseo nel tentativo di correggergli, di correggerci la vista!). E infine: donna, vai in pace! E qui io inviterei papi, cardinali, cristiani ad esultare con Gesù: egli conosce il fondo del cuore umano. Egli sa che alla prostituta non può chiedere di cambiare mestiere. Essa era stata allevata per questo e non “conosceva” altro per vivere! Ecco la differenza: Gesù è Sapienza Eterna. Papi, e cardinali e cristiani, malgrado le tiare che ti innalzano una spanna... No! E allora? Allora io direi che dovrebbe poter essere sano desiderio del cristiano auspicare che papa e cardinali non offrano il fianco (incautamente) alle “critiche” (tante volte di carattere storico, teologico, perfino etimologico) che se ispirate a verità, sono “buone” anzi da sollecitare... quando si ama la comunità (ecclesìa) fondata da Gesù dove l’amore vicendevole è discriminante segno “da cui riconosceranno che siete miei discepoli”. E se non gradiscono... perché loro possiedono in esclusiva e tutta intera la verità, anzi ne stanno al di sopra? Ebbene forse è arrivato il tempo di applicare a sacra gerarchia e company il principio “etsi deus non daretur...” Semplice, no? Facciamo finta che non ci siano e arretriamo... verso Gesù e il Vangelo, lasciandoli a blaterare in prima fila e al vento dell’ipocrisia. Saranno loro chiamati a rispondere del peccato contro lo Spirito. “tutti i peccati, per il Figlio dell’uomo saranno perdonati! Solo uno no; e di solito è “il peccato” di chi, costituito in autorità, non vorrà mai accettare, pena la caduta della sua autorevolezza, di essere messo in discussione. Con fraterno affetto, tuo
Sabato, 06 maggio 2006
Io veramente non vedo perchè c’è da meravigliarsi così tanto ! Se andassi in una moschea saprei benissimo quale sarebbe il tenore del discorso dell’imam . Cosa pretenderesti, caro Diana, che il prete parlasse a favore dell’aborto o dei PACS in Chiesa ? Vorresti pure un confronto, un dialogo democratico ? Ma guarda che la Chiesa non è una democrazia, non è un partito politico; la Chiesa ha un suo Magistero, un suo insegnamento, e se i discorsi o le direttive della Chiesa non piacciono, nessuno è costretto a seguirli. Non vedo perchè irritarsi così nei confronti di una religione che da sempre predica determinati insegnamenti. Se quella coppia si è sposata secondo il rito cattolico, significa che crede in quei principi che il prelato ha giustamente ricordato ai fedeli presenti. Dove sta lo scandalo ?
Forse quel prete ha fatto male a pubblicizzare ulteriormente le bufale di Dan Brown, ma a riguardo della sua predica di un’ora sui valori del matrimonio cattolico, ha fatto benissimo !
Saluti.
A Biasi,
c’è differenza, senza esprimere giudizi di valore, tra una società laica e una teocratica. Nei paesi islamici politica e religione coincidono perfettamente, da noi no, anche se la religione può influenzare come qualsiasi ideologia. I preti possono dire la loro, però dal pulpito è meglio parli il vangelo, e soprattutto dicano la loro sempre senza piegarsi ai giochi della politica. Si capisca che la fede non ha colori e la vita va difesa sempre, qualora si assuma questa posizione. Sulla riforma della legittima difesa hanno parlato abbastanza? Ripeto una domanda che ho già fatto: la vita di un ladro è meno degna della vita dell’embrione?
Con stima
Vincenzo Tiano
Caro Vinvcenzo, sono perfettamente d’accordo con te. Non viviamo, grazie al cielo, in un regime dittatoriale teocratico nel quale la verità non è condivisibile né riformabile; nel quale essa è sola e unica ! In questi regni dell’Assoluto non c’è spazio per la cultura e visioni personali, la vita soffoca sul nascere. Il tentativo di costruire lo Stato di Dio conduce inevitabilmente alla sottomissione e all’indottrinamento della popolazione.
È forse questa la tua paura ? La paura anche del nostro Prof. La Sala ? Che lo Stato Italiano debba forse "sorvegliare" la Chiesa Cattolica per la difesa dei diritti costituzionali degli italiani ? Il cardinale Ruini persegue forse, in fondo, principi anticostituzionali ?
La cosa mi sembra abbastanza ridicola, no ?
