LA TABELLA DEI RISULTATI DEFINITIVI
I RISULTATI REGIONE PER REGIONE
VOTO ESTERO (la Repubblica)
Pronta a Napoli la statua di Veltroni per il presepe (Ansa) |
Primarie Pd, oltre 3,5 milioni di voti
Veltroni si conferma al 75,7 per cento
ROMA - Sono stati oltre 3 milioni gli elettori del Pd per le primarie del nuovo partito. Il risultato finale dello scrutinio degli oltre undicimila seggi parla di 3.517.370 voti validi ai quali vanno aggiunte alcune decine di migliaia di schede bianche e nulle. Il risultato, dunque, va al di là delle più rosee previsioni e anche delle proiezioni Demos-Ipsos che avevano indicato una cifra di elettori tra i 3 milioni e 300 mila e i 3 milioni e 400 mila. Proiezioni che, comunque, data la relativia volatilità dei dati di queste elezioni e del campione, si sono rivelate più che afidabili.
Dal punto di vista dei risultati dei singoli candidati, infatti, emergono solo alcune piccole differenze. Nulla di nuovo per Veltroni che conquista oltre 2 milioni e 600 preferenze e arriva al 75,81% come esattamente previsto dalle previsioni (75,7%). Per Enrico Letta, invece, c’è un incremento dello 0,3%: dal 10,8% delle proiezioni all’11,07% della realtà. Perde un po’ di più (mezzo punto) Rosy Bindi cui le proiezioni davano un 13,3% e che si deve accontentare del 12,8% pur arrivando a quasi mezzo milione di voti.
(la Repubblica, 17 ottobre 2007)
22:23 Veltroni a piazza di Pietra
E’ arrivato in piazza di Pietra il sindaco Walter Veltroni.
22:23 Pd, al voto 3,4 milioni
Le proiezioni su un terzo del campione fornisce il dato di 3,2-3,4 milioni di partecipanti al voto. Lo hanno riferito i coordinatori del comitato del Pd.
22:22 Sardegna, en plein di Veltroni nel paese più piccolo
Il paese più piccolo della Sardegna, Baradili, in provincia di Oristano, famoso per la produzione di una vernaccia doc, ha decretato una vittoria senza discussioni per Walter Veltroni. Su 35 votati (gli abitanti sono 105) 33 voti sono andati alla lista Democratici sardi con Veltroni, che nell’isola sostiene la candidatura alla segretreria regionale del senatore dei Ds Antonello Cabras, mentre due schede sono risultate nulle.
22:20 Pd, 350 mila i votanti nel Lazio, a Roma 200 mila
Sono 350 mila i votanti nel Lazio. A riferirlo l’ufficio tecnico organizzativo regionale del Pd. A Roma si sono recati alle urne in 200 mila e circa 100 seggi, quasi tutti del centro citta’, hanno chiuso oltre le 20.
22:18 Prima proiezione, Veltroni 74,6%
Walter Veltroni ha avuto il 74,6% dei voti, stando alla prima proiezione fatta sulla base delle prime 100 schede scrutinate in ognuno degli oltre mille seggi campione, con una forchetta di errore del 3 per cento. Letta ha avuto l’11 per cento; Adinolfi lo 0,1%, Gawronski lo 0,1% e Rosy Bindi il 14,1%.
22:13 Mirabelli: "Ci hanno dato fiducia 130mila milanesi"
"Ci hanno dato fiducia 130mila milanesi": lo afferma il segretario provinciale Ds Franco Mirabelli, riportando le stime sull’affluenza alle primarie del Pd a Milano. "E’ una grandissima soddisfazione, un risultato al di là delle aspettative - commenta Mirabelli -. Abbiamo lavorato per chiedere a tanti di dare una risposta forte all’antipolitica e dare forza al nuovo partito per un progetto di riforma della politica e dello Stato".
22:12 Ciociaria, affluenza record nei 104 seggi
Affluenza oltre le previsioni nei 104 seggi della provincia di Frosinone aperti per le primarie del Partito Democratico. Alle 22 si continuava a votare con lunghe file alle sezioni elettorali. Si prevede un’affluenza che dovrebbe superare le 30 mila persone con un record di partecipazione a Frosinone ed a Sora.
