Gentile direttore,
la tempesta sul documentario trasmesso da Santoro va scemando, e così vorrei fare un paio di pacate considerazioni in proposito. La prima riguarda il termine "pedofilia", generico, diventato sinonimo sempre di pervertito, maniaco, ecc. Bisognerebbe invece distinguere tra l’attrazione erotica verso i bambini, che è senz’altro una perversione; e l’attrazione erotica di un adulto verso gli adolescenti che non sempre può essere definita tale. Al tempo di Gesù, per esempio, le ragazze ebree si sposavano con adulti, appena considerate nubili, vale a dire legalmente a dodici anni e mezzo.
Questa doveva essere suppergiù l’età della Vergine Maria quando prese marito; e nessuno oserà affermare che Giuseppe fosse un pervertito. Oggi ovviamente i tempi sono cambiati, e tradurre tale attrazione da parte di un adulto in atti sessuali, è non solo atto immorale, ma anche reato. La seconda considerazione riguarda i due protagonisti della trasmissione: Santoro e Fisichella. L’atteggiamento del primo, il quale ha cercato in tutti i modi di non infierire sul prelato, è stato più cristiano dell’atteggiamento del secondo, il quale ha affermato con calore che la Chiesa non aveva nulla da vergognarsi.
Sarebbe stato più giusto avesse detto: "Dobbiamo vergognarci tutti, come si vergogna ogni buona famiglia quando scopre che un suo componente è un delinquente. Non abbiamo fatto abbastanza per evitare tutto questo; e la Chiesa ha il dovere di fare ogni sforzo per far sì che episodi simili non si ripetano". Ed avrebbe dovuto ringraziare Santoro per il bene che, magari non volendo, stava facendo alla Chiesa.
Francesca Ribeiro
AFFARI ITALIANI
La Chiesa ringrazi Santoro Lunedí 04.06.2007 13:45
«La verità non può che fare bene alla Chiesa», diceva grosso modo, a un certo punto della trasmissione, un giovane giornalista presente in sala. Giusto. Ovvio. Solo che la «verità», nella puntata di giovedì sera di Annozero - RaiDue, titolo «Non commettere atti impuri» e come tema la pedofilia nella Chiesa - è sembrata l’ospite più citata, riverita e blandita, ma anche l’unica a essere tenuta cortesemente fuori dallo studio. Forse per evitare che disturbasse un quadro espositivo preparato, secondo un Michele Santoro più vellutato del solito, in una settimana di intenso lavoro.
E a tener fuori dagli studi di Saxa Rubra la Somma Invitata non è stata certo la testimonianza toccante e sconcertante degli ex-parrocchiani di don Lelio Cantini a Firenze, vittime di un uomo indegno che, riconosceva monsignor Rino Fisichella, «non sarebbe mai dovuto diventare prete». Né è stata, appunto, la testimonianza dello stesso Fisichella e di don Fortunato di Noto - entrambi sul banco virtuale degli imputati - i quali, come ha detto ieri padre Federico Lombardi, portavoce della Sala stampa vaticana, hanno dimostrato che «nella Chiesa c’è la forte volontà di guardare in faccia i problemi con obiettività e di affrontarli con lealtà», e che «c’è chi si impegna con competenza e dedizione sul fronte della lotta alla pedofilia conoscendone assai meglio la natura e le dimensioni di quanto non risulti da prospettive condizionate dalle tesi antiecclesiali».
A tenere sull’uscio madame Vérité non è stato neppure, ci pare, l’intervento del giovane delle Acli, che ha ricordato un particolare che sarebbe altrimenti passato quasi inosservato, pur in due ore di conversazione: e cioè che questa spasmodica, improvvisa passione per il destino delle vittime di abusi sessuali compiuti da religiosi o sacerdoti, passione esplosa pochi giorni dopo il successo del Family Day, suona - come dire - leggermente pretestuosa; e che per fare un buon servizio all’informazione, anche su un tema scelto con dubbio tempismo, non basta buttare sul piatto fatti o numeri scelti ad arte. Conta anche come li si racconta.
