Islam e Cristianesimo

Quante possibilità di dialogo?

martedì 19 settembre 2006.
 

Certo, la domanda è quella fatidica da un milione di euro. Nessuno ad oggi sa dare una risposta precisa e convincente. Specie stando alle situazioni spiacevoli che stanno accadendo da qualche tempo a questa parte. La religione può far cambiare la visione del mondo in persone che non hanno sviluppato uno spirito razionale nella visione dei fatti della vita. Intendendo, con ciò, che seguire troppo alla lettera i canoni religiosi spesso non aiuta a favorire quella tanto banale e data da tutti per scontata, ma mai pienamente realizzata, accettazione incondizionata del prossimo.

Valore, questo, che la religione cattolica insegna ma che spesso non pratica, delegando ai fedeli il libero arbitrio di accettare o meno determinate situazioni. Ma anche un valore non assolutamente condivisibile se osservato dal punto di vista islamico, che vorrebbe una perfetta coincidenza tra i poteri politici e religiosi. Chi ha mai stabilito che ciò che c’è scritto in una Sacra Scrittura, cristiana od islamica che sia, sia comunque giusta ed attuale?

Basti pensare alla ragazza di vent’anni di Brescia uccisa dal padre poiché troppo conforme al modo di vita europeo: anche lei va considerata una "eroina". Era riuscita ad infischiarsene degli usi e dei costumi musulmani poiché si era adattata, giustamente, allo stile europeo. Aveva imparato ad amare un ragazzo a prescindere dalla religione, aveva capito che il modo di vestire non poteva essere giudicato un bene o un male. Aveva, dunque, imparato a ragionare con la propria testa, adeguandosi ad uno stile di vita lontano anni luce da quello che tutti conosciamo. Aveva conosciuto la libertà in uno stato democratico. Cosa, questa, impossibile da ipotizzare per un musulmano, così attaccato a certi canoni dettati dal Corano. Per questo è stata trucidata dal sangue del suo sangue, da colui che l’aveva messa al mondo.

Offesi dalle vignette satiriche, offesi dalle parole del Papa, offesi da quella che per loro è una "guerra santa” contro l’occidente quando, la realtà, è tutt’altra cosa: non ci sono guerre sante ma guerre e basta. E solo per fini economici, strategici e geopolitici. Per questo vanno capiti anche i musulmani, e tutti quei popoli oppressi dalla guerra in Iraq, in Afghanistan ed in ogni parte del mondo dove si ragiona con le armi. Anche i cristiani forse si sono sentiti offesi dal video trasmesso da Al Jazeera, l’emittente del Qatar, dove si vede Papa Benedetto XVI che, fucile alla mano, si diverte a sparare in una sorta di tiro alla colomba, quella lanciata dal suo predecessore Giovanni Paolo II. Ma di certo non gridano alla guerra santa contro l’oriente, paradossalmente facendola comunque, anche se non per fini religiosi.

Occorre scovare, per i cattolici moderati, quell’Islam moderato da tutti cercato e sperato. Perchè anche da parte dei musulmani è difficile poter instaurare un discorso quando si ha il proprio stato invaso da soldati. Allora, a questo punto, non è meglio che ognuno se ne stia a casa propria? E che se proprio debba esserci un mescolamento, allora che questo avvenga rispettando, e non invadendo, ognuno i confini (culturali, mentali, fisici, antropici) dell’altro. È forse chiedere troppo?

"...a volte gli spari diventano fragole, uno via l’altro, e piove ancora..."

Mauro Diana.


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