22:07 Zingaretti: "Nel Lazio hanno votato oltre 350 mila persone"
"Dai dati in nostro possesso, ci risulta che i votanti nel Lazio sono oltre 350 mila, una vera marea democratica". Lo afferma il candidato alla guida del Pd alla regione Lazio, Nicola Zingaretti, giunto a piazza di Pietra, dove è riunito il Comitato Veltroni.
"E’ un trionfo - ha aggiunto - che va al di là di ogni più rosea previsione".
22:06 Gawronski: "Da domani favorisca partecipazione democratica"
"Nelle previsioni della vigilia, noi abbiamo avuto il coraggio di scommettere che la partecipazione alle elezioni primarie del Partito democratico avrebbe raggiunto i 3 milioni di persone. Gli elettori hanno espresso una domanda fortissima di democrazia. I partiti sono tutti chiamati da domani a dare una risposta, e ad avviare una fase di democratizzazione della politica". Lo ha detto il candidato alla segreteria nazionale del Partito democratico, Pier Giorgio Gawronski.
22:05 Prodi: "Correggere errori, ma senza politica Paese non vive"
"Correggeremo gli errori, ma senza politica il Paese non vive", lo ha detto il presidente del Consiglio, Romano Prodi a piazza Ss. Apostoli. "Dobbiamo correggere tutti gli errori che ci sono da correggere. Ma senza politica un Paese non può vivere, quindi andiamo adagio a parlare di antipolitica". La grande affluenza ha dimostrato che "quando c’è da decidere la gente è contenta".
22:03 Roma, chiuse urne in ritardo in un centinaio di gazebo
Nel centro storico di Roma c’è stato un afflusso di votanti così elevato che un centinaio di gazebo sono stati costretti a chiudere le urne oltre l’orario previsto. Situazione che si è verificata anche in alcune sezioni, come quella di Spinaceto che ha chiuso alle 20,40 con 843 votanti o quella di via Zabaglia, nel popolare quartiere di Testaccio, dove il voto si è fermato solo alle 20,20 con 559 votanti.
22:02 A Bari e provincia con 63.491 votanti e gente ancora in fila
C’è ancora gente in fila davanti ai seggi della Puglia per le primarie del Pd. Secondo i dati che sono stati diffusi poco fa dall’Utar, il primo dato certo si riferisce a Bari e provincia con 63.491 votanti.
21:59 Prodi: "Grande passo avanti se centrodestra facesse come noi"
"Si forma un grande Partito Democratico e se il centrodestra usasse strumenti analoghi, farebbe un grande passo in avanti". Il premier, Romano Prodi, arrivando in piazza Santi Apostoli, commenta l’affluenza alle primarie del Partito Democratico e risponde così a chi gli chiede se la nascita del Pd costituisca uno spartiacque anche per la Cdl.
[............................]
Primarie Pd: "Alle 18.30 due milioni di voti"
Stima per risultato finale parla di 3-4 milioni
19:44 Seggi aperti fino ad esaurimento code
Il Comitato per le primarie primarie comunica che i seggi rimarranno aperti fino allo smaltimento delle code.
19:42 Veltroni alle 21 discorso alla Camera di commercio di Roma
Veltroni ha annunciato che terrà un discorso alle 21 nella sede della Camera di commercio della capitale in Piazza di Pietra. Prodi è arrivato alla stazione termini di Roma.
19:38 Franceschini: "Una rivoluzione d’ottobre"
"Dovrei essere prudente nell’usare l’espressione che è una rivoluzione d’ottobre. Ma è così: è una rivoluzione operosa di centinaia di migliaia di persone che da questa mattina si sono messe in fila a votare ed esprimono una grande domanda di cambiamento cui noi abbiamo tutto il dovere di rispondere cambiando la politica e mettendoci rigore, trasparenza, pulizia. Non li deluderemo". Lo dice Dario Franceschini vicesegretario in pectore del Pd, commentando i dati sull’affluenza alle urne per le primarie.
19:33 Portavoce Bindi: "Tre milioni per stasera"
"Per le 20, stimiamo di avere tre milioni di persone": così Chiara Rinaldini, portavoce del ministro della Famiglia Rosy Bindi, a Nessuno Tv, l’emittente impegnata in una diretta dalla sede di piazza SS. Apostoli a Roma
19:29 Lombardia, 300 mila votanti alle 19
L’affluenza in Lombardia, alle 19, ha raggiunto quasi quota 300 mila votanti.
