Lettere

Perverso, infernale e pregiudicante, il teologo Renato Pierri corregge Benedetto XVI sulla seconda tentazione di Cristo: non c’è più religione

giovedì 30 agosto 2007.
 

Italialaica, 1 agosto 2007

Nulla di strano, se...

Gentile direttore,

Papa Ratzinger, nel suo libro "Gesù di Nazaret", a pagina 57, scrive: “Veniamo alla seconda tentazione di Gesù...Anzitutto c’è qualcosa di strano. Per attirare Gesù nella sua trappola il diavolo cita la Sacra Scrittura. Cita il Salmo 91, 11s che parla della protezione che Dio garantisce all’uomo fedele...L’intero colloquio della seconda tentazione si configura come un dibattito tra due esperti della Scrittura: il diavolo vi appare come teologo...Così l’interrogativo circa la struttura del curioso dialogo...”

Intelligente il colto Papa, ma come accade di sovente a persone intelligenti, anche ingenuo. Nell’episodio, infatti, non c’è nulla di strano, né di curioso, se si tiene presente che non è il diavolo in persona a citare la Sacra Scrittura, ma Gesù stesso. Gesù è il teologo, l’esperto della Scrittura. Il dibattito è interiore; avviene nella mente di Gesù. Ha la tentazione (suscitata, secondo l’evangelista, dal diavolo) di mettere alla prova il Padre; ma si ravvede immediatamente: «Non tenterai il Signore Dio tuo». E’ strano piuttosto che il Pontefice trovi credibile un diavolo (una sorta di demoniaca incarnazione?) che non solo recita le Scritture, ma che, prelevato tranquillamente il Signore dal deserto, lo faccia levitare sulla guglia del Tempio in Gerusalemme; e poi se lo porti su un monte altissimo per mostrargli tutti i regni del mondo...Ma insomma!

Renato Pierri


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