È un caso unico quello italiano. Sembra che la magistratura sportiva, quella che ha condannato Juventus, Lazio, Milan, Fiorentina ed altre squadre (tra le quali anche la Reggina), non abbia capito nulla. Questa almeno è l’impressione che si ha se si guardano gli “sconti” di pena concessi dall’arbitrato del CONI.
Sembra infatti che il polverone alzatosi quest’estate dopo lo scandalo Moggi sia stato solamente un fuoco di paglia, destinato a riempire, come un esercizio, le prime pagine dei quotidiani, i sommari dei telegiornali e le poltrone dei talk-show.
Viene dunque da chiedersi cosa si debba conciliare: se si commette un illecito, è impensabile pensare che questo venga “scontato”, ridimensionato, a seconda dei gradi di giudizio ai quali esso viene sottoposto. Se qualcuno ha volgarmente rubato, non si spiega perché la pena inflitta debba essere ridimensionata. Il reato è sempre lo stesso, a prescindere da chi lo giudica, e le pene, di conseguenza, dovrebbero essere le stesse, fatto salvo eventuali (e rari) errori di valutazione.
Se si analizza l’iter processale della Juventus, la squadra che maggiormente ha pagato perché maggiormente coinvolta, si nota immediatamente quanto la giustizia sportiva non sia stata “giusta” nei confronti di tutti quelli che credono che il calcio, inteso fortunatamente ancora come sport e non come gesto fisico, sia sempre un’oasi felice per vivere una domenica diversa.
Per la Juventus Calcio, la situazione nei mesi è stata la seguente:
La richiesta della procura federale: Esclusione dalla Serie A con assegnazione ad un altro campionato federale inferiore alla Serie B. Revoca dello scudetto della stagione 2004-2005 e non assegnazione dello scudetto della stagione 2005-2006.
Caf: Retrocessione all’ultimo posto del campionato di Serie A 2005-2006 e penalizzazione di 30 punti nella stagione 2006-2007, da disputare nel campionato di Serie B. Revoca del titolo di Campione d’Italia della stagione 2004-2005. Non assegnazione del titolo di Campione d’Italia della stagione 2005-2006. Ammenda di 80mila euro.
Corte Federale: Retrocessione all’ultimo posto del campionato di Serie A 2005-2006 e penalizzazione di 17 punti nella stagione 2006-07, da disputare nel campionato di Serie B, tre giornate di squalifica del campo. Revoca del titolo di Campione d’Italia della stagione 2004-2005. Non assegnazione del titolo di Campione d’Italia della stagione 2005-2006. Ammenda di 120mila euro.
Camera di Conciliazione: Fallito il tentativo di conciliazione. Concessa la sospensione delle pene accessorie.
Arbitrato - La Juventus ha ottenuto 8 punti di sconto che riduce la penalizzazione inflitta per il campionato di serie A 2006-2007 a punti 9.
Dispositivo della sentenza: 1) conferma della penalizzazione inflitta con riguardo alle stagioni 2005-2006 e 2006-2007; 2) riduzione della penalizzazione inflitta per il campionato di serie B 2006-2007 a punti 9; 3) conversione della squalifica del campo, gia’ sospesa in via cautelare, nell’obbligo di devolvere entro 90 giorni dalla pubblicazione del presente lodo un importo corrispondente alla quota di incasso per vendita di biglietti relativa alla prima partita casalinga del campionato 2006-2007 a favore della FIGC, con vincolo di destinazione a finalita’ di promozione dell’attivita’ giovanile e dilettantistica; 4) conferma dell’ammenda inflitta nell’importo di Euro 100.000 a favore della FIGC
Insomma, a guardare bene sembra che non sia successo poi nulla di così grave. Della Valle continua a vendere scarpe, Berlusconi sta sempre lì, Moggi continua ad apparire in televisione come vittima di chissà quale potere, anche se il potere, in realtà, era proprio lui.
Mauro Diana
Calciopoli, prescrizione per Moggi e Giraudo in Cassazione
Assolti ex arbitri Bettini e Dattilo. Ex dg Juve: processo finito nel nulla
di Margherita Nanetti (ANSA, 24.03.2015)
La prescrizione è calata sulla maggior parte del processo Calciopoli: prescritta l’associazione a delinquere contestata all’ex dg della Juventus Luciano Moggi e all’ex ad bianconero Antonio Giraudo; poco o nulla rimane delle contestazioni di frode sportiva, se non qualche aspetto risarcitorio per le parti civili; scagionati da ogni accusa gli ex arbitri Paolo Bertini e Antonio Dattilo; confermata la condanna a 10 mesi di reclusione (pena sospesa) per l’ex arbitro Massimo De Santis, che aveva rinunciato alla prescrizione. Così si è concluso in Cassazione il processo che aveva messo a soqquadro il mondo del pallone. Ci sono volute sei ore di camera di consiglio.
