Che schifo!

Incidenti di Catania, un’unica soluzione: fermare il calcio.

Dopo la morte del poliziotto, occorre ripensare lo sport più amato dagli italiani
sabato 3 febbraio 2007.
 

Ci risiamo. I soliti cretini, anzi in questo caso i soliti assassini, se la prendono con le forze dell’ordine. Poliziotti, carabinieri, finanzieri che, prima di essere tali, sono soprattutto persone che stanno lavorando per garantire quell’ordine pubblico auspicato dai molti che vogliono andare allo stadio solo per vedere e tifare la propria squadra del cuore.

L’episodio di ieri a Catania è solo l’ennesima goccia che farà traboccare il vaso finché tutto non andrà in cavalleria. Finché, come è consuetudine italiana, i fatti non si dimenticheranno, presto purtroppo. Finché non ci sarà, speriamo mai, un’altra occasione per parlare nuovamente di questi gravosi fatti di cronaca. Servono leggi idonee, certo. Ma serve soprattutto una nuova mentalità che tenda ad escludere ed isolare tutti quei cretini capaci di azioni del genere. Le leggi, parzialmente, ci sono anche, una su tutte il Decreto Pisanu del 2005, che inasprisce le norme in materia di ordine pubblico allo stadio. Il fatto è che, anche in questo caso, dopo un’iniziale periodo di relativa quiete, tutto è passato, nuovamente, in cavalleria. Ma stando così le cose, anche se uno venisse processato per questi fatti, il giorno dopo sarebbe fuori “grazie” all’indulto del ministro Mastella. Cose dell’altro mondo. Già dodici anni fa, il 5 febbraio del 1994, durante l’incontro di calcio Genoa-Milan, i tifosi rossoneri accoltellarono il tifoso rossoblu Vincenzo Spagnolo. Anche in quel caso ci fu il solito polverone che portò alla sospensione del campionato italiano di calcio per un’intera giornata.

Troppo poco. È l’ennesima dimostrazione che la memoria italica reagisce subito e dimentica altrettanto presto. Questa volta la mano deve essere pesante. Dopo lo scandalo Calciopoli che sembrava dovesse rivoluzionare il mondo del pallone, ma che in realtà si è risolto con sconti di pena per tutti, ora l’assassinio del giovane poliziotto di 38 anni deve essere da monito per l’intero pianeta calcio e per tutti i satelliti che vi ruotano attorno. La proposta più opportuna sarebbe quella di fermare i campionati per la rimanente stagione, con forti penalizzazioni (non solo economiche) per le società coinvolte, grazie ai “meriti” delle proprie tifoserie, in atti vandalici come quello di ieri. E per tutti coloro che sprecano del tempo ad andare allo stadio solo ed esclusivamente per compiere queste barbarie, la galera. Senza gradi di giudizio e, soprattutto, senza sconti di pena, assoluzioni, o divieti di ingresso allo stadio. Soprattutto il divieto di ingresso per un numero precisato di anni, è solo una cura palliativa. Che ci vuole per organizzare uno scontro? Non serve mica entrare allo stadio, tanto è vero che i fatti di maggior rilevanza si effettuano solitamente all’esterno della struttura.

In questo caso sarebbe davvero utile “punirne uno per educarne cento”: non so se, dopo un arresto ed una condanna definitiva al carcere, le persone possano essere ancora così cretine da provocare scontri con morti, feriti e danni alla "cosa pubblica".

Mauro Diana.


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