Reality show
La vita in diretta dei sepolcri imbiancati
Il problema è: perché ce li fanno vedere? Solamente perché ci piacciono e quindi fanno ascolti? O forse perché cercano di farci pensare qualcosa cui un po’ cominciamo a credere? Ad esempio che le star della tv sono come noi e quindi che tutti alla fin fine lo possiamo essere. Basta crederci...Magari nel nostro piccolo, ma lo possiamo essere. E come faccio ad essere visto come un divo nel mio piccolo, nel mio gruppo? Per fortuna la tv ci viene in aiuto...Basta che ti compri un certo prodotto, un certo capo di abbigliamento o assumi un certo modo di ragionare e tutti saranno ai tuoi piedi. Come in un trono potrai scegliere chi sottomettere, chi escludere, chi proteggere: sei al centro di tutto. Devi solo uniformarti. Non è difficile, anzi sicuramente piacevole. Non devi neppure pensare: è un prerequisito. Come in uno stato di incoscienza, non devi sforzarti: devi proprio lasciarti andare. Anziché leggere o informarti, quindi sforzarti, in qualche modo per capire come e se ti stanno usando, preferisci farti usare, farti smembrare. Però con l’ anestesia, dove l’anestetico è quello specchio deformante della società chiamato Televisione. Quindi preferisci stare seduto davanti alla Tv per carpire a un paio di analfabeti ben agghindati il segreto del loro successo. Ma quale successo? Diventare un manichino per stilisti di mezza tacca è successo? Soprattutto essere strumento di un potere che manco comprendono, che mira a farci diventare tutti degli zombie ben vestiti e dal bell’aspetto, sempre consenzienti e votati all’apparenza è successo? Essere degli apatici è successo? Avere successo è successo?
Pietro Francesco Dettori
Bologna
Caro Francesco,
più volte nei miei articoli ho trattato il tema della televisione. Condivido appieno quello che dici, per cui mi dispiaccio. Specie difronte alle risposte che sovente vengono date "si offre quel che si chiede" o "il popolo non vuole ciò che è impegnato o serio", confondendo causa ed effetto. Penso più semplicemente che chi gestisce la televisione deve fare i conti con un’economia spietata, per resistere alla quale è necessario adeguarsi agli standard, concorrendovi. E’ opinione riconosciuta che di fronte a un modello vincente dal punto di vista del successo, gli altri, invece che superarlo, preferiscono riprodurlo, per questioni di comodità. Anche a costo di seguire un modello negativo. Questo è avvenuto con i reality. Ancora una volta strumentalizzando l’uomo, non solo - o tanto - colui che rendere pubblica la sua vita privata (che è una sua scelta), ma quello che per curiosità si lascia ingannare sacrificando la sua vita pubblica (se non è partecipativa alle tematiche politiche in senso lato) rendendola super-privata, cioè sola e ininfluente.
Vincenzo Tiano
Troppo generico, Pietro. "Tv" va scritto con la miniscola. I tuoi periodi mi paiono molto spinatiani (www.giampaolospinato.it), descrittivo-teatrali. Hai una buona penna. Ma devi essere più interessante, per catturare il lettore. Quando cominci un pezzo, evita, alle prime righe, di scrivere "ad esempio". Si tratta, infatti, d’una formula liceale, che non si può tanto ammettere in ambito giornalistico. Almeno all’inizio d’un articolo. Tutto sommato, però, il tuo lavoro non dispiace, come opera di laboratorio. Hai acquisito un bonus di 40 punti e sei in testa, per ora, alla classifica degli autori.
Assai cordialmente, Emiliano Morrone
Voti: E. Morrone 10, E. M. Ciccozzi 3, M. Paola Falqui 7, Antonio Totti Chessa 2, Angela Maria Catino 10, Alessandro Geri 2, Antonfrancesco Fallaci 2, Maria Grazia Oppo 1, Michele Zappone 1, Maria Costanza Barberio 1.