Per chi ormai non si meraviglia più di nulla la parata carnevalizia addobbata dal buon lupo Mario, e dal ridanciano baffo Nicoletti (vien da chiedersi, che ci sarà mai da ridere), rientra nella normale prassi politica sangiovannese. Per chi è ancora ingenuo e mezz’incantato invece, la seriosa presentazione fa presagire nuovi e fiduciosi progetti di rilancio per la nostra San Giovanni bella. Tranne Giovanni Iaquinta e qualcun altro che bazzica magari Via Roma e magari la sede dei DS, nessuno, ma proprio nessuno, può credere ad una cazzata del genere. Più di vent’anni fa era sempre lui, Mario Oliverio, in un affollato convegno all’hotel Kursal, a dipingere le magnifiche doti architettoniche della grande costruzione, le grandi prospettive che si aprivano con la nuova piscina comunale. Per chi, come me, all’epoca aveva dieci anni, imberbe in volto e con la testa fera le nuvole, la piscina era davvero qualcosa di fantasmagorico, mirabolante, straordinario. Solo l’idea che ci sarebbe stata, proiettava tutti in sogni fantastici: il bagno anche d’inverno, lo strano sapore del cloro, i tuffi, le docce, le ragazze in costume, i divertimenti con gli amici. Ah!, La piscina! E poi, lui, Mario Oliverio! che avrebbe dato concretezza a sconnessi progetti elaborati dall’orda di ragazzini entusiasti e scalmanati. Chi l’avrebbe detto che la piscina dei nostri sogni un misero pisciatoio sarebbe diventata. Ritrovo per truppe di scolari “scioperanti”, coppiette in cerca d’ intimità, vandali furiosi e distruttivi. La piscina è stata, è il simbolo dell’incuria amministrativa, dello spreco di denaro pubblico, della mancanza di senso civico della nostra San Giovanni bella. Un monumento all’incapacità collettiva che ora si vorrebbe abbattere o quantomeno riconvertire. Viene in mente un altro progetto di riconversione: l’ex mattatoio comunale (“u macellu viecchiu”) riconvertito in palazzo della cultura, a sua volta riconvertito in ritrovo per anziani giocatori di carte. Su quella costruzione, in bella mostra, finché non terminarono i lavori (anche quelli lunghi, interminabili), campeggiava una lunga frase, scritta in grandi caratteri rosso fuoco: ”il palazzo della cultura comunale = la cultura del palazzo comunale = 0”. Aspettiamo impazienti l’anonimo scrittore in località “Pirainella".
[10 novembre 2006]
Domenico Barberio
ciaramella76@hotmail.com
Caro Domenico
Che zampillo di acqua viva e che bella e buona-testimonianza!!! Lo Spirito di GIOACCHINO è vivo!!! I "pesci" ("cristiani") di San Giovanni in Fiore si sono liberati dalla"rete" della "notte" degli inganni e non sanno che farsene della "piscina della pisciazza e del pisciatune, del pisciature e del pisciu" dei vari "pisciatori" (e "pescatori")!!! Che lo sappiano sia nel comune di San Giovanni ...
E anche in Vaticano!!! Dal locale ... al globale!!!
Sul tema (e sul filo metaforico che lega i "pesci" di San Giovanni in Fiore con i "pesci" di tutto il Pianeta) , ri-leggere (sul sito), L’Eu-angélo non è un "messaggio" di "mammasantissima" ... per catturare il "SALoMONE", il "Pesce" - "Ichtùs"!!!.
Buon lavoro e m. saluti, Federico La Sala
Io penso che zio Mario firmi, per vero, un contratto del tipo seguente. Se fra quattro anni non c’è qualche utilità sociale per San Giovanni in Fiore, mi candido papa.
Emiliano Morrone
Avreste veramente il coraggio di far costruire quell’obbrobrio architettonico ??
Ma al posto degli occhi cosa tenete ?? Lasciate perdere e cercate piuttosto di creare qualche posto di lavoro duraturo !!!!
Saluti cordiali (da un emigrato incazzato !)
ma perchè non si aprono gli occhio sul nostro carissimo sindaco Barile che non sta facendo altro che mandare il nostro piccolo paese in frantumi ,stiamo rimanendo con il culo a terra senza nessun servizio e nemmeno i fuochi del nostro santo Patrono ha fatto dopo 50 anni e dovuto venire costui a toglierci tutti i nostri beni e le nostre usanze, io cittadino tengo alle mie usanze e alla mia città colui che deve essere la guida per andare avanti,porta avanti solo il suo pensiero dando contro i diritti dei cittadini .
Saluti giuseppe