A VISO APERTO *
E’ stata dura ma penso che, stasera, avremo in diretta su Annozero, il pubblico ministero di Catanzaro Luigi De Magistris. In diretta da casa sua, nonostante gli "inviti" a non partecipare. A Roma avremo altri due magistrati con storie diverse, il gip di Milano Clementina Forleo e il sostituto procuratore antimafia Antonio Ingroia, che, come De Magistris, hanno sentito il bisogno di parlare: "A viso aperto". Una scelta non facile, una decisione sofferta perchè, evidentemente, è in gioco l’indipendenza della magistratura. Non si tratta soltanto dei rapporti tra toghe e politica ma la vicenda De Magistris solleva anche la questione dei rapporti all’interno della stessa magistratura. Vedrete dei servizi registrati. Finalmente ascolteremo Antonio Saladino il principale indagato dell’inchiesta Why Not, intervistato da Stefano Bianchi. Caterina Merante la principale teste d’accusa nell’intervista che mi ha rilasciato denuncia di aver paura, di essere stata pedinata, di "intrusioni fisiche" nella sua vita privata e addirittura da parte di alcuni indagati che sono entrati negli uffici della Why Not di Lamezia Terme. La situazione è difficile non c’è dubbio e le parole del presidente Giorgio Napolitano non sembrano aver "raffreddato" il clima. Il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro ha riacceso il conflitto politico-giudiziario con una rinnovata richiesta a Prodi di "revocare il trasferimento d’ufficio del pm Luigi De Magistris" che "rappresenta un vulnus all’indipendenza della magistratura". La partita è più che mai aperta ma la domanda che mi pongo ora è perchè un magistrato come Luigi De Magistris sente il bisogno di esporsi in prima persona. Non vuole diventare una star, ve lo assicuro. Pensa che l’occasione di stasera sia necessaria per spiegare all’opinione pubblica cosa significa fare il magistrato in Calabria. La sua inchiesta era in dirittura d’arrivo. Perchè lo hanno bloccato?
Fonte: il blog di Sandro Ruotolo
Sul tema, nel sito, si cfr.:
GIOVANNI FALCONE PAOLO BORSELLINO ANTONINO CAPONNETTO. Un urlo per l’italia e per la Costituzione
De Magistris e Forleo in Tv. Come Falcone
Il pm di Catanzaro Dal salotto di casa sua: «Vorrei parlare dei probemi interni alla gestione della giustizia». E la gip: «Denuncio chi mi minaccia»
di Norma Rangeri (il manifesto, 26.10.2007)
Reclamandone più il dovere che il diritto, i due giovani magistrati, in questo momento i più contestati dal mondo politico, Luigi de Magistris e Clementina Forleo, sono apparsi in tv per parlare al pubblico della prima serata, l’audience di Annozero. E’ un fatto che da solo segna un cambio di passo. La Forleo, nello studio di Roma e de Magistris, in collegamento, si sono presentati davanti alle telecamere per esternare disagio e preoccupazione, senza naturalmente entrare nel merito di indagini che in qualche modo potessero riguardarli.
Il magistrato calabrese controllando la tensione, seduto su un divano, con voce calma, nonostante gli amici gli avessero sconsigliato di accettare l’invito di Michele Santoro: «Sono spinto dalla convinzione che sia necessario discutere del rapporto tra politica e magistratura», ma «anche per affrontare il problema dell’autonomia interna», cioè tra i vari gradi della magistratura. Non si può? Poi è toccato a Clementina Forleo, molto concentrata, con il volto tirato, esprimere la solidarietà «come ho già fatto in precedenza in questa trasmissione». Le sue parole sono subito suonate molto dirette. Ha lasciato da parte l’ossequio alle più alte cariche istituzionali che il suo collega aveva invece pronunciato, per dire che le pallottole che le fanno più paura non sono quelle che pure le hanno inviato, «ma quelle che arrivano dai palazzi del potere per screditarmi».
Eccoli qua i due reprobi che non rispettano il galateo, come invece facevano Falcone e Borsellino. Peccato che non sia vero. Sia Falcone che Borsellino lanciarono i loro gridi di allarme sul calo di tensione nella lotta alla mafia. Scelsero di parlare sui giornali, e anche in interviste televisive, facendo i nomi di alcuni loro diretti superiori, responsabili dell’amministrazione della giustizia. Come sta capitando ora con de Magistris e Forleo.
