Lettere

All’attacco i pierristi, che non placano la loro furia significante: Tussi, Pierri e Merlo scompigliano i media italiani su valori e violenza

lunedì 23 luglio 2007.
 

L’Unità, 16 luglio 2007

Il valore della vita. Il valore della persona

Gentile direttore,

giustamente Furio Colombo su L’Unità del 12 luglio, riferendosi a Chiesa e Vaticano, scrive: "Perché dicono no al testamento biologico che non è eutanasia, non viola e non intacca alcun principio morale e religioso...?". Però, la precisazione: "che non è eutanasia"; fa pensare pensare che questa, a differenza del testamento biologico, possa andare contro la morale cristiana. In realtà una legge seria sull’eutanasia, che contemplasse casi particolari disperati di malati terminali, risponderebbe pienamente al concetto del Dio padre misericordioso del Vangelo. Anzi, rifiutare l’eutanasia a persone la cui vita, già negata dal destino, è insopportabile, va contro lo spirito del Vangelo. Il principio morale intaccato, secondo la Chiesa, sarebbe quello della difesa della vita terrena, ma questo principio in certi casi può andare a danno della persona. Infatti, costringere un malato la cui vita è irrimediabilmente compromessa, a vivere a tutti i costi, significa fargli grave violenza. Tener conto genericamente della vita, senza tener conto della persona, non ha senso. Il valore della difesa della vita, in alcuni casi può diventare un disvalore.

Veronica Tussi

ITALIALAICA, 22 luglio 2007

La violenza religiosa

Gentile direttore,

un cristiano di indole buona, intelligente, in teoria non dovrebbe mai nuocere ad alcuno, almeno volontariamente, ed anzi nei limiti delle sue possibilità dovrebbe impedire che qualcuno soffra inutilmente. Un non credente, d’indole buona, intelligente, ugualmente in teoria non dovrebbe far del male al prossimo, e alleviare sempre nei limiti del possibile, la sofferenza altrui. Accade però, a differenza del secondo, che il primo in alcuni casi possa nuocere al prossimo, o perlomeno non alleviare la sua sofferenza, pur avendone la possibilità. Infatti, pur essendo intelligente, in alcuni casi rinuncia alla ragione a causa della fede in un falso dio, in un dio in qualche modo malvagio. Esempi chiarissimi di "religiosa violenza", li troviamo nella storia di non molti secoli fa, ed anche ai giorni nostri presso popolazioni non cristiane. Ma ancora oggi accade che cristiani buoni ed intelligenti, a causa di un concetto sbagliato di Dio, pur non facendo direttamente del male a nessuno, abbandonino nella sofferenza più atroce malati terminali; persone che avendo una vita insopportabile davanti a sé invocano la morte. La fede senza la ragione genera mostri.

Renato Pierri

La Stampa, 2 luglio 2007; Viversani & belli n. 30 luglio 2007; con i rispetivi titoli: Venisse un colpo ai cattivi della terra, Vorrei eliminare la violenza dalla terra

Ad esser sincera, caro direttore, il problema dell’esistenza di Dio non mi ha mai molto preoccupata, perlomeno per quanto riguarda la mia sorte dopo la morte. Sto tranquilla, perché nella mia vita ho sempre cercato di non far del male a nessuno, e quando ho potuto, ho cercato di fare del bene. Così, sono certa che se Dio esiste, una brava persona come me sarà accolta in paradiso a braccia aperte. Se Dio non esiste e quindi neppure l’anima, ugualmente, e forse a maggior ragione, non devo preoccuparmi di nulla, giacché neppure saprò d’essere morta (e come potrei?). A pensarci bene, una colpa forse ce l’ho. Ma siccome Dio dovrebbe essere misericordioso, sicuramente me la perdonerebbe. Ho sempre desiderato la morte, magari anche improvvisa, indolore, del potenti cattivi della terra, ma anche dei cattivi non potenti, di tutti i violenti in genere. Ho sempre pensato: se gli venisse un colpo, l’umanità ci guadagnerebbe; un po’ di sofferenza in meno sulla terra. Assassini, sfruttatori, torturatori, stupratori, muoiano tutti in pace e così sia.

Elisa Merlo


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