A quanto apprende l’ADNKRONOS, come aveva annunciato in un’intervista rilasciata il 17 giugno scorso Joaquin Navarro Valls, da 22 anni portavoce vaticano, sta per lasciare l’incarico. Al suo posto in arrivo padre Federico Lombardi, direttore di Radio Vaticana.
’’Ho fatto sapere al Papa, con tutto il dovuto rispetto, quali sono i miei desideri: dopo molti anni, troppi forse, un cambiamento per me sarebbe buono’’. In un’intervista rilasciata il 16 giugno scorso ad Alain Elkann per ’’La7’’, Joaquin Navarro -Valls aveva confidato il suo desiderio di lasciare l’incarico di portavoce vaticano, un ruolo che ricopre oramai da 22 anni. Navarro sottolineo’ poco meno di un mese fa che ’’aver accompagnato Benedetto XVI in questo suo primo anno di pontificato e’ stato straordinario’’, ma, aveva aggiunto, ’’Papa Benedetto XVI conosce molto bene quale e’ il mio desiderio’’.
Quanto al futuro, il direttore della sala stampa della Santa Sede, che oggi dovrebbe venir sostituito da padre Federico Lombardi, direttore di Radio Vaticano, non aveva progetti particolari, se non il desiderio di dedicarsi allo studio. ’’Ho una tale quantita’ di libri che vorrei approfondire, solo per dedicarmi allo studio avrei bisogno di sei-sette mesi. Non lo so se questo sara’ questo il primo compito’’, spiego’. E poi aggiunse: ’’Sul da farsi non faccio molti progetti, penso che vivere la giornata con intensita’ e’ gia’ un progetto serio’’. In ogni caso, difficilmente Navarro -Valls tornera’ in Spagna. ’’La mia vita -spiego’ ad Elkann- si e’ sviluppata oramai qui in Italia e penso che rimarro’ qua’’.
Tra i tanti momenti importanti vissuti nei tanti anni trascorsi accanto a Papa Wojtyla, il portavoce vaticano ricorda gli incontri con Michail Gorbaciov e madre Teresa di Calcutta: ’’Mi ricordo quando ci ha ricevuto al Cremlino -dice riferendosi all’ex presidente sovietico- Era un uomo di una densita’ interiore incredibile anche se non era credente, di una personalita’ umana forte. Poi, mi ricordo con commozione di Madre Teresa di Calcutta: e’ stata qui nel mio ufficio diverse volte ci siamo incontrati anche a Calcutta e in Albania. Era una donna con un’enorme personalita’’’. Del periodo accanto a Benedetto XVI Navarro -Valls invece non potra’ dimenticare la visita al campo di concentramento di Auschwitz. ’’Dopo la visita di un Papa tedesco -afferma- l’ermeneutica di Auschwitz e Birkenau cambia’’.
Navarro -Valls, 69 anni, spagnolo, scelse la vocazione giornalista rispetto a quella di psichiatra. A Roma, nel 1984, era direttore della Sala stampa estera quando venne chiamato da Karol Wojtyla a dirigere la comunicazione del Vaticano. Quel rapporto duro’ a lungo, Navarro fu uno dei piu’ stretti collaboratori del Pontefice e ancora a lui e’ toccato gestire i rapporti della Santa Sede con l’enorme circo mediatico che si accalcava intorno al Vaticano nelle ultime settimane di vita di Giovanni Paolo II.
Lo stesso Navarro Valls raccontava cosi’, un anno fa, l’inizio del suo rapporto con Giovanni Paolo II in occasione della consegna del ’’Premio Boffenigo per il Giornalismo’’, ricevuto a Costermano in provincia Verona: ’’Fui contattato nel 1984 quando ero presidente della Stampa estera in Italia. Il Papa mi disse che intendeva mettere mano alla comunicazione in Vaticano - spiego’ Navarro - chiedendomi se avessi dei suggerimenti in proposito. Io gli esposi la mia opinione e poi ci salutammo con la convinzione da parte mia che quell’incontro si fosse concluso cosi’. Pochi giorni dopo fui pero’ di nuovo convocato e il Papa mi disse che avrebbe voluto nominarmi direttore della Sala Stampa’’.
’’Li’ per li’ non trovai le parole per rispondergli - ricordava ancora il portavoce vaticano - Gli dissi che stavo pensando di lasciare Roma e il giornalismo per dedicarmi alla psichiatria e ottenere la cattedra a Barcellona. Era una decisione importante da prendere quindi mi serviva un po’ di tempo per pensarci. ’Si prenda il tempo necessario’, mi disse il Papa. ’Quanto?’, chiesi io. ’Se me lo dice domani mattina va benissimo’, rispose il Santo Padre. Cosi’ piuttosto che trascorrere una notte in bianco accettai subito’’. La vicenda personale di Navaro Valls, che e’ anche membro dell’Opus Dei, e’ fortemente legata al rapporto strettissimo con Wojtyla e alla sua capacita’ di catturare l’attenzione dei media.