Annozero accelera con i primi piani dei due giudici, rallenta con il parere in punta di diritto del professore Vittorio Grevi, affonda i riflettori sulle eloquenti reticenze dell’imprenditore assopigliatutto di Why not, Antonio Saladino, gioca sul filo dell’emozione quando apre la serata con una piccola assemblea a Catanzaro, tra gli studenti e alcuni familiari di magistrati uccisi, tra i quali il fratello di Borsellino. Che ascolta una diciottenne ringraziarlo con voce commossa, e chiedergli disperata per chi dovrà votare, chi potrà rappresentare la sua voglia di onestà e moralità.
Le parole dei testimoni, i servizi sul campo degli inviati, le telefonate sceneggiate tra Mastella e Saladino, completano un quadro che prima del «caso de Magistris», in molti sospettavano, ma in pochi credevano. Ora il servizio è stato reso anche a chi non legge i giornali.
"WHY NOT", ATTI SU MASTELLA ALLA PROCURA DI ROMA
ROMA - Sono arrivati alla procura di Roma gli atti dell’inchiesta della magistratura di Catanzaro denominata "Why not". Riguardano, secondo quanto si è appreso, la sola posizione del guardasigilli Clemente Mastella e dei personaggi collegati alle ipotesi di reato prese in esame, e non anche quella del Premier Romano Prodi. In giornata il nominativo di Mastella sarà iscritto nel registro degli indagati.
L’incartamento, circa 30 faldoni, è ora al vaglio del procuratore della repubblica Giovanni Ferrara. Abuso d’ufficio, finanziamento illecito e truffa le ipotesi di reato per le quali Mastella era finito nel registro degli indagati nel quadro degli accertamenti curati dal pm Luigi De Magistris prima dell’avocazione dell’inchiesta. Per le stesse ipotesi di reato, ragionevolmente, il ministro della Giustizia e le persone collegate alla sua posizione, saranno iscritte nel registro degli indagati della capitale.
Dopo un esame del fascicolo processuale, il procuratore Ferrara ed i sostituti che, eventualmente saranno codelegati, invieranno le carte, per competenza, al tribunale dei ministri previa formulazione di un parere sulla definizione del procedimento (approfondimento delle indagini ovvero richiesta di archiviazione). Sarà comunque il competente collegio per i reati ministeriali, formato da tre magistrati, a prendere una decisione definitiva sulla vicenda.
DE MAGISTRIS INDAGATO. FORLEO DENUNCIA INTIMIDAZIONI - Il pm di Catanzaro, iscritto nel registro degli indagati della Procura di Salerno con l’accusa di abuso di ufficio, commenta: é naturale considerando tutte le denunce contro di me. Il gip di Milano Clementina Forleo, ieri ad Annozero assieme a De Magistris, denuncia di aver subito "intimidazioni da soggetti istituzionali ed appartenenti alle forze dell’ordine". Ieri al Ministro Mastella recapitata una lettera con un proiettile.
DE MAGISTRIS, IO INDAGATO? ESITO NATURALE - Non è affatto sorpreso il pm di Catanzaro Luigi De Magistris. All’ANSA risponde di non ritenere opportuno rilasciare dichiarazioni, aggiungendo soltanto che l’indagine per abuso di ufficio è esito naturale delle denunce presentate a suo carico.
"Lo trovo assolutamente fisiologico, naturale - dice De Magistris - con tutte le denunce che mi hanno fatto, sarebbe anormale se non mi avessero iscritto nel registro degli indagati". Il magistrato non smentisce e non conferma che lunedì sarà a Salerno, in Procura, e nel merito delle accuse che gli sono rivolte ribadisce soltanto: "Non ho mai parlato delle indagini in corso, non è mia abitudine parlarne, e non l’ho mai fatto. Io comunque non penso che sia opportuno rilasciare dichiarazioni in questo momento, quello che dovevo dire l’ho detto, non voglio aggiungere altro, anche perché non ho altro da dire".
LOMBARDI, HA 26 DENUNCE PER VIOLAZIONI SEGRETO - All’attenzione della Procura di Salerno ci sono oltre venti esposti-denuncia firmati dal procuratore di Catanzaro contro Luigi De Magistris. Secondo ’Il Mattino’ di Napoli, il procuratore di Catanzaro, Mariano Lombardi, ha riferito di essere intervenuto più di una volta sulle fughe di notizia: "In tre mesi ho dovuto inoltrare a Salerno oltre 20, mi pare 26 denunce, per gravi violazioni del segreto istruttorio".
