Eu-ropa: Italia, 2007...

A NICOLA CALIPARI. Una lettera di solidarietà alla senatrice Rosa Villecco Calipari - del Gruppo EveryOne e degli Amici di Elissa, a cura di pfls.

giovedì 25 ottobre 2007.
 


Ill.ma Senatrice,

a nome del Gruppo EveryOne e degli Amici di Elissa, la prego di accettare questa nostra sentita espressione di solidarietà nei suoi confronti.

Come qualunque buon cittadino italiano, accogliamo con malinconico sdegno l’odierna sentenza di proscioglimento per l’esecutore materiale dell’agguato al Dott. Nicola Calipari.

Non ci dilunghiamo sulla fragilità delle Istituzioni repubblicane e non ci facciamo cogliere dalla rassegnazione. Crediamo che nessun Tribunale possa alterare la verità storica, che è quella che rimane nella memoria dei popoli e della posterità.

La sentenza di oggi è - sotto quest’ultimo profilo - IRRILEVANTE. Essa condanna sé stessa, condanna un sistema giudiziario che è molto lontano da un’idea accettabile di Giustizia.

Desideriamo invece farle sentire la nostra umile vicinanza e soprattutto l’amore che proviamo per Suo marito, il Dott. Nicola Calipari; farle sapere ciò che egli rappresenta per tutti noi, a prescindere da sentenze da Paese vassallo. Proprio qualche giorno fa gli abbiamo dedicato un commosso pensiero (lo riportiamo qui di seguito).

Non era nostra intenzione inviarlo alla sua attenzione, perché sappiamo che il suo dolore è sempre molto vivo. Ma forse oggi non è sbagliato aver pensato di condividerlo con lei.

Ci dica per favore se abbiamo sbagliato.

A sua disposizione per iniziative di comunicazione, sensibilizzazione, protesta civile.

-  I più reverenti saluti,
-  Salvatore Conte (Roma)
-  Gruppo EveryOne

-  Gli Amici di Elissa


Ai Sacri Mani di

NICOLA CALIPARI

M.O.V.M.

-  Massimo Onore dei suoi Secoli e della sua Italia

-  Padre della Nazione degli Uomini

-  Senatore della Città Eterna

L’ho conosciuto soltanto quando la sua vita terrena si era già conclusa.

Ma mi consolo di avere usato bene le mie parole quando lui era ancora vivo.

Non conoscevo nulla di lui, ma ho capito che c’era.

Sono stato - se non deriso - almeno frainteso (ben poca cosa in sé stessa),

ma l’importante è che ho capito che c’era...

Sono molto fiero di averlo capito. Non sempre è vietato sognare un Eroe.

Io spero che Nicola Calipari abbia letto le mie parole

e quelle di tutti gli altri che lo hanno amato e ringraziato (inconsapevoli del suo nome)

per la liberazione di Manhaz, Raad, Simona e Simona.

Forse - ed un giorno me lo dirà - le ha portate con sé nella sua ultima missione,

quando il suo ultimo istante di vita si è rivelato il più prezioso di tutti:

senza l’intermezzo di un istante, dalla sua morte è nata la seconda vita di Giuliana Sgrena.

L’ha fatto per tutti noi. È stato l’Eroe di tutti noi.

Ed io credo, l’ho sentito, che Nicola Calipari abbia lottato insieme a ciascuna delle persone

che nel Mondo si sono battute per Pegah Emambakhsh,

le abbia sostenute, abbia parlato con la loro voce,

abbia lui stesso salvato Pegah, dopo aver salvato Manhaz, Raad, Simona, Simona e Giuliana.

Ho accostato Roberto Malini a Nicola Calipari.

So di avere espresso un giudizio che è tanto più grande di me.

Ma io mi chiedo in che cosa siano diverse le loro anime.

Ah Nicola, quante Stelle nel Cielo di Dio portano con fierezza il tuo nome!

Se non avessimo pensato che Tu sei esistito, e che Tu esisti sempre,

noi non ce l’avremmo fatta, nessuno di noi poteva farcela.

Non è stata quella la Sua ultima missione, Dott. Calipari.

È giunta ancora una vittoria, ancora una donna piena di luce che vive perché Tu ci sei stato. Eccome.

Ci sei stato, eccome.

Massimo Esempio.

MAXIMUM EXEMPLUM

-  Salvatore Conte

-  Gruppo EveryOne

-  Gli Amici di Elissa



LA RISPOSTA DELLA ILL.MA SENATRICE, LA SIG.RA ROSA VILLECCO CALIPARI.