19:25 Franceschini: "Dati sottostimati"
"I dati sono sottistimati": così Dario Franceschini, nel corso di un incontro-flash con i cronisti in piazza Santi Apostoli a Roma
19:23 Demos-Ipsos: "Due milioni al voto"
Secondo le proiezioni di Demos-Ipsos, alle 18.15 hanno votato 1.900.000 - 2.000.000 di persone. "Ora tutti i dati coincidono", affermano dal Comitato organizzatore.
19:09 Alle 18.30 oltre 2 milioni di votanti
"Una rilevazione straordinaria, condotta fino alle 18.30, ci dice che a quell’ora hanno votato più di due milioni di persone": lo rende noto maurizio Migliavacca, uno dei coordinatori del Comitato del Pd.
18:51 Cacciari: "Oltre i due milioni sarebbe successo colossale"
"Tra 1,5 e 2 milioni di votanti è un successo. Se si superano i 2 milioni è un successo colossale". Massimo Cacciari non era pessimista sulla partecipazione alle primarie del Pd, ma l’alta affluenza prefigura un risultato che potrebbe andare oltre anche le rosee previsioni del sindaco di Venezia, che si aspettava, appunto, una cifra compresa tra 1,5 e 2 milioni di elettori.
18:50 Il nipote di Gramsci vota al seggio di Mosca
Gli organizzatori delle primarie del Pd hanno allestito un seggio anche a Mosca e nella capitale russa si è recato a votare Antonio Gramsci, il nipote del fondatore del Pci. Lo si apprende al comitato di piazza Santi Apostoli. (La Repubblica, 14.10.2007 - ripresa parziale).
Il premier ha sbagliato seggio e ha fatto la fila due volte
"Code ovunque e soprattutto sono contenti. Qui è uno spettacolo"
Romano Prodi ha votato a Bologna
"Una festa più bella del previsto"
BOLOGNA - "Se in tutta Italia va così, è proprio una festa ancora più bella di quella che si poteva prevedere" ha detto Romano Prodi, dopo aver votato a Bologna per le primarie del Partito democratico alle 11.45, osservando compiaciuto la fila di persone in attesa di votare al seggio. "Veramente code ovunque - ha aggiunto il premier - e soprattutto sono contenti. E’ un insegnamento grosso: la cosa che ci dicono è ’mi raccomando avanti, avanti’".
Il Professore è andato a votare in mattinata con la moglie Flavia (che, come è noto, è schierata per Rosy Bindi), e ha dovuto mettersi in coda due volte. Ha infatti sbagliato e dopo aver fatto la fila una prima volta, al seggio 45, l’ha rifatta poco lontano, al 46. "Ho sempre detto nei giorni scorsi che ci sarebbe stata tanta gente" ha detto sorridente, "almeno qui ce n’è e anche negli altri posti sembra che vada bene, anche se non ho ancora informazioni precise. Ma qui è uno spettacolo".
"Finalmente" è stato il pensiero di Prodi al momento in cui ha messo la scheda nell’urna per il voto per il segretario del Partito democratico. "Dodici anni sono tanti - ha aggiunto ricordando l’inizio del suo impegno politico per l’Ulivo - dodici anni con dei passi avanti, dei passi indietro, delle esitazioni. Poi, finalmente, ci siamo".
L’elezione diretta per la prima volta del segretario di un partito "significa moltissimo", ha detto Romano Prodi. "Cioè - ha spiegato - significa che anche nella tradizione dei grandi partiti europei si inserisce improvvisamente uno strumento fortissimo di democrazia diretta. Quindi credo che cambierà radicalmente i rapporti tra classe dirigente e (’stavo per dire iscritti, no’) tra classe dirigente e votanti, per questo va oltre l’iscritto".
Prodi ha poi aggiunto comunque che "è chiaro che il partito dovrà essere un partito di iscritti, con regole precise, regole statutarie che saranno fissate a partire dall’assemblea, tra due settimane. Quindi il partito deve essere strutturato, rigorosamente controllato nell’esercizio dei metodi democratici, perché, non dimentichiamo, che la Costituzione parla di metodi democratici nei partiti e nei sindacati. Però - ha concluso - ne risulta anche un ulteriore elemento di democrazia: cioè la responsabilità di fronte alla gente, di fronte a questi milioni di persone che vanno a votare".