L’ipotesi dei reato contenuta nell’accusa, si legge ancora sul quotidiano napoletano, riguarderebbe la conduzione di indagini volte da De Magistris "con metodi che avrebbero travalicato i confini previsti dal codice di procedura penale". E’ da marzo scorso che la Procura di Salerno riceve dossier dal palazzo di Giustizia di Catanzaro. Il fascicolo sull’inchiesta Poseidone, inviato proprio da De Magistris a marzo scorso alla Procura salernitana, dopo che il procedimento gli era stato avocato dal procuratore di Catanzaro, è invece stato rispedito a Catanzaro: "Quegli atti dopo essere stati studiati furono subito restituiti - dice Lombardi in proposito - perché non c’era competenza della Procura di Salerno".
FORLEO: SPONTANEE DICHIARAZIONI, VERBALE INVIATO A BRESCIA - E’ stato inviato a Brescia il verbale con le "spontanee dichiarazioni" rese mercoledì scorso dal giudice di Milano Clementina Forleo. Il verbale è stato inoltrato al Procuratore capo di Brescia, Giancarlo Tarquini, competente per quanto si riferisce a vicende riguardanti magistrati del distretto di Milano. Il 17 ottobre scorso al giudice milanese, così come al pm di Catanzaro, Luigi De Magistris, era giunta una busta contenente un proiettile e una lettera dai toni minatori. A Milano era stato il Nucleo operativo dei carabinieri ad occuparsi delle indagini. Si tratta degli stessi investigatori dai quali si è recata mercoledì mattina la Forleo per esporre le sue preoccupazioni in relazione a quelle che, ieri sera, nel corso della trasmissione televisiva ’Annozero’, ha definito "intimidazioni da soggetti istituzionali ed appartenenti alle forze dell’ordine".
I carabinieri mantengono sulla vicenda il massimo riserbo. Si sa solo, al momento, che le dichiarazioni del magistrato abbracciano un arco di tempo piuttosto ampio, dal 2005 a oggi. Intanto si attende l’esito della comparazione tra le analisi scientifiche sulla busta arrivata alla Forleo e quelle sul plico giunto a De Magistris.
CLEMENTINA FORLEO: «Ho subito intimidazioni»
«Csm dica se posso lavorare in Calabria»
De Magistris ad "Annozero": «Il proiettile a Mastella?
Un fatto inquietante, qualcuno mesta nel torbido»
ROMA - «Non sono nemico di Clemente Mastella». Luigi De Magistris torna a parlare in tv. E lo fa ancora una volta in collegamento da Catanzaro con la trasmissione di Michele Santoro, "Annozero" (alla quale partecipa anche il gip di Milano Clementina Forleo). «Io ho il massimo ossequio per la Costituzione e le istituzioni della Repubblica - dice il pm - non vivo la sindrome dell’accerchiamento, ma certo registro una certa mortificazione, che è molto rilevante per un magistrato che nel giro di 7-8 mesi si è visto sottratto indagini importanti. Chiedo al Csm - aggiunge - di sapere se ci sono le condizioni per esercitare questo lavoro in Calabria. Io voglio rimanere in Calabria e continuare a lavorare qui, come ho fatto in tutto questo tempo, di giorno e di notte. È un diritto, il mio, ma soprattutto - conclude - un dovere chiederlo». Cosa ne pensa del proiettile inviato a Mastella? «Un fatto inquietante - risponde De Magistris - che dimostra che c’è qualcuno che mesta nel torbido».
L’AVOCAZIONE DELL’INCHIESTA «WHY NOT» - Poi de Magistris si è soffermato sull’episodio dell’avocazione da parte della procura generale di Catanzaro dell’inchiesta «Why not» e prima ancora (da parte del procuratore capo di Catanzaro) dell’inchiesta Poseidone definendo entrambi gli atti «illegittimi». «Mi preoccupa - ha poi aggiunto de Magistris - che l’Anm abbia detto ben poco, per non dire niente su questa avocazione". Infine, il magistrato ha fatto sapere che «tutti coloro che hanno lavorato a questa inchiesta hanno subito intimidazioni».
FORLEO - Il gip di Milano Clementina Forleo ha invece esordito affermando che «se si toccano i fili della corrente, quelli dei pali della luce, si muore. Per questo dicono che i giudici forti è meglio per tutti che stiano a casa, che stiano zitti, che siano sobri, che scrivano sentenze. E questo provoca in me molta amarezza». Poi l’accusa del gip di Milano: «Ho subito «intimidazioni da soggetti istituzionali ed appartenenti alle forze dell’ordine». Il magistrato ha detto di aver «trascorso ieri l’intera giornata» a riferire queste intimidazioni subite alla polizia. Alle domande del conduttore Michele Santoro su chi fossero questi soggetti istituzionali, Clementina Forleo ha precisato soltanto che si tratta di magistrati non del suo ufficio.