DER TANZ DAS AVANGARDE. LA DANZA DELLE AVANGUARDIE. ROVERETO SCRIGNO DELLE AVANGUARDIE COREICO-FIGURATIVE
Giorno sette del corrente mese al Mart ( museo d’arte moderna di Trento e Rovereto) di Rovereto si è conclusa la mostra “La danza delle Avanguardie” la quale ha raccolto una vastissima presenza di testimonianze provenienti da vari musei e collezioni private, europee ed americane. Un percorso espositivo completo che mostra la compenetrazione tra la danza nel secolo XIX secolo e le avanguardie delle arti figurative, segnando il passaggio da un rapporto basato sulla raffigurazione dell’ affresco artistico e sociale del mondo teatrale ad una nuova collaborazione che in campo figurativo di pari passo cammina e sperimenta con una nuova tipologia coreica consona al nuovo secolo e snellita dal peso del balletto russo alla Petipa.
Il sipario del balletto “Le train blu” ,coreografia di Bronislava Nijinska, meglio conosciuto come le “Bagnanti”di Pablo Picasso, restaurato in occasione della mostra, apre un percorso che articola bene con perizia di orchestrazione quadri, scenografie, costumi, bozzetti e maquettes con musiche di sottofondo e i video degli spettacoli i cui reperti sono presenti in mostra. Il primo passo è segnato delle note della Chopiniana/Le Sylphydes che apre un ambiente destinato ai pittori di fine ‘800, i quali raffigurano il mondo teatrale e ballettistico come Zandomeneghi, Boldini, Toulouse-Loutrec, e l’impressionista Edgar Degas . Quest’ultimo con la sua “ballerina di quattordici anni” e vari quadri da una visione problematica del mondo teatrale raffigurando prove ed esercizii coreici. Successivamente si passa ad una sala dedicata alle riformatrici americane, Isadora Duncan e Loie Fuller, che proponendo una nuova estetica della danza misero in discussione quella accademica; per poi passare a vari ambienti dedicati ai Ballets Russes di Sergej Djaghilev. Li si annovera il fior fior dell’ arte europea del primo novecento con altisonanti nomi quali Picasso, Matisse, Bakst, Depero, De Chirico e molti altri. Ben documentato in mostra ogni periodo della compagnia dei Ballets Russes evidenziando con video anche le innovazioni tecnico-coreutiche apportate dall’ entourage di Dijaghilev, come nel caso de “Le sacre du primpeps” su coreografia di Valslav Nijinsky. La compagnia rivale dei Ballets Suoedois di Rolf de Marè che fra i vari titoli propose al pubblico parigino il balletto “La jarre”, tratto dall’omonimo testo di Pirandello e con scenografie e costumi di Giorgio de Chirico, rende cosciente il visitatore dell’attenzione del mondo dello spettacolo verso le avanguardie figurative. Notevole anche la presenza degli italiani con varie opere futuriste di Depero , Prampolini, Balla e dei russi con gli avanguardisti post-rivoluzione d’ottobre. Da notare il carattere comparativo della mostra che fra i ricchissimi elementi presenta le tre versioni di mese en scene de “ Le chant du rossignol” dei Ballets Russes, di ambientazione cinese, rispettivamente di Depero, Matisse e Schlemmer. Sensibile ad anni a noi più vicini il percorso presenta lavori per coreografi quali Martha Graham, Merce Cunningham, Armitage e l’italiano Virgilio Sieni. La parte conclusiva del percorso evidenzia il rapporto fra la danza e l’ alta moda iniziato con la creazione dei costumi de “Le train blue” di Coco Chanel e continuato negl’anni successivi con reperti che vanno da Yves Saint-Laurant per Roland Petit e Gianni Versace per Maurice Bejart. Concludendo non resta che fare i complimenti ai curatori ed agli organizzatori della mostra.
Carmelo Antonio Zapparrata