Gentile direttore,
Silvio Berlusconi ha chiesto al vescovo Sebastiano Sanguinetti quando la Chiesa cambierà "la regola che i divorziati non possono prendere la comunione". Ma è regola stabilita dalla Chiesa o dal Vangelo? Al n. 84 della Familiaris consortio (1981): "La Chiesa ribadisce la sua prassi fondata sulla Sacra Scrittura, di non ammettere alla comunione eucaristica i divorziati risposati. Sono essi a non potervi essere ammessi, dal momento che il loro stato e la loro condizione di vita contraddicono oggettivamente a quell’unione di amore tra Cristo e la Chiesa, significata e attuata dall’Eucaristia".
La Chiesa, dunque, basa sulla Sacra Scrittura, sia la sua ferma decisione di non ammettere all’Eucaristia i divorziati risposati, sia la considerazione che essi si trovino in un’oggettiva situazione di peccato. Essa è in sintonia col Vangelo, per quanto concerne il secondo punto, dal momento che Gesù condanna decisamente il divorzio, sebbene non si comprenda perché una donna, ad esempio, divorziata non per sua colpa, che abbia trovato una persona buona ed onesta con la quale formare una nuova famiglia, debba trovarsi in peccato. La condanna del divorzio da parte di Gesù, infatti, non dovrebbe avere valore assoluto.
La Chiesa non è invece per niente in sintonia col Vangelo riguardo al primo punto. Gesù, infatti, nell’ultima Cena, spezzò il pane e lo offrì ai discepoli tutti, compreso chi si trovava in una situazione di peccato ben più grave di quella di un divorziato risposato: Giuda. Se glielo avesse negato, certamente gli evangelisti lo avrebbero riferito. Quando disse: «Questo è il mio corpo che è dato per voi. Fate questo in memoria di me» (cf Luca 22,19), non pose nessuna condizione alla distribuzione del pane spezzato. Negare l’eucaristia a chi ne sente il bisogno, è come negare un bicchiere d’acqua ad un assetato.
Veronica Tussi
Il presidente del Consiglio aveva confidato questo suo desiderio a un vescovo sardo
Comunione ai divorziati, Bagnasco: ’’Il no è intrinseco al sacramento’’
Il presidente della Cei interviene così nella discussione aperta dalla richiesta del premier Berlusconi di far sì che anche i divorziati possano ricevere l’Eucarestia. ’’Non è una punizione verso queste persone’’
Genova, 23 giu. - (Adnkronos/Ign) - Nessuna punizione verso i divorziati solo una decisione che dipende dalla natura intrinseca del sacramento dell’Eucarestia. Così il cardinale Angelo Bagnasco (nella foto), presidente della Cei e arcivescovo di Genova, a margine della presentazione del libro sulla visita di Benedetto XVI nel capoluogo ligure, interviene nel dibattito aperto dalla richiesta del premier Silvio Berlusconi di dare anche ai divorziati la possibilità di ricevere la Comunione.
’’Non è una punizione verso queste persone e non dipende da una disposizione esterna, che può dire sì o no - ha sottolineato il cardinale, riprendendo così anche la posizione espressa ieri da Benedetto XVI in occasione del Congresso Eucaristico mondiale di Quebec - ma è una decisione intrinseca, che nasce dall’interno del sacramento stesso dell’Eucarestia’’.
SUL TEMA, NEL SITO, SI CFR.:
«No alla comunione ai divorziati». Cinque cardinali contro le aperture
Presa di distanza da Kasper, incaricato dal Papa di fare la relazione al Concistoro Müller (ex Sant’Uffizio): «Misericordia non è dispensa dai comandamenti»
di M. Antonietta Calabrò (Corriere della Sera, 17 settembre 2014)
«Non possumus», la celebre risposta di papa Clemente VII a Enrico VIII, all’origine dello scisma della Chiesa anglicana, quando il Pontefice non assecondò la richiesta di scioglimento di un singolo matrimonio, sia pure reale e nonostante le conseguenze, riecheggia più volte in un volume molto atteso in vista del prossimo Sinodo dei vescovi sulla famiglia. Già il titolo dice tutto: Permanere nella verità di Cristo. Matrimonio e comunione nella Chiesa cattolica. Il libro (esce quasi in contemporanea in Italia, il 1° ottobre, editore Cantagalli, e negli Stati Uniti) riunisce assieme gli scritti di cinque cardinali e di altri quattro studiosi, in risposta a quanto sostenuto nella relazione tenuta da un altro cardinale, Walter Kasper, su incarico di papa Francesco davanti al Concistoro straordinario del 20 e 21 febbraio. Allora, Kasper aveva lanciato un appello affinché la Chiesa armonizzasse «fedeltà e misericordia di Dio nella sua azione pastorale riguardo ai divorziati risposati con rito civile». Un punto focale del Concistoro, voluto da Bergoglio proprio in vista del Sinodo che si sta per aprire ad ottobre sulle «sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione».