Le parole dei candidati. "Se arrivassimo a due milioni sarebbe una gioia per tutti" ha detto Enrico Letta, che ha votato a San Giuliano Terme, a pochi chilometri dalla casa dove è nato. Letta ha definito quella di oggi "una bellissima giornata di democrazia. Ovunque sta andando bene, ovunque la gente vota. Abbiamo fatto una bellissima scelta a fare le primarie". Anche Walter Veltroni si dichiara entusiasta. "Aspettiamo di avere notizie più certe ma credo che per la democrazia italiana questa sia una giornata fantastica" ha detto dopo aver votato a roma, al seggio di piazza Fiume. Soddisfatto anche dei primi dati sulle affluenze. "Le notizie che arrivano sono belle ma aspettiamo, la giornata è lunga". Mario Adinolfi è certo che le primarie saranno un successo in termini di partecipazione e dal suo blog si lancia in una previsione: alla fine i votanti saranno più di due milioni. Il candidato segretario del Pd ha pubblicato sul sito la cronaca del suo voto, espresso in via dei Giubbonari, in pieno centro storico a Roma dove, poco prima delle dieci, avevano già votato in 77.
*la Repubblica, 14 ottobre 2007.
ELEZIONI PRIMARIE NEL PARTITO DEMO(N)CRATICO
di Lucio Garofalo *
Il genio profetico di Pier Paolo Pasolini preconizzava (a ragione) che “il fascismo potrà risorgere a condizione che si chiami antifascismo”. Eccolo servito. Si chiama PD: Partito Demo(n)cratico. Tale partito non è ancora nato, ma già si sta rivelando una forza politicamente subdola e pericolosa, perché concretamente antidemocratica e soprattutto antioperaia. Purtroppo si confermerà tale nel tempo.
Nei prossimi anni il PD costituirà il peggior avversario politico dei diritti, degli scopi e degli interessi della classe operaia e dei lavoratori salariati in Italia, soprattutto dei giovani lavoratori precari ed extracomunitari. Vedrete, gente di poca fede! Per rendersene conto basterebbe riflettere liberamente su alcune proposte politiche di stampo sicuritario e poliziesco avanzate da Walter Veltroni durante la sua campagna elettorale, sui temi della sicurezza e dell’ordine pubblico, in materia di immigrazione e su altre questioni concernenti il lavoro e la convivenza civile e democratica nella nostra società. Si tratta di ipotesi e contenuti palesemente anticostituzionali, che nemmeno la peggior Lega di Bossi, Borghezio e Calderoli si sarebbe mai azzardata a promuovere. Eppure, il sindaco-sceriffo di Roma rappresenta il futuro leader di un partito che osa battezzarsi “democratico” ed egli stesso si spaccia ed osa definirsi un politico “buonista”. Anzi, molti lo rimproverano proprio di essere fin troppo “buonista”. Figuriamoci allora se fosse stato un “cattivista”!...Ma veniamo alle primarie nel PD. Già il fatto che per votare occorre pagare un euro, quasi fosse un balzello supplementare da sommare agli altri tributi, mi puzza tanto di estorsione e racket mafioso, quasi una sorta di “pizzo politico” da versare ai boss della malavita politico-istituzionale del “centro-sinistro”, ormai dominato ed infestato dal PD che sta per: Partito Dirigista, Partito Danaroso, Partito Delinquenziale, Partito Demoniaco, Partito Dolo(ro)so, Partito Deceduto... Tutto, tranne un Partito autenticamente Democratico. Non c’è proprio nulla da fare. Il nostro è un popolo ignorante, rozzo ed analfabeta.
