Il Tempo, 25 luglio 2007
Clericali in tv. Ce ne sono tanti
In Italia le decisioni della chiesa Cattolica non sono soltanto fatti "interni" fra credenti
Gentile direttore,
su "Il Tempo" del 24 luglio, in una lettera intitolata "Nei salotti tv, solo anticlericali", un lettore si lamenta per la "devota attenzione" che la televisione riserverebbe a "illustri pensatori come Augias, Dario Fo, Oddifreddi, ecc." (trascrivo dalla missiva), e ai loro libri, mentre ignorerebbe altri scrittori, ovviamente devoti alla Chiesa. Al lettore, sembra sfuggire la soverchiante presenza di ecclesiastici in tv, e non solo, ma di giornalisti vaticanisti nonché vaticanofili, con i loro libri ovviamente; e non solo, ma anche dei cosiddetti atei - devoti, tra i quali predomina Giuliano Ferrara, affezionato come gli altri più al Vaticano che al Vangelo. La censura televisiva, in realtà, in tutte le trasmissioni inerenti a problemi che toccano la sfera religiosa, riguarda le numerose voci cristiane (es. i sacerdoti sposati) alle quali è caro il Vangelo, è un po’ meno (o per niente?) il Vaticano.
Renato Pierri Gentile direttore,
una lettrice sul Corriere della Sera del 20 luglio, a Sergio Romano, che aveva parlato dei funerali religiosi negati al povero Welby, scrive: "Ho notato che, come il solito quando parla di problemi che toccano la sfera religiosa...lei evita accuratamente di esprimere giudizi morali sul comportamento della Chiesa attuale". Ed ecco la sconcertante risposta: "Non impartisco consigli alla Chiesa e non la giudico perché riconosco la sua autonomia e cerco di comprendere la logica che ispira le sue decisioni". È un po’ come dire: io mi faccio i fatti miei. Risposta non solo sconcertante per quanto riguarda la rinuncia a giudicare, ma addirittura scandalosa a mio parere, se si considera che è stata pronunciata da un intellettuale italiano, che scrive sul Corriere della Sera, e si presume sia consapevole dell’enorme influenza della Chiesa sulla società italiana. Le indicazioni e i comportamenti della Chiesa non si giudicano. E pazienza se tali indicazioni ottengano come risultato di rendere impossibili leggi nel nostro paese, in vigore da tempo in altre nazioni europee.
Francesca Ribeiro