’’Con Giovanni Paolo II - aggiungeva Navarro - non ho mai sentito il bisogno di stimolare l’attenzione dell’opinione pubblica sul Santo Padre. Anzi, la preoccupazione maggiore era quella di non deludere la voglia di sapere della gente, anche di chi non apparteneva alla grande famiglia cattolica.Quando Papa Wojtyla fu eletto aveva 58 anni. Il suo nome ai piu’ era sconosciuto - ricordava Navaro - ma in quarantotto ore tutto il mondo imparo’ a conoscerlo. Le prime pagine dei giornali mettevano in luce la sua figura affascinante, la sua vitalita’, l’uomo che giocava a tennis, nuotava e andava in montagna. Ebbene quelle prime pagine il Santo Padre non le ha mai dimenticate. Nemmeno quando la malattia ha minato il suo fisico: perche’ a fare cronaca non era piu’ la sua immagine, ma il messaggio che questo uomo incarnava’’.
Di recente ha affermato che anche questo primo anno al fianco di Benedetto XVI e’ stato straordinario e c’e’ da credergli, ma ora anche Navarro Valls vuole cambiare. La decisione di Navarro Valls aveva trovato subito eco sui media internazionali, e in particolare su quelli sudamericani, normalmente molto attenti alle vicende del Vaticano. L’annuncio dato da Navarro nell’intervista televisiva ad Elkann venne ripreso in particolare in Cile e in Argentina, dove si sottolineavano soprattutto le parole del portavoce papale dedicate a Giovanni Paolo II e agli incontri con Madre Teresa di Calcutta e Michail Gorbaciov.
(www.adnkrnos.it; www.dagospia.com)
Sul tema, in rete, si cfr.:
1 - FATALE PER NAVARRO VALLS LA BATTUTA SU ZAPATERO
Ha cercato l’incidente diplomatico, oppure si è tolto un sassolino dalla scarpa per accattivarsi il mondo spagnolo dell’Opus Dei? E’ questa la domanda che gira negli ambienti vaticani e sulla stampa di Madrid dopo la gaffe che Navarro Valls ha compiuto sabato scorso durante la visita del Papa a Valencia. In quell’occasione il medico-giornalista che per ventidue anni è stato il portavoce d’Oltretevere ha fatto una battuta sull’assenza di Zapatero alla messa di Benedetto XVI, che ha lasciato di stucco la Curia e la diplomazia internazionale: "perfino Fidel Castro, Ortega e Jaruzlescki hanno partecipato alla messa del Santo Padre", così ha detto Navarro strizzando l’occhio ai cattolici integralisti della sua Spagna.
Resta il fatto che dopo questa battuta, inconsueta e infelice, il portavoce vaticano ha alzato i tacchi. La sua sostituzione era nell’aria da tempo, ma l’incidente di Valencia ha accelerato i tempi. Adesso arriva la notizia che si dedicherà alla lettura e alle consulenze "senza più l’ansia del telefonino". Oltre a quella garantita dall’amico industriale Polegato che un anno fa lo ha inserito nel Comitato Etico della sua azienda, il giornalista-medico dell’Opus Dei siederà (così scrive il Sole24Ore) nell’organismo dei saggi che guidano il Progetto Italia di Telecom. Nel Comitato si troverà accanto a Paolino Mieli, Susanna Agnelli, Umberto Veronesi, Sergio Romano e al nipote di Gandhi.
E ORA RATZINGA SISTEMERA’ LO IOR
Nella sua mitezza teutonica Bendetto XVI porta avanti come un bulldozer il nuovo assetto del potere vaticano. Dopo la nomina di Tarcisio Bertone alla Segreteria di Stato e la liquidazione preannunciata e accelerata di Navarro Valls, si attende da un momento all’altro la nomina del nuovo presidente dello IOR, l’Istituto di Opere Religiose, che dal 2005 il professore e banchiere cattolico Angelo Caloia, sta gestendo in regime prorogatio. I giornali tedeschi continuano a dare in pole position Hans Tietmeyer, l’ex presidente della Bundesbank, che oltre ad essere connazionale di Papa Ratzinger, è considerato in Vaticano una colonna di fede e di cultura.