-  ----- Original Message -----
-  From: rosacalipari@rosacalipari.it@
-  To: Salvatore Conte
-  Sent: Wednesday, November 07, 2007 4:01 PM
-  Subject: re: Nicola Calipari, M.O.V.M. : "In nome del
-  popolo ital iano" il delitto è impunito

Caro Salvatore,

scusandomi del ritardo con il quale ti rispondo, per prima cosa voglio dire a te e ai gruppi che hai rappresentato nella tua mail.. "GRAZIE".

Grazie perché, anche te, come molti italiani condividi la mia posizione e la mia battaglia di legalità internazionale, di tutela dei diritti umani e di giustizia. Ancora una volta, come già due anni e mezzo fa, riscopro attraverso la partecipazione di tanti, che il nostro Paese è meno crudele, cinico e distratto di quanto il dolore rinnovato di questi giorni mi spinga credere. Esiste uno stupore maggiore anche della stessa arroganza dell’ingiustizia ed è quello di riscoprirci in tanti.

Quello che è successo il 25 ottobre in quell’aula del Tribunale di Roma non riguarda più solo la famiglia Calipari, ma l’Italia. Credo infatti che tutto il nostro Paese abbia perso qualcosa, anzi per meglio dire ha rinunciato a qualcosa, alla propria sovranità; ha rinunciato non soltanto a processare l’esecutore materiale dell’assassinio di un uomo che ha dato la vita al servizio del Paese, ma anche ad affermare la propria autonomia sul piano internazionale.

Dalle voci di amici vecchi e nuovi arriva l’invito a non mollare. Sono stati momenti difficili, ma oggi anche di fronte alla grandezza dell’impegno, non voglio cedere il passo all’incertezza o alla sfiducia. E non lo farò. Siamo delusi, scoraggiati, indignati ma con la speranza di credere che non può essere tutto perduto.

Grazie ancora perché il sostegno e la vicinanza delle tue parole che è arrivato a me, alla mia famiglia e alle persone che lavorano con me è grande ed un motore enorme per quella faticosa ma indispensabile ricerca della ricerca della verità, della giustizia, della pace.

Con sincera cordialità e amicizia

Rosa Villecco Calipari





Ansa» 2007-10-25 19:49

CALIPARI: NIENTE PROCESSO PER LOZANO

ROMA - La terza corte d’assise di Roma ha dichiarato il difetto di giurisdizione e disposto il non luogo a procedere per Mario Lozano, l’ex soldato Usa che il 4 marzo 2005 uccise Nicola Calipari a Baghdad. La decisione è stata presa dal collegio presieduto da Angelo Gargani dopo una camera di consiglio durata più di due ore. Il pronunciamento della Corte ha quindi posto fine al processo a Lozano, mai comparso davanti all’autorità giudiziaria italiana, per omicidio volontario.

La Corte di assise, in particolare, ha deciso sulla base di un’eccezione sollevata dall’avvocato Alberto Biffani, difensore dell’imputato, il quale rivendicava la carenza di giurisdizione dell’Italia a processare l’ex soldato che il 4 marzo 2005, sulla Irish Route, fece fuoco sulla Toyota che stava conducendo all’aeroporto Nicola Calipari, l’inviata del Manifesto Giuliana Sgrena e l’agente del Sismi Andrea Carpani.

La Corte, quindi, ha accolto le argomentazioni dell’avvocato Biffani il quale, tra l’altro, sosteneva il difetto di giurisdizione alla luce dell’adesione dell’Italia ad una risoluzione del Consiglio di Sicurezza secondo la quale tutto il personale della coalizione che opera in Iraq è sottoposto alla giurisdizione dello Stato di invio.

SGRENA, HA VINTO L’ARROGANZA AMERICANA "Ha vinto l’arroganza americana che non voleva questo processo". Così Giuliana Sgrena, l’inviata del Manifesto ferita il 4 marzo 2005 a Baghdad nella sparatoria culminata nella morte di Nicola Calipari, ha commentato la decisione della terza Corte di assise di Roma che oggi ha dichiarato il non luogo a procedere nei confronti di Mario Lozano per difetto di giurisdizione. "E’ una decisione incredibile e inconcepibile - ha aggiunto la giornalista - non si vuole fare giustizia per Calipari, celebrato come un eroe quando è tornato in Italia in una bara. Ma l’Italia non vuole capire cosa sia successo". "A Lozano non ho nulla da dire - ha concluso Sgrena - vorrei conoscere la verità e solo lui poteva dircela. L’Italia ha perso la sua sovranità".

