Celibato ecclesiastico. I diritti della Chiesa*
Caro Romano,
il cardinale francese Roger Etchegaray, riguardo all’ordinazione di sacerdoti sposati, ha affermato: «La questione può essere posta, come avviene nella Chiesa greco-cattolica». Ma il Sir, l’agenzia della Cei, insiste: «La castità per il Regno dei cieli fa parte dei "consigli evangelici" indicati da Gesù ai suoi discepoli». Per l’appunto: Gesù consigliava; san Paolo pure consigliava, e la Chiesa arbitrariamente, poco evangelicamente, ha trasformato il consiglio in obbligo per il cattolico che si sente chiamato da Dio alla vita sacerdotale.
Elisa Merlo
Risposta di Sergio Romano
Comprendo che sul problema del celibato ecclesiastico sia possibile avere posizioni diverse. E comprendo che molti fedeli possano chiedere alla Chiesa di modificare le proprie norme. Ma credo che la Chiesa abbia il diritto di pretenderlo. Il sacerdozio, dopo tutto, è una scelta libera e volontaria.
* Il Corriere della Sera, 30 novembre 2007
Sul tema, nel sito, si cfr.:
Replica a Sergio Romano sul celibato ecclesiastico
Gentile dottor Romano,
alla mia lettera da lei intitolata "Celibato ecclesiastico. I diritti della Chiesa" (Corriere del 30 nov.), risponde:"Ma credo che la Chiesa abbia il diritto di pretenderlo. Il sacerdozio, dopo tutto, è una scelta libera e volontaria".
Come conoscitore ed attentissimo osservatore delle vicende umane, lei dovrebbe sapere meglio di me che la Chiesa ha spesso commesso ingiustizie più o meno gravi. Ora, per stabilire se la Chiesa ha il diritto di pretendere qualcosa, è necessario entrare nel merito di ciò che essa pretende, giacché non si ha mai il diritto di pretendere cose ingiuste. E’ chiaro che la Chiesa, pretendendo il celibato dal giovane che desidera fare il sacerdote, non va contro la legge civile; ma se pretende qualcosa di ingiusto, va contro la legge morale, e quindi non può arrogarsi tale diritto.
Secondo san Paolo (Eb 5,4), e secondo lo stesso Catechismo della Chiesa Cattolica, al sacerdozio si è chiamati da Dio. Il giovane cattolico però che sente questa chiamata, non è libero di seguire la sua vocazione, così come lo è il giovane ortodosso o il giovane protestante. La Chiesa gli dice: se vuoi sposarti, devi rinunciare alla chiamata di Dio; se vuoi seguire la tua vocazione, devi rinunciare al matrimonio. E’ un abuso che fra qualche tempo la Chiesa riconoscerà come errore. Lo stesso errore la Chiesa lo commette quando nega il sacerdozio alle donne. La pretesa della Chiesa anche in questo caso non si basa né sulla ragione né sul Vangelo.
Elisa Merlo
Scriveva Giovanni Paolo II : "La maternità di Maria è veramente la rivelazione della fecondità spirituale che Dio concede alle persone che scelgono liberamente la continenza in vista del Regno di Dio "
Il celibato è un dono esculsivo a Dio. E Maria è per la Chiesa Cattolica il modello di tutte le persone che scelgono di consacrare la loro verginità al Signore. È l’esempio di Maria che suscita in mezzo al popolo di Cristo la stima e la pratica del celibato consacrato.
Il celibato diventa così, attraverso Maria, segno di una fecondità nuova. Meditando il suo esempio ci si accorge che Dio ricompensa sempre al centuplo le persone che, per amor suo, rinunciano a una paternità o maternità.
Non si tratta quindi di un abuso, poichè in Maria si realizza in pienezza il grido del profeta:
"Esulta, o Gerusalemme, o sterile che non hai partorito,
prorompi in grida di giubilo e di gioia,
tu che non hai provato i dolori,
perchè più numerosi sono i figli dell’abbandonata
che i figli della maritata, dice il Signore.
Allarga lo spazio della tua tenda,
stendi i teli della tua dimora senza risparmio,
allunga le cordicelle, rinforza i tuoi paletti,
perchè ti allargherai a destra e a sinistra
e la tua discendenza popolerà le città un tempo deserte"
(Is 54, 1-3)