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NAPOLITANO DOMANI PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

lunedì 8 maggio 2006.
 

NAPOLITANO DOMANI PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Silvio Berlusconi dice ancora di no alla candidatura di Giorgio Napolitano. Prodi, invece, asserisce che domani ci sarà un sì pieno al nuovo scrutinio. La Lega, invece, è ferma sulle sue posizioni: se il candidato resterà Napolitano, il partito di Bossi voterà scheda bianca o lo stesso leader del Carroccio. La situazione al momento non è dunque chiara: D’Alema e Fassino lanciano un invito alla Cdl per far convergere i voti sul senatore a vita, in quanto personalità di alto profilo istituzionale proposta sì dal centrosinistra, ma su invito e disponibilità del centrodestra. Il centrodestra risulta spaccato: Berlusconi, pur riconoscendo la stima verso il senatore diessino, continua a dire no in quanto gli elettori non accetterebbero il voto dato ad un nome dell’altro schieramento. Il leader di Fi ha aggiunto che non darà mai il suo voto ad una persona che è espressione di partito e che, quindi, non dà garanzia né alla stessa Unione che tantomeno alla Cdl. Casini, leader dell’Udc, ha invece preso atto della situazione di minoranza cui verte la Cdl e, quindi, reputa un errore non votare Napolitano. Fini, leader di An, conferma il confronto col centrosinistra, ma non vede margini per arrivare all’unità della Cdl su Napolitano. Infatti secondo l’ex vicepremier è ormai tutto già definito, e si dice convinto che domani il senatore a vita verrà eletto coi soli voti della maggioranza. Fini, inoltre, ha lamentato la presenza di una sola candidatura che obbliga il centrodestra a condividere, senza margini di confronto, la scelta del centrosinistra. Giorgio Napolitano, diretto interessato, si è giustamente detto dispiaciuto della mancanza di una larga convergenza di consensi per l’elezione dell’undicesimo Presidente della Repubblica. Infatti la terza votazione, quella delle 17, si è conclusa con un nulla di fatto: Unione e Cdl hanno votato scheda bianca, mentre la Lega Nord ha dato il suo voto a Bossi. Questa è stata l’ultima votazione per la quale si necessita dei 2/3 dei voti dell’assemblea, da domani sarà necessaria la maggioranza assoluta. Condizione, questa, che porterà di sicuro all’elezione del nuovo Capo dello Stato.

Mauro Diana


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