Sportello dei diritti

Proposta dello “Sportello dei diritti” per favorire il reinserimento degli ex-detenuti: corsi di addestramento all’interno delle carceri per cani a servizio dei disabili addestrati dai detenuti

domenica 3 dicembre 2006.
 

Lo “Sportello dei Diritti” la cui delega è stata assegnata all’assessore Carlo Madaro, al fine di favorire il reinserimento nel mondo del lavoro degli ex-detenuti, propone l’attivazione di corsi tesi a formare preparatori di cani per assistenza ai disabili. L’iniziativa - che segue il modello americano denominato Prison Dog Program attuato presso il penitenziario di Mansfield - vedrebbe la partecipazione di detenuti che, in una zona appositamente costruita preparerebbero alcuni assistiti da istruttori esterni ed altamente qualificati. Alla base dell’idea, la capacità della relazione uomo-animale nel favorire i contatti tra le persone, che permetterebbe, almeno in parte la trasformazione delle carceri da cittadelle del comportamentismo in centro di più piena umanizzazione. Tanto più che i cani di servizio, diversamente dai cani per non-vedenti, sono praticamente sconosciuti in Italia. La nuova prassi svolgerebbe due funzioni di notevoli importanza. Da un lato i cani appositamente addestrati sarebbero un supporto psicologico (vedasi, a tal proposito, la pet-terapy) e pratico per il paziente: infatti, imparano anche a eseguire compiti che il disabile non sa svolgere, come spegnere o accendere la luce, chiudere e aprire le porte o le ante degli armadi, raccogliere oggetti. Dall’altro, potrebbero risolvere, almeno in parte, la depressione e l’assenza di autostima che prendono facilmente il sopravvento in un contesto di solitudine e privazione affettiva, quale quello delle carceri: l’utilizzo di animali potrebbe diventare un efficace strumento attraverso diversi meccanismi che tendono a riequilibrare tali situazioni di povertà psichica, costituirebbe un impegno e un’occupazione del proprio tempo, favorirebbe le interazioni tra le persone, donerebbe affetto, restituendo fiducia in se stessi. Alcuni studi hanno monitorato i benefici ottenuti, verificando le modificazioni nei patterns comportamentali (schemi di comportamento) dei detenuti. In molti casi, soggetti aggressivi sono diventati più affidabili e disponibili; soggetti che erano generalmente violenti e ingiuriosi verso gli altri, ora mostravano una parte gentile e positiva della loro natura quando interagivano con i loro animali. Un altro risultato positivo è stato quello di stabilire relazioni più serene tra staff della prigione e carcerati. (Ballarini,2000) Lo “Sportello dei Diritti” della Provincia di Lecce propone una legge nella quale venga autorizzato l’uso degli animali nelle carceri, per il loro addestramento e che avrebbe come obiettivo quello di formare preparatori di cani per assistenza ai disabili.

Lecce, 02 dicembre 2006

L’Assessore Carlo Madaro

www.provincia.le.it

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