“Il discorso è in fondo sui poveri cani che siamo tutti quanti noi abbastanza avulsi dall’incontro umano, abbastanza soli”. Sono parole di quel folletto di Rino Gaetano i cui apparenti nonsensi spingono ancora alla riflessione. La solitudine è un tema. Sicuramente letteratura e poesia, ma soprattutto condizione umana. E’ presente nella nostra epoca più di quanto non crediamo. Tutti noi abbiamo ben presente la solitudine tipica, come può essere quella di un senzatetto. Ma non ci accorgiamo immediatamente di quella atipica, dell’uomo comune che, visto nel suo svolgere una normale esistenza, sembra non soffrirne. Rino invece se ne era accorto, perché riusciva, forse meglio di altri, a squarciare il velo dell’apparenza, a procurarsi spaesamento, a sentirsi - direbbe Pessoa - costantemente altro. Questo è un tema che ci accompagna individualmente, chi meno chi più. Nemmeno un male, poiché l’essere soli non lo è di per se, ma una condizione irrimediabilmente umana, quasi anestetica. Una condizione, quando diviene sofferenza, con la quale la teologia del modello capitalista deve fare i conti. La taumaturgia del mercato, come soluzione del malessere sociale, non sembra scalfirla minimamente. Siamo d’accordo sul fatto che la “fine della geografia”, per usare le parole dell’architetto Paul Virilio, come conseguenza dello sviluppo dei mezzi di comunicazione e trasporto, non è accompagnata dalla fine della solitudine. Tutto questo per dire che la politica deve tenerne conto. L’economia, il benessere, il denaro non bastano. Per non fare un discorso puramente teorico, a San Giovanni in Fiore ci sono persone, molte persone che soffrono la solitudine, non esclusi ragazzi. Alcune delle quali trovano un felice approdo nella dolce morte del suicidio. Un forte impegno deve essere svolto dai servizi sociali. Non bendiamoci gli occhi, ma guardiamo possibilmente oltre l’ingannevole velo del benessere. A San Giovanni manca quel minimo di spazi (centri sociali, sportivi, ricreativi, strutture culturali, passatempi di vario genere) che fa sentire l’uomo meno solo. E’ implicito che gli interventi privati debbono essere accompagnati dalla mano pubblica, consapevoli anche che, per quanto una pubblica amministrazione si impegni in materia di servizi sociali, i problemi non vengono del tutto risolti. Ciò però non deve essere motivo pretestuoso di lasciare le cose come stanno.
Vincenzo Tiano, 17 febbraio 2007
Risposta: il sindaco Antonio Nicoletti. L’unico in grado di trasformare San Giovanni in Fiore. Lo ha dimostrato con il Psu e con tutti i lavori nel paese. Nicoletti è un grande e voi siete solo invidiosi. Soprattuto tu, Domenico Barberio, che con quello pseudo-intellettuale di Morrone credi di avere il mondo in mano. Non avete fatto niente per San Giovanni in Fiore. Almeno il sindaco si sta impegnando e con enormi risultati.
Salvatore Mancina
Egregio Signor Mancina,
Potrebbe essere così gentile da elencare gli "enormi risultati" ottenuti dal nostro primo cittadino ?
Dobbiamo veramente credere che Nicoletti è "l’uomo della provvidenza", che da tanto tempo SGF aspettava ?
Sa, sono un emigrato che non mette piede a San Giovanni da oltre 10 anni, però i paesani che incontro, quelli che tornano dalle vacanze, ripetono sempre lo stesso ritornello: "u paise è sempre u stessu" ...
Che prospettive di lavoro, di benessere, di progresso esistono concretamente oggi, rispetto a ieri ?
Cordiali saluti.
Biagio Allevato
Caro Urso, forse un paio di annetti di dittatura in Italia non sarebbero male, tanto per rendersi conto cosa significhino veramente termini come LIBERTÀ, DEMOCRAZIA, TOLLERANZA.
Sono pienamente d’accordo con te sull’operato del nostro primo cittadino, che seguo tramite silatv. MI spiace però che queste tematiche, che dovrebbero ineteressare noi sangiovannesi, non possano avere uno spazio più ampio in questa testata (testata d’altronde diretta dal nostro caro compaesano Morrone).
Leggiamo a iosa articoli del carissimo Prof. La Sala, al quale (sic!) è stata abbandonata la testata, che è diventata oramai una melassa anticlericale intenta solamente a screditare il Papa e il Vaticano.
Non si trovano più spazi dove esprimere le proprie opinioni. Uno spazio tutto nostro, dove discutere i problemi del nostro paese. Non si può scrivere più su Ebeteinfiore. Si scrive poco o niente su sgf-online.
Penso che questa testata possa rappresentare, attraverso il coinvolgimento di tutti, un vero trampolino di lancio nella discussione e nella ricerca di soluzioni ai problemi di San Giovanni in Fiore.
Io spero ancora che il mio paese possa un giorno cambiare radicalmente. Sono ottimista, perchè giovani come Morrone e Tiano, e tantissimi altri, meritano la nostra fiducia e la nostra ammirazione per il coraggio che stanno dimostrando nella denuncia di quelle problematiche che coinvolgono SGF e che costringono il paese ancora in balia del clientelismo e dell’assistenzialismo.
Finirei questo mio messaggio con uno "slogan" a te probabilmente caro ("boia chi molla"!), ma non lo faccio per non scalfire la sensibilità di quanti non serbono un buon ricordo di quel periodo storico.
Un caro saluto. Biagio Allevato
Carissimo Biagio,
dopo la pubblicazione di "La società sparente", sono rimasto da solo, o quasi, nella denuncia delle irregolarità in Calabria. Salvo Vincenzo Tiano e Francesco Saverio Alessio, non ho supporto. Ora devo pensare a difendermi, sia in sede civile che in sede penale. Se hai notato, e lo hai notato, continuo a scrivere della Calabria su "la Voce" o a inserire articoli che riportano notizie circa le assurdità che avvengono dalle nostre parti. Riguardo al Papa, sono del parere che si debba sempre mantenere il dialogo con la Chiesa: ne riconosco il ruolo e l’importanza. Solo aspetto una pastorale più attenta alla realtà globale, da parte dei nostri vescovi.
Ti abbraccio.
emiliano
Caro Salvatore Mancina, tutti i lavori che vedi in paese( psu ) sono frutto della precedente amministrazione! L’attuale avbrebbe potuto, e non l’ha fatto, far rispettere i tempi in modo da limitare i disagi ai cittatini!.
Filippo Sveva