Attualità

Espressioni improprie, quasi..."terroristiche" - di Renato Pierri

Una lettera di Renato Pierri sul linguaggio dell’attualità italiana. Il teologo tira in ballo anche il caso di Rivera e dell’Osservatore romano
mercoledì 2 maggio 2007.
 

Gentile direttore,

è giusto esasperare i toni, usare espressioni e parole improprie, anziché confutare con argomenti seri le critiche che ci vengono mosse? L’altro giorno su "la Stampa" c’era un articolo di Marcello Pera intitolato "Per l’Europa il vero nemico è la Chiesa". Così la povera Europa, è accusata di considerare la Chiesa il vero nemico, sebbene "l’Ue riconosca a pieno titolo le Chiese (al plurale!) come organizzazioni di interessi spirituali e morali di milioni di cittadini" (cito da un articolo di Gian Enrico Rusconi sempre su "La Stampa"). Adesso il povero Andrea Rivera, secondo L’osservatore Romano è diventato un terrorista. E la gente finisce per mettere sullo stesso piano i terroristi che uccidono innocenti, i terroristi che minacciano l’arcivescovo Bagnasco, e coloro che muovono pubblicamente critiche alla Chiesa. Si può tranquillamente affermare che le parole di Andrea Rivera, pronunciate dal palco di San Giovanni, davanti ad un vasto pubblico, potevano essere inopportune, infelici, fuori luogo, o quel che si vuole, ma definirle terroristiche è quasi un atto di..."terrorismo"! E bisogna dire allora che l’Italia è piena zeppa di terroristi, se tutti coloro (qualche ecclesiastico compreso) che fanno pubbliche critiche alla Chiesa, compiono atti di terrorismo. Vale la pena di dare un’occhiata al dizionario? "Terrorismo = metodo di lotta, basato su violenze intimidatorie (uccisioni, sabotaggi, attentati dinamitardi, ecc.), impiegato in genere da gruppi politici rivoluzionari" (G.Devoto - Oli).

Renato Pierri


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