Lavoro e Costituzione

C.G.I.L., 1906. Un anniversario che conta: W W W 100 ANNI !!!

domenica 1 ottobre 2006.
 

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Associazione Centenario CGIL

Il 1° ottobre 1906 fu fondata la Confederazione Generale del Lavoro. Già da alcuni decenni esistevano, anche in Italia, organizzazioni di autodifesa dei lavoratori che operavano su scala locale (le Leghe), o per professione o mestiere (le società operaie). Da quelle più elementari forme di aggregazione, nel corso della seconda metà dell’800, sorsero le prime Camere del Lavoro e le prime Federazioni nazionali di settore (dei tipografi, dei tessili...). Ma fu nel 1906 che si verificò una grande novità destinata a segnare la vita sociale e politica dell’Italia: Camere del Lavoro e Federazioni di settore decisero di associarsi per dar vita ad una “Confederazione” di lavoratori di tutti i settori e di scala nazionale. Una decisione animata da valori di solidarietà e di coesione, più forti delle tante differenze che pure segnavano, allora come ora, l’universo del lavoro subordinato; differenze di condizioni materiali, di livelli culturali, di contesti territoriali.

Le organizzazioni “economiche” del movimento operaio - come allora erano definiti il sindacato e le altre organizzazioni mutualistiche e solidaristiche - furono protagoniste della storia difficile e sofferta della formazione dello Stato italiano, non meno degli stessi partiti politici, fino alla tragedia del fascismo; ed anche durante la dittatura, clandestinamente, la Confederazione visse ed operò.

Fu proprio nell’antifascismo militante e nel clima della lotta di liberazione che maturò la scelta dei partiti democratici di rifondare nel 1944 la CGIL unitaria (Patto di Roma); esperienza breve ma necessaria per la rinascita dello stato democratico. La Costituzione della Repubblica lo testimonia nei suoi principi generali e in molti suoi disposti, a partire dall’art. 1. E anche le rotture successive, sollecitate dal clima della guerra fredda e dalla dura contrapposizione politica, non soffocarono nel sindacalismo confederale italiano la fedeltà ai valori della democrazia, del pluralismo culturale e politico, della solidarietà, la tensione unitaria.

Così la CGIL, e l’intero sindacalismo Confederale, svolse nuovamente una funzione decisiva nel preservare le istituzioni democratiche dalle insidie dello stragismo neo-fascista e del terrorismo. E non di meno la sua azione si rivelò decisiva in tutte le fasi più critiche della evoluzione del sistema economico: dalle lotte per il lavoro negli anni della ricostruzione, all’impegno costante per lo sviluppo del mezzogiorno, dal governo delle grandi ristrutturazioni industriali degli anni ’70, alle scelte di responsabilità con cui il mondo del lavoro contribuì al risanamento economico e finanziario del sistema, scelte che consentirono di ricollocare l’Italia a pieno titolo fra gli artefici della Unione Europea, nonostante la gravissima crisi politica e istituzionale dei primi anni ’90.

Le grandi trasformazioni della fine del Novecento in campo politico, a livello nazionale ed internazionale, le innovazioni tecnologiche, la globalizzazione dell’economia, hanno coinvolto in profondità tutta la società italiana e propongono, nel mutato contesto, con rinnovata urgenza e problematicità, il tema della partecipazione, della coesione sociale, del rapporto fra istituzioni, rappresentanza politica e rappresentanza sociale. E’ aperto il confronto tra diverse concezioni dello Stato, tra la prospettiva di “Stato minimo” dominato dalle leggi del mercato e la piena realizzazione di un modello democratico solidaristico e partecipato, che valorizzi le diverse identità sociali.

Restituire valore al lavoro, riaffermarne la soggettività individuale (i diritti e le tutele) e collettiva (la funzione delle sue rappresentanze nel sostanziare la nostra idea di democrazia e di libertà) è la costante del nostro impegno, oggi non meno di ieri. In Italia - valorizzando i principi costituzionali - ed in Europa - per difendere e consolidare il modello sociale partecipativo e solidaristico. Cento anni di storia della CGIL rappresentano un lungo cammino di emancipazione sociale e di crescita civile, certo non lineare e non privo di contraddizioni, ma sempre ancorato ai principi di libertà e democrazia. Nella fedeltà a questi valori trova fondamento il larghissimo e crescente consenso di cui gode la CGIL (oggi secondo sindacato in Europa con i suoi 5 milioni e 600.000 iscritti e prima aggregazione sindacale nel continente, fra le prime al mondo, assieme a CISL e UIL).

Celebrare i cento anni della CGIL significa non solo ricucire i tanti fili della memoria ma soprattutto aprire una prospettiva per il domani nella consapevolezza che il lavoro, le persone che lavorano, sono parte fondamentale del patto sociale e democratico.


Sul tema, nel sito, si cfr.:

GIUSEPPE DI VITTORIO, LA STORIA DEL PRIMO SEGRETARIO DELLA CGIL DEL DOPOGUERRA. Su Rai Uno, questa sera e domani, "Pane e Libertà" - il film di Alberto Negrin.

Cgil, ecco la Carta dei diritti universali
-  Susanna Camusso presenta la proposta di un nuovo Statuto dei lavoratori: dovrà diventare una legge, a cui verranno accoppiati dei referendum (Antonio Sciotto - il manifesto, 19.01.2016)


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