di Daniela Palmeri (www.unita.it, 31.01.2006)
La «Presidenta» socialista Michelle Bachelet ha svelato i membri del nuovo governo, che si insedierà l’11 marzo a Santiago: sarà composto di 10 donne e 10 uomini. Viene mantenuta così la promessa delle pari opportunità, fatta durante la campagna elettorale. «Nessun ministro della precedente amministrazione continuerà a mangiare nello stesso piatto». Lo aveva già detto, dopo essere stata eletta presidente il 15 gennaio, preannunciando la discontinuità, che avrebbe caratterizzato il suo governo, il filo rosa, che sarebbe stato una delle linee guida del suo governo. E sotto il segno del colore rosa si sono aperti i lavori preliminari del nuovo governo, nel palazzo in cui fu ucciso Salvador Allende e in cui Augusto Pinochet ordinò la morte di centinaia di uomini. A Santiago, tra i nuovi ministri vi sarà il figlio del presidente uscente Ricardo Lagos al posto di segretario generale del governo: Lagos Weber, il quale aveva curato le relazioni internazionali durante la campagna elettorale ed ha rappresentato la Bachelet all’insediamento, nei giorni scorsi, del presidente boliviano Evo Morales. Come ministro delle Finanze, Bachelet ha nominato l’economista Andres Velasco, suo consigliere economico durante la campagna, che non ha ufficialmente affiliazioni partitiche. Ancora Alejandro Foxley, senatore ed ex-ministro delle Finanze, sarà il ministro degli Esteri. Una donna, invece, sarà la «ministra» della difesa: Vivianne Blanlot, ex segretario esecutivo della Commissione nazionale per l’energia del governo. Vivianne occuperà il posto della Bachelet durante l’amministrazione del presidente cileno uscente Ricardo Lagos. Quel posto di «ministra» della difesa, che aveva segnato una rottura secca nella vita della Bachelet: lei «ministra» de gli stessi militari che avevano perseguitato e torturato il padre e che l’avevano rinchiusa a Villa Grimaldi, durante gli anni della dittatura. La Presidenta potrà contare, per la prima volta dal ritorno della democrazia, in un Parlamento in cui il suo partito Concertazione (centrosinistra) avrà la maggioranza assoluta nelle due camere. Un successo personale che dimostra quanto di buono il centrosinistra cileno ha fatto, con una crescita costante dell’economia. Intanto la destra orfana di Pinochet si attende un acuirsi del divario tra socialisti e democristiani. «Il Gabinetto rappresenta un passo storico per l’eguaglianza tra uomini e donne, come promesso durante la campagna», ha detto Bachelet. Durante la sua campagna elettorale aveva promesso di aiutare a migliorare lo status delle donne in Cile, considerato un paese molto sessista. Alle femministe più accanite che in quei giorni le avevano chiesto se le donne in politica agissero diversamente dagli uomini, lei equilibrata aveva risposto «non è una questione di sesso. Ci sono molte donne che lavorano in modo molto tradizionale in politica, come per esempio Margaret Thatcher». Ma nello stesso tempo Michelle non ha mai smesso di rivendicare, rimarcare il suo essere donna: «Noi donne siamo capaci da una parte di pensare al Paese, a un progetto a favore della nazione, ma non tralasciamo i dettagli. La gente è molto importante per noi. Vogliamo che l’economia cresca, ma vogliamo anche un paese più gentile, più accogliente, più solidale».