Poveri soldi!

Farmaci, primato negativo. I nostri prezzi i più alti d’Europa.

In un anno spesa cresciuta dell’11%
mercoledì 27 settembre 2006.
 
Per comprare i medicinali noi italiani dobbiamo sborsare molto più degli altri europei. Solo rispetto all’anno scorso la nostra spesa per i farmaci è cresciuta del 10,8%, E pensare che, proprio in Italia, le medicine appena uscite dalla fabbrica hanno i prezzi più convenienti d’Europa. Cosa succede prima che arrivino sui banchi delle farmacie? Altroconsumo punta l’indice sui grossisti e sulla distribuzione...

"In Italia, quando il farmaco esce dalla fabbrica ha il prezzo più conveniente d’Europa; ma quando lo stesso farmaco arriva sul bancone della farmacia, ha subito tali e tanti rincari di prezzo che diventa più caro nel nostro Paese che in Gran Bretagna, Portogallo e Belgio". Sono i risultati di un’indagine di Altroconsumo svolta in otto paesi europei. L’associazione indipendente di consumatori ha infatti condotto un’indagine su 19 farmaci venduti in otto Paesi (Gran Bretagna, Olanda, Francia, Portogallo, Spagna, Belgio, Germania ed Italia) ed il nostro Paese si è rivelato la patria delle medicine più care. Ecco spiegati, dunque, i dati in crescita sulla spesa dei farmaci nella penisola: + 10,8% nei primi sei mesi del 2006, rispetto al 2005.

Questo, dunque, il triste primato legato ai prezzi dei farmaci di fascia A, quelli rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale. Dando 100 come indice di prezzo più basso, l’Italia registra però il livello più basso per il prezzo di fabbrica dei farmaci (100 contro il 136 della Germania), ma ala proporzione si inverte quando si considera il prezzo finale in farmacia. Così, se in GB c’è il più basso indice di prezzo, noi balziamo a 132 (alla pari col Belgio) e peggio fa solo la Germani con 164.

Altroconsumo ha messo sotto la lente alcuni dei farmaci più venduti di fascia A, perché in media ogni consumatore, nel 2005, in Italia, ha acquistato 28 confezioni di farmaci: di queste, 15, più della metà, erano a carico del SSN. Dall’inchiesta emerge allora che il Servizio Sanitario "riesce a spuntare buoni prezzi coi produttori - afferma l’associazione - ma è un vantaggio competitivo vanificato dalle quote che vanno a grossisti e farmacisti". Risparmiare è possibile? Secondo Altroconsumo sì "ma occorre migliorare l’efficienza della distribuzione". In questo senso, dice l’associazione, un passo concreto in avanti è stato fatto "solo per i farmaci di fascia C". Merito del decreto Bersani che "ha creato nuove opportunità per stimolare la concorrenza: la distribuzione di alcuni farmaci nei seupermercati, lo sconto sui prezzi deciso dall’esercente ed il superamento dell’ereditarietà della farmacia". La sfida, ora, si apre per gli altri medicinali.

(ANSA - Tratto da "City" edizione di Roma 27/09/2006)


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