Ponte sullo Stretto di Messina

IL GRANDE BLUFF DEL PONTE E LO SPRECO DI DANARO PUBBLICO, del Prof. Osvaldo PIERONI

venerdì 14 ottobre 2005.
 

Lo sapevate che Beppe Grillo è anche opinionista dell’edizione italiana dell’autorevolissimo Wall Strett Journal? Leggete cosa scrive oggi: “Sparare sul ponte di Messina è come sparare sulla Croce Rossa, lo capisce anche un idiota che non serve a nessuno, anche se è utile agli interessi di qualcuno. Dopo le leggi ad hoc, si fanno pure le opere ad hoc. (...) I 3,88 miliardi di euro (l’offerta avanzata dall’Impregilo per aggiudicarsi la mega commessa, ndr.) sono nostri, perché spenderli per un’opera inutile? I nostri dipendenti, incapaci di gestire il nostro debito pubblico, prima di spendere i nostri soldi per il ponte dovrebbero giustificarne il ritorno, l’utilità, gli impatti ambientali, la fattibilità.” L’esito della gara che assegna la commessa a Impregilo era scontato. Il gruppo, che ha presentato una clamorosa offerta al ribasso, già giudicata “anomala”, è - guarda caso -patrocinato dallo stesso studio legale della Società Stretto di Messina. Se poi andate a guardare il bilancio di Impregilo (disponibile per tutti su Internet) scoprirete che è un colabrodo e che la società è in cerca di tappi per turare le falle. Altro che affidamento per grandi capacità tecniche...!

L’affidamento contrattuale, in ogni modo, c’è stato, ma “ovviamente, non significa che l’opera sarà realizzata secondo i piani e i dati formali previsti dall’offerta vincente" - scriveva ieri il "Sole24ore". "Mille - aggiungeva - sono gli ostacoli che possono frapporsi ancora nella realizzazione dell’opera". Per procedere all’aggiudicazione definitiva, bisognerà, infatti, aspettare almeno fino a gennaio.

Ma il ponte - quello vero - non si farà. In fondo, in fondo non ci crede più nessuno. E’ sparito dal Dpf, la nuova pesante finanziaria di Tremonti. All’interno dello stesso Polo - propaganda a parte - non è visto di buon occhio e nessuno lo difende apertamente. Pensano solo ad una “prima pietra” elettorale. La “Fabbrica” di Prodi lo ha definitivamente cancellato dal programma per il prossimo governo. L’Unione è contraria al 99% (finalmente anche D’Alema si è schierato). La Regione Calabria ha detto “no”. Il Comune di Villa San Giovanni si oppone da anni. Al Comune di Messina la maggioranza dei consiglieri è contraria e la “neonata” lista rosso-verde preannuncia già l’occupazione dei cantieri, se mai dovessero sorgere. Nel Consiglio Comunale di Reggio Calabria - sindaco e giunta latitanti per l’occasione - appena qualche settimana fa si è consumato un vero e proprio processo alla Stretto di Messina Spa. Procedimenti giudiziari, che riguardano la troppo rapida e leggera conces sione dell’ok alla valutazione di impatto ambientale, sono in corso. L’Unione Europea deve ancora esprimersi su diverse e delicate questioni che riguardano la legittimità della “legge obiettivo”. Pendono ricorsi sulla legittimità della stessa procedura di gara per l’assegnazione del “contractor”, inficiata da doppie appartenenze ed intrecci di interessi.

Soltanto il dott. Pietro Ciucci esulta, accompagnato da un inspiegabilmente trionfalista ing. Lunardi, cui la finanziaria ha tagliato fondi per strade (vedi Anas) e grandi opere. Ma nemmeno la Borsa - cinica e volubile - ha applaudito: soltanto uno 0,69% di miglioramento per le Impregilo ordinarie nella giornata di festa per la vittoria del 12 ottobre ed un crollo del -5,27% (dopo essere scesi al -10%) alle ore 20.00 del 13. Titolo sospeso per eccesso di ribasso. “Gli operatori parlano di scetticismo sull’effettiva costruzione del ponte o sui costi del progetto.” (Reuters, Borsa italiana). Nessuno ritiene possibile che con il ribasso del 12% sul costo annunciato dalla Stretto di Messina l’opera sia realizzabile. Tutti invece paventano una clamorosa speculazione. Per contro Astaldi, che ha perso la gara, promette battaglia e sale in borsa. “Soldi on-line” commenta: “Pollice verso per Impregilo... Ne vedremo delle belle?”

Partirà, forse, con il 2006 la progettazione, che sarà fatta dallo studio danese Cowi, e non si sa quale sarà l’esito di un disegno esecutivo che sconta mille difficoltà di ordine tecnico (alcune insormontabili, a detta dei maggiori esperti) e ben 35 costosissime prescrizioni di ordine ambientale. Intanto, però, partono altri appalti per monitorare un’opera che non verrà mai realizzata.

E i soldi? Questo è il punto. I soldi non ci sono. Il primo 40% del fabbisogno, pari a 2,5 miliardi, sarebbe dovuto arrivare attraverso l’aumento di capitale della Stretto di Messina già deliberato, ma questo è stato realizzato nel 2003 solo per la prima tranche di 300 milioni. Oltre questi - che sono soldi pubblici della Fintecna (ex Iri), interamente controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, ed in parte già spesi per propaganda e prebende - non c’è niente altro nel borsellino che amministra Ciucci. Ma si tratta di distribuirli e spenderli fino all’ultimo euro. Poi?... Poi si chiude. Ecco il grande bluff a danno dei contribuenti. Alcuni si preoccupano per le eventuali penali da pagare in caso di cancellazione del progetto e sostengono - avanzando un ricatto - che non si può tornare indietro. Non è vero. Ci vorrà tempo prima dell’aggiudicazione definitiva e prima della presentazione di un progetto definitivo, che si dovrà confrontare con le valutazioni e l’op posizione delle istituzioni locali, con la conformità con un piano finanziario al ribasso, con una nuova eventuale valutazione di impatto ambientale.

E’ dunque necessario - come sostengono le associazioni ambientaliste ed i comitati - che la forte mobilitazione contro un progetto assurdo, dannoso ed inutile, prosegua e si ampli. E’ necessario che la Regione Calabria dia esito concreto ed immediato al suo no. E’ necessario che il maggior numero possibile di Comuni calabresi e siciliani, messi all’angolo dalla “legge obiettivo”, dichiarino pubblicamente il loro no, come ad esempio ha fatto la sindaca di Cosenza, Eva Catizzone. E’ necessario che ogni cittadino dotato di buon senso faccia sentire la propria voce per impedire che si continui a sprecare danaro pubblico e la si smetta di prendere in giro gli italiani.

Osvaldo Pieroni, Palmi 14 ottobre 2005


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