Secondo me si può essere profondamente convinti della propria fede e nello stesso tempo essere molto tolleranti nei confronti delle persone che non condividono le stesse convinzioni. Il fanatismo è spesso tipico delle persone che gridano tanto più forte quanto meno sono convinte di ciò che affermano. I cattolici non devono avere paura (esortazione di Giovanni Paolo II) di manifestare le convinzioni religiose e i valori cristiani che li animano. Per rispettare i non credenti con i quali entrano in dialogo, non devono credere di essere obbligati a presentarsi a loro come persone poco sicure di se stesse.
Per quanto riguarda la tua domanda, penso che il paragone ladro/embrione è insostenibile: l’embrione non minaccia nessuno, il ladro potrebbe uccidere, stuprare; comunque è sempre simbolo di violenza e di terrore contro il quale l’autodifesa può essere giustificata, anche fino all’estrema conseguenza.
Con stima reciproca.
Caro Biasi,
a conferma che i preti sul tema legittima difesa non hanno parlato, è la tua ignoranza in materia. La nuova legge permette di uccidire a difesa non solo della propria vita (cosa in linea col catechismo e la legge morale) ma anche di beni patrimoniali. Allora riformulo la domanda: la proprietà vale di più della vita? Perchè la Chiesa non ha preso una posizione netta? Si ritiene che un governo di centro-destra, a prescindere, faccia riforme improntate alla cristianità? Quanto a Ruini, l’anno scorso avrebbe fatto meglio a convincere i cristiani sulla inviolabilità della vita fin dal concepimento, piuttosto che invitare all’astensionismo, della cui scorrettezza politico-morale non voglio dibattere. Due parole infine sui Pacs, essere daccordo o contrari è squisitamente politico: il vangelo per fortuna non ne tratta. Ciò che temo, per esperienza personale, è il fideismo politico e il clericalismo senza Dio.
Saluti
V.T.
Caro Mauro e caro Vincenzo, se volete fare propaganda politica o demagogica è un conto, se invece volete affrontare gli argomenti seriamente e onestamente, dovreste cambiare atteggiamento ed essere intelettualmente onesti, in primo luogo con voi stessi.
Molto probabilmente non conoscete i preti e la Chiesa, altrimenti non affermereste simili assurdità ! Se poi siete pure dei credenti, allora vi inviterei ad approfondire la vostra fede, a ricercare le ragioni della stessa e ad approfondire la Parola e quindi il Vangelo, così come la storia della Chiesa.
"La Chiesa non è stata istituita per cercare la gloria della terra, bensì per diffondere anche col suo esempio l’umiltà e l’abnegazione. Come Cristo infatti è stato inviato dal Padre a dare la buona novella ai poveri, a guarire quelli che hanno il cuore contrito, a cercare e salvare ciò che era perduto:così pure la Chiesa..." (Vaticano II, Lumen gentium 8)
A Vincenzo volevo ricordare che qualche tempo fa c’era qualcuno che invitava ad andare al mare piuttosto che al voto, e non era sicuramente una persona di destra. Perchè ora tanto scandalo ? Ah sì : i promotori di quest’ultimo referendum, grazie all’astensionismo, non hanno potuto essere risarciti delle spese che hanno sostenuto per portare avanti il loro progetto !
Siamo onesti e non perdiamoci nella solita retorica inconcludente.
Cordiali saluti a entrambi.
Caro Biasi, come Giacobbe anzitutto ti chiedo: qual è il tuo nome? Se tu fossi Dio potresti rispondere: "Perchè chiedi il mio nome?". Se fossi uomo, non potresti non dirmelo, per onestà appunto! Ciò chiesto passiamo al dunque. Fassino e company al referendum sull’articolo diciotto invitavano all’astensionismo così come i nostri illuminati politici florensi sul referendum per il cambio di provincia. Facevano bene? No, sbagliavano. Ma questo non autorizza gli altri a fare altrettanto. In tema di referendum la Chiesa non ha dato, a mio avviso, buon esempio di correttezza (questo vuol dire piegarsi ai giochi della politica). Poichè io non conosco i preti e la Chiesa e tu la conosci bene, indicami il modo per avere un colloquio con Sua Santita Benedettto XVI perchè ho tante cose da chiedergli e da raccontargli, frutto di delusione personale. Caro Biasi, infine evita di proporre testi di concili e vari atti di diritto canonico: non ne posso più di tutte queste parole, belle e profumate. Per ora voglio leggere il vangelo. Credo che il Signore si ricorderà dei servi disobbedienti alle leggi del branco, comunque. Tu coltiva la tua fede, alla mia ci penso io, se Dio vuole.