Con il termine “analfabetismo” mi riferisco esattamente all’analfabetismo politico, quello che BertoldBrecht disprezzava come il peggior analfabetismo. E aveva ragione! Le elezioni primarie del PD non costituiscono affatto un momento di grande partecipazione democratica, ma segnano ufficialmente il decesso della “democrazia” nel nostro paese, se mai questa fosse stata viva. Una “democrazia” morta e sepolta, grazie anche al Partito (anti)Democratico. Un destino cinico e beffardo, quello della “democrazia” italiana, un democrazia da sempre monca e incompiuta, ed ora definitivamente azzerata e priva di senso. Votare alle primarie del PD è peggio che votare per il Grande Fratello o un altro reality-show: equivale a una farsa grottesca, in cui partecipano e si esibiscono tanti ridicoli “bamboccioni” manovrati da vecchi burattinai (massonico-mafiosi e piduisti, filo-golpisti, clerico-fascisti etc.), vecchie volpi demo(n)cristiane. Questo discorso vale per le primarie sia a livello locale, sia ai livelli superiori, fino al vertice nazionale. Dove trionferà il veltronismo, versione aggiornata del populismo più diabolico e “sinistro”: il nuovo fascismo.
Lucio Garofalo
L’analfabeta politico
Il peggior analfabeta è l’analfabeta politico. Egli non sente, non parla, né s’interessa degli avvenimenti politici. Egli non sa che il costo della vita, il prezzo dei fagioli, del pesce, della farina, dell’affitto, delle scarpe e delle medicine, dipendono dalle decisioni politiche. L’analfabeta politico è talmente somaro che si inorgoglisce e si gonfia il petto nel dire che odia la politica. Non sa, l’imbecille, che dalla sua ignoranza politica nasce la prostituta, il minore abbandonato, il rapinatore e il peggiore di tutti i banditi, che è il politico disonesto, il mafioso, il corrotto, il lacchè delle imprese nazionali e multinazionali.
Bertoldt Brecht
* il dialogo, Martedì, 16 ottobre 2007
Il surplus imprevisto
di Ida Dominijanni (il manifesto, 16.10.2007)
Il surplus di voti e di votanti che accompagna e legittima la nascita del Partito democratico e l’investitura di Walter Veltroni rende l’impresa del nuovo partito e del suo segretario forse più facile, ma certo più impegnativa. Proprio in quanto eccede ogni previsione, quel surplus li carica infatti di domande impreviste, ma li obbliga altresì a spingersi oltre gli accomodamenti previsti. A Veltroni infatti non manca il fiuto politico di interpretare subito questo successo non semplicemente come un conforto, ma come una spinta ineludibile al cambiamento.
E’ evidente infatti che nel voto alle primarie di domenica - ulteriore e decisiva tappa di compimento della «transizione infinita» italiana - si è riversato quasi in modo ultimativo quel desiderio di politica «nuova» che dal ’92 , anzi dall’’89 in poi ha animato la transizione e ne è stato contemporaneamente frustrato. E che anche stavolta sfida la frustrazione, incoraggiando la nascita di un partito i cui fondatori hanno fin qui predicato nuovo e razzolato vecchio, quanto a programmi, idee, conflitti interni, nomenclature. Non si poteva fare di meglio? Può darsi; ma adesso ogni alibi cade. Il partito democratico, «sogno di una vita» di Veltroni (e Prodi), è diventato realtà, e ha scelto al suo vertice la personalità che con più tenacia e coerenza ha perseguito questo progetto. Se c’è un «nuovo» oltre le ideologie, i partiti, i compromessi socialdemocratici novecenteschi, adesso ci sono tutte le condizioni perché mostri la sua consistenza. Se non la mostrerà, vorrà dire che non c’è.
Ma quel surplus imprevisto domanda anche di essere analizzato con criteri meno prevedibili di quanto stia accadendo in queste ore. La quantità infatti sembra fare aggio su qualsiasi interrogativo sul significato di questa massiccia corsa al seggio, e la parola «partecipazione» rimbalza da un commento all’altro coprendo una segnaletica più ambivalente. Certo, il nuovo partito registra un clamoroso successo. Certo, il partito editorial-imprenditoriale che da via Solferino soffia sul vento dell’antipolitica registra una clamorosa smentita. Alcune domande impertinenti bussano tuttavia sotto l’evidenza dei numeri. E’ lecito, ad esempio, dubitare di una «partecipazione» che si esaurisce nella mobilitazione elettorale di un giorno, e che malgrado l’enfasi sui poteri di scelta del cittadino è chiamata a esprimersi su scelte e priorità tutte decise dall’alto, e tutte filtrate dalle grandi agenzie di costruzione dell’opinione pubblica? E’lecito rammentare che la partecipazione prevede un’azione più continuativa, un’esposizione al rischio personale e collettivo più alta, una costruzione anche dal basso dell’agenda delle questioni e dell’ordine del discorso?