LA VEDOVA, HANNO UCCISO NICOLA PER LA SECONDA VOLTA "Hanno ucciso Nicola per la seconda volta, e stavolta in nome del popolo italiano". E’ duro il commento di Rosa Villecco Calipari, vedova del funzionario ucciso a Baghdad, alla dichiarazione del non luogo a procedere per difetto di giurisdizione nei confronti del soldato Usa Mario Lozano.

La senatrice parla di una conclusione "contraddittoria": "La Corte ha dovuto decidere sulla qualificazione del delitto politico senza conoscere gli atti. La sovranità del nostro Stato si ferma davanti alla discrezionalità di un cittadino straniero che decide di non mettere piede in territorio italiano". Rosa Villecco ha saputo la notizia mentre era in aula in senato: "Casson è intervenuto a fine seduta per chiedere l’ intervento immediato in aula del ministro della Giustizia per avere delucidazioni".

SODDISFATTO DIFENSORE LOZANO,INCREDULE PARTI CIVILI "E’ stato dimostrato che il nostro sistema giudiziario è con i fiocchi perché in grado di correggere errori di esercizio dell’azione penale". L’avvocato Alberto Biffani, difensore di Mario Lozano, non nasconde la sua soddisfazione per la decisione della Corte di assise di Roma che oggi ha dichiarato il non luogo a procedere per il suo assistito. "Ero convinto della fondatezza delle mie tesi - ha aggiunto il penalista - e la Corte ha ritenuto che non ci fosse la giurisdizione per celebrare questo processo. Vedremo ora le motivazioni. L’ufficio del pubblico ministero conserva intatti, comunque, i poteri di impugnazione". Sorpreso dalla decisione della Corte l’avvocato Franco Coppi, legale di parte civile per conto di Rosa Calipari, moglie di Nicola oggi assente in aula, e dei figli. "Non me l’aspettavo - ha dichiarato - eravamo convinti di avere ragione. Certamente è una decisione sorprendente, aspettiamo le motivazioni".

DIFENSORE LOZANO: "ORA VUOLE VENIRE IN ITALIA" Ora che non può più essere processato per il caso Calipari, Mario Lozano vuole andare in Italia. Lo ha detto Ed Hayes, l’avvocato americano del soldato della Guardia Nazionale per cui oggi la terza Corte d’Assise di Rima ha deciso il non luogo a procedere. "Mario aveva sempre voluto andare in Italia. Ha parenti lì. Ma era difficile per lui fintanto che era sotto processo", ha detto Hayes all’Ansa.

L’avvocato ha detto che Lozano è "molto contento" della decisione del tribunale italiano. E’ stato "un pronunciamento molto equo" - ha detto il legale - in linea con "la lunga e sofisticata storia del sistema giudiziario in Italia". Attraverso Hayes, il soldato protagonista nel marzo 2005 a Baghdad della sparatoria al posto di blocco in cui ha trovato la morte il funzionario del Sismi Nicola Calipari mentre la giornalista Giuliana Sgrena è rimasta ferita, ha espresso gratitudine per il lavoro del suo legale italiano Alberto Biffani ("é stato fantastico") e apprezzamento per l’appoggio ricevuto dal Pentagono. Oggi il portavoce del Dipartimento della Difesa Todd Vician ha commentato che la morte di Calipari a Baghdad "fu una tragedia", ma per il Pentagono restano validi i risultati dell’inchiesta congiunta Usa-Italia del 2005, che escludevano ulteriori azioni legali contro i soldati al posto di blocco. Quanto alle reazioni dell’opinione pubblica italiana alla decisione di oggi della Corte d’Assise, Hayes ha detto che "molti italiani si rendono conto che è stato un terribile incidente". Lozano - ha detto l’avvocato - è convinto che in Italia "l’uomo della strada non sarà infuriato con lui". Quanto alla reazione di Giuliana Sgrena, secondo cui oggi in tribunale "ha vinto l’arroganza americana", Hayes ha detto che la giornalista "non è un testimone credibile".

"La Sgrena - ha detto il legale - odia gli Stati Uniti e permette che le sue opinioni politiche colorino le sue affermazioni". Hayes è un celebre penalista del foro di New York: negli anni Ottanta è stato una star di celebri processi di mafia. Oltre ad aver ispirato il personaggio del romanzo di Tom Wolfe Il Falò delle Vanità, Hayes è apparso in Goodfellas di Martin Scorsese e ha scritto un libro intitolato "Mouthpiece: alife in, and sometimes just out, the Law’.


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