Con stima
Vincenzo
Caro Vincenzo, la Chiesa non si piega e non deve mai piegarsi a nessun gioco politico. La Chiesa non è stata inventata da uomini avidi di potere come volete far credere in queste pagine. Sono comunque d’accordo con te sugli eccessi che può portare un certo clericalismo. Ma come credente so che la Chiesa esiste in forza di una volontà esplicita di Gesù e che essa deve lasciarsi incessantemente ringiovanire dallo Spirito Santo. Certamente non dalla Bonino o da Bertinotti !
Per quanto riguarda l’astensionismo, per me rappresenta una scelta. Si può votare SI, NO oppure astenersi. L’astensionismo è un voto. Perchè devi constringere la gente a votare ? Ti ricordo che il 75% degli italiani non ha votato per quel Referendum.. Tutti ignoranti, succubi del Card. Ruini ? Tutti passati all’improvviso dall’altra parte ? Siate onesti ed esaminate onestamente il motivo di quella sconfitta!
Le tue domande puoi rivolgerle benissimo a un frate cappuccino del nostro paese, senza scomodare il Santo Padre che ha cose molto più importanti di cui occuparsi. La nostra delusione, la nostra sofferenza a causa di alcuni comportamenti di certi prelati non giustifica il nostro rancore, il nostro astio verso la Chiesa stessa. Si riforma la Chiesa visibile solo soffrendo per la Chiesa invisibile, caro Vincenzo. Impariamo da San Francesco d’Assisi che non sfido l’iniquità, non tentò di affrontarla, si buttò nella povertà e colmò di tesori invisibili la Chiesa d’allora e, sotto la mano dolce di quel mendicante, essa iniziò a fiorire come un prato d’aprile.
Dio poi ci accetta, te e me, come siamo. L’immagine del buon pastore insegna che Dio non scaccia la "pecora nera" (quella che disobbedisce o sbaglia), ma la cerca, la trova e la riporta indietro sul prato.
Con stima e simpatia. Biagio (è questo il mio nome)
Caro Biagio Biasi,
a meno che questo sia il tuo nome e cognome inizia a identificarti così che la tua opinione abbia un responsabile e sia a lui imputabile. Poi si può continuare a discutere. Trovo i tuoi argomenti contraddittori e moraleggianti. Sul referendum la posizione che sottoscrivo è la seguente. Se ti interessa clicca sopra.
V.T.
Caro V.T., ognuno ha diritto alla propria privacy. Se poi sei veramente interessato alla mia persona puoi sempre inviarmi una e-mail (che sicuramente avrai letto) così potrò inviarti Nome, Cognome, Recapito e "Curricula".
Molto interessante comunque l’articolo. Grazie e ciao
Ognuno ha diritto alla propria privacy. Infatti, non ho chiesto dati personali, oltre al nome e cognome, o dati sensibili. Però se una persona esprime un’opinione e invoca l’onestà intellettuale (espressione che poi non vuol dire nulla), coerenza vuole che si dichiari. Rispetto tuttavia il tuo anonimato, come il tuo pensiero.
Distintamente,
Vincenzo Tiano
Caro Vincenzo, ti ringrazio per la tua comprensione e il tuo rispetto. L’onestà intelettuale precede sempre la nostra volontà di volere aver ragione a tutti i costi e implica la visione da parte del nostro interlocutore di "quei strumenti" che adotteremo per difendere le nostre opinioni, e "come" li useremo.
A me piace confrontarmi a viso aperto, lealmente, senza pregiudizi. Non ho dichiarato la mia identità, anche perchè il Direttore non me l’ha mai richiesta e perchè è da tanto tempo che scrivo in questo giornale. Con il Direttore poi ci siamo confrontati anche in altri siti (vedi Vattimo e sgf-online, e probabilmente conosce qualcosa di me più di te).
Come te, probabilmente, non sopporto l’atteggiamento delle persone che hanno la certezza di possedere la verità. Spero che io non dia questa impressione. Per me la fede non è la semplice conclusione logica di un discorso apologetico; essa è adesione del cuore a Cristo. E Dio è cuore, è amore, e carità (Deus Caritas Est).
Grazie ancora per la tua, la vostra attenzione. Biagio Allevato
Caro Biasi,
questi confronti sono oro per il nostro giornale. Ci siamo scritti molte volte anche sul sito di Gianni Vattimo. In quanto a me, credo che la pensione sia sempre più vicina. Ho perso la grinta originaria e sono assente. Dimentico, ometto, erro, vago e non riesco a levarmi dal letto. Aiutatemi tutti a trovare qualche luogo per gli ultimi anni. Un saluto a tutti. Vincenzo, Mauro, Federico e Biagio, siete la colonna di questa testata!
