Nessun colpevole per la strage di Ustica. La prima sezione penale della Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della procura generale del tribunale di Roma contro l’assoluzione dei generali dell’ Aeronautica Lamberto Bertolucci e Franco Ferri per il disastro. I togati hanno pertanto deciso che nessun risarcimento sarà concesso ai familiari delle vittime.
Il dispositivo è stato letto dal presidente della I Sezione penale di piazza Cavour, Torquato Gemelli, al termine di una camera di consiglio durata oltre cinque ore. In particolare sono stati rigettati il ricorso del Procuratore generale della Corte d’ Appello e quello delle parti civili, ovvero la Presidenza del Consiglio e il Ministero della Difesa (entrambi condannati al pagamento di 500 euro ciascuno alla cassa delle ammende). Rigettando i ricorsi, la Cassazione ha negato la riapertura del procedimento che avrebbe permesso ai familiari delle 81 vittime del disastro dell’ aereo Itavia caduto nel mare di Ustica il 27 giugno 1980 di ottenere i risarcimento.
"E’ la fine di un incubo"
I generali dell’Aeronautica Bartolucci e Ferri, accusati di aver omesso al governo informazioni sul disastro avvenuto 26 anni fa, sono quindi assolti in maniera definitiva "perché il fatto non sussiste". Quest’ultimo è stato il primo a parlare dopo la lettura della sentenza: ’’E’ la fine di un incubo - ha detto - finalmente la mia onestà è stata riconosciuta definitivamente’’. ’’Questa sentenza - ha poi spiegato il suo difensore, Enzo Musco - dimostra che i generali hanno trovato finalmente il loro "giudice a Berlino": in questo modo si chiudono per sempre tutte le manovre politiche...’’. Per quanto riguarda il no definitivo della Suprema corte ad ogni ipotesi risarcitoria delle vittime legata alla mancata modifica della formula assolutoria l’avvocato ha commentato: ’’Questo era un processo che nemmeno doveva essere celebrato, per le vittime era tutto già finito nel ’90’’.
La delusione dei familiari delle vittime
"Non mi aspettavo nulla, e così è stato". Questo il primo commento rassegnato di Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione che riunisce i familiari delle vittime della strage di Ustica, dopo la pronuncia della Suprema Corte.
I legali dei familiari: "Amarezza e indignazione"
Alfredo Galasso, avvocato del collegio difensivo dei famigliari delle vittime di Ustica, commenta con durezza la sentenza: "Lo Stato italiano in tutte le sue articolazioni consegna alla storia un altro mistero su una tra le piu’ gravi tragedie. Come avvocato di parte civile - afferma - nutro un senso di profonda amarezza e indignazione perché in 27 anni lo Stato italiano non è riuscito a stabilire la verità su questa tragedia". Gli stessi sentimenti che, come afferma il difensore, provano i famigliari delle 81 vittime che "hanno patito piu’ per il dolore dell’oscurità che non per la morte dei propri cari che il tempo, in qualche misura, aiuta a lenire". Da parte sua il legale, ma anche i consulenti, sono convinti, come riporta l’Adnkronos, che "il 27 giugno del 1980 nei cieli di Ustica ci fu una pirateria aerea che determinò la morte atroce di 81 persone". Il legame non rinuncia a dare qualche speranza: "La verità del giudice Priore è anche la nostra verità. Non si puo’ rinunciare a sperare ancora, c’è di mezzo la sicurezza dei cieli".
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