Lo scopo del libro è rispondere all’invito di Kasper ad un’ulteriore discussione, ma costituisce una netta chiusura alle sue tesi. Il curatore del testo, Robert Dodaro, preside dell’Istituto patristico Augustinianum di Roma, alla fine della sua introduzione espone le conclusioni unitarie del gruppo: «Gli autori di questo volume sono uniti nel sostenere fermamente che il Nuovo Testamento ci mostra Cristo che proibisce senza ambiguità divorzio e successive nuove nozze sulla base del piano originale di Dio sul matrimonio disposto da Dio in Gen. 1,27 e 2,24».
Poi la contestazione del punto centrale: «La soluzione “misericordiosa” al divorzio sostenuta dal cardinale Kasper non è sconosciuta nella Chiesa antica, ma di fatto nessuno degli autori giunti a noi e che noi consideriamo autorevoli la difende. Anzi, quando la accennano, è piuttosto per condannarla come contraria alla Scrittura. Non c’è niente di sorprendente in questa situazione: gli abusi ci possono essere occasionalmente, ma la loro mera esistenza non garantisce che non siano abusi, tanto meno che siano modelli da seguire».
E infine: «La pratica ortodossa orientale attuale della oikonomia nei casi di divorzio e seconde nozze ha origine per lo più nel secondo millennio, e sorge in risposta alla pressione politica degli imperatori bizantini sulla Chiesa». L’ oikonomia è il modo in cui la Chiesa ortodossa gestisce la situazione dei fedeli divorziati ammettendoli alle seconde nozze religiose dopo un periodo di penitenza (in generale, il termine indica una deviazione discrezionale dalla lettera della legge, per adempiere allo spirito della legge e alla carità).
Come si vede, invece, la chiusura è senza appello. Tanto più forte se si considera che tra gli autori c’è il «Guardiano» dell’ortodossia cattolica, Gerhard Ludwig Müller, cioè il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, nominato da Papa Benedetto XVI, nel 2012, e fatto cardinale nel Concistoro di febbraio. Gli altri sono cardinali Raymond Leo Burke, prefetto della Segnatura apostolica; Walter Brandmüller, presidente emerito del Pontificio Comitato di scienze storiche; Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna e uno dei teologi più vicini a san Giovanni Paolo II sui temi della famiglia e Velasio De Paolis, presidente emerito della prefettura degli affari economici.
Oltre al riferimento al «non possumus», c’è un’altra immagine che ritorna nel volume, quella della donna adultera cui Cristo disse, «va e non peccare più» (Gv 8,11). La misericordia di Dio - scrivono gli autori - non ci dispensa dal seguire i suoi comandamenti. Quindi, il matrimonio civile che segue al divorzio implica una forma di adulterio, e rende moralmente impossibile ricevere l’eucarestia (1 Cor. 11,28), a meno che la coppia non pratichi la continenza sessuale. Queste non sono regole inventate dalla Chiesa - affermano -, esse costituiscono la legge divina e la Chiesa non può cambiarle.
Lettera
Voi date loro da mangiare
di Renato Pierri *
Gentile direttore,
il cardinale Angelo Bagnasco, riguardo al rifiuto della Chiesa di concedere l’eucaristia ai divorziati, ha dichiarato che si tratta di "una decisione intrinseca, che nasce dall’interno del sacramento stesso dell’Eucarestia". Io non mi illudo di poter far cambiare opinione ai fedeli che reputano vangelo le parole della Chiesa; però ho la speranza che il cardinale un piccolo segretissimo ripensamento possa averlo.