Emiliano Morrone
Gentile Biasi,
vorrei chiarire innanzitutto che rispetto ed apprezzo il suo punto di vista, frutto delle sue giuste convinzioni da credente che nessuno qui vuole intaccare ed attaccare.
L’articolo da me proposto è semplicemente un dato di fatto. Indipendentemente da chi io possa votare e con chi possa essere in accordo più o meno, a me risulta inconcepibile il comportamento meramente politico di un prelato. E sottolineo che non sono legato ad alcun partito, nè di destra che di sinistra, nè mai nella mia vita ne farò parte, di questo ne sono certo.
D’altronde, se volevo sentirmi dire l’opinione di qualcuno su quegli argomenti, di certo non andavo in chiesa e nè tantomeno mi aspettavo di sentirle durante una messa. A quel punto me ne andrei ad ascoltare un comizio o mi limiterei ad accendere la televisione.
Invece, durante una celebrazione religiosa importantissima e fondamentale che lega due persone per la vita, personalmente mi aspetto da un prete un sermone sui giusti e necessari valori cristiani del matrimonio, cosa che, le ripeto e le ribadisco, c’è stata solo in minima parte e solo dopo questo bel "comizio" su PACS, aborto ecc.
Sono sempre stato, tuttavia, dell’idea che: "Non condivido nulla della tua opinione, ma darei la vita affinchè tu possa dirla".
Quindi, ci sono tempi e luoghi idonei per parlare di determinati argomenti. In tutti gli altri casi si è fuori tema.
Cordialmente,
Mauro Diana.
Caro Mauro, penso che entrambi abbiamo letto il "Trattato sulla tolleranza" di Voltaire, scritto in occasione dell’"affare Calas" ed entrambi lo condividiamo.
Anche il sottoscritto non è legato a nessun partito politico, però quando deve votare sa distinguere la parte politica che difende quei valori a cui crede e che la Chiesa difende. Se poi un prelato, difendendo la famiglia e il matrimonio, si scaglia contro i PACS e l’aborto, lo fa per difendere quei principi che a ragione il Papa definisce non-negoziabili. Cosa centra la politica ?
I PACS e l’aborto (così come il divorzio) sono i NEMICI della famiglia, di quella "sacra famiglia" che secondo noi cattolici rappresenta il nucleo naturale e fondamentale della nostra società, e che quella coppia di sposi, tuoi amici, andava formando. No, quel prelato non era fuori tema. Anzi, direi che quella "predica" andasse fatta, per mettere in allarme i fedeli e gli sposi, del pericolo che tutti corriamo.
Pacs et Bonum. Ciao
Caro Biagio,
apprezzo sempre più i tuoi interventi carichi d’onestà intellettuale. Tuttavia penso che la Chiesa, come ha riportato anche il prof. La Sala nell’altro articolo, debba "bacchettare" se si violano i principi sacri del Credo, ovvero se si impone come adorare il Cristo. Il resto no, il resto non c’azzecca nulla. Il resto è una libera scelta individuale che non può essere criticata da un uomo come noi (il prete) per ragion veduta. Finchè si intaccano i valori cristiani è un conto, ed il prete ha il diritto/dovere di difenderli anche a spada tratta, ma quando si supera il limite andando a sfociare in discorsi politici non si ha tolleranza civica. Cioè, Biagio, non può entrarci la politica nella lettura della Parola! Mica sulla Bibbia c’era scritto, che so, votate Udc o votate Prc, o mi sbaglio? Comprendo che si possa anche accennare a questa tipologia di discorsi, ma non si può iniziarne a parlare e solo dopo leggere e interpretare la Parola. Tutto questo non ha senso. La società moderna ancora oggi sbaglia a rivolgersi a maghi, santoni e altre categorie di ciarlatani perchè pensa che ci sia qualcosa di mistico nel divino, anche se poco ha a che vedere con questo. Ma le persone ci vanno soprattutto perchè non hanno avuto una forza di pensiero libero, acculturato. Pensano che, magari, la moderna medicina nulla può contro determinati eventi! Ma uno che congiunge le mani sì! Le chiusure, anche mentali, della Chiesa sono tantissime: tempo fa, sulla porta di casa, molti attaccavano un adesivo che recitava: "Se siete Testimoni di Geova vi preghiamo di non bussare perchè siamo Cattolici". Come si fa? Come si può aver paura di ascoltare? Come si può escludere così? Se sei cattolico entra, se sei un Testimone allora vai via, non abbiamo nulla da spartirci. A parte la vita terrena. Una vita, quella terrena, che è concreta e che è fatta da una moltitudine di situazioni, che è reale e difficile. Non si può non ascoltare e non accogliere a prescindere! Uno ascolta in silenzio, nel frattempo valuta e poi, solo dopo, parla traendo una conclusione. Tutto ciò è e rimane in piena contraddizione con l’insegnamento base di tutti i cattolici cristiani: Dio ha pietà di tutti perchè tutti sono uguali. Rispettiamo il nostro prossimo come noi stessi, allora, e non diamogli dell’eretico solo perchè è diverso!