Lo IOR investe oggi soprattutto in obbligazioni e opera sulle valute in base al nuovo statuto entrato in vigore nel 1990 che affida, al presidente e al consiglio di sovrintendenza, compiti operativi. La politica strategica della finanza vaticana è invece demandata alla commissione cardinalizia di vigilanza presieduta dal Segretario di Stato. Gli altri membri del Consiglio di sovrintendenza che dovranno affiancare Tietmeyer sono attualmente l’americano Virgil Dechant dei Cavalieri di Colombo, il tedesco della Deutsche Bank Theodor Pietzcker, lo spagnolo del Banco Bilbao-Vizcaya, José Angel Sanchez Aslain, e lo svizzero Robert Studer dell’Union de Banques Suisse. Il direttore generale è Lelio Scaletti, il suo vice è Dario Sabbioni.
(www.dagospia.com)
Papa Ratzinger cambia voce al Vaticano Sostituito il portavoce Joaquin Navarro Valls, al suo posto il gesuita Federico Lombardi Mimmo de Cillis* (il manifesto, 12.07.2006)
La "cura Ratzinger" comincia a dare i suoi frutti. Il ricambio all’interno della curia romana, fisiologico dopo l’elezione di un nuovo pontefice, è in pieno svolgimento. Certo, procede con lentezza, con la prudenza e il raffinato intelletto di un leader che conosce e domina con assoluta padronanza i gangli vitali degli apparati ecclesiastici. Ma i cambiamenti ci sono e toccano pezzi da novanta. Dopo la rimozione del cardinal Crescenzio Sepe dal dicastero per l’evangelizzazione (e l’arrivo dell’indiano Ivan Dias); dopo la nomina del nuovo segretario di stato, il cardinale Tarcisio Bertone, a sostituire l’ormai ottantenne Sodano, ieri è toccato al portavoce Joaquim Navarro-Valls lasciare l’incarico. A beneficio del gesuita padre Federico Lombardi, finora Direttore dei programmi alla Radio vaticana. Anche questo avvicendamento era nell’ordine delle cose. Navarro è stato uno degli uomini chiave dell’era Wojtyla, uno fra i raffinati spin doctor che, sin dal principio (ormai 22 anni fa), aveva compreso la portata storica di un papato massmediologizzato come poteva essere - e poi è stato - quello dei Giovanni Paolo II. Navarro è stato l’uomo che ha saputo valorizzare al massimo, in termini di visibilità, l’universalità del papa polacco, il suo continuo girovagare per il mondo. Era uno dei collaboratori più stretti di Wojtyla, e veniva consultato nell’organizzare gesti che avrebbero segnato la storia del pontificato: dal papa che celebra messa davanti alle insegne di Che Guevara a Cuba, fino all’ingresso nella moschea di Damasco. Era, insomma, uno degli uomini legati a doppio filo al passato governo, fautore di un proprio stile di relazioni esterne che oggi, con Ratzinger, cambia decisamente rotta. Per imboccare il sentiero del «basso profilo»: meno gesti eclatanti, meno viaggi, meno visibilità, spazio per la comunicativa decisamente ridotto. Così Navarro lascia. Scrive di essere grato al papa «per aver voluto accogliere la disponibilità, più volte manifestata, a lasciare l’incarico, dopo un così lungo numero di anni». C’è da credergli. Era ormai un pesce fuor d’acqua, trasformato in «notaio dei discorsi papali», da diffondere anche magari con un certo ritardo (rispetto alla consueta tempestività dell’era wojtyliana, vanto per la Sala stampa vaticana da lui diretta), dovendo così maldigerire anche le lamentele dei giornalisti. Il suo desiderio di voler passare la mano è comprensibile. A Navarro-Valls succede un gesuita, quel padre Lombardi che ha tenuto alta in questi anni la bandiera della Radio vaticana, storico mezzo di comunicazione d’Oltretevere, fin dal principio (1931) appannaggio della Compagnia di Gesù. L’emittente ha passato tempi difficili: sul versante pubblico spicca la crisi delle antenne di Cesano, che ne hanno fortemente danneggiato l’immagine; sul lato interno va ricordato il tentativo di «scalata» dell’Opus Dei che, secondo i bene informati, ha cercato di strappare la conduzione ai seguaci di sant’Ignazio di Loyola, facendo leva soprattutto sul fattore economico. Non è un mistero, infatti, che la gestione complessiva della radio costituisca un onere passivo non di poco conto per le casse vaticane. E l’Opera di Josemaria Escrivà sembra abbia messo sul piatto una capacità finanziaria tale da poter notevolmente alleggerire il buco di bilancio. Ma finora la tradizione dei gesuiti, prescelti da papa Pio XI, ha resistito. Oggi la mossa di Ratzinger - che ha rafforzato i poteri di padre Lombardi - garantisce loro il posto ancora a lungo.
*Lettera22
Ma non ti avevano arrestato una prima volta per detenzione di cocaina ed una seconda per sequesto di persona e abusi sessuali ?
Vai a capire l’orgoglio Gay...... Menomale che non fate male a nessuno......