Difesa civica

Riscoprire la dimensione collettiva della responsabilità

venerdì 24 febbraio 2006.
 

Cronaca di una morte annunciata è un film di Francesco Rosi tratto dall’omonimo romanzo di Gabriel Garcia Marquez. La cronaca della morte di Santiago, un uomo presunto colpevole, ucciso dai fratelli Vicario che hanno l’obbligo morale di vendicare la sorella. Questa veniva ripudiata dal novello sposo, perché trovata non vergine. Santiago è individuato capro espiatorio e pugnalato davanti alla sua casa, nonostante in paese tutti sapessero dell’intenzione dei fratelli Vicario. Tutti, comprese le forze dell’ordine ed escluso l’interessato innocente. Nessuno però si attiva per evitare una morte, che è già avvenuta nella mente della comunità e non aspetta di essere materializzata. E’ evidente in questo racconto l’altra dimensione della responsabilità, oltre a quella moralmente individuale e penalmente personale: la responsabilità collettiva. O detta in negativo: omertà. In questo evento è chiara. Nella maggior parte dei fatti umani è meno immediata o ipocritamente oscurata. Eppure è. Ogni fatto umano è imputato al suo autore e se il fatto è reato o peccato, questi ne risponde davanti alla legge o a Dio, se crede. E si vive in pace, che è solo apparenza. In realtà, penso che non ci sia azione che prescinda dal concorso della società, vivendo l’uomo in relazione. Il disagio umano e sociale è presente in modo nitido nella tossicodipendenza, nella prostituzione e in alcune forme di malavita. L’omertà, che chiamo responsabilità negativa, sta alla base dell’illegalità e della miseria che regnano finanche nelle istituzioni. La complicità di tutti - chi più chi meno - è, come detto forse da altri, la matrice della questione meridionale. Così bisogna leggere le problematiche della nostra terra, della nostra città, che sembra afflitta da un’anestesia e affetta da una sventura. Una svolta è possibile nel riscoprire questa dimensione collettiva, nel guardarsi attorno, nel denunciare la volontà criminosa del singolo e dei molti, nel fermare la fuga dell’uomo e la sua morte. E’ il futuro per noi e i nostri figli, ovunque vivremo.

Vincenzo Tiano


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