A tenere a distanza Madame V., e soprattutto fuori dai teleschermi di milioni di italiani, è stato anzitutto il documentario della Bbc «Sex Crimes and the Vatican», che la lieve limatura operata da Santoro non ha attenuato nella carica calunniosa verso Joseph Ratzinger. A partire da un momento simbolico: le immagini di Benedetto XVI al balcone della Basilica di San Pietro dopo l’annuncio della sua elezione a Pontefice, inserite tra le accuse di copertura di crimini pedofili rivolte alle massime autorità della Chiesa. Un video, quello della Bbc - per citare ancora il commento di padre Lombardi -, «animato da una sensibilità ferita», che «tratta fatti drammatici in un quadro di prospettiva evidentemente parziale, e diventa gravemente ingiusto quando appunta le sue critiche sulle motivazioni di documenti ecclesiali di cui viene svisata la natura e la finalità, e quando prende di mira la figura del cardinale Ratzinger, oggi Papa Benedetto XVI».
Madame V. è stata fatta aspettare fuori dal salotto di Annozero, un piede dentro e uno fuori, anche dall’opportuno cambio di discorso, quando don Fortunato di Noto ha proposto di leggere i casi di abusi nella Chiesa alla luce di quello che è il reale, allarmante fenomeno della pedofilia - sul cui sfondo il problema "quantitativo" del coinvolgimento di sacerdoti e simili scomparirerebbe - e soprattutto alla luce delle sue radici culturali: una pista che porterebbe ben lontano dall’ambito ecclesiale, diciamo pure ai suoi antipodi, e assai vicino ad altri ambienti, di cui forse è poco conveniente parlare. O dai quali è solo più difficile avere un ritorno immediato di share e di "immagine".
Anche l’enfasi, pur doverosa, anzi sacrosanta, sul caso di Firenze, accompagnata però dal silenzio su un caso freschissimo come quello di don Marco Dessì - il missionario condannato nei giorni scorsi a 12 anni di carcere per abusi sessuali perpetrati in Nicaragua, e per il cui arresto le autorità ecclesiastiche hanno ricevuto il riconoscimento pubblico di Marco Scarpati, l’avvocato difensore delle vittime - ha finito per assumere un sapore strumentale che non meritava.
Ora che dire, spento il teleschermo e archiviata una puntata santoriana migliore del solito nel tono del dibattito, ma non dissimile ad altre quanto a parzialità e forzature nel trattare vicende ecclesiali? E pensando ai peccati, alle colpe anche immonde di cui cui si sono macchiati uomini di Chiesa, al dolore che hanno causato? Forse solo che tornano alla mente le parole che affidò anni fa a Vittorio Messori un grande intellettuale ateo come Leo Moulin, per mezzo secolo docente di storia e di sociologia all’Università di Bruxelles. «Il capolavoro della propaganda anticristiana è l’essere riusciti a creare nei cristiani, nei cattolici soprattutto, una cattiva coscienza; a instillargli l’imbarazzo, quando non la vergogna, per la loro storia... da tutti vi siete lasciati presentare il conto, spesso truccato, senza quasi discutere. Non c’è problema o errore o sofferenza della storia che non vi siano stati addebitati. Invece io, agnostico ma storico che cerca di essere oggettivo, vi dico che dovete reagire, in nome della verità. Spesso, infatti, non è vero. E se talvolta del vero c’è, è anche vero che, in un bilancio di venti secoli di cristianesimo, le luci prevalgono di gran lunga sulle ombre. Ma poi: perché non chiedere a vostra volta il conto a chi lo presenta a voi? Sono forse stati migliori i risultati di ciò che è venuto dopo? Da quali pulpiti ascoltate, contriti, certe prediche?». Già, da quali pulpiti.
di Andrea Galli, Avvenire, 02 giugno 2007
Caro Biagio
La verità non può che fare bene alla Chiesa. Come puoi ben capire, l’affermazione è gravissima per il giornale della CEI. Del messaggio eu-angelico, Il Vaticano della "verità che rende liberi" ... ormai non sa più nulla!!! Siamo al tradimento strutturale della fiducia - non a caso è venuto fuori oggi il "vangelo di Giuda"!!!
iL TITOLO DELL’ENCICLICA DI PAPA BENEDETTO XVI QUESTO E’:
Deus caritas est!!!, in latino = Dio mammona è!!!, in italiano.