Un’occhiata al Vangelo, infatti, ci fa capire che Cristo qui e ora non rifiuterebbe l’eucaristia a nessuno. Solo qualche esempio: nella parabola del grande convito (Lc 14,15s) Gesù fa dire dal padrone al servo: «Va’ per le strade e lungo le siepi e forzali ad entrare, affinché la mia casa sia piena». Non dice: «Non invitare i peccatori al mio banchetto». Nel miracolo della moltiplicazione dei pani, Gesù, dando incarico agli apostoli di distribuire alla folla pane e pesci, disse loro: «Voi date loro da mangiare» ( cf Mt 14,16).
Non disse: «Date da mangiare solo "ai puri senza peccato"». E ancora: "Gesù...durante una cena...si alza da tavola e depone il mantello e, preso un panno, se ne cinse. Versa quindi dell’acqua nel catino e incominciò a lavare i piedi dei discepoli" (cf Gv 13, 1ss). Il peccatore Giuda non fu escluso, come si evince dal seguito: "Sapeva infatti chi stava per tradirlo; per questo disse: «Non tutti siete puri». Quando ebbe dunque lavato loro i piedi...«Se dunque io, il Signore e il maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri». La Chiesa lava i piedi solo ai "puri e senza peccato" (parole di Benedetto XVI), e così facendo si mette in una posizione ben diversa dal Cristo.
Renato Pierri
SE IL PAPA DIVENTA ERETICO - L’ERESIA PELAGIANA DI PAPA RATZINGER
Solo i "puri", coloro che non sono macchiati dal "peccato" possono ricevere l’ostia consacrata: questa la frase ripresa dai media dal Discoso di Papa Benedetto XVI per il Congresso Eucaristico Intenazionale in Canada.
Ma la tradizione secolare della Chiesa Cattolica, tranne che per gli ultimi due secoli, e con Papa Pio X sulla comunione ai fanciulli, non ha mai inteso l’Eucaristia come "un premio " per i più buoni o i "puri" come dice il papa tedesco, nell’ultimo suo intervento.
Anzi i testi dei Padri della Chiesa e quelli dei primi Concili Ecumenici indicavano l’Eucaristia come "medicinale" , e vera e propria "remissione dei peccati", tanto quanto il sacramento della riconciliazione (detto volgarmente confessione)... certo il fedele era tenuto ad accostarsi ad essa con animo libero dai peccati e con pentimento per i propri peccati, ed il proponimento di non ripeterli. Ma non vi è mai stata l’idea nella Chiesa antica apostolica e in quella dei Padri conciliari di escludere chi non fosse in uno stato "puro", anche perchè in ultima analisi nessuno può sapere se è puro del tutto, nè chi da’ nè chi riceve l’Eucaristia: soltanto Cristo lo sa poichè soltanto Lui solo vede e legge nei cuori.
Questa dottrina ormai comune ad Ortodossi e Anglicani e Vetero Cattolici.
La teologia dell’’Eucaristia mai modificata nelle Chiese di Oriente hanno sempre considerato l’Eucarestia come un "viatico" per i fedli e il sacramento che rimette i peccati stessi, tant’è che nelle Chiese Ortodosse sempre si recita questa esortazione liturgica : " fedele Giovanni, (nome del fedele) ricevi il corpo e il sangue di Cristo (sempre sotto le due specie) in remissione dei peccati e per la vita eterna... amen "
La remissione dei peccati si intede per chi non è in stato di grazia assoluta, come indica il Papa, ma può arrivare attraverso l’unione con Cristo che salva.
L’ultima esortazione di Benedetto XVI poi che si riassume in questo concetto:
"Coloro che non possono accedere direttamente al corpo di Cristo, a causa di una loro situazione personale, troveranno comunque nel desiderio di comunione e nella partecipazione all’Eucaristia una forza e una efficacia salvatrice", è del tutto fuorviante poichè non tiene conto che non è il desiderio dell’uomo in sè che può salvare poichè starebbe a significare che ci si salva attrraverso le proprie opere senza l’intervento salvifico di Cristo!
Questo è molto grave!
Si cade in una sorta di pelagianesimo (Pelagio un vescovo del secolo coevo a Sant’Agostino nel IV secolo che fu condannato come eretico dai Padri Conciliari).
E’ chiaro che la Chiesa del Vaticano (che si dice Cattolica) avendo abbandonata la dottrina cattolica apostolica autentica e secolare sul matrimonio prima del Concilio di Trento, dove il Vescovo poteva sciogliere i coniugi dal vincolo matrimoniale, per cause irreparabili dentro la coppia, e per il fatto che il legame di amore era venuto meno, ha introdotto la necessità di negare i sacramenti, in particolare l’Eucaristia, a coloro che ormai la Chiesa costringeva al vincolo indissolubile.
La dottrina è stata modificata poichè le Chiese orginarie di Oriente e Ortodosse mai hanno inteso la negazione dei sacramenti ai coniugi che si divorziavano e si risposavano, poichè erta la Chiesa stessa che scioglieva e legava in matrimonio, secondo il mandato di Cristo attraverso il Vescovo che agiva in persona Christi!
Per mantenere una dottrina dei sacramenti tridentina più rigida e chiusa, inutilmente inasprita, che stravolge l’originale impianto dottrinale e liturgico della Chiesa Cattolica Antica sia in Occidente che in Oriente (la Chiesa Indivisa) si deve per forza proibire lo scioglimento del matrimonio e il secondo matrimonio, e infine estromettere gli sposi cristiani separati e risposati dalla Eucaristia.
Pretendere poi che si salvino i divorziati solo con il desiderio di comunione e di Eucarestia, svuota di ogni forza salvifica il sacramento di Cristo! Lascia supporre che attraverso le opere soltanto (il desiderio e la buona condotta morale ) ci si possa salvare, da sè soli, riducendo Cristo e la grazia di Cristo ad un particolare quasi irrilevante!
Questa posizione è eretica rispetto a tutta la dottrina patristica della Chiesa cattolica e apostolica autentica, e il Papa ed il Vaticano farebbero bene a dire come stanno le cose: che loro negli ultimi secoli, e nell’ultimo in particolare hanno modificato la dottrina secolare della Chiesa, introducendo forme liturgiche sacramentale e devozionali del tutto estranei al vero contesto eucaristico voluto dal Signore!
E Cristo che salva non il nostro desiderio di bene soltanto, e la condotta integerrima questo cade nel fariseismo dell/ Antico Testamento e nel pelagianesimo, ma non e cattolico cristiano.
NON SI PUO’ OGNI VOLTA DIRE CHE QUESTA E’ LA IMMUTATA DOTTRINA DELLA CHIESA SULLA EUCARiSTIA! O ADDIRITTURA CHE QUESTO E’ IL VOLERE DEL SIGNORE, E CHE LORO NON POSSONO CHE ATTUARLO, POICHE’ NON E’ NE UNO NE’ L’ALTRO.
LA CHIESA AUTENTICA CATTOLICA E APOSTOLICA HA SEMPRE INTESO LA DOTTRINA EUCARISTICA COME REMISSIO PECCATORUM ET VIATICUM PER OGNI CRISTIANO E NON SOLO PER I PURI O SEDICENTI TALI.
ALTRA COSA ERA QUANDO LA CHIESA ED IL VESCOVO PER PUBBLICI PECCATI GRAVISSIMI COME UN OMICIDIO O APPARTENENZA AD ASSOCIAZIONI CRIMINALI COME LA MAFIA ESCLUDEVANO DAI SACRAMENTI CON SCOMUNICA SE PRIMA NON FOSSERO STATE COMPIUTE LE PROCEDURE PENITENZIALI.
Milano, 23 Giugno 2008 Vigilia della Solennita di San Giovanni il Battista
CENTRO STUDI TEOLOGICI DI MILANO
CHIESA ANTICA CATTOLICA E APOSTOLICA Diocesi di Milano - Monza
Comunicato Stampa IL COMITATO DIRETTIVO dei
TEOLOGI DEL CENTRO STUDI TEOLOGICI di MILANO + Mons. Giovanni Climaco Mapelli Vescovo e Presidente
CENTRO ECUMENICO
tel 339.5280021
02.95310741 fax
www.centrostuditeologici.too.it
* Chiesa di tradizione e successione apostolica autentica risalente all’Apostolo San Pietro nel 35 d.C. ad Antiochia non dipendente dal Vaticano ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
ERRATA CORRIGE!
PELAGIO
di Mons. Giovanni Climaco Mapelli
Pelagio (Britannia, 360 - Palestina, 420) per un errore di trascrizione Pelagio è stato indicato come Vescovo, in realtà era soltanto un monaco teologo britannico, inglese o irlandese (forse ordinato prete) morto poi in Palestina . Vescovo era invece uno dei suoi seguaci il Vescovo Giuliano, della Chiesa di Eclano (vicino ad Avellino- Italia) che accentuò la dottrina pelagiana e si scontrò duramente con Agostino - vedi: http://it.wikipedia.org/wiki/Pelagianesimo
N.B. Va detto che Pelagio non negava del tutto la grazia di Dio in Cristo, ma era attento alla libertà dell’uomo e alla capacità di scegliere il bene e il male con la sua volontà che già era da ritenersi una "grazia di Dio", ma il pelagianesimo accentuato in seguito dai suoi seguaci, da Celestio al Vescovo Giuliano ed altri vescovi pelagiani, in contrapposizione all’agostinismo divenne sinonimo di "salvezza autosufficiente dell’uomo" a detrimento della "grazia divina". In quei primi secoli una Dottrina vera e propria della grazia non era ancora stata del tutto definita dalla Chiesa e dai Padri in senso comune e univoco, se si eccettuano le opere di S. Agostino di Ippona: tuttavia fu rigettata la posizione pelagiana, già nel 431, perchè svuotava di senso e di forza l’opera salvifica universale di Gesù Cristo.
ERRATA CORRIGE! su PELAGIO
Il settimanale attacca Silvio Berlusconi e critica la norma blocca-processi
"Gli avvocati sono la sua passione, li fa eleggere in Parlamento". Poi cita Alfano
Famiglia Cristiana contro il premier
"Berlusconi ossessionato dai pm" *
ROMA - "Il Cavaliere ha un’ossessione: i magistrati. E una passione: gli avvocati. Naturalmente i primi sono contro di lui, gli altri li fa eleggere in Parlamento". Nel giorno in cui il Csm comincia a lavorare sulla costituzionalità, o meno, del decreto sicurezza, la cosiddetta norma "salva premier", anche il settimanale Famiglia Cristiana interviene duramente e critica l’atteggiamento del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che nei giorni scorsi aveva accusato i pm di essere sovversivi.
L’editoriale di Famiglia Cristiana cita anche il Guardasigilli Angelo Alfano: "Uno degli avvocati ’eletti’, ex segretario personale, lo mette ministro della Giustizia". E dà un giudizio negativo sul provvedimento blocca-processi che sta occupando la cronache politiche di queste settimane: "Il pacchetto sicurezza è inquinato dal ’complesso dell’imputato’ (definizione di Bossi), e brucia il capitale di fiducia degli italiani (che l’hanno votato a larga maggioranza), assieme all’immagine di grande statista. Ma allontana anche il Colle più alto della politica".
Il settimanale di ispirazione cattolica non fa sconti all’operato del Cavaliere e attacca: "Il comportamento di Berlusconi è un’ossessione personale che ha il sopravvento sui problemi del Paese".
* la Repubblica, 23 giugno 2008 - parziale)
è una decisione intrinseca, "La Chiesa ribadisce la sua prassi fondata sulla Sacra Scrittura, Ma è regola stabilita dalla Chiesa o dal Vangelo? Essa è in sintonia col Vangelo, per quanto concerne il secondo punto, dal momento che Gesù condanna decisamente il divorzio. La Chiesa non è invece per niente in sintonia col Vangelo riguardo al primo punto. perché una donna, ad esempio, divorziata non per sua colpa, che abbia trovato una persona buona ed onesta con la quale formare una nuova famiglia, debba trovarsi in peccato. La condanna del divorzio da parte di Gesù, infatti, non dovrebbe avere valore assoluto. Gesù, infatti, nell’ultima Cena, spezzò il pane e lo offrì ai discepoli tutti, compreso chi si trovava in una situazione di peccato ben più grave di quella di un divorziato risposato: Giuda. Se glielo avesse negato, certamente gli evangelisti lo avrebbero riferito. Negare l’eucaristia a chi ne sente il bisogno, è come negare un bicchiere d’acqua ad un assetato.
’’Non è una punizione verso queste persone’’ E’ solo una decisione che dipende dalla natura intrinseca del sacramento dell’Eucarestia.
Quaaanta confusione; dico confusione per non scrivere qualche altra parola, come conseguenza di questa confusione!!! Politici, Laici, Giornalisti e Philosophy...Shalon...abbiate pace e studiate, facendo ricerche, accurate dei fatti e del Valori e PROPOSITi di DIO.
Solo i "puri", coloro che non sono macchiati dal "peccato" possono ricevere l’ostia consacrata: questa la frase ripresa dai media dal Discoso di Papa Benedetto XVI per il Congresso Eucaristico Intenazionale in Canada.
La cena commemorativa. Chissa’ chi sono i "PURI" NON CERTO GIUDA!
DOPO aver lavato i piedi agli apostoli, Gesù cita Salmo 41:9, dicendo: “Colui che si nutriva del mio pane ha alzato il suo calcagno contro di me”. Poi, turbato nello spirito, spiega: “Uno di voi mi tradirà”.
Gli apostoli si addolorano e, uno per uno, chiedono a Gesù: “Non sono io, vero?” Anche Giuda Iscariota fa la stessa domanda. Giovanni, che giace a tavola accanto a Gesù, si appoggia all’indietro sul petto di Gesù e chiede: “Signore, chi è?”
“È uno dei dodici, che sta intingendo con me nella scodella comune”, risponde Gesù. “È vero che il Figlio dell’uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a quell’uomo mediante il quale il Figlio dell’uomo è tradito! Sarebbe stato meglio per quell’uomo se non fosse mai nato”. Allora Satana entra di nuovo in Giuda, approfittando del fatto che questi gli ha aperto il cuore, divenuto malvagio. Più tardi quella stessa sera Gesù chiama appropriatamente Giuda “il figlio della distruzione”.
Gesù dice ora a Giuda: “Quello che fai, fallo più presto”. Nessuno degli altri apostoli comprende cosa intende dire Gesù. Alcuni immaginano che, siccome Giuda tiene la cassa del denaro, Gesù gli dica: “Compra le cose che ci occorrono per la festa”, oppure che vada a dare qualcosa ai poveri.
Dopo che Giuda è andato via, Gesù istituisce con gli apostoli fedeli una celebrazione, o commemorazione, completamente nuova. Giovanni disse: "Signore, chi e’" "E’ quello al quale daro’ il boccone che intingo". E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda. Satana entro’ in quest’ultimo e Gesu’ gli disse: "Quello che fai, fallo piu’ presto". "E quando se ne fu uscito, Gesu’ disse: "ora il figlio dell’uomo e’ glorificato". "Vi do un nuovo comandamento, che vi amiate gli uni gli altri; come vi ho’ amati io, " "Da questo tutti conosceranno che siete miei discepoli, se avrete amore fra voi".
Amici-che; non e’ meglio perccio’ avitare ed ubbidire al comando di prendersi lostia, la comunione o leucarestia datosi che non siamo tanto "puri"...almeno che: Dio stesso ci dia l’autorizzazione, dopo avere visto in noi una persona che ha’ combiato (personalita’) (nascere di nuovo)=Nuova personalita’ e’ piu’ appropriato per il fatto che; questo richiede molti sacrifici ed una lunga prova; (di vita vissuta) d’essere e comportarsi come un genuino "CRISTIANO" seguendo e camminando tutti i giorni della sua vita ...nelle orme dei passi di Gusu’ ed imitando il suo esempio in tutto e con tutti. Generalmente parlando chi! qualificherebbe...Politici! leader religiosi, o comuni persone con tutti i loro brutti vizi e pessimo carattere? Conoscete persone con queste (doti)!!! "Senza affezione naturale, Non disposti a nessun accordo...amanti dei piaceri anziche’ amanti di Dio". "Aventi una forma di santa devozione ma mostrandosi falsi alla sua potenza". "Da questi allontanati". E’ vero che saremo pochi se; ci separeremo...(non e’ meglio una mela buona e frescha che una cassetta di mele con i vermi dentro?)
"Io sono YHWH Dio; non sono cambiato". "E voi certamente vedrete di nuovo (la distinzione) fra il giusto e il malvagio, fra chi serve Dio e chi non lo ha servito".