Come sempre con cordialità,
Mauro.
"Nati non foste per viver come bruti"
caro Mauro, io penso semplicemente che non possiamo servire due padroni contemporaneamente ! Bisogna fare delle scelte nella vita, lealmente, altrimenti ci si prende in giro.
Se sono un fedele cattolico credo in Cristo e lo seguo. La guida è lui! Come dice il salmo, "la sua parola è luce ai nostri passi"! Però so anche che per non correre il rischio di deviare dalla giusta via, egli ha affidato alla sua Chiesa il compito di darci l’interpretazione autentica del suo vangelo. Se accetto questa interpretazione non posso essere anche a favore di chi la contrasta . Mi sembra un discorso così banale !
Se poi si pretende che il cattolico non si impegni politicamente per cambiare le cose di questo mondo, allora si dovrebbe auspicare veramente che egli apra ai Testimoni di Geova e si converta a quella setta..
Con rispetto e simpatia. Biasi
"Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province ma bordello"
Mauroooo! Il passo è "Fatti non foste a viver come bruti". Approfitto della discussione solo per comunicarti che sono in notevole ritardo coi commenti ai pezzi del laboratorio. Chiedo scusa a te e agli altri. Purtroppo, sono intortato col festival di Silvana Mansio, con un lavoro audiovisivo e per alcuni impegni a Milano. Nel frattempo, cercate, se potete, mi rivolgo agli "allievi del laboratorio", di commentare il testo sulla riforma costituzionale sottoposta a referendum. A metà giugno, ai meritevoli, le chiavi d’accesso completo al sito, con la possibilità di gestire il forum e di inserire i pezzi senza passare dalla direzione. In ultimo, sto per decidere se chiudere la competizione - in senso sano - relativa al laboratorio. Ormai, Mauro, sei l’unico che risponde puntualmente a ogni esercitazione. Nel caso decidessi come appena scritto, sarai il vincitore del laboratorio, con abbondante anticipo. Restano fermi i discorsi su pubblicazione e premiazione, con la tempistica prevista.
Emiliano Morrone
Ps: il vicedirettore si chiama Tiano, non Tiani.
Gentile Biasi,
la ringrazio per la sua riflessione molto interessante, come ringrazio il vicedirettore Tiani per il suo intervento davvero lucido.
Forse il guaio, se così lo si può definire, sta proprio nel fatto che il prete ha parlato dei PACS e dell’aborto in chiesa in una occasione, il matrimonio, che nulla ha che vedere con queste tematiche strettamente politiche.
In Chiesa si va ad ascoltare la parola di Dio, non la parola della Chiesa. Attenzione: la distinzione è grande.
Il prete, poi, durante la predica legge la Parola e la interpreta anche a suo modo, ma non può non leggere la Parola di Gesù e parlare di questi temi e, solo dopo, proporre una lettura e celebrare il rito. E, come afferma anche il vicedirettore, non ci devono essere colori. Questi miei due amici hanno fatto benissimo a scegliere la via cattolica per il matrimonio. Ci mancherebbe altro. E faranno il loro dovere accettando senza riserve quello che l’insegnamento del matrimonio educa: la tolleranza, l’amore, l’educazione dei figli che verranno, la fedeltà, il rispetto reciproco nella buona e nella cattiva sorte. Rispetto che, dunque, va manifestato verso tutti.
E mi piacerebbe sottolineare che la Chiesa deve educare alla fede, non deve educare le coscienze. Alle coscienze ci pensa la società, gli individui stessi, mediante un insegnamento laico su concetti razionali e non sul misticismo. Chi crede lo fa per fede e, come la Bibbia insegna, tutti sono figli di Dio, e non del demonio, e tutti vengono accettati per quello che sono.
Chi uccide va all’inferno (ma anche chi uccide la libertà di pensiero indivuale) e sono sicuro che accettando tutti non si possa correre il rischio di finirci!
Con sincera stima,
Mauro Diana.