Per il resto, sul tema di "Annozero", considera:
Preti pedofili
1000 abusi segnalati,
Dieci i processi,
secondo Panorama
(ANSA) - ROMA, 31 MAG - Dal 2001 sono giunte alla Congregazione per la dottrina della fede un migliaio di segnalazioni su presunti abusi sessuali compiuti dal clero.Lo dice un’inchiesta su Chiesa e pedofilia pubblicata su ’Panorama’ di domani, secondo cui i processi avviati in questi sei anni sono solo poco piu’ di una decina. ’Panorama’ evidenzia il totale riserbo sui processi e sulle sentenze e pubblica la lettera riservata che l’allora prefetto dell’ex Sant’Uffizio Ratzinger invio’ a tutti gli episcopati del mondo.
http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/mondo/news/2007-05-31_13147013.html
M. saluti,
Federico La Sala
E’ il potere oppressivo che genera violenza sessuale
Alla radice di un problema, la pedofilia del preti, che è strettamente legato alla concezione della chiesa come struttura di potere
di Giovanni Sarubbi *
La messa in onda il 31 maggio scorso da parte di "Anno Zero", la trasmissione di radio 2 diretta da Santoro, del documentario della BBC sui preti pedofili, non ha secondo noi messo il dito nella piaga di un fenomeno che è un male antico e che è legato al modo stesso di intendere la chiesa da parte del cattolicesimo romano ma non solo di esso. Fin dai primi concili ecumenici, dal quarto secolo in poi, sono state emesse infatti norme contro i preti o i religiosi che abusano del loro potere sia sul piano delle violenze sessuali, sia per quanto riguarda l’appropriazione di beni delle comunità. Questi fenomeni sono nati in concomitanza con la trasformazione della Chiesa in religione dell’impero romano.
La questione dei preti pedofili mette in crisi, secondo noi, quella che i teologi chiamano “ecclesiologia”, in particolare ciò che è in discussione è il ruolo del clero, atteso che i fenomeni di perversione sessuale aventi come autori preti, e non parliamo solo di pedofilia, sono legati strettamente al ruolo di “confessori” che essi svolgono all’interno delle comunità e al potere religioso che essi esercitano sui fedeli. La quasi totalità delle testimonianze rese sia nel documentario della BBC che dagli ospiti in diretta nella trasmissione AnnoZero del 31 maggio scorso, hanno fatto esplicito riferimento a tale momento della vita comunitaria, quello della confessione.
Ma andiamo con ordine.
Durante la trasmissione di Santoro ad un certo punto il vescovo presente, mons. Fisichella, ha detto una frase a cui nessuno a risposto come si doveva. Fisichella ha detto indignato e rivolto ai preti pedofili: “Quelle persone non avrebbero mai dovuto diventare preti”. Ha, ovviamente, ragione. Ma ha torto quando si ferma a tale frase e non va oltre questa affermazione, non mettendo in discussione i criteri di reclutamento e formazione dei preti, atteso che i preti cattolici, ma ciò vale per i funzionari di tutte le religioni, vengono ordinati dalle gerarchie cattoliche, che li sceglie liberamente, che li sottopone a lunghi anni di studi in appositi luoghi di formazione che sono i seminari e di cui ha quindi la piena responsabilità. Se tanti preti, con percentuali oscillanti dal 5 al 10 percento del totale dei preti, è affetto da questi gravi disturbi della personalità riguardanti la sfera sessuale, qualche motivo di fondo ci deve pur essere. E quali sono tali motivi di fondo? Cosa non ha funzionato nella scelta di così tante persone pedofili per il ruolo di prete?
Nessuno ha posto a mons. Fisichella tali questioni, che pongono inevitabilmente sul banco di accusa oltre che il tipo di formazione che i preti ricevono in seminario, anche due altre questioni, quella del celibato obbligatorio per i preti di rito latino e quella dell’esistenza di seminari minori che accolgono bambini in età scuola elementare-media inferiore. Quest’ultima questione viola apertamente la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia del 20 novembre 1989 che fra l’altro all’Articolo 16 sancisce che : Nessun fanciullo sarà oggetto di interferenze arbitrarie o illegali nella sua vita privata, nella sua famiglia, nel suo domicilio o nella sua corrispondenza, e neppure di affronti illegali al suo onore e alla sua reputazione. Togliere i bambini dalla famiglia in cui sono nati per chiuderli in seminario è una grave offesa alla loro dignità.
