Laboratorio di giornalismo

di Mauro Diana - Avvistamento ufo sul Pollino: era solo un pallone sonda

martedì 2 maggio 2006.
 

Non bastavano gli immigrati. Ora in Calabria sbarcano anche gli ufo. Ad avvistarli la scorsa notte è stato Egidio Rossini, esperta guida naturalistica di Mormanno (CS), che si trovava nei pressi di Colle Impiso sul massiccio del Pollino per campeggiare nel Parco con degli amici. Secondo quanto riferito dal Rossini, erano circa le 2, 30 quando, allontanatosi un momento dall’accampamento per espletare un bisognino, la sua attenzione è stata distolta da una luce molto fioca e lenta che discendeva dal cielo stellato di primavera. Incuriosito, la guida ha seguito con lo sguardo quella luce tanto strana fino al momento in cui, richiamato dai suoi amici che si erano preoccupati non vedendolo rientrare in tenda, la luce improvvisamente era sparita nel nulla. Raccontata la vicenda ai suoi compagni d’avventura, che lo credevano ubriaco, si è poi riappisolato. Al mattino seguente la guida, decisa a dimostrare il suo stato di lucidità, ha convinto i suoi amici ad incamminarsi in direzione di quella strana luce nella notte. Dopo un’ora di cammino, con tantissima incredulità, i tre hanno ritrovato quell’oggetto steso per terra. Non si trattava nient’altro che di un pallone-sonda, di quelli usati regolarmente dai meteorologi per fornirci le previsioni del tempo. Un oggetto sferico di colore biancastro che evidentemente con la luce della luna, piena quella notte, aveva creato strani riflessi di colore, facendolo apparire come un ufo. Rassicurato dal ritrovamento, Rossini ha poi raccolto quell’oggetto ormai identificato e, in ricordo di quella strana notte, se l’è portato a casa per narrare la vicenda ad amici e parenti, questa volta per davvero davanti ad un bicchiere di buon vino. Che si trattasse di un pallone-sonda lo confermano anche i responsabili della stazione meteo di Latronico (PZ), l’unica nell’area del Pollino, che avevano lanciato quel pallone alla mezzanotte per le consuete rilevazioni della temperatura di rugiada e di cui poi hanno perso le tracce.

Mauro Diana


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