Possedere l’automobile oggi è diventato un lusso. Non bastano, infatti, le già numerose tasse che si pagano nel possederla, il famoso bollo, che varia a seconda della potenza del veicolo posseduto, nonché in funzione vessatoria della regione di residenza, l’RC auto che, con le liberalizzazioni, dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) diminuire favorendo la libera concorrenza tra le imprese assicuratrici, il costo esorbitante dei tagliandi che diventa obbligatorio se non si vuole far decadere la garanzia.
A questo vanno aggiunte le spese necessarie per il mantenimento in vita del veicolo: il carburante, innanzitutto, che ha raggiunto costi davvero stratosferici, ma anche le spese impreviste derivate da urti, graffi, lavaggi, rabbocchi d’olio e via discorrendo nel lungo elenco. A tutto ciò vanno aggiunte le spese extra degli autovelox e quelle commissionate da agenti molto zelanti che sono pronti ad infilare una multa semplicemente se, attraversando un incrocio col verde, ma in presenza di elevato traffico veicolare, il semaforo improvvisamente diventa rosso proprio mentre l’ignaro automobilista lo sta attraversando.
È di oggi la notizia dell’entrata in funzione dei nuovi sistemi SICVE (conosciuti anche col nome di Safety Tutor) lungo il tratto della A1 a sud di Roma, tra Colleferro e Caserta. Oltre 100 km in cui ogni viaggiatore ha l’ampia possibilità di essere sanzionato, oltre che da questo sistema, anche dagli “autobox” (gli autovelox fissi presenti all’interno di cabine in cemento poste al lato della carreggiata), nonché da postazioni mobili che fanno la loro bella presenza in prossimità dei cantieri. Senza contare eventuali poliziotti con tanto di telelaser. Il principio di funzionamento del SICVE è molto semplice: dei sensori annegati nell’asfalto registrano il passaggio dell’automobile che, proprio sotto i pannelli a messaggio variabile, viene fotografata e a cui viene comunque rilevata all’istante la velocità d’ingresso. Dopo 10-20 km avviene il controllo: chi ha superato, con lo scarto consueto di 5 km/h, la velocità media consentita viene multato ed immortalato con una foto al posteriore del veicolo. Chi, invece, non ha commesso reati si vede scartare la propria foto.
Allora a questo punto c’è da chiedersi: era necessario installare questi costosi apparecchi quando bastava semplicemente apporre delle speciali telecamere ai caselli che registravano l’ora di ingresso e l’ora di uscita? Ognuno (chi prende il biglietto, chi paga con carta, chi usa il telepass) viene registrato e se, per fare un esempio, da Roma a Napoli (circa 200 km) ad una media oraria di 130 km/h bastano poco meno di due ore, chi impiega meno del tempo consentito viene multato. Semplice, no? Era davvero necessario rifare l’intera pavimentazione di molti km di autostrada causando cantieri e rallentamenti quando bastano pochi semplici mosse per fare scacco matto all’automobilista indisciplinato?
Il principio sarà anche giusto, è necessario infatti punire chi corre mettendo in pericolo le vite altrui, ma bisognerebbe multare anche tutti quei personaggi dentro le auto blu, con tanto di autista, che infischiandosene dei limiti, sfrecciano ben oltre i canonici 130 con la certezza che a loro, in ogni caso, la multa non verrà recapitata. È vero, esistono delle eccezioni: è normale che il Presidente della Repubblica non possa andare “lento” a 130 km/h durante i suoi spostamenti effettuati per pubbliche funzioni (art 177 CdS), ma non è normale che Bruno Vespa (tanto per fare un esempio) possieda un auto con tanto di lampeggiante blu per effettuare i suoi spostamenti. Legalmente (Ddl 2828 del 2/6/02), anche il personaggio televisivo è in regola. Ma, sempre legalmente, è allora concepibile che chi viaggi mediamente a 130 km/h venga multato perché in alcuni tratti autostradali i limiti sono semplicemente assurdi?
Mauro Diana.
Gentile Davide,
il SICVE (comunemente chiamato Tutor) emette tanti verbali quante sono le infrazioni effettuate. Per questo, infatti, non vige la regola della sosta nell’area di servizio. Sempre per questo motivo non c’è un unico tratto coperto dal SICVE ma più punti di controllo. Mi spiego meglio: se immagini di percorrere un tratto di strada A-B e lì ci sono dieci postazioni SICVE, non serve fermarsi per "recuperare tempo", poichè anche se eludessi il primo controllo sostando all’Autogrill, ce ne sarebbero altri nove pronti ad immortalare il veicolo. Infatti, dovresti avere dieci autogrill ognuno dei quali posizionato tra un tratto coperto e l’altro: impossibile! Quindi quando si transita sotto il primo, esso effettua la registrazione dei dati (tipologia di veicolo, ora di transito) e, passando sotto il successivo, si ha il primo controllo. Se tutto regolare, ovvero se la velocità è inferiore od uguale al tempo necessario per il transito da A ad A1 (punto del primo controllo), la fotografia viene cestinata, altrimenti si viene fotografati. Nell’attimo stesso in cui stai transitando sotto A1, viene effettuata un’altra rilevazione, che poi viene verificata sotto A2 e così via sino all’ultimo controllo. Quindi, se per dieci volte, passi sotto dieci controlli e commetti dieci infrazioni, a casa vedrai recapitate dieci multe.
L’unica cosa è moderare la velocità.
Mauro.