Nel passato i seminari minori erano gremiti, soprattutto di bambini di famiglie numerose e povere che decidevano di far diventare prete di solito l’ultimo nato. Ma ancora oggi esistono seminari minori, soprattutto nei paesi poveri ma anche in Italia, dove ragazzi di 10 anni vengono avviati al “sacerdozio” prima ancora di un completo sviluppo psicofisico, e quindi di una piena e completa maturazione sessuale. Sessualità che in tutti modi viene repressa, con la donna descritta come il diavolo in persona, da cui stare debitamente alla larga perchè “tentatrici” pronte a tentare sessualmente i preti per il solo gusto di “farli peccare”. Del resto l’equazione che viene insegnato a tutti i bambini è ancora oggi che sesso è uguale a peccato.
Mi permetto di citare un caso che conosco bene di un prete che è diventato tale perché verso l’età di sette anni fu sodomizzato da un adulto che aveva il doppio dei suoi anni. La cosa si ripetè più volte e la famiglia del ragazzo ne venne a conoscenza. Invece di denunciare il sodomizzatore, la famiglia prese la decisione di chiudere il ragazzo in seminario da dove è poi uscito prete e lo è tuttora. Erano gli anni subito dopo la guerra e la violenza sessuale veniva vissuta non come una violazione della propria persona ma come un proprio peccato. Sono convinto, per altri racconti che ho raccolto nel corso degli anni, che fatti simili a questi sono stati moltissimi. E chi ha subito violenze sessuali nell’infanzia è segnato per tutta la vita. Per combattere il fenomeno della pedofilia è dunque importante, secondo noi, eliminare i seminari minori ed il celibato obbligatorio che è innaturale se non è una libera scelta. Ma ciò non basta ancora per eliminare del tutto il fenomeno e ridurlo veramente ai minimi termini.
Per fare ciò bisogna cambiare radicalmente il modo di concepire la chiesa ed il ruolo del clero e questo è un problema che riguarda tutte le confessioni religiose cristiane. Il clero, variamente definito nelle varie confessioni, sacerdoti, pastori, pope, svolge un ruolo di potere all’interno delle singole comunità. I preti cattolici, in particolare, vengono formati ad essere “immagine di Cristo”, suoi vicari in terra. Il clero cattolico, che però non ha l’esclusiva di tale comportamente, è quello che maggiormente si identifica con l’idea stessa della chiesa secondo la formula “dove c’è il vescovo li c’è la chiesa”, con la nomina di preti, vescovi, cardinali e Papa che è diventata da secoli un fatto interno al clero che si riproduce per cooptazione, senza alcun controllo da parte del “popolo di Dio”.
E dove c’è un potere da gestire, qualunque esso sia, questo potere inevitabilmente comporta abusi di tipo sessuale.
E’ questa una caratteristica dominante di tutti gli imperi che di volta in volta si sono affacciati sulla scena dell’umanità. Basti pensare, per non andare molto lontano, allo sfoggio di una sessualità prorompente da parte di Berlusconi, che ultimamente si è fatto fotografare in compagnia di quello che i giornali subito hanno definito “harem”, senza che alcuno abbia gridato allo scandalo. Potere e violenza sessuale, potere e perversione sessuale vanno di pari passo.
E quando ad un prete viene dato il potere di rimettere i peccati, ascoltando in segreto i peccati degli altri, gli si da la possibilità di approfittarne se, dall’altro lato, lo si costringe ad avere una vita profondamente diversa da quella del resto della comunità, con restrizioni violente della sessualità che non può che creare i mostri di cui il video della BBC e la trasmissione Anno Zero ha mostrato solo un piccolo campionario.
Allora bisogna ribaltare il concetto su cui è costruita la chiesa. Non più “dove c’è il vescovo li c’è la chiesa”, ma l’evangelico “chi vuol esser primo serva”, o “dove c’è la comunità, l’assemblea, li può esserci un vescovo, un presbitero, qualcuno che è a servizio della chiesa”, senza alcun potere per alcuno, senza alcun tipo di mediazione con il sacro da gestire. Niente sacramenti di cui c’è un immondo commercio, niente potere di “consacrare eucaristie” con il popolo inerte. Tutti uguali, tutti impegnati a praticare il comandamento dell’amore fraterno, che esclude conversioni forzate o uso del sacro per sottomettere persone e per creare imperi. Allora si che pedofilia e violenza sessuale saranno un triste ricordo del passato.
* IL DIALOGO, Martedì, 05 giugno 2007