"Abbiamo scherzato per nove anni: il processo si è risolto nel nulla, solo tante spese. E’ stato accertato che il campionato era regolare, regolari i sorteggi e le conversazioni co le schede estere non ci sono state", ha commentato a caldo Moggi. Per Bertini è stato "un processo tragico" e anche se lui è stato assolto ne è uscito "molto provato". Deluso invece De Santis, che si sente "discriminato" come "unico arbitro condannato". La decisione della terza sezione penale ha accolto le richieste del pg della suprema corte Gabriele Mazzotta, che aveva chiesto di confermare "l’esistenza di una associazione a delinquere finalizzata a condizionare i risultati delle partite, le designazioni arbitrali, le carriere dei direttori di gara, e l’elezione dei vertici della Lega calcio". Per Mazzotta erano da convalidare le sentenze di secondo grado, ad eccezione di alcuni episodi di frode sportiva e delle condanne di Bertini e Dattilo. Mazzotta inoltre ha descritto la "struttura associativa" contestata, "nella quale tutti si ritrovavano ad attentare ai risultati delle singole partite ma anche a dare appoggio a Carraro, candidato al vertice della Figc, o a pilotare dossier contro i Della Valle, ’colpevoli’ di volere un altro presidente alla guida della Lega. E si interferiva anche nella progressione delle carriere degli arbitri". Il pg ha ricordato anche che i sodali del ’sistema Moggi’ si erano dotati di un "apparato organizzativo con schede telefoniche svizzere riservate, difficilmente aggredibili da intercettazioni legali o illegali, come quelle dell’Inter".
Calciopoli
Cinque anni e quattro mesi per Moggi
Pesante condanna per l’ex dg della Juventus al processo di Napoli. Pene, tra gli altri, anche per gli ex designatori arbitrali Bergamo e Pairetto (3 anni e otto mesi e un anno e 4 mesi), l’ex arbitro De Santis (un anno e undici mesi), Lotito e i Della Valle (un anno e tre mesi). Dalla Juventus: "Risultati estranei, lotteremo per ripristinare la parità di trattamento"
di DARIO DEL PORTO *
NAPOLI - Condannato Luciano Moggi, pene severe agli altri imputati. Cala il sipario sul processo per lo scandalo Calciopoli con il riconoscimento dell’ipotesi di associazione per delinquere. Cinque anni e quattro mesi di reclusione sono stati inflitti all’imputato principale del processo, l’ex direttore generale Juventus Luciano Moggi, ritenuto il promotore della Cupola configurata dalla Procura di Napoli. Dunque secondo il Tribunale è esistita davvero l’organizzazione che condizionava il massimo campionato. Con il dispositivo emesso questa sera alle otto il collegio composto dal presidente Teresa Casoria e dai giudici a latere Maria Pia Gualtieri e Francesca Pandolfi ha infatti riconosciuto Moggi colpevole delle accuse di associazione per delinquere e frode in competizione sportiva ipotizzate dalla Procura di Napoli durante la primavera del 2006 che sconvolse la serie A, determinò la retrocessione della Juventus e la cancellazione dei due scudetti conquistati sul campo dai bianconeri.
FOTO: Il dispositivo / L’ultima udienza
Condannati, ma non come promotori dell’associazione, gli ex designatori Paolo Bergamo, 3 anni e 8 mesi, e Pierluigi Pairetto, un anno e undici mesi. Per frode sportiva sono stati condannati il presidente della Lazio Claudio Lotito e i maggiori azionisti della Fiorentina Diego e Andrea Della Valle, tutti e tre alla pena di un anno e tre mesi di reclusione. Un anno e sei mesi, sempre per frode, al presidente della Reggina Pasquale Foti. In tutto, sedici condanne e otto assoluzioni. Assolti Maria Grazia Fazi, Ignazio Scardina, Mariano Fabiani, Gennaro Mazzei, Marcello Ambrosino, Enrico Cenniccola, Silvio Gemignani e Pasquale Rodomonti. Nessun commento da parte di Luciano Moggi mentre il pm Stefano Capuano ha detto:"Non era farsopoli, come qualcuno ha detto". Nei confronti, fra gli altri, di Lotito, Della Valle e Foti i giudici hanno disposto anche il divieto di accedere a luoghi dove si svolgono manifetazioni sportive, anche se non ancora esecutivo. Le pene fino a tre anni sono coperte da indulto.
LE IMMAGINI/ Il giudice legge la sentenza
La Procura di Napoli aveva ipotizzato l’esistenza di un gruppo di persone capace di influenzare profondamente il calcio italiano e guidata dall’ex dg bianconero. Tesi condivisa dal gup Eduardo De Gregorio nel giudizio abbreviato concluso con 4 condanne, compresa quella a tre anni di reclusione per l’ex ad della Juve Antonio Giraudo. E adesso confermata anche dal Tribunale. Protesta la difesa, che annuncia ricorso in appello. Soddisfatta la Procura che aveva chiesto 21 condanne e 3 assoluzioni. Nei confronti di Moggi è in corso il procedimento davanti alla Corte Arbitrale del Coni che dovrà decidere sulla richiesta di radiazione del dirigente che si è sempre proclamato estraneo alle accuse. L’udienza di iera era stata aperta dalla discussione di uno dei suoi legali, l’avvocato Paolo Trofino, che aveva severamente contestato l’impianto accusatorio delineato dalle indagini. In attesa delle motivazioni, e dei giudizi di appello per questo processo e quello celebrato con rito abbreviato, resta da capire quali saranno gli effetti dl verdetto sul piano sportivo, soprattutto con riferimento allo scudetto 2006, assegnato a tavolino all’Inter ma rivendicato dalla dirigenza juventina.