Non sono domande depressive, e neppure «snob», come teme Pietro Folena. L’Italia è un paese strano, che ha nella passione politica una sua peculiare e vitale forma di espressione. Che questa passione non sia ancora spenta malgrado le troppe prove a cui è stata sottoposta, e che si esprima dove può e come può, dalle piazze alle file per le primarie, è un bene da custodire e alimentare. Da troppo tempo tuttavia questa passione si esaurisce in picchi di presenza sporadici, che lasciano inalterato il corso principale delle cose. Più che una festa democratica, sono i riti di quella che taluni chiamano post-democrazia. Per il Pd, in questo momento, è una grande risorsa. Per tutti, nel Pd e anche a sinistra del Pd, è anche un grosso problema.
Prodi: "Sono contento tre milioni di volte. Un paese non vive senza politica
Il neosegretario: "Sarà il partito delle persone, raccoglieremo la sfida per rinnovare la politica"
Veltroni stravince con il 76%
ma è la festa dei cittadini elettori
Tre milioni e 300 mila alle urne. Letta: "Abbiamo dato una lezione all’antipolitica"
In molti seggi non sono bastate le schede. A Mosca vota anche il nipote di Gramsci
di CLAUDIA FUSANI *
ROMA - Ha stravinto, come previsto, e non si è accontentato di vincere. Walter Veltroni è il nuovo segretario del neonato partito Democratico. Con il 75 per cento dei voti ha seminato tutti gli altri, secondo pronostico: Rosy Bindi si ferma intorno al 13 per cento, Letta va forse un po’ oltre le previsioni e si parcheggia intorno all’11, la "Generazione U" di Mario Adinolfi e "Il coraggio di cambiare"di Gawronski-Schettini hanno percentuali intorno allo 0,1 per cento, penalizzati dal fatto di non avere potuto fisicamente organizzare liste in tutti i 475 collegi.
Alla fine però c’è qualcosa e qualcuno che ha vinto più di tutto il resto e di tutti gli altri: la politica e la voglia di partecipare. I veri vincitori sono quei tre milioni e 400 mila votanti che si sono messi in fila da questa mattina alle sette fino quasi alle dieci (i seggi dovevano chiudere alle 20, ma c’erano molte code e sono rimasti aperti fino alle 22 e anche oltre) negli undicimila seggi sparpagliati nei settemila comuni italiani.
"Sono contento tre milioni di volte" sorride il premier Prodi quando arriva in piazza Santi Apostoli verso le 21 e 30. E’ rauco, voce bassa, sembra gioia: "Questo numero significa tre cose: senza politica un paese non vive; quando c’è da decidere il paese partecipa e risponde". Poi il terzo significato: "E’ un dato che rafforza il governo". Avanti quindi, "correggiamo e cambiamo dove dobbiamo correggere" avendo ben presente che il "leader eletto con le primarie è diverso dagli altri, perché nasce e deve restare al di fuori dei giochi delle correnti".
Il segretario Veltroni non festeggia in piazza Santi Apostoli, il quartier generale dell’Ulivo, di qualcosa - probabilmente - che non c’è più, di vecchio e superato. Arriva trionfale in piazza di Pietra, uno degli angoli più affascinanti di Roma, nella sede della Camera di Commercio che gli ha messo a disposizione la bellissima Sala delle Colonne. Fuori, in piazza, davanti a un maxi schermo tutti i suoi fan, tantissimi: "Se è confernato questo dato è un sogno per me e per Prodi. Siamo arrivati a tre milioni e 300 mila. Siamo già il primo partito...". Non sarà, promette, il segretario "un partito delle correnti o del leader ma delle persone". E’ invece, "un partito che raccoglie la sfida di rinnovare la politica".
"Un’affluenza grandiosa e straordinaria, un voto di opinione e non solo politico, il Pd è nato sotto i migliori auspici" si è affrettato a sottolineare un malinconicamente radioso Piero Fassino arrivato in Santi Apostoli, sede del quartier generale del Pd, poco prima delle venti. "Abbiamo portato la politica alla gente da cui arriva una richiesta di unità, coesione e buona politica. Adesso non dobbiamo deludere questa speranza".
E’ intorno alle cinque del pomeriggio che si rompe il tabù dell’affluenza che aveva pesato come un macigno negli ultimi giorni. Aveva prevalso il pessimismo, la cautela, il basso profilo, quello delle persone serie, si potrebbe dire, di quelle che non sanno bluffare: "Un milione e sarà già un successo" è stata la linea di Veltroni. "Se sarà così è un flop" aveva ringhiato l’appassionata Rosy Bindi. Solo i "piccoli", gli outsider, Mario Adinolfi e Piergiorgio Gawronski si erano spinti sui due-tre milioni di votanti. Alle cinque, dicevamo, il tabù va in pezzi direttamente dalla bocca dei coordinatori Maurizio Migliavacca, Antonello Soro e Mario Barbi: "Un milione e mezzo è il dato ufficiale delle 17". Ma è un dato sottostimato che viene ribaltato poco dopo con stime ufficiose frutto di seggi campioni che parlano di tre, addirittura quattro milioni.
Rosy Bindi, in viaggio per Roma dalla sua Sinalunga dove ha pranzato a casa di mamma e papà ed è anche andata a messa, insiste: "Macché un milione e mezzo, saremo almeno il doppio...". Alle venti la troika dei coordinatori annuncia: "L’affluenza è superiore ai tre milioni. E c’è ancora gente in coda per votare". Alle nove e un quarto, quando il ministro Bindi arriva nella sede storica dell’Ulivo in piazza Santi Apostoli ha la faccia del gatto col topo in bocca. E’ raggiante, felice, impermeabile beige, tailluer carta da zucchero: "Io lo sapevo che saremmo stati tanti, lo sapevo perché ho girato molto in questi due mesi e ho visto e capito che gli italiani sarebbero andati a votare...". Al di là della percentuale incassata come segretario, il ministro della Famiglia è una "vincitrice" morale di queste primarie: s’è messa in gioco in una partita impossibile dando però ogni giorno l’impressione che fosse possibile, ha lottato giorno dopo giorno, ha sfidato silenzi e apparati, ha provocato, dato fastidio, ha fatto molto arrabbiare Veltroni. Senza di lei, Letta e anche i "piccoli" Adinoldi e Gawronski, sarebbe stato tutto molto più noioso.
E adesso cosa succede ministro? La risposta della Bindi è un messaggio chiaro al neo eletto segretario: "Oggi nasce un partito di popolo e non di massa. Adesso bisogna tenere aperti in tutta Italia i tavoli democratici perché oggi comincia la costruzione del nuovo partito. E bisogna sostenere il governo". Nessuno pensi, quindi, di sprecare e non coinvolgere veramente quella fetta di società civile che ha chiesto e ha voluto partecipare al processo costituente del Pd. Insomma, la Rosy di battaglia e di governo darà filo da torcere anche dentro l’assemblea costituente.
Dai seggi sparsi in tutta Italia rimbalzano notizie di code tra i venti e i trenta minuti e di schede esaurite a Trieste, Roma centro, Genova e altri centri liguri, Avezzano, Ivrea, Napoli, Caserta. Sempe intorno alle diciassette il comitato tecnico presieduto da Nico Stumpo autorizza i presidenti dei seggi a fare fotocopie. Quante? Il dato sarà disponibile solo domani. Si sa che negli oltre undimila seggi sono state distribuite circa tre milioni e mezzo di schede che erano di circa 900 tipi diversi, a seconda dei collegi.
La cronaca della giornata offre indizi sparsi e inattesi che anticipano il successo. A Mosca va a votare, al seggio, Antonio Gramsci, ebbene sì, il nipote del fondatore de l’Unità e uno dei massimi teorici del marxismo. Qui in piazza Santi Apostoli, circa 400 giornalisti accreditati, un anziano gesuita si appoggia alla transenne e dice: "Peccato, mi sarebbe piaciuto andare a votare, ma mi hanno operato a un piede e non posso camminare...". I volontari cercano il seggio su internet, è a poche centinaia di metri. Così il professore emerito della università cattolica Gregoriana finisce su un motorino guidato da un volontario, Francesco, che giura di essere "assolutamente anticlericale". Vanno via insieme in motorino, il professore gesuita dietro, il giovane volontario alla guida. Un modo curioso per immaginare la convivenza nel Pd tra laici e cattolici.