LA REAZIONE DI MOGGI - Luciano Moggi ha lasciato scuro in volto l’aula del Tribunale dicendo soltando "Non me l’aspettavo, non ho voglia di fare battute". Ha parlato uno dei suoi legali, Maurilio Prioreschi:"Non ci aspettavamo questa sentenza, ma comunque lavoreremo su questa. Abbiamo tolto 8 frodi su 17 e crediamo che con l’appello si possa tornare a ristabilire quella che per noi è la verità. Le altre intercettazioni? Noi abbiamo offerto altre prove che erano state occultate e abbiamo detto al tribunale che non c’era reato in quelle precedenti e anche in queste nuove. Ricaduta sul processo sportivo? Abete ha tenuto a precisare questa mattina che si tratta di cose diverse, temendo un’assoluzione, ora voglio vedere se continua ad attenersi a questo criterio".
JUVENTUS: "PROSEGUIREMO NELLA NOSTRA BATTAGLIA" - "La sentenza odierna afferma la totale estraneità ai fatti contestati della Juventus, che presso il tribunale di Napoli era citata in giudizio come responsabile civile a titolo di responsabilità oggettiva ai sensi dell’articolo 2049 c. c. Tale decisione, assunta all’esito di un dibattimento approfondito e all’analisi di tutte le prove, stride con la realtà di una giustizia sportiva sommaria dalla quale Juventus è stata l’unica società gravemente colpita e l’unica a dover pagare con due titoli sottratti, dopo aver conseguito le vittorie sul campo, con una retrocessione e con relativi ingenti danni. Juventus proseguirà nelle sue battaglie legittime per ripristinare la parità di trattamento". Così la soscietà bianconera ha commentato la sentenza del tribunale di Napoli con una nota sul proprio sito.
BERGAMO: "SONO SERENO" - "Mi aspettavo una sentenza negativa - ha detto Paolo Bergamo - viste le richieste ancora più pesanti del pm. Dobbiamo accettare la giustizia per come ci viene proposta, ora aspettiamo le motivazioni e poi vedremo i passi da fare, ma questo processo è stato vergognoso. Il tribunale ha deciso sulle intercettazioni, io mi sento sereno perchè so come mi sono comportato, quello che ho fatto e soprattutto non ho fatto, quindi sono tranquillo"
I DELLA VALLE: "AMAREGGIATI" - Dichiarazioni congiunte da parte dei Della Valle: "Siamo molto amareggiati, ma non sorpresi da questa sentenza, che troviamo profondamente ingiusta. Faremo valere le nostre ragioni nei prossimi gradi di giudizio perchè venga ristavilita la verita".
DE SANTIS: "PAGINA NERA" - "Questa è una pagina nera per la giustizia italiana", commenta l’ex arbitro Massimo De Santis. "Combatteremo in appello, non c’è stata unanimità da parte dei tre Giudici, spero che chi ha deciso abbia la coscienza pulita perchè non si scherza con la vita delle persone. Chi non ha servito lo Stato nella maniera giusta, alla fine dei tre gradi di giudizio pagherà"
TUTTE LE CONDANNE
Luciano Moggi 5 anni e 4 mesi;
Paolo Bergamo 3 anni e otto mesi;
Innocenzo Mazzini 2 anni e 2 mesi;
Pierluigi Pairetto 1 anno e 11 mesi;
Massimo De Santis 1 anno e 11 mesi;
Salvatore Racalbuto 1 anno e 8 mesi;
Pasquale Foti 1 anno e 6 mesi e 30mila euro di multa;
Paolo Bertini 1 anno e 5 mesi;
Antonio Dattilo 1 anno e 5 mesi;
Andrea Della Valle 1 anno e 3 mesi e 25 mila euro di multa;
Diego Della Valle 1 anno e 3 mesi e 25 mila euro di multa;
Claudio Lotito 1 anno e 3 mesi e 25 mila euro di multa;
Leonardo Meani 1 anno e 20mila euro di multa;
Claudio Puglisi 1 anno e 20 mila euro di multa;
Stefano Titomanlio 1 anno e 20 euro di multa;
Sandro Mencucci 1 anno e 3 mesi e 25.000 euro di multa
ASSOLUZIONI per: Pasquale Rodomonti, Maria Grazia Fazzi, Mariano Fabiani, Gennaro Mazzei, Ignazio Scardina, Marcello Ambrosino, Enrico Ceniccola e Silvio Gemignani.
* la Repubblica, 08.11.2011 (ripresa parziale).