Alle 23 e 50 minuti del 14 ottobre 2007, il Partito democratico concepito dodici anni fa da qualche parte tra Bologna e Roma, vede il suo atto di nascita ufficiale. Papà-Prodi esce dal portone della sede di Santi Apostoli dopo un brindisi al secondo piano e si tira dietro quelli che chiama i i "maratoneti". Ci sono tutti, Veltroni, la Bindi, Letta, Adinolfi, Schettini. Entrano in sala stampa, nella tensostruttura alzata in piazza, salgono sul palco e uniscono le mani al centro, come fanno le squadre, tutti-per uno-uno-per-tutti. "La maratona adesso è finita" dice Prodi, "adesso comincia un altro capitolo, la costruzione di un partito che sarà il punto di riferimento della politica italiana e rafforzerà in modo vitale il governo". Applausi, flash, sorrisi. Veltroni non parla, lo ha fatto solo nell’altra piazza, tra i suoi.
I maratoneti vanno tutti a casa, Prodi se ne va a piedi con la moglie Flavia e il ministro della Difesa Arturo Parisi. Ma la notte in Santi Apostoli è ancora lunga. Arrivano i dati dall’estero. L’Africa non ha tradito Veltroni: nella circoscrizione Africa-Asia-Oceania hanno votato per lui 1137 italiani, il 96,7 per cento (la Bindi solo 38 voti) . Nei 150 collegi stranieri il segretario ha avuto il 78 per cento (Letta il 21%). Ma si vota ancora a New York e a San Francisco, a San Paolo e a Buenos Aires.
* la Repubblica, 14 ottobre 2007.
Primarie, le reazioni della Cdl
Forza Italia attacca: «Dati gonfiati»
Gli azzurri contestano i numeri sull’affluenza. Casini a Veltroni: «Si schieri: o con la sinistra o con i moderati»
ROMA - Nel giorno in cui nasce il Pd, la Cdl sta alla finestra e parla a più voci. Il leader dell’Udc Pierferdinando Casini saluta con favore la partecipazione alle primarie ma chiede a Walter Veltroni di chiarire «se sta con la sinistra estrema o con i moderati e con i riformatori».
CENTRISTI - A margine del terzo congresso dell’Udc lombarda, Casini osserva che «quando le gente vota è sempre un fatto democratico. Ma questo partito dovrà chiarire se sta con la sinistra estrema o se sta con i moderati e i riformatori. Veltroni dovrà dirci se sta con i 300.000 studenti che dicono no agli esami di riparazioni o con il ministro Fioroni che chiede più merito nella scuola; se sta con chi vuole cambiare il protocollo Welfare o con chi ha fatto la legge Biagi. Sono quesiti fondamentali. Senza queste risposte - osserva - ci sono solo buone intenzioni».
FORZA ITALIA - Decisamente più rabbiosa la reazione in Forza Italia. Non è vero, secondo gli azzurri, che alle primarie del Pd si siano già recati a votare più di due milioni di elettori. «Ma chi vogliono prendere in giro. Qualcuno - denuncia in una nota il coordinatore del Lazio, Francesco Giro- sta tentando al fotofinish di tirare su i numeri per mascherare un mezzo flop. Passare dal milione e mezzo comunicato alle 17.30 ai due milioni annunciato alle 18.30 - accusa il deputato Fi - è un fatto poco credibile anzi fantascientifico. La verità è che ha votato un milione e mezzo di persone, un dato buono ma non ottimo. Lo ammettano e la smettano di dare i numeri...». Dello stesso tono il vicecoordinatore nazionale del partito, Fabrizio Cicchitto: «La nascita di un nuovo partito di massa è sempre una cosa seria, meno seria è quella sorta di lievitazione di voti che si sta verificando in queste ultime ore, dalle 17 alle 18,30, grazie ad una "eccezionale" rilevazione, quasi che Veltroni abbia anche il potere di moltiplicare i pani e i pesci. Al di là dell’operazione mediatica in corso, che cerca anche di avvicinare il risultato di Veltroni a quello colto da Prodi due anni fa, rimane un dato politico di fondo, e cioè c’è da chiedersi se il nuovo partito manterrà fermo lo stesso tipo di alleanza con i partiti dell’estrema sinistra che stanno già portando alla rovina l’attuale governo, oppure se intende introdurre